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Autore: Madama Pigna    16/06/2012    2 recensioni
Quattro anni dopo la sconfitta di Crono, Percy, Annabeth e Grover si toglieranno dal mirino e daranno spazio a nuovi mezzosangue per nuove avventure! Tra figli di Apollo sempre nei casini, ragazze che parlano troppo e animali parlanti, ne vedrete di tutti i colori, dal romantico e al drammatico al genere più comico (n.d.a. su questo punto si hanno dei dubbi).
Dal capitolo 15:
Aveva colto il segno. Estia era pur sempre la sorella maggiore tra i figli di Crono. Mentre Afrodite ed Apollo avevano capito che la dea del focolare poteva essere una discreta alleata.
Difatti Era sembrò esitare per un secondo. Poi rispose acida. – Non ho scelto io che si unisse all’ impresa. Sapeva a cosa andava incontro -. Zeus borbottò qualcosa che non si capì. Era nemmeno si voltò per capire quello che aveva detto, cosa che fece arrabbiare il marito non poco (quando si è re degli dei è piuttosto difficile accettare che qualcuno ti ignori). Ricominciarono a litigare, e i sospiri degli altri dei non furono uditi, coperti dalle urla dei due.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si sentì un lungo e stridulo verso, simile al raccapricciante rumore delle unghie sulla lavagna, solo una dozzina di volte più potente. I tre semidei crollarono a terra, tappandosi le orecchie.
- Oh miei dei!!! Cos’ è questo Tartaro di rumore?! -. Nessuno però diede una risposta a Kelly. Qualunque cosa avesse prodotto quel suono, aveva smesso. Tuttavia l’eco del tunnel lo trasmetteva, sebbene sempre più piano, facendo tremare leggermente tutto, tanto il suono era forte. Adrianna commentò con un – Uno di voi ha intenzione di rimanere qui per scoprirlo? -. Sì sentì un altro trillo. –Ah! -. Quel suono faceva malissimo alle orecchie. Ed era sempre più vicino. Di sicuro non era niente di buono. – Svelte, dobbiamo andarcene! – disse Alex. Corsero lontano, ma sentivano lo stesso quello stridio. Adrianna vedeva certi sassolini ballonzolare al passaggio delle onde sonore, altri, stranamente, no. Anche Kelly sembrò accorgersene. – Prendiamo i sassi che non tremano! -. La figlia di Era non aveva idea di quello che volesse fare la bionda, ma obbedì lo stesso, così come Alex. Ne raccolsero un paio ciascuno. – Metteteli nelle orecchie! –
 - Cosa?! -. Gli altri due erano un po’ perplessi all’ idea.
- STREEEEEEEEEKKKK!!! -. Di nuovo quel suono.
- Per tutti gli dei! Fatelo, ADESSO! -.
Se li mise anche lei, sentendo uno strano viscidume mentre se li metteva. Si guardò le dita, che erano sporche di sangue. Imprecò mentalmente, poi fece cenno agli altri di seguirla. Proprio quando pensavano di averla scampata, da dietro una curva sbucò un mostro enorme. Ricordava un’ enorme serpente (il diametro del corpo longilineo poteva essere di due metri) pieno di creste e spine dorsali, dal colore verde acqua più scuro delle pareti, e gli occhi rosso fuoco, che risaltavano come una luce nel buio. Era un confronto quasi paradossale, ma certamente adatto.
La galleria era piuttosto larga, quindi il bestione poteva innalzarsi per circa il doppio della sua altezza. L’ addome era ricoperto di squame dall’aria piuttosto dura. I mezzosangue misero mano alle armi. Il rettile si avventò contro Adrianna, che forse aveva un’ aspetto più appetitoso. Lei parò le zanne curiosamente bianchissime con Iustitia, ma l’ essere era forte, e la fece cadere all’ indietro. Strillò ancora, ma quegli strani sassi funzionavano. Non sentivano nulla. Questo però impediva  la comunicazione.

