Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Mabs    15/06/2012    20 recensioni
Inghiottire quelle bacche velenose sarebbe stato un segno di rivolta contro la potenza di Capitol City, ma così facendo Katniss e Peeta avrebbero comunque immolato la propria vita; a quale scopo, poi? Non era affatto sicuro che alla loro morte, tutti i cittadini dei dodici distretti avrebbero dato il via ad una rivolta. Loro due dovevano essere la rivolta. E quale modo migliore per far capire ai cittadini di Capitol City che l’amore trionfa sempre, se non quello di dimostrare che ciò che tiene uniti tra loro i tributi è più forte di ciò che spinge gli strateghi e il presidente Snow a metterli l’uno contro l’altro? Quale modo migliore di iniziare una rivolta, se non quello di dimostrarsi più uniti che mai e di gettare le armi a terra?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ATTENZIONE: affinché la fan fiction abbia un senso e sia in qualche modo coerente a ciò di cui parla la storia scritta da Suzanne Collins, è necessario precisare che nella ‘mia versione dei fatti’ Peeta non è gravemente ferito alla gamba.
 
-Perché non lo lasciano morire e basta?
Urlò Peeta, ormai stanco di avere come sottofondo sonoro gli agghiaccianti lamenti del povero Cato lacerato dagli Ibridi.
-Perché siamo nel bel mezzo degli Hunger Games. Qui i tragici lamenti, le sanguinose lacerazioni e i versi disumani danno spettacolo.
Disse Katniss con aria rassegnata.
Strinse più forte la mano di Peeta, quando notò che le lacrime continuavano a scendere copiose sul suo volto.
Persone così sensibili non sono fatte per gli Hunger Games. Potrai uscirne anche vincitore, ma ti segneranno a vita. Pensò Katniss guardando Peeta.
La mano di Katniss sfiorò leggermente il volto di Peeta, per poi soffermarsi sui suoi corti capelli dorati.
-Tra poco sarà tutto finito. Quando sentiremo quella cannonata potremo uscire di qui, e rifarci una vita. Potremo dimenticarci di questi lamenti, di questi boschi, di tutti i tributi morti. E sarà tutto finito. Tutto.
Sussurrò Katniss all’orecchio di Peeta,  mettendolo a tacere con un bacio appena vide che la sua intenzione era quella di controbattere.
Il lungo bacio (era vero anche quello, o faceva parte dello spettacolo?) venne interrotto dalla cannonata. Quella che aspettavano da ore, ormai. Quella che metteva finalmente fine alle sofferenze di Cato, ma anche di Katniss e di Peeta.
I due tributi vincitori si alzarono contemporaneamente di scatto.
Si guardarono sorridendo, per la prima volta dopo giorni.
-Abbiamo vinto!
Urlò Katniss, gettandosi tra le braccia di Peeta.
-Vinto, vinto, vinto! Abbiamo vinto, Katniss!
I due rimasero avvinghiati per qualche minuto, piangendo dalla gioia e tremando per l’emozione. Ma il sentimento che prevaleva in entrambi non era affatto la felicità: ventidue persone erano morte in quell’arena, e tante altre ne sarebbero morte in futuro, e loro non avevano potuto farci niente.
Era incredibile come nell’arena ci si potesse dimenticare così velocemente di tutto ciò che c’era fuori. Dell’ingiustizia che regnava a Panem, soprattutto.  Perché sapevi che, per uscirne sano e salvo, dovevi fare ciò che Loro ti dicevano di fare, e qualsiasi accenno di rivolta era punito con una morte ‘puramente accidentale’. Quell’arena riusciva a farti sentire così piccolo, insignificante, pedinato. Come un pedone su una scacchiera: ciò stava a dimostrare come anche il più forte tra loro era sotto il comando di un’entità superiore, una mano che poteva muoverli, tutti. Indistintamente da chi fosse il più forte, e chi il più debole.
Katniss si azzittì improvvisamente, liberandosi dall’abbraccio dell’amico.
-Perché non ci vengono a prendere? Perché nessuno annuncia la nostra vittoria? Non avevano detto che i vincitori, quest’anno, sarebbero stati due?
In tutta risposta, la voce di Claudius Templesmith rimbombò nell’arena:
-Un saluto ai concorrenti finali dei settantaquattresimi Hunger Games. La modifica precedente è stata revocata. Un esame più accurato del regolamento ha rivelato che ci può essere soltanto un vincitore.
Katniss e Peeta si guardarono smarriti.
-Se ci pensi non è poi tanto sorprendente.
Disse Peeta, rassegnato.
Si guardarono per svariati secondi: Katniss stringendo a sé l’arco con la freccia già incoccata, e Peeta raggiungendo con la mano il coltello.
-…Io però non voglio ucciderti.
Disse Peeta, lanciando il coltello a terra.
-Io neanche.
Disse Katniss, posando con cautela l’arco affianco al coltello dell’amico.
Si sedettero a terra, spiazzati.
-Le soluzioni sarebbero tante, ma ognuna di esse ci porterebbe alla morte.
Borbottò Peeta, staccando una delle velenose bacche rosse dal cespuglio alla sua destra.
-Dici davvero che uccidendoci i dodici distretti capirebbero il messaggio che vogliamo dare loro?
Disse Katniss, abbassando lo sguardo.
Entrambi pensarono alle loro famiglie, ai loro concittadini, e ai rimanenti undici distretti. Se in settantaquattro anni, tra loro, non c’era stata neanche l’ombra di una rivolta, non ci sarebbe stata neanche dopo il loro suicidio. Semplicemente, nessuno avrebbe reamlente compreso il loro gesto.
Katniss si alzò di scatto e, approfittando dei fitti cespugli che li coprivano dalle telecamere e quasi sussurrando per far sì che l'intera Panem non li sentisse, disse:
-Facciamo ciò che nessuno dei tributi ha mai fatto in settantaquattro anni. Dimostriamo che noi non siamo pedine, ma esseri umani, al loro contrario. Dimostriamo che abbiamo dei sentimenti, e che l’amore che ci tiene uniti è più forte dell’odio incondizionato che vogliono ci sia tra di noi. Se ci pensi, non ha senso che i tributi si uccidano tra loro. Non basterebbe che si alleassero tutti e ventiquattro, rifiutandosi di combattere? Questa non sarebbe già di per sé una rivolta?
Peeta, poco convinto, rispose:
-Ma gli strateghi troveranno comunque un modo per ucciderci. O meglio, uccidere uno di noi due.
Katniss scoppiò a ridere noncurante:
-Che importa, tanto prima o poi saremmo morti comunque!
Prendendo per mano Peeta gli sussurrò all’orecchio:
-Che ne dici se andiamo a cercare la grotta di ieri sera? Ho ancora qualche scoiattolo nello zaino. Potremmo prepararci una squisita e sostanziosa cena e poi riposare un po’ insieme. – Disse Katniss, ammiccando all’amico- Dato che non ci sono altri tributi in giro, non credo sia necessario fare la guardia. A meno che gli strateghi non decidano di mandare qualche sorpresina per disturbare i nostri ‘sonni’ tranquilli.
Peeta si fermò di scatto:
-Ho un’idea! Gli strateghi possono localizzarci grazie al microcip che ci hanno impiantato prima che ci gettassero nell’arena, giusto?
Katniss annuì.
-Dovremmo trovare un modo per toglierli. Così  sarà più difficile trovarci ed ucciderci.
-Peeta, sei un genio!
Disse Katniss, baciandolo rapidamente e raccogliendo da terra il coltello.
 
