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Autore: Midori_    16/06/2012    1 recensioni
Percy e Audrey sono due rette parallele.
Viaggiano su due binari identici, ma con storie e passati differenti.
Da una parte il dolore della perdita di un fratello e i sensi di colpa.
Dall'altra, un velo di tristezza che sembra permanente nei suoi occhi.
Diversi ma allo stesso tempo identici.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti di vita'
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#Ready for the Battle.




Si svegliò di soprassalto, con la nuca sudata e la bocca spalancata in un grido silenzioso.
Un mantello era stato posato sul suo petto e lo lasciò scivolare a terra, mentre passandosi le mani sul volto e riprendendosi.
Percy si alzò dalla poltrona in cui aveva cercato di dormire nell’ultima ora e si avvicinò.
-Ehi … - le disse avvicinandosi. –Ti sei addormentata e … -
Audrey si voltò bruscamente a guardarlo.
Forse solo in quel momento ricordò le sue lacrime, quell’abbraccio spontaneo, quelle parole di conforto appena sussurrate.
-Sto bene …- disse appena alzandosi. –Sono già le cinque, devo andare. Il Ministro?-
-Shacklebolt è ancora con il Ministro Babbano stanno mangiando in mensa, su al terzo piano.-
Audrey si lasciò andare a un sospiro di sollievo.
Non avrebbe dovuto dormire ed allontanarsi per così tanto tempo dal Ministro Jhonson.
Ancora poche ore e mezza Inghilterra avrebbe preso in mano un fucile o una bacchetta per difendere le loro case e la loro gente.
Pronti per la battaglia.
-Okay, allora vado a raggiungerlo. Se beve troppo, si addormenterà durante le sedute parlamentari e allora sì che scoppierà una guerra.- mormorò cercando di sdrammatizzare.
Non aspettò la sua risposta, prese la sua giacca e si allontanò con passo ancora incerto, ma più lucido verso la porta. –Alla prossima, Weasley.- disse soltanto facendo un breve cenno con la testa.
-Alla prossima, Rivers.- rispose Percy, fissandola confuso mentre lei chiudeva la porta con delicatezza.
E il suo sguardo, ancora stanco e coperto dalle occhiaie, si fermò sulla busta blu lasciata sul tavolino.
No, lui non era l’uomo giusto per queste cose.
Lui non poteva e non doveva ispirare fiducia, in nessuno.
Un tempo forse avrebbe gioito e si sarebbe sentito orgoglioso di essere un custode di un segreto così importante.
Ma ora, alla sola idea che qualcuno come Rivers, una ragazza in balia degli eventi come lui, potesse anche solo sperare di morire e cancellare parte del suo dolore e nonostante tutto avesse ancora fiducia nelle persone, lo ripugnava.
Lui non sapeva cosa significasse avere fiducia.


Audrey si guardò nello specchio posto sopra un lungo lavandino.
Passò una mano bagnata lungo il proprio viso e cercò di sorridere.
Un sorriso d’incoraggiamento.
Sì, ce la poteva fare in pochi minuti, gli sarebbe costato solo una lunga sforbiciata sicura e letale e sarebbe stata pronta per presentarsi.
Guardò la forbice che teneva nell’altra mano e fissò la sua lunga treccia.
-I capelli ricrescono.- mormorò incerta. –E poi tanto non uscirò viva da quel mattatoio …-
Due notti prima, il Ministro le aveva affidato una squadra specializzata in perlustrazioni che sarebbero entrati in azione dopo le pesanti incursioni aeree.
Ma prima di tutto ciò,  Audrey doveva tagliarsi i capelli.
E per la prima volta odiò profondamente il suo lavoro.


Arthur piegò il giornale e lo lanciò nel caminetto non appena sentì i passi strascicati di Percy, ancora addormentato ma già pronto per una lunga notte di lavoro.
-Figliolo, vuoi del caffè?- domandò il padre indicando la tazza e la caffettiera ancora fumante.
Percy annuì distratto e si lasciò cadere sulla prima sedia che trovò.
Aveva trovato la forza per vestirsi e scendere dopo appena tre ore di sonno e ora era di nuovo in piedi e seguire i bombardamenti inglesi in territorio francese.
-A che ora cominciano?- chiese Arthur.
-Non ci è stato detto niente, solo di presentarsi all’una.- rispose Percy bevendo la sua tazza.
-Credi che … Credi che possano contrattare?- Arthur fissò le fiamme, grigio in volto. –Non sono sicuro di quanto gli inglesi in generale possano resistere.-
Percy scrollò le spalle. –Io ho solo brutte sensazioni.- si alzò bruscamente. –Papà, mi raccomando se gli aerei francesi superano la linea britannica, potrebbero arrivare fin qui. Andate in cantina o a Hogwarts, che ancora meglio. Lì sarete al sicuro.-
Arthur annuì lentamente. –E tu?-
-Io andrò al Ministero e rimarrò con Kingsley fino alla fine. Quando sarà tutto finito vi verrò a cercare.- disse velocemente Percy mettendosi il mantello. Stava per smaterializzarsi quando sentì la voce stanca ma gentile di suo padre.
-Sono orgoglioso di avere un figlio come … -
Sorrise e si smaterializzò.