 Il mostro si preparò ad assaggiare il suo bocconcino. Si avventò contro la figlia di Era, veloce come un lampo. Ma una freccia colpì la sua lingua, e il dolore doveva essere parecchio, visto che si agitava e a sbatteva la grossa testa sulle pareti, come per sfogarsi in qualche strano modo, facendo tremare il tunnel. Una stalattite solitaria si staccò, finendo per ferirlo nel corpo squamoso. Adrianna fissò lo spettacolo, stupefatta da tanta fortuna, ma Alex la scosse, sollevandola di peso e allontanandola. Nel frattempo Kelly lo bersagliava di frecce. Stava cercando di dire qualcosa a gesti. Indicava il ventre del mostro ricoperto di squame, poi l’arco, infine faceva ‘no’ con il dito. Aveva un’ aria preoccupata. Forse voleva dire qualcosa come ‘Inutile colpirlo lì’. Se significava questo, probabilmente avrebbero dovuto cogliere la distrazione del serpente gigante e scappare a gambe levate, ma probabilmente li avrebbe raggiunti quasi subito. Che fare, allora? La figlia di Era si guardò intorno, alla ricerca di una vaga idea. Scoprì che la stalattite di prima non era l’unica. Più avanti, c’ era un agglomerato di queste che sembrava fare al caso loro. Le indicò ai figli di Apollo, che sembrarono illuminarsi. Andarono oltre la trappola naturale, preparandosi all’ attacco.
Il mostro si riprese, e li attaccò con un urlo di rabbia (o almeno così sembrava, visto il forte mal di testa). Kelly e Alex scagliavano frecce, Adrianna, in mancanza di quelle, agitava la spada, in un qualche tentativo di sembrare più temibile. Quel serpente continuava a spostare la testa, stavolta a bocca chiusa, ma alla fine Kelly riuscì a colpirlo nell’ occhio. Il mostrò ricominciò ad agitarsi. Forse aveva una soglia del dolore più bassa della media.
Il tunnel ricominciò a tremare, e le stalattiti erano sul punto di collassare. Caddero sulla testa e sulla schiena del mostro, uccidendolo all’istante. Si incenerì, lasciando soltanto un’ alone di zolfo e la sua pelle squamosa. I tre mezzosangue si tolsero quegli strani tappi naturali, sicuri di poter stare tranquilli. Adrianna provò a parlare, ma le orecchie le facevano male, e non riusciva a sentire la propria voce. Kelly se ne accorse, e in alcuni minuti la guarì. Fece lo stesso con Alex, e lui guarì lei. Finalmente, parlarono. – Perché la pelle non è svanita? -, chiese Adrianna, che fissava i resti del mostro con un certo schifo.
- E’ un bottino di guerra – spiegò Kelly – Ma che ne facciamo? Non possiamo mica portarci dietro questa roba -.
- Allora lasciamola qui – propose Alex. Non sentiva proprio il bisogno di una zavorra.
 
****

- Ma perché non acceleri? Questo ferro vecchio va troppo lento! -. Steward aveva momentaneamente abbandonato l’atteggiamento educato, per lasciar spazio ad uno ben più allarmato e isterico. Nico sospirò, esasperato. – Per l’ennesima volta, ti ho già detto che più veloce di così non va -.  Ma quel dannato pennuto non poteva restare privo di sensi? No, doveva per forza svegliarsi urlando - MIA SIGNORAA!!-.
Audrey lo definiva un pappagallo travestito da pavone. Secondo lui invece era una gallina o un’ oca starnazzante. Doveva essere per forza così.
- Chissà tra quanto arriveremo -. Audrey sembrava ancora un po’ nervosa. Nico cercò di suonare rassicurante. – Li ritroveremo -. “E prenderò a calci quello stupido figlio di Apollo”, pensò. Dei, quel ragazzo attirava più guai di Percy. Poi si accorse di aver poggiato la sua mano in quella di Audrey. O forse era stata lei a metterla? Arrossirono, e le allontanarono, senza guardarsi.
Il pavone continuava a blaterare disposizioni.
Sarebbe stato un lungo viaggio.