***
-Cosa stanno facendo questi due idioti? Perché non si uccidono?
Disse Rodney, uno degli strateghi della settantaquattresima edizione, accavallando le gambe sulla scrivania della torretta di controllo.
-Bah, non importa. Li uccideremo noi. Uno psicologicamente, e l’altra fisicamente.
Disse James, il collega di Rodney, incaricato della buona riuscita di quell’edizione.
-Anche perché se qualcosa dovesse andare storto, a rimetterci la vita potremmo essere anche noi due. – Rodney fece una pausa, per poi riprendere con un’espressione maligna stampata in faccia –Quindi dici che sarebbe meglio tenere in vita il pizzaiolo dal buon cuore e far fuori la ‘Robin Hood’ scheletrica?
-Lui senza di lei è perso, non vedi come la guarda? Non ricordi come parlò di lei durante le interviste iniziali? Uno così, da solo, non può andare da nessuna parte. E’ lei la vera rivoluzione. Lui è solo un dettaglio insignificante.
Rispose James, atteggiandosi da saputello.
-Okay, addio Peeta.
Disse Rodney ridacchiando, schiacciando tasti ben precisi dalla tastiera di controllo.
-Pioggia corrosiva o ibridi affamati? ...Un momento.
James schiacciò il tasto dello zoom, inquadrando, grazie al localizzatore inglobato nel braccio dei tributi, il luogo dove Katniss e Peeta sarebbero dovuti essere.
-Rodney, guarda qui.
Lo schermo del computer inquadrò una piccola area terrosa sulla quale, nel bel mezzo di una piccola pozza di sangue, erano posizionati due microcip.
-Li hanno tolti. Hanno tolto i localizzatori.
Urlò James, alzandosi di scatto e precipitandosi a chiamare il presidente Snow.



Angolo Autrice:
Ho visto che c'erano poche fanfiction nella sezione Hunger Games così ho deciso di scriverne una io (: Spero di avervi incuriositi. Era da tempo che avevo quest'idea. Leggendo i libri mi sono sempre chiesta 'perché diavolo non si uniscono, invece di uccidersi tra loro?'. Forse avrete notato che il rating è arancione...okay, il primo capitolo di arancione non ha assolutamente niente, ma vi prometto che prima o poi tra Catnip e Peeta succederà qualcosa! Anche perché  la cara Suzanne Collins non è che fa succedere tante cose, capiamoci, lol. Se avete letto recensite, se vi ha fatto schifo recensite, se non avete niente da fare recensite, lol. Cioè per farmi capire se vi è piaciuta, tutto qua. Grazie per aver letto, al prossimo capitolo c:
  
Leggi le 20 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Mabs