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Autore: celtics    02/07/2012    1 recensioni
Dopo una sanguinosa battaglia con i cavalieri jedi, l'ex senatore ed ex cancelliere della Repubblica Palpatine, s'insediò al comando dell'Impero da lui costruito e voluto da molto tempo: egli era un maestro Sith assetato di potere Lord Sidious.
Nel suo insediamento era stato aiutato dal suo giovane allievo Sith: il Signore Oscuro Lord Darth Vader.
Egli era un misto tra uomo e macchina a causa del duello perduto contro il suo ex maestro jedi Obi-Wan Kenoby.
La sconfitta, avvenuta sul pianeta ricoperto di lava Mustafar, e le ferite riportate nel duello contribuirono a far sprofondare il suo cuore in un lago nero come la pece e a far nascere un sentimento d'odio profondo verso coloro che erano la causa del suo stato e della separazione dalla sua amata Padme Amidala.
Come premio per la sua fedeltà, l?imperatore Palpatine, regalò al Signore Oscuro lo Star Destroyer "Executor", il più grande tra i distruttori stellari della flotta imperiale, con l'ordine di dare la caccia a tutti gli jedi esistenti nell'Universo ed eliminarli.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima della storia, rivolgo un ringraziamento alla mia amica Camilla che mi ha dato un suggerimento su alleati mai presi in considerazione e a Dayne che mi segue sempre e, per lei, ho dato un po' di spazio al suo personaggio preferito.

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I ribelli, dopo aver suonato il corna, si sedettero in attesa dell'arrivo dei loro amici.

Anche gli jedi si misero ad aspettare pazientemente, anche se non sapevano cosa, mentre Han e Leia, con la squadra di guastatori che li aveva seguiti, si guardavano intorno impazienti.

Presto la loro pazienza fu premiata quando apparirono i piccoli orsetti pelosi, gli indigeni della luna boscosa, che andarono subito a parlare con Anakin.

Han li guardava perplesso, si che un piccolo aiuto era meglio di niente, ma forse questo era troppo piccolo e Luke intuì i pensieri dell'amico.

"Non farti ingannare dalle loro dimensioni come fanno gli imperiali, sono degli esseri molto intelligenti. Con quello compensano la loro piccola statura."

"Non ne sono tanto convinto anche se sembrano battaglieri da come stanno parlando con tuo padre."

"Gli Ewok sono furibondi per quello che gli imperiali stanno facendo al loro piccolo pianeta...saranno dei valenti alleati, fidati."

Luke era contento di essere tornato sul pianeta in cui lui e John erano cresciuti ed era felice di ritrovare gli amici pelosi d'infanzia.

Per Chewie era come avere a che fare con dei Wookie in miniatura: era lo zio grande di quelle fantastiche e combattive creaturine.

Pablo e Wicket, ottimi esploratori, avevano già trovato l'edificio che creava la bariera che difendeva la Morte Nera e avevano anche scovato i nascondigli in cui gli imperiali si nascondevano per far scattare la trappola.

Anakin parlava con loro e, intanto, traduceva agli altri le scoperte fatte dagli Ewok.

Gli jedi ascoltavano attentamente lo scambio di informazioni tra Anakin e gli Ewok per poter formulare lo schema d'attacco migliore: dovevano far saltare in aria l'edificio prima dell'arrivo della flotta ribelle.

C'era un altro problema di cui tenere conto: l'Imperatore si sarebbe accorto che c'era qualcosa che non andava, bisognava distrarlo in qualche modo.

Questo dovevano farlo i jedi: un gruppo sul pianeta Endor e alcuni sulla Morte Nera...tre/quattro al massimo.

Mentre i ribelli preparavano il piano d'attacco, in un'altra parte di Endor, sei cloni stavano lasciando, furtivamente, i rispettivi reparti per ritrovarsi in una parte non occupata dagli imperiali.

Questi sei cloni erano atipici, in confronto agli altri, in quanto non riuscivano più ad obbedire ciecamente all'Imperatore come previsto dalla loro programmazione.

Questi sei cloni ricordavano con nostalgia i tempi della Repubblica quando si battevano insieme ai grandi e valorosi Cavalieri Jedi per difendere la democrazia...poi era arrivato l'Impero.

Con questo era finita la dimocrazia ma loro faticavano ad adeguarsi al nuovo corso degli eventi anzi...non riuscivano proprio ad adeguarsi.

Finora erano riusciti a fingere di essere come gli altri ma, ora che sapevano che erano lì per distruggere una volta per tutte i ribelli, avevano deciso di defilarsi.

Non sapevano come, non riuscivano a capirlo proprio, ma sentivano la presenza dei generali con cui avevano combattuto fianco a fianco da Geonosis fino a quel vigliacco ordine 66.