 
****
 
Già da alcune ore, i mezzosangue continuavano a camminare, senza però incontrare niente. Kelly e Adrianna iniziavano ad essere stanche. Non mangiavano e non facevano altro che camminare da chissà quanto tempo, e le dolevano i piedi. Anche Alex iniziava ad essere stanco, ma il girovagare gli aveva sempre imposto di avere una certa resistenza. Tuttavia non potevano rischiare di affaticarsi troppo, soprattutto viste le probabilità di incontrare un altro mostro. – E’ meglio riposarci -. Si sedette contro una parete. – Una di voi due ha qualche provvista? -. Adrianna annuì. Aveva preso il suo zaino prima della caduta. Non aveva molto. Un po’ d’acqua e l’ambrosia. Ma pensò che in quel momento avevano bisogno di quest’ ultima. Ne diede un pezzo ai due compagni, e ne mangiò un po’ anche lei.
Subito, una sensazione calda le scese giù per la gola; sapeva della cioccolata calda di suo padre, praticamente l’unica cosa che sapesse fare in cucina. Da quanto tempo non pensava a lui? La sua nuova vita l’ aveva scombussolata. E aveva ancora molto da imparare. Si appoggiò ad un masso, chiudendo gli occhi e assaporando il cibo divino, perdendosi in mille ricordi. Ad esempio, c’ era quella volta in cui giocando nell’ altalena, non sapeva neanche lei come, fece un volo che la mandò a ciondolare sopra il ramo di un albero. Oppure quando aveva provato a insegnare a suo padre a cucinare, e alla fine avevano dovuto chiamare i pompieri.
I figli di Apollo, invece, non stavano pensando ai ricordi. Alex rifletteva su quale potesse essere la cosa migliore da fare in quel momento, mentre Kelly si chiedeva come stessero i ragazzi al campo, specie Sibilla e Jake. Avrebbero potuto rimanere così per un po’, ma in quel silenzio di tomba, alla fine sentirono qualcosa. Come un vivace chiacchiericcio, qualche urletto e molte risate. I semidei aggrottarono la fronte. Chi poteva mai essere?

- Nascondetevi -, disse Alex. – Meglio se trovano solo uno di noi, prima di capire le loro intenzioni -.
- Ma.. – le ragazze avevano il loro obiettare. Lui scosse la testa. – Fidatevi -. Dopo un breve scambio di borbottii, le mezzosangue acconsentirono, e si misero lontane da quel punto della galleria, nascoste, ma comunque a portata di voce.
Alex aspettò sul posto, in piedi, ma quello che vide lo lasciò di stucco.

Un gruppo di ragazze, giovani e attraenti, si muoveva in branco, brandendo alcuni strumenti musicali e degli otri di vino vuoti, e un po’ ballavano, un po’cantavano, con le guance rosse e i vestiti macchiati di rosso che lasciavano scoperte alcune parti del corpo. In una qualunque altra situazione, con un qualunque altro figlio di Apollo, il mezzosangue in questione avrebbe sentito il potere di Afrodite, dea della passione, fin dalla radice dei capelli. Ma la dea forse non aveva voglia di fargli passare particolari piaceri, ed Alex non sapeva se ringraziare o no.

Perché le ragazze davanti a lui erano le Baccanti.
Le assassine di Orfeo. 
Ebbe un brivido. E adesso? Cosa avrebbe dovuto fare? Se lui pareva indeciso, quelle non lo erano di certo. Al vederlo, si erano zittite tutte, e lo fissavano con un certo desiderio.
- Tu guarda che bel maschione!! È da tanto che non incontriamo un bell’ imbusto come te. Non è vero ragazze? Da quando siamo chiuse qui nel bosco -. Un momento. “Nel bosco?!”.
Ah già. Erano Baccanti, dopotutto (o Menadi, o come le si vuole chiamare). Erano invasate da Dioniso.
- è vero! Ci divertiremo anche stavolta! – a parlare era stata una donna con in mano un bastone a cui era attaccata una testa di uomo. Il figlio del dio del sole pregò il padre che la donna non intendesse quello a cui stava pensando.
Scoprì, man mano che le ‘signore’ discutevano, che quella in particolare si chiamava Agave. Ripensando alla tragedia di Euripide, la cosa non lo faceva stare meglio. Alla fine una si avvicinò a lui, con il tipico sorriso stranulato dei folli. – Vieni con noi! Ti piacerà. Tantissimo -. E senza nemmeno aspettare risposta, lo prese per il polso e lo trascinò via. Quella non era una presa umana! La Baccante lo teneva con una tale forza che quasi gli spezzava le ossa (ed era stata l’unica cosa a non farlo divincolare).
Le fanciulle avevano ricominciato a parlare (in particolare di quello che avrebbero fatto, in maniera piuttosto esplicita), cantare e in generale fare le Menadi o a ciarlare di cose senza alcun senso, e dopo un po’ il semidio sentì lo scroscio di un fiume. Poi la galleria si allargò, diventando una caverna grande quanto un campo da calcio.
Era una caverna molto speciale, però. Alla destra dell’entrata, scorreva un fiume tinto di rosso, Alex non sapeva se di sangue o di vino. A fianco c’ erano fontane di latte e di miele. C’erano alberi e viti, e se si camminava a piedi nudi l’erba fresca e umida faceva il solletico. Il figlio di Apollo normalmente avrebbe anche apprezzato il posto, ma era troppo occupato a tenere a freno la paura.
Notò che c’ erano alcuni massi sparsi qua e là, alcuni piuttosto lisci e piatti. Chissà da quanto tempo erano lì. Non seppe darsi una risposta, perché la Menade Agave  lo aveva spinto su uno di questi, e tutte le Baccanti erano sdraiate accanto a lui, accarezzandogli il corpo.

