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Autore: Kiki May    30/06/2012    10 recensioni
Questa fanfiction segue gli eventi del film "The Avengers". Loki ha scontato la sua pena nelle carceri di Asgard e Thor è divenuto re: per i due è giunto il momento di ritrovarsi.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Me è qui, col nuovo capitolo. *C*
Spero tanto che vi piaccia e che, soprattutto, non contravvenga ad alcun regolamento di EFP. Il richiamo alla tematica dell'incest è fondamentale per comprendere la dinamica tra Loki e Thor, non è fatto per pura voglia di provocare o scandalizzare. Tutto nasce, davvero, da un'esigenza narrativa e dalla mia voglia di delineare i caratteri dei personaggi e la loro psicologia, molto umana e comprensibile, ma anche diversa, capace di distruggere determinate barriere sociali o anche fisiche, se vogliamo, proprio perché si parla di dèi e non di uomini.





3







L’inverno degli dèi








Con l’inverno giunsero le campagne militari, le lotte continue contro i popoli ribelli che avrebbero voluto alterare l’equilibrio cosmico, spingendosi alla conquista della Terra tanto amata dal sovrano di Asgard.
Il re riuscì a riportare una serie incredibile di vittorie, impressionante persino per un guerriero della sua levatura, figlio di Odino e padrone del cielo. Accanto a lui, nell’esercito degli eroi, Loki guaritore e mago, avvolto nei pesanti drappi di seta nera riservati agli stranieri.