I cloni Kody e James avevano combattuto fianco a fianco con il Generale Kenobi, maestro jedi che li aveva sempre trattati come esseri umani e non cloni e, per questo, sentivano di dovergli qualcosa ora che li aveva raggiunti lì.

I cloni Dave e Tom avevano combattuto al fianco del Generale Yoda, il più grande maestro jedi di ogni tempo, e il suo amore per ogni creatura li aveva conquistati ed ora che lui si trovava su Endor loro l'avrebbero riaffiancato...sempre che li avesse rivoluti con lui.

Ed, infine, c'erano i cloni Rex e Ralph che avevano lottato fianco a fianco con il Generale Skywalker, il prescelto e il più forte Cavaliere jedi esistente nell'Universo, che li aveva trattati come amici e non cloni di un cacciatore di taglie qual'era Jango Fett.

Per loro Anakin era stato un faro luminoso durante le bataglie da Geonosis in poi, un vero leader, ed ora che anche lui si trovava sulla luna boscosa i due cloni si sentivano in dovere di raggiungerlo ed aiutare il loro generale a distruggere l'Impero e far rinascere la Repubblica.

Appena si trovarono insieme tolsero i caschi bianchi guardandosi negli occhi: ebbene si erano sei cloni atipici e quindi s'incamminarono, sentendo al presenza dei loro generali, verso un destino ignoto.

Non sapevano perchè ma sapevano esattamente dove andare e sapevano, anche, che potevano essere uccisi ma loro dovevano tentare...sentivano il bisogno di tornare dalla parte giusta della barricata.

Con il casco in una mano e il cinturone con il blaster inserito nell'altro, per far capire che non avevano intenzioni bellicose, si palesarono di fronte ai ribelli che li accolsero mettendoli subito sotto tiro.

"Generale Skywalker siamo Rex e Ralph, si ricorda di noi? Abbiamo combattuto al suo fianco da quando siamo venuti a liberarla su Geonosis."

Anakin li stava osservando sorpreso, aveva capito che il loro modo di presentarsi significava che si arrendevano, li aveva riconosciuto sia loro che i loro compagni.

"Generale Kenobi siamo Cody e James anche noi abbiamo combattuto con lei da Geonosis in poi."

"Generale Yoda siamo Dave e Tom e noi abbiamo combattuto con lei dal medesimo pianeta in poi come i nostri compagni."

I tre jedi si guardarono incuriositi...ricordavano benissimo quelli che erano stati i compagni più fidati di vecchie battaglie, quelli che avevano prima dell'oscurantismo...prima dell'Impero.

Obi-Wan fece un passo verso di loro:

"Ci ricordiamo di voi ma non riusciamo a capire perchè siete qui, dimmi Cody siamo curiosi di sapere."

Cody degluttì a vuoto, sapeva che da quello che lui avrebbe detto adesso dipendevano le loro vite, ma non si ritrasse al suo dovere.

"Credo di parlare anche a nome dei miei compagni nel dire che vogliamo approfittare del vostro ritorno per ritornare dalla parte giusta della barricata Generale Kenobi."

Anakin li guardò perplesso, dalla Forza non sentiva arrivare un pericolo imminente da quei cloni.

"Sono decisamente perplesso nel sentire questo, nel vostro DNA è scritto che dobbiate combattere fedelmente per chi vi comanda, non è vero Rex?"

"Anche noi siamo perplessi perchè ciò che dici corrisponde a verità Generale Skywalker ma noi, sin dall'inizio, ci sentivamo a disagio...noi abbiamo combattuto al fianco vostro Generali e desideriamo continuare a farlo."

Il maestro Yoda, appoggiandosi all'immancabile bastone, si avvicinò ai cloni per studiarli più da vicino.

"Mentito voi non avete io so questo...ma non facile questo è per tutti da accettare, tu capire questo Tom?"

"Si Generale Yoda, questo lo capiamo benissimo e abbiamo deciso di correre il rischio pur di non continuare a stare dalla parte sbagliata."

Luke non conosceva questi cloni ma riusciva a percepire qualcosa venire da loro ma non capiva cosa.

"Dave come facevate a sapere che eravamo in questo punto di Endor?"

"Non so come facevamo a saperlo ma noi abbiamo come sentito che i nostri Generali erano vicino a noi, abbiamo distrutto i nostri localizzatori per non farci trovare dagli altri e abbiamo seguito il richiamo."

Luke annuì, ora capiva quella piccola vibrazione che aveva sentito nella Forza vedendoli.

"Credo di aver capito cos'è andato storto nella vostra clonazione, anche se sembra impossibili in questi sei cloni scorre la Forza...debole ma c'è."

