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Autore: Ariacqua    12/06/2012    4 recensioni
-- FAN FICTION SOSPESA --
Peeta è tornato da due settimane. Dorme a casa di Katniss, ed entrambi sono alle prese con il "Libro della memoria". Potrebbero cominciare finalmente ad essere felici, se non fosse per i terribili ricordi che si celano sotto ogni frontiera di forza ostentata. I ricordi uccidono. Peeta non ha mai parlato della sua tortura, di cosa fu costretto a subire, a fare, per tutto quel tempo. Ma ora è tempo di parlare. E' tempo di cacciare tutte quelle lacrime sepolte da mesi. E' tempo di amare, di scegliere.
I don’t want to forget.
PERICOLO SPOILER PER 'CATHING FIRE' E 'MOCKINGJAY'!
Buona lettura, sweethearts.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi alzo dal letto così velocemente che quasi inciampo nelle coperte.

Sono inzuppata di sudore, e tremo ancora per l’incubo che ho fatto. Mi precipito fuori la porta e scruto il corridoio. Neanche il tempo di pensare cosa stia facendo, di ragionare, che sto correndo verso la stanza dove dorme Peeta.
Apro la porta e corro all’interno della camera.
E’ vuota.
Vuota.
Il panico mi percorre tutto il corpo. Mi rimbomba nella testa l’urlo straziante. Mi rimbomba ancora, e ancora. Quasi non riesco a respirare. Non riesco neppure a muovermi, a ragionare. Quasi comandandomi, impongo alle mie gambe di camminare. Cammino a scatti. Scendo le scale. Perlustro la cucina. Nessuno. E’ vuota. Cerco nel salone, e l’unica cosa che riesco a vedere è Ranuncolo che mi soffia. Mi gira la testa. Mi siedo sullo schinale del divano, e mi impongo di calmarmi, di ragionare, come ho sempre fatto.
Perché ora non mi riesce proprio?
Apro la porta d’ingresso, corro fuori ed urlo con tutto il fiato che ho:

- PEEEEEETA!-

Il panico continua ad assalirmi. Mi giro per tornare in casa imponendomi di restare in piedi, quando lo trovo lì, nel campo delle Primule da lui piantate qualche settimana prima. Appoggiato con le spalle vicino ad un grande albero, le ginocchia fra le braccia. Quasi perdo il senso delle gambe per il sollievo. E’ lì. Lì. Solo ora che corro verso di lui, mi accorgo di quanto faccia freddo. Ci saranno almeno due gradi sotto lo zero, e lui è lì, in mezzo alla neve ed a quello che resta delle primule.

-Peeta!- dico, mentre mi avvicino sempre di più. –Peeta…cosa fai qui? Si gela!-

Lui si alza di scatto. Ha gli occhi rossi e lotta per tenere dentro le lacrime. Sbianco. Perché sta così? Suppongo per un incubo particolarmente brutale. Gli corro incontro e lo abbraccio forte. Gli poso la testa sul petto e cerco di consolarlo. Non posso fare a meno di sentirmi in colpa.

- Scusami Katniss. Scusami.- mi sussurra.

-No. No. E’ colpa mia! Perché hai urlato in quel modo?-

- Tu già sai la risposta. Incubi. Incubi orribili. E non è affatto colpa tua.-

La conferma di ciò che avevo pensato mi fa sentire pi in colpa di prima. Lui si calma un po’ mentre ci teniamo abbracciati. Lo trascino dentro, e riacquisto lentamente l’uso dei miei arti congelati.

-      Mi dispiace..- sussurro mentre gli porgo una tazza di camomilla bollente. – Sono una stupida.-

Lui mi prende la mano e me la stringe forte. Mi guarda negli occhi, come per accertare che io fossi lì, viva e vegeta davanti a lui. Mi siedo al suo fianco, e gli poso la testa su una spalla.

-Sai…piangere farebbe bene anche a te. Io mi sono liberata un po’. Il tuo consiglio è utile, ma devi ascoltarlo anche tu stesso…E poi ora ci sono anch’io qui con te, non me ne vado.-

Lui rimane in silenzio. Un silenzio che pesa molto di più delle parole. Guarda fisso davanti a sé. Prendo la sua testa fra le mie mani, e lo costringo a guardarmi.

-Cos’hai sognato, Peeta? Quell’urlo mi ha raggelato il sangue.-

I suoi occhi si fanno lucidi, ma non vuole cacciare le lacrime…O non ci riesce?

- Ho ricordato tutta la tortura e… di perderti. – mi dice. – Di perderti proprio davanti ai miei occhi.-

Gli stringo la mano, e lo abbraccio.

- Beh, sono qui, Peeta. – gli sussurro. – Sono qui.-

- Katniss, tu non sai cosa succedeva lì dentro, in quelle camere di tortura…- spiega.- E’ stato orribile.

-Lo so. Nessuno può immaginarlo.- gli dico.-Ma sappi che se ti va di parlarne con me… io sono qui. Non me ne vado.-
 
- Vorrei parlarne. Ma non ora, non adesso. Ho davvero bisogno di riposare…Non dormo da tempo.-

Mi da un bacio sulla fronte e fa per alzarsi, diretto in camera sua, quando io gli dico:
- Non pensarci nemmeno per un momento. Io vengo con te.- dico, convinta.

Peeta mi guarda e mi sorride debolmente. Mi prende la mano e saliamo le scale.
Le sue braccia forti mi circondano ed io, dopo molto tempo, mi sento sicura che per il resto della notte non ci saranno incubi. Mi addormento nel giro di pochi minuti, un po’ impaurita per il discorso che l’indomani mi avrebbe fatto riguardo la sua tortura.

 



SPAZIO ALL'AUTRICE. [leggete, perfavore :)]
Ok, so bene che non è granchè, posso fare veramente di meglio.
Sapete, per farmi andare avanti con una storia ho bisogno delle vostre recensioni. 
Più recensioni ho, più mi verrà voglia di continuare.

Per favore, se avete critiche da fare (positive, ma anche negative, ovviamente) non esitate.
Mi piacerebbe veramente sapere cosa ne pensate, anche perchè questa è una delle mie prime FanFiction e non sono molto esperta. 
A presto,
Rosie_posy.

  
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