“Proseguiremo ancora, ad Est. Ci accamperemo nella valle al sorgere del sole.” Ordinò Thor, imponente e luminoso in sella al suo stallone bianco.
La neve gelida gli sferzava il volto, la chioma bionda che ondeggiava al vento; gli occhi chiari si perdevano nell’orizzonte lontano, nel paesaggio tanto simile a quello di Jotunheim, più mite e insidioso.
In disparte, Loki sospirava, piacevolmente rapito dalla carezza del ghiaccio contro la pelle.
“È deciso.” Stabilì il re, voltandosi in direzione dei generali. “Voglio tre messaggeri, uno per ogni strada principale. Dovrete precedere il resto delle truppe, studiare il sentiero e tracciare una mappa. Se incontrerete il padrone di questo regno, ditegli queste parole: Thor Odinson cavalca tra le colline, nei campi aridi vicini ai monti dalla punta innevata, e distruggerà ogni cosa se qualcuno oserà levare un dito contro i suoi soldati. Che il mio monito sia chiaro! Andate adesso!”
I messaggeri scattarono al galoppo, disperdendosi per le strade oltre i boschi imbiancati. Fandral si affiancò al re, con grazia studiata.
“Non ti fidi di questo popolo …” mormorò.
Il respiro caldo di Thor si disperse nel vento.
“Voglio proteggere i miei sudditi.” Rispose lui, pensoso. “Realizzare il progetto di mio padre: una pace duratura e stabile. Inattaccabile. Quando anche l’ultimo regno del Grande Albero sarà libero dal male, io potrò riposare.”
“Allora preparati a non riposare mai, amico mio.” Sorrise Fandral, saggio. “Dove c’è pace scoppierà la guerra e dove c’è riposo tornerà il caos: è una legge divina.” Disse.
Thor si voltò a guardare gli occhi di Loki, luminosi di un verde che aveva visto solo in certi veleni prodotti nelle cucine del Padre Universale.
“Dai voce ad una grande verità a cui preferisco non pensare adesso, amico mio. Mi dirigo alla tenda, lascio a te il compito di impartire le ultime disposizioni.” Mormorò, congedandosi.
Loki lo seguì come un’ombra silenziosa.
Si arrestò a pochi passi dall’ingresso dell'accampamento.
“Non vuoi seguirmi anche qui?” domandò il re, la voce ridotta ad un sussurro roco.
Loki valutò con attenzione la proposta velata e scelse di assecondare i desideri del fratello.
Affidati i cavalli agli scudieri, il re e il mago si introdussero nella tenda rivestita da pelli d’orso, metallo magico e velluto. Thor aveva fatto installare una fonte di calore artificiale al centro della stanza, poco affezionato al freddo del pianeta lontano, amante del tepore e del fuoco.
“Puoi spogliarti, se vuoi.” Fece casuale, dirigendosi alla tavola imbandita. “So quanto ami il gelo.”
Loki serrò le labbra sottili, piegandole in una smorfia di leggero disappunto.
“Non amo il gelo,” specificò. “Ma il mio corpo lo sopporta con estrema facilità. Conosci le mie origini, del resto.”
Thor preferì non replicare.
Si versò del vino rosso e ne offrì una coppa al fratello, che la prese senza toccarlo.
Sedette sulla poltrona, le gambe aperte senza cura.
“Ti ringrazio, Loki. Il tuo aiuto ci ha permesso di raggiungere la valle.”
“Non ringraziarmi. Sono un suddito e tu sei il mio re: sono obbligato a renderti servizio.”
Il sapore del vino non riuscì a cancellare il retrogusto amaro sul palato di Thor.
Il re di Asgard esalò un sospiro sconfitto.
“Vorranno combattere …”
“Vorranno contrattare.” Corresse Loki, puntuale. “Almeno, lo faranno dopo aver sentito quello che ho intenzione di proporre.” Concluse, sorridendo enigmatico.
Thor tornò a studiare il suo volto incorniciato dai capelli lunghi, la figura slanciata, fragile e minacciosa allo stesso tempo.
“Non so perché lo fai.” Disse pianissimo.
Loki inclinò il capo.
“L’ho appena detto: sei il mio re!” replicò l'altro, perplesso.
“Non so perché continui ad allontanarmi.” Specificò il dio del Tuono, esausto. “Sapessi quanto bisogno ho di te …”
“Ogni cosa si riduce a questo, eh?! Ciò di cui ha bisogno Thor, ciò che serve a Thor! Il sovrano, il più grande, il più luminoso! L’erede legittimo di Odino!”
“Non ho detto niente di tutto questo.”
“Ma l’hai pensato! Come lo pensano gli altri! Il tuoi soldati, il tuo esercito … per loro sono ancora il traditore, il gigante di ghiaccio risparmiato per misericordia!”
“Smettila di usare queste parole!” esclamò Thor, alzandosi di scatto, afferrando con forza il viso del fratello.
Questi lo allontanò bruscamente.
“Non toccarmi!” gridò, furioso.
“Smettila!” replicò lui, e strinse ancora gli zigomi di Loki, i capelli lisci, il mento. “Non capisci quello che provo ad ogni rifiuto? Mi ferisci!”
“Bene!” ritorse il dio dell’Inganno, pieno di gioia cattiva. “Forse riusciresti finalmente a capire un briciolo della sofferenza che ho provato io! Ingabbiato e affamato come una bestia selvaggia, per colpa di Odino!”
“Per colpa tua, fratello! A causa delle azioni scellerate compiute sulla Terra!”
Loki digrignò i denti e scattò in avanti nel tentativo di liberarsi, ma la presa di Thor era salda e non gli lasciava scampo.
“Non fuggirai ancora una volta!” urlò il dio del Tuono, fuori di sé dalla rabbia.
Loki inclinò il capo, socchiudendo gli occhi fiammeggianti d’odio.
“Mi incatenerai anche questa volta?” chiese sarcastico, e gemette di dolore inarcando la schiena contro la parete della tenda. I polsi stretti da Thor tremavano. “Cosa farai?” aggiunse sprezzante. “Per quanto cucirai le mie labbra, spaventato all’idea di sentire la mia voce?”
“Io non ho paura!”
“Di mettere in discussione il comando del padre? Di pensare che, forse, non sei così luminoso e giusto come vorresti essere?!”
Thor forzò la presa sino al limite.
“Non ho paura.” Ringhiò roco, e premette le labbra contro la guancia di Loki. “Non ho paura, ho solo … sento tristezza, perché sei lontano.”
La determinazione di Loki vacillò come le sue gambe, premute contro quelle del fratello divino.
“Il passato è lontano, Thor. Non possiamo più raggiungerlo.”
“Mi rifiuto di crederlo!”
“Non possiamo.”
La presa di Thor si allentò lievemente. Il re sfiorò la fronte del mago, il naso, le labbra rosse; nascose il viso nell’incavo del suo collo, assaporando il profumo dei capelli scuri, ansimò, tremante. Loki percepì qualcosa sciogliersi dentro di lui e tentò un’ultima, disperata difesa.
“Basta. Lasciami!” esclamò senza fiato.
Thor esaudì la sua richiesta, ma si mantenne vicinissimo.
“Non voglio farti del male.” Sussurrò, tornando a carezzare il viso di Loki. “Sei mio fratello.”
“No.” Replicò lui, in lacrime. “Non lo sono. Non lo sono mai stato.”
“Sei mio fratello!” insistette Thor baciandogli le labbra, ma come un amante disperato. “Sei mio fratello.” Ripeté, ostinato.
Loki si arrese.
Morse le labbra di Thor, affondando le unghie nella nuca scoperta, strattonando i capelli biondi, ridicolmente morbidi per essere quelli di un guerriero. Schiuse la bocca per incontrare la lingua di Thor, che leccò assaporando il gusto del vino.
Le mani del re volarono a sondargli la schiena, i fianchi magri.
“Sei mio fratello …” ripeté lui, ansimando oscenamente. “Sei mio fratello.” Continuò, in una cantilena proibita, volutamente peccaminosa.
Loki trattenne un grido e si aggrappò alla sua schiena, sollevandosi leggero tra le braccia che lo reggevano.
“Niente potrà mai dividerci, Loki.” Insistette il re, stendendolo tra i tappeti soffici, baciandolo. “Neanche il sangue.” Disse, spogliandosi dell’armatura.
Per le prima volta dal suo ritorno, Loki sorrise di gioia.






  
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