Come diamine avrebbe fatto a uscirne? Vivo e (già che c’era) casto, si intende.

- Prima di iniziare, raccontaci qualcuna delle tue imprese, mio prode! -. Le ragazze annuirono, divorandolo con gli occhi. Alex deglutì, e sperando che Kelly e Adrianna fossero nei paraggi, raccontò qualche episodio della sua vita, sperando di guadagnare tempo. Nel frattempo, una o due avevano messo la mano sotto la maglietta, sfiorandogli gli addominali. Per la prima e unica volta nella sua vita, Alex commiserò la propria bellezza. – Dicci, eroe. Hai mai avuto una ragazza? -. Agave lo aveva preso per le spalle, massaggiandolo con molto vigore. – Sei pieno di nervi, Alexuccio -. Come faceva a sapere il suo nome?
 
 Una minuscola parte del cervello del semidio si disse che, tutto sommato, poteva anche restare lì. Ma il resto di sé aveva idee piuttosto chiare: andarsene da lì, prendere la testa di Orfeo e completare l’ impresa, e non fare niente con quelle tizie, per amore di Jane. Ci pensò solo in quel momento, ma era una cosa in comune che aveva con Orfeo. Lui però avrebbe dovuto fare buon viso a cattivo gioco se non voleva fare la sua fine. – Sì, una ragazza c’era. Si chiamava Jane, una figlia di Afrodite. Era bellissima, gentile e.. -. Urlò di dolore. Una Menade aveva infilato la mano nei pantaloni.
– è.. è morta! -. Disse, sperando che la presa allentasse, come accadde.
- Quindi non stai più con nessuna, spero -.
- No, no! -.
Le Baccanti non lo lasciarono, ma parvero compiaciute. Una, si accorse Alex, aveva delle unghie piuttosto lunghe, che parevano artigli. Li usò per strappargli la maglietta, graffiandogli leggermente il petto.
Il figlio di Apollo stava sudando freddo. ‘’Giuro sullo Stige che se ne esco vivo non violerò mai una ragazza!”.
Si sentì il vago rumore di un tuono, segno che il suo pensiero era stato percepito. Le Baccanti si guardarono intorno, cercando di capire l’origine del suono. In quel momento Alex si accorse che le sue compagne si erano appostate dietro un’ altro passaggio, e lo guardavano con aria preoccupata. Si divincolò dalla morsa delle Baccanti, e si alzò. – Allora, mie signore.. -, ammiccò teatralmente ad Agave, che sorrise compiaciuta. Le altre parvero gelose. Chissà come doveva apparire a petto nudo.  – Con chi devo cominciare? Quel masso non è abbastanza grande per tutte, soprattutto se vogliamo davvero divertirci  -. “Miei dei, ma sono io che parlo?”. Si riscosse da quei pensieri. Dopotutto suo padre faceva sempre conquiste, no?

Le fanciulle si offrirono tutte.
– Io, io! -.
- No, lo faccio io con lui! -.
- Ma se tu sei una sega! -.
- Come osi?! In nome di Dioniso, ti faccio vedere io chi.. -.
Cominciarono a litigare furiosamente, urlando e battendosi come animali. Alex ne approfittò per scappare insieme alle due semidee, mentre le compagne di Dioniso erano distratte.
 – Come hai fatto a restare vivo?! -. Kelly era decisamente colpita.
 – Non lo so nemmeno io! -. Rispose lui. Correva un po’ più lentamente del solito, come se avesse qualche dolorino.