Obi-Wan l'ho guardò sconcertato e, poi, rivolse lo sguardo ai cloni ancora fermi nella solita posizione anche loro stupiti dalle parole di Luke.

Incominciò, allora, a concentrarsi sui sei per capire se le sensazioni del giovane Skywalker fossero esatte...forse...possibile che...di solito no ma...le vie della Forza sono infinite.

"Luke ha ragione, anche se debole, la Forza scorre in loro e sicuramente ha interferito nella clonazione."

Anakin s'avvicinò a Rex e Ralph e li abbracciò, avevano vissuto tante avventure insieme, ed averli di nuovo al fianco lo faceva sentire tranquillo: loro sapevano esattamente come combattono i cloni.

I ribelli non erano stati convinti dai cloni e fu Han ad esternare i dubbi di alcuni di loro.

"Senza offesa ma possiamo veramente fidarci di cloni che han sempre combattuto per Palpatine? Non vi risulterò un simpaticone con i miei dubbi ma non potete piombarci addosso pensando che tutto vada liscio come l'olio."

Fu Ralph a rispondere per gli altri:

"Lo sappiamo Generale Solo ma a noi non rimaneva altra scelta, dovevamo seguire i nostri generali in battaglia e loro militano tra i ribelli quindi la nostra scelta era obbligata ed eccoci qua."

Questa spiegazione risultava a tutti di una semplicità mostruosa e, anche se un po' di dubbi rimanevano, le armi furono rinfoderate e i sei cloni tirarono un leggero sospiro di sollievo.

James si girò verso Anakin:

"Generale Skywalker immagino che tu sappia che questa è una trappola? L'Imperatore vuole distruffere tutti voi ad ogni costo per quello che l'Executor ha combinato per salvare il Generale Kenobi e il ragazzo con la maschera."

"Si lo so James l'abbiamo capito subito, al primo messaggio, ma non potevamo lasciarci scappare un'occasione così ghiotta di poterlo fermare."

James sorrise, aveva immaginato che non erano caduti nella trappola: tirò fuori uno schema della luna boscosa e fece vedere a tutti dove si trovavano le truppe scelte dell'Imperatore.

"Stanno aspettando che voi attacchiate il generatore per chiudervi in trappola e la Morte Nera, pienamente operativa, sparerà sugli incrociatori ribelli quando arriveranno."

Anakin si girò a guardare i  figli e gli altri jedi.

"Queste vostre informazioni ci daranno una mano nel creare la contro trappola."

A quel punto i ribelli, gli ex ribelli in incognito, gli Ewok e i sei cloni incominciarono ad organizzare un piano per fermare, a qualsiasi costo, l'Imperatore e distruggere anche questa stazione da battaglia.

Il piccolo R2-D2, intanto, stava cercando di rubare i codici d'accesso per permettere ad una navetta con gli jedi di recarsi sulla Morte Nera indisturbati.

Il piano era di partire un'ora prima dell'attacco al generatore per distrarre l'Imperatore da quello che succedeva su Endor.

Mentre piccoli gruppi di guastatori avrebbero cercato di attaccare i punti dove si trovavano, nascoste, le squadre imperiali che erano li per tendergli una trappola, gli altri avrebbero attaccato il generatore come se non sapessero niente.

Anche se la tensione era decisamente alle stelle tutti sapevano che dovevano cercare di riposare per essere riposati e pronti all'assalto dell'indomani...solo i jedi erano rimasti fuori a guardare le stelle e cercre una risposta nella Forza e congiungersi ad essa per avere la lucidità necessaria per quello che sarebbe accaduto l'indomani.

Intanto sulla Morte Nera, seduto sul suo trono, Palpatine si godeva quella sensazione di vittoria che stava provando in quel momento.

Niente e nessuno poteva fermarlo: gli jedi non esistevano più, a parte quel vecchio patetico di Kenobi che non era in grado di fare più niente ormai, i ribelli su Endor sarebbero presto caduti in trappola e, con loro, anche gli incrociatori ribelli.

Lo preoccupava un po' Lord Vader, quel maledetto traditore, ma era solo una macchina che un tempo era stato un potente jedi ma che, perdendo la sua parte umana, aveva perso molto della sua Forza.

Eppure, dentro di sè, c'era una vocina che gli intimava di stare attento, che il futuro non era così chiaro come credeva lui: qualcosa poteva ancora cambiare e metterlo in pericolo.

Zittì quella vocina...non era possibile che quei patetici ribelli fossero in grado di scalfirlo, non sarebbero mai riusciti ad arrivare a lui.

Lui era un maestro Sith, il padrone dell'