Un nuovo anno stava per avere inizio ad Hogwarts. Il primo settembre, come sempre, era un giorno incredibilmente caotico alla Tana, o almeno lo era la mattina.
La Signora Weasley non faceva altro che strillare ai ragazzi di sbrigarsi, ma, al solito, Ron aveva “dimenticato” di fare il baule la sera prima e si era quindi ritrovato a doversi sbrigare, se non volevano rischiare di perdere il treno per la scuola di magia e stregoneria migliore dell’Inghilterra.
Harry era euforico e, anche se non sapeva perché, aveva la sensazione che quell’anno sarebbe successo qualcosa, di bello per una volta. Comunque accantonò la sua felicità come voglia di tornare alla sua vera casa.
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Nello stesso momento, in un antico castello medievale, in Italia, un giovane, alto, dai capelli scuri come la notte senza stelle e gli occhi più blu del mare, camminava avanti e indietro per il salotto privato dei suoi appartamenti, in attesa che arrivasse la sua “guardia del corpo”, anche se era probabilmente meglio dire il suo aguzzino, che lo avrebbe scortato a Hogwarts.
L’uomo in questione arrivò pochi attimi dopo.
Severus Piton aveva avuto, dal preside in persona, l’incarico di andare a prendere quel giovane e, fino a quel momento, non aveva capito perché.
Però, ora che ce l’aveva davanti, notava qualcosa di strano, pur non riuscendo a intuire cosa esattamente. Avvertiva provenire da quel corpo un’aura di pericolosità, che lo circondava come una seconda pelle.
“Ha finito di esaminarmi, Professor Piton?” una voce calda e suadente lo riscosse dalla contemplazione dell’altro.
“Dobbiamo sbrigarci! Il treno partirà tra pochi minuti, signor Delevo” Rispose sbrigativo e gelido il professore di Pozioni, ignorando deliberatamente l’accaduto di pochi secondi prima.
Porgendo il braccio al ragazzo, smaterializzò entrambi alla stazione.
Appena arrivati, Adrian James Delevo salì sull’Espresso per Hogwarts, salutando il professore con un cenno del capo.
Si sistemò in una cabina e chiuse la porta con un incantesimo, che avrebbe tenuto lontano gli studenti. Appoggiato al vetro del finestrino, attese la partenza, ma dieci minuti dopo sentì avvicinarsi una presenza molto familiare. Finse di leggere uno dei libri che aveva nella sacca e tolse l’incantesimo alla porta, mettendosi comodo.
Una giovane strega con lunghi capelli ricci aprì la porta dello scompartimento e, vedendolo, gli chiese “Scusa, possiamo sederci? Gli altri sono tutti occupati.”
Adrian alzò lo sguardo blu fino ad incontrare quello castano della fanciulla di fronte a lui e annuì, facendo cenno con la mano di sedersi pure.
Hermione Jean Granger rimase però impalata sulla soglia a osservare lo sconosciuto.
“Ehi Hermione! Che hai? Perchè ti sei fermata?” chiese una voce subito dietro la ragazza, che si spostò con movimenti automatici, ancora folgorata dalla visione di quel bellissimo giovane uomo occupante dello scompartimento.
Anche Harry, appena vide quel ragazzo, rimase con lo sguardo incollato a quello dell’altro.
Si accorse distrattamente di essersi seduto, continuando a guardare quei profondi occhi blu, in cui gli sembrava di affondare.
Hermione, ripresasi dalla sorprendente bellezza del moro, si presentò, sorridendo e porgendogli la mano. “Hermione Granger, piacere di conoscerti.”
Lui invece di stringerle la mano come si aspettava, la baciò, facendola arrossire furiosamente.
“Adrian Delevo, signorina* Hermione. Il piacere è tutto mio!” disse poi, mantenendo un tono così basso e seducente che Hermione sembrò andare a fuoco, per quanto era arrossita.
Ron, preso dalla gelosia, si intromise, presentandosi “Ronald Weasley.” In risposta ebbe una stretta di mano che ricambiò con forza.
Adrian allora ritornò con lo sguardo su Harry Potter, il Ragazzo-che-è-sopravvissuto, il quale, invece di presentarsi, attese che anche quel ragazzo, come tutti i maghi che si rispettino, gli chiedesse un autografo o qualcosa del genere. L’altro sorrise e come se avesse letto i suoi pensieri gli disse “Per quanto mi riguarda, potresti anche essere Merlino in persona e non mi metterei a chiederti autografi, ma...” una pausa dove lanciò uno sguardo di apprezzamento verso il corpo sottile e tonico del moro di fronte a lui “Non mi dispiacerebbe un appuntamento con Harry...” mormorò malizioso in modo che solo il giovane con cui parlava sentisse, per poi chinarsi in avanti per dargli un leggero buffetto sulla guancia morbida.
Harry per qualche attimo lo fissò inebetito, dopo di che, con le gote arrossate, sorrise.
L’unica ragazza nello scompartimento pose fine allo scambio, chiedendo al giovane Delevo “Quel libro è rarissimo, dove lo hai comprato?”
“Oh... questo? È l’edizione originale, regalata ad un mio antenato dallo scrittore, era un amico di famiglia...” le rispose, passandosi una mano fra i setosi capelli neri, in modo leggermente imbarazzato. “L’edizione originale? Oh santo Merlino, posso vederlo? Avrà come minimo un millennio! C’è un incantesimo che impedisce l’invecchiamento della carta, non è così?” la riccia lo tempestò di parole, tanto che Adrian la guardò con gli occhi appena sgranati e scoppiò a ridere.
Harry pensò – ha una risata stupenda, così calda, chissà se anche il proprietario di quella voce ne ha una così – arrossì ai suoi stessi pensieri e non notò che il giovane Delevo aveva sorriso leggermente in risposta, continuando comunque a parlare di libri con Hermione.
*l’ho messo in corsivo perchè si presuppone che parlino inglese, mentre quando Adrian dice “signorina” lo fa in italiano.
NOTE DELL'AUTRICE: buongiornoooo cari lettori. Allora come vi sembra Adrian??? che impressione vi ha fatto??? ditemi tutto con una bella recensioncina, please!!! un ringraziamento a cesarina89, HikaruUzumaki, Remilia_Scarlet e sesshoyue per aver messo la storia tra le seguite e newslim e kurioone per aver recensito... grazie anche ai lettori silenziosi, anche se mi farebbe molto piacere vedere tracce del loro passaggio... Baci Crystal