Libri > Notre Dame de Paris
Segui la storia  |       
Autore: minimelania    21/06/2012    1 recensioni
Quando la notte scivola sui muri e le cortine di damasco del letto, niente è più al sicuro, neppure la più ferma virtù. E se a decidere di infrangere la strana tregua esiziale è il sogno proibito dell'uomo più casto, non c'è delitto che non possa avvenire. Non c'è virtù che non si possa perdere. Non c'è ossessione che non possa avverarsi.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claude Frollo, La Esmeralda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amarilli, mia bella,
Non credi, o del mio cor dolce desio,
D'esser tu l'amor mio?
Credilo pur, e se timor t'assale,
Dubitar non ti vale.
Aprimi il petto e vedrai scritto in core:
Amarilli, Amarilli, Amarilli è il mio amore.


*

< Nec diu nec noctu

licet

Iudices quiescant >

 

*

7.

Buio.

Mal. Di. Testa.

Ci aveva messo un po' a capirlo, che quel trambusto di suoni e colori era dentro di lui.
I suoni erano tamburi. I colori rosso vermiglio, arancio acceso, viola.
Aprì gli occhi, e invece era tutto nero. Una fitta gli trapassò la testa come un laccio di fuoco. Come la sferza della frusta che un migliaio di volte aveva usato. Ricordava che una volta, entrando nella sua stanza, sua madre lo aveva guardato.
- Che cosa è questa, Claude?
- Niente, Maman. Solo una cosa che mi serve, ogni tanto.
Sua madre, che si chiamava Luz, ed era una donna per certi versi ben più strana di lui, lo aveva guardato coi suoi occhi di ghiaccio. Era stata una donna bellissima, e lo sarebbe stata ancora adesso se un tempo tanto tiranno quanto ingannatore non l'avesse ghermita già da tanti, tantissimi anni.
- Solo una cosa che mi serve, Maman.
Ed era vero. Aveva cominciato a frustarsi quando aveva poco più di dieci anni. Un giorno, tornando da un gioco violento con certi ragazzini di strada, aveva scoperto che il sangue può essere grandemente piacevole. Era rimasto a fissare nello specchio il rivolo purpureo che scendeva dal suo ginocchio. E ricordava ancora adesso di aver pensato che nulla è più puro del sangue, più bello e immacolato del sottile fiume di ferro vitale che attraversa ognuno di no.
E adesso, tutto quel sangue, lo sentiva come coagulato alla testa. Provò a muovere un braccio: ne era incapace. Provò a muoverne un altro. Niente.
Doveva essere incatenato da qualche oscura parte. Il Capitano Phoebus. Quel maledetto, pensò. E poi, subito dopo, ma perché non mi ha ucciso? In fin dei conti sono ancora una persona importante. Non penserà davvero che io stia ... che non mi cerchino ... che non ...
Ma di nuovo una fitta gli trapassò la testa. Esmeralda ... faceva male ... dove avranno messo Esmeralda?
E con la spalla dette un altro strattone. Sentì soltanto qualcosa di freddo che gli lacerava le carni. E rumor di catene. Ma dove mai erano finiti?
- Esmeralda? - fece con la voce ancora impastata.
- Esmeralda?
Gli rispose solo l'eco.
- Esmeralda!
E adesso nella sua voce c'era come una nota di panico. Come la prima volta che aveva fatto sfilare la sferza sulla sua schiena. E sentendo il sibilo, in aria, aveva chiuso gli occhi. Ma adesso, dove diavolo era Esmeralda?
Idiota. Sei soltanto un idiota.
Chi sei?
La tua vocina interiore. E tu sei soltanto un imbecille. Lei si fidava di te, e tu, tu, caro Giudice, che cosa hai fatto? Non sei riuscito neanche a proteggerla. Lei si fidava di te, e tu l'hai portata a morte certa, nelle braccia di quel disgraziato!
Il Giudice pensò al capitano, alla neanche troppo celata lascivia con cui guardava la zingara. Possibile che avesse fatto tutto questo solo per impossessarsi di lei? Che avesse intuito l'amore che lo legava a quella donna-demonio, e che avesse preferito far fuori il suo rivale?
- Oh, ma andiamo, questo è ridicolo! - borbottò all'aria nera, d'intorno. E stavolta gli venne un capogiro, perché aveva parlato troppo forte. Si sentiva davvero debolissimo, quasi al limite della consunzione.