Si accese una sigaretta e la lasciò in bilico fra le labbra sottili.
Fumava raramente e quando sentiva il bisogno di avere quel veleno nei polmoni era perché era certa che l’ora dopo o il giorno dopo non avrebbe più potuto respirare di nuovo.
Fissò distrattamente i maghi e le streghe che si stavano riunendo in piccoli gruppi per parlare e discutere o semplicemente confortarsi.
Si sentiva molto lontana da loro, lontana da quelle vesti svolazzanti, dai copricapi pesanti, mantelli scuri o ricamati, scarpe dalla suola dura.
Lei stava bene con la sua divisa di soldato Babbano.
La sua pelle sembrava gioire a contatto con la stoffa dura, quasi ingessata, di quel verde scolorito.
Il suo capo desiderava solo indossare quel basco scuro con la stella e le sue spalle adoravano il leggero peso del metallo e delle medaglie.
Ne aveva qualcuno, ma la più importante la conservava dentro il taschino interno.
Schiacciò la sigaretta contro il tacco della scarpa e ne accese subito un’altra e lasciò che una boccata di fumo le coprisse la visuale.
Non voleva vederlo ora.
Lui sapeva troppe cose.
Non voleva vedere quegli occhi gentili ed educati che l’avevano fatta cedere qualche sera prima.
Non voleva vedere colui che aveva conosciuto la sua debolezza.


Percy la fissò mentre si toglieva alcuni bottoni della giacca e si sedeva di fronte a diversi schermi, le sue dita vagavano sicure fra centinaia di bottoni, fili, pulsanti, schermi più piccoli e scritte in altre lingue.
-Ho sentito che Rivers è stata assegnata alla squadra d’assalto che dovrebbe invadere Calais e impossessarsi del porto.- disse Kingsley sedendosi accanto al suo vice.
Percy aggrottò la fronte. –Davvero?-
Il Ministro strinse le labbra in una strana smorfia. –Già e la cosa non mi piace. E’ fra i migliori Auror che abbiamo ora. Certo non brilla per le indagini, ma dalle un obiettivo da colpire e lei lo farà … Ma stavolta non credo che riuscirà a tornare.- disse con un soffio di voce.
Percy sentì una strana sensazione. –Perché deve andare a lei? Potremmo chiedere a Bolton di darle qualcos’altro da fare.-
Kingsley scrollò le spalle. –E’ lei che la chiesto. Si è messa d’accordo con Jhonson e il Consiglio di Difesa Babbano. Con lei ci saranno due maghi spagnoli, una strega greca e un centinaio di soldati Babbani super addestrati.-
Improvvisamente un suono forte, quanto una sirena che passava proprio accanto a loro, li zittì.
Audrey e l’altro soldato si alzarono in piedi dalle loro postazioni, con ancora le cuffie alle orecchie.
-Siamo noi? Vero?- chiese la ragazza.
L’altro soldato si voltò a fissarla brevemente per poi spostare lo sguardo lungo i macchinari. –Non credo. Sono le 0.45. Noi avremmo attaccato all’una. Ci hanno anticipato.-
Audrey si precipitò ad accendere e a sedersi.
-Qui è Rivers. Qui è il Sergente Maggiore Rivers alla postazione Red5, chiedo conferma dell’attivazione della sirena anti-aerei. Passo.-
Una strano suono pervase l’aria e una voce distante e gracchiante parlò. –Qui è la postazione RedOne, confermo attivazione sirena. Inoltro messaggio generale, attacco aereo in Cornovaglia Settentrionale. Torquay distrutta. Passo.-
-RedOne, ci sono ordini di tipo sette. Passo.-
-Red5, la 42° divisione dell’esercito di terra e la Great della Marina sono lì. C’è un richiamo generale per tutti i Sergenti Maggiori, rientrare alla base di appartenenza subito e aspettare ordini superiori. Passo e chiudo.-
Audrey fissò lo schermo dove dei puntini bianchi comparire e scomparire sempre più.
Si alzò bruscamente e si voltò verso il piccolo gruppo di persone che in silenzio aspettavano una qualunque notizia.
-Siamo stati colpiti per primi. Torquay è sotto fuoco nemico. Tutti i soldati sono stati richiamati alle divisioni di appartenenza.- disse solamente. –Rimarrà con voi il soldato Garcia.- si tolse le cuffie e riprese il basco.
-Nessun ordine per noi?- domandò Kingsley.
-Per ora no.- scosse la testa. –Siamo stati presi un po’ di sorpresa ma ora dobbiamo contrattacare.-
-Buona fortuna, Rivers.- disse il Ministro stringendole la mano.
-La fortuna ci servirà a poco, ma grazie …- rispose lei ironica.
Rivolse un ultimo sguardo a Percy.
Un ultimo sorriso.





   
 
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