 
***

Poche ore dopo, Kelly fece sedere il fratello per guarire la ferita, considerando il pericolo abbastanza lontano, anche se lui insisteva nel dirgli che doveva risparmiare le forze e che comunque poteva farlo da solo. La figlia di Apollo però aveva provato una certa preoccupazione nel vederlo tra le grinfie di quelle lì, e insisteva, prova del fatto che l’ affetto fraterno stava nascendo tra i due. Gli pulì la ferita e lo guarì, poi si sedettero. Accanto a loro c’era di nuovo quel fiume, che non aveva perduto l’ inquietante colore rosso. Adrianna si appoggiò ad una parete, ma si ritrasse subito nel sentire che era gelata.
– Brr, e pensare che fino a qualche ora fa eravamo sotto un sole soffocante -.
Anche Alex sembrava patire il freddo; dopotutto era a torso nudo. Difatti tremava leggermente. La figlia di Era ricordava di aver sentito dire da qualcuno – forse a lezione di scienze – che le escursioni termiche nel deserto erano piuttosto notevoli, a volte si poteva arrivare ad esempio dai 40 ai 2 °C. Frugò nello zaino.
- Tua madre ci aveva fatto portare delle coperte, per casi come questi -, disse, e siccome ne aveva due, ne diede una al figlio di Apollo, e l’altra la usò per coprire se stessa, visto che anche Kelly aveva anch’essa lo zaino quando erano caduti in quella specie di terremoto. Non era molto, ma già andava meglio.
- Grazie -, disse Alex. Adrianna aveva notato che il semidio a volte si comportava in maniera strana. Non che ringraziare fosse strano, ovviamente. Però le sembrava un po’ lunatico.
- Perché hai allontanato Nico prima di… Precipitare? -. Chiese. Ma perché cavolo doveva assumere quell’ atteggiamento sospettoso ogni volta che proferiva parola?
- ..Perché.. immaginavo che altrimenti sarebbe caduto con me. E non lo volevo vicino -. Rispose con tono falsamente irritato. Ma le due semidee avevano capito che mentiva. Insomma, non erano certo sceme, lo avevano visto con i loro occhi il tipo di rapporto fra i due. O forse era una verità da interpretare in modo diverso. Non lo voleva vicino solo per proteggerlo. Quindi si poteva dedurre che Alex non si fidava di Adrianna. Ovviamente.
Cadde il silenzio, interrotto solo da Kelly quando disse – Riposiamoci. Domani potremo riprendere -. Gli altri erano d’accordo, avevano già avuto troppi imprevisti quel giorno. E si addormentarono.

 
***


Buon pomeriggio signori e signore! Dunque, in questo capitolo Alex ha seriamente rischiato di essere abusato *ghgh* spero di aver divertito, perché io davvero quando  ho immaginato la scena a momenti ridevo da sola xD
Il titolo l'ho inventato ripensando ad alcune parole dette da Prometeo a Percy nel quinto libro, un riferimento sempre ad Orfeo :D altro riferimento, come ho spiegato anche alla mia beta Mnemosines, è la questione del fiume che non si capisce di che colore sia. Come ho scritto a lei:

 
Riguardo alla frase con il sangue e il vino ho pensato potesse essere un riferimento al crimine delle Baccanti, come pure alle capacità di far sgorgare vino, latte, miele ecc. citate in quella tragedia di Euripide (Agave ad esempio l' ho presa da lì xD).
 
Questo capitolo è un insulto alla virilità maschile!
Stewy, mio piccolo pavone parlante, io penso che la questione della virilità maschile, l'onore nel preservare la verginità delle ragazze e bla bla bla sono solo una marea di cavolate inventate dal genere maschile,lo sai vero?
Sono d' accordo con Pigna.
Lecchino senza un minimo di dignità! Ti schieri dall'altra parte? Traditore!
Steward, sono un peluche. Un peluche robot. Non ho sesso. E proprio per questo ho una obiettività superiore!
Via, ragazzi, ne discuterete più tardi di queste baggianate! Comunque, sempre riguardo al capitolo, chiedo qualche piccolo consiglio per le questioni amorose ;D è la prima volta che scrivo di una coppia, quindi qualche suggerimento dalle veterane non mi dispiacerebbe ù.ù Nonché qualche piccola recensione, per sapere che cosa ne pensate, avere qualche critica, negativa, neutra o positiva che sia, mi farebbe comunque piacere riceverne qualcuna, non solo da chi recensisce regolarmente *manda un bacio ad AleJackson e Mnemosines*. In ogni caso, anche per chi segue silenziosamente, un saluto! Al prossimo capitolo :D
  
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