Ma da quanto tempo sono qui? Da quanto tempo non mi danno da bere?
Aguzzando l'orecchio sentì come il rumore di una goccia stillante. Sentiva umido dietro la schiena. Doveva essere in un sotterraneo.
- Ma da quanto tempo sono qui? Fuori è giorno o notte? E il sole? Dov'è finito il sole?
Piegando la testa sotto una nuova fitta, si accorse che qualcosa di bagnato gli attraversava una guancia.
- E' sangue? Quando mi hanno colpito ...
Ma non sentiva dolore alla fronte. Non sentiva il bruciore del taglio, no ... si rifiutò di pensare che quella fosse una lacrima.
- Che cosa ho fatto di male, per essere qui?
E nel fulgore della notte una voce, una voce dolcissima rispose.
Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro. Matteo 7.12, mi pare. Ma tu dovresti conoscerlo.
- Chi sei? - fece lui, scattando in piedi. Ma aveva dimenticato di aver le catene. Il movimento gli valse solo un'insostenibile dolore e uno strappo lancinante alla spalla. Tornò a sedere mordendosi a sangue il labbro pur di non gemere.
- Chi sono? - sorrise la voce. E anche se lui sapeva che una voce non sorride, che tutto intorno a lui era buio, una speranza nacque nel suo cuore.
- Sei Esmeralda? Sei incatenata con me?
Sentì un rumore di catene, poi di passi. Se era anche lei incatenata, lo era più liberamente. Poteva muoversi, cosa che a lui non era data di fare.
La voce rise, di nuovo.
- No, caro. Non sono affatto incatenata. Vedi? Mi poso muovere.
Claude sentì un movimento veloce, e poi qualcosa che era accanto a lui. Era morbida. Era gentile, come Esmeralda. Però non era lei, era sicuro.
Un refolo di capelli leggeri come il vento gli sfiorò la guancia.
- La tua Esmeralda è al sicuro, tu non temere, caro Giudice.
- E tu? E tu allora chi sei?
La voce rise.
- Una che si è stancata di sentirti fare tante domande. Non sei affatto prigioniero di Phoebus, se questo ti consola. E adesso - e qui i capelli scomparvero - Adesso avrei ben altro da fare.
- No! Aspetta! Non te ne andare?
La donna doveva già essersi allontanata quel tanto che bastava per farla tornare indietro.
- Non lasciarmi qui solo, ti prego! Dimmi almeno dov'è Esmeralda!
La voce fece come un breve sospiro.
- La ami molto, non è vero?
Il silenzio avvolse la mente del Giudice. Non doveva parlare con estranei.
Con gente che potrebbe averla già uccisa.
- Voglio sapere dove è Esmeralda!
Fece, cercando di raggranellare nella voce tutta quel po' di autorità che gli restava. Non era molto facile essendo completamente incatenato, spalle al muro fetido, a terra. E poi, neanche un minuto prima, quella lacrima ... pregò, stringendo gli occhi, che nessuno dovesse mai accorgersi che lui, lui, proprio lui, aveva pianto.
- Vedo che ti interessi di lei. Allora è vero quello che dicono. Bene, almeno - e qui la voce rise - vedremo di essere un po' più clementi. Ma adesso scusa, devo andare. Magari dopo tornerò a farti bello. Ci sono un sacco di cose da fare, oggi, e poi tu sarai processato. Non vorrai mica presentati male al tuo processo,. vero Giudice?
Claude sbatté le palpebre, e poi, nel martellare delle sue tempie vide quella che era l'evidenza.
Uno scherzo. Era solamente uno scherzo.
- Non penso proprio, caro il mio Giudice - fece la voce. E poi lui sentì il cigolio di una serratura che si apriva.
- No! Aspetta ...
Ma la porta si era già richiusa. Neanche una lama di luce era riuscita a bucare il nero intorno a lui.
Chiuse gli occhi. Ora la goccia, da qualche parte laggiù dentro il buio, era il suo nome.


Esmeralda.
Luce, capelli, vento e sole.
Amore.

Esmeralda.
Gioia, fulgore, penitenza.
Strazio.

Esmeralda.
Cosa ti ho fatto?
Perché siamo qui?

Chiuse gli occhi, il dolore alla testa ronzava come un alveare. Aveva sete, tra poco non avrebbe più avuto la forza di pensare. Ma un ultimo pensiero, ancora, e ancora ...

Esmeralda.
Amore mio.

Perdonami.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Notre Dame de Paris / Vai alla pagina dell'autore: minimelania