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Autore: SofiaAmundsen    15/06/2012    1 recensioni
Il diario di un' adolescente che, nel suo cercare di esere come tutte le altre, è completamente diversa.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Domenica, 03.06.2012


Caro Diario,
perchè io devo farmi tanti problemi a dire o non dire la cosa giusta, e gli altri fanno liberamente quello che vogliono?
Perchè io devo cercare di stare zitta, altrimenti rischio di dire cose sconvenienti che possono ferire, e tutti fanno tranquillamente azioni che mi feriscono con una nonchalanse invidiabile?
Perchè io vengo ripresa ogni volta che apro bocca, e nessuno dice niente a chi si comporta così?
Non sono capace di distinguere quello che è giusto dire e quello che no, mi manca il filtro sociale che tutti hanno tra i propri pensieri e la propria bocca. Questa forse, anzi sicuramente, è l' aspetto dell' Asperger che mi crea più problemi.
Mi rende inadeguata.
Fuori luogo.
Impertinente.
Imbarazzante.
E non mi stupisco che nessuno voglia stare con me! Chi vorrebbe uscire con una che dice la prima cosa che pensa, per quanto sconveniente sia? Vivrebbe con il terrore di incontrare amici o famigliari, quando è con me.
Dio, ma perchè non c'è un libro con scritto quello che si può e che non si può dire.
Tipo: "dire a una persona che non ha le tette, non è educato" o "dire una persona che hai dedotto dal modo in cui muove le mani che è terribilmente attaccata ai soldi, non solo non è adeguato, ma ti fa sembrare terribilmente strana".
Mi sarei risparmiata già due figuraccie. E due rimproveri su quanto farei bene a stare zitta, se non ho intenzione di dire cose normali.
Dovrei davvero smetterla di osservare le persone, dovrei fare come le altre e guardare le vetrine, così mi distraggo.
Ma come faccio? Ce l' hanno scritto in faccia, tutto!
Mi chiedo come sia possibile che gli altri non lo vedano, quel tutto, quel bagaglio di emozioni, esperienze, abitudini, che le persone hanno stampate addosso.
Mi ci vuole un attimo a capire come sono e perchè sono così, guardandole nel complesso, con i loro piccoli, subdoli dettagli rivelatori.
E mi sembra una cosa così ovvia e elementare che non capisco se la stranezza sia in me che ci riesco o negl' altri che non ci riescono.
Effettivamente, quando lo fa Sherlock, nella serie tv, è un po' inquietante. Mi fa pensare che faccio bene a tenermi per me quello che capisco, la maggior parte delle volte.
Sarebbe un ottimo migliore amico, Sherlock, per me.
Smettila, lo sai che è solo un personaggio di fantasia.
Si, ma sembra terribilmente reale. E poi ho usato il condizionale.
E nel frattempo hai immaginato una vita intera con lui. Vivi nella tua testa, te ne rendi conto?
Si, è vero, ma...smettila di farmelo pesare! Ho già abbastanza problemi!

Dio mio, sto di nuovo parlando con me stessa. Questa volta per iscritto. Finirò per mandarmi sms da sola.
Schizzofrenica, oltre che aspie, si, ci manca solo questa.
Una volta Woody Allen disse che "con la schizzofrenia non ci si sente mai soli". Io, invece, mi ci sento, sola, terribilmente sola.


Lunedì, 04.06.2012

Caro diario,
possibile che non eista un manuale che spiega come volere bene a qualcuno?
Qualcosa tipo ilgalateo, però che ti dica come, quando e quanto ci si affeziona a una persona.
Comincio a pensare che forse sono un' aliena. O che sono stata creata in laboratorio, assemblata da pezzi di cadaveri, tipo una moderna Frankenstein.
Come è possibile che non sono capace a volere bene alle persone? Dovrebbe venirmi...naturale, da quello che ho capito; dovrebe essere una cosa spontanea, un moto involontario del mio io, una conseguenza inevitabile dei rapporti sociali. E invece a me non viene affatto naturale, e mi sento sempre più stupida ed arrabbiata con la parte di me che mente a se stessa ogni volta che fingo il contrario.
Non mi interessa minimamente sapere se una persona, anche se la conosco da 10 anni, sta bene o no. Perchè devo chiamarla improvvisando una preoccupazione che non mi sfiora minimamente?
Perchè devo assicurarmi di mandargli un messaggio ogni volta che è il suo compleanno? Ok, sono 18 anni che sei al mondo, e allora? Chissene frega!
E poi c' è una domanda a cui, per quanto mi sforzi, non riesco a trovare una risposta: ma se qualcuno ti vuole bene, tu, di conseguenza, devi necessariamente volergli bene? È un' equazione scontata, o non c'è nessuna regola che vige?
Vorrei tanto che quelcuno me lo spiegasse, così smetterei di comportarmi solo di riflesso e saprei che fare!
Già, ma nessuno ha voglia di spiegarti come funziona il mondo. Devi capirlo da sola, piangendo, soffrendo, perdendo e, forse, un giorno, quando i tuoi giorni da incompresa e non comprendente finiranno, lo capirai. E allora non ti servira più, e morirai con l' ennesimo sorriso ironico sulle labbra e l' ennesimo paradosso tra le mani.


Venerdì, 15.06.2012

Caro Diario,

chissá perché tutti tendono ad abbandonarmi. Cioé, lo capisco il perché, sono strana, noiosa, capricciosa, quello che non capisco é perchê prima mi illudono, mi aprono la porta, e poi mi lasciano fuori a chiedermi con insistenza il perchè. Io non obbligo nessuno a stare con me, anzi, nella mia solitudine mi trovo bene e molto piú tranquilla e al mio agio che in compagnia e/o in pubblicp, ma in genere se qualcuno ti choedebdo di uscire con te, che io sappia, é perché ha voglia di uscire con te. Mi sembra l' emblema della logica. Dimentico, perô, che nelle relazioni sociali di logico non c' é proprio niente.Forse é per questo che non le capisco. Ma che senso dovrebbe avere dare un appuntamento a una persona per poi rimangiartelo un'ora prima dell' ora prestabilita?

Forse, é semplicemente un' altro di quei confusi e contorti meccanismi sociali che non capisco. Dovrei fare una lista.

Perché le persone si fanno glia auguri per lefeste.

Perché le persone si salutano con due bacini sulle guancie.

Perché se qualcuno ti offre qualcosa è scortese accettare la prima volta che te lo chiede, anche se ti va.

Perché in certe situazioni uno deve parlare anche se non ne ha voglia.

No, verrebbe troppo lunga.

Dicono che gli Asperger non sopportino quando viene modificato un programma giá deciso, é una cosa che odiamo. Effettivamente mi fa davvero alterare.

Ma certo, prendiamocela sempre con la neurodiversità, anche quando la cosa ha un nome piú semplice: maleducazione.
   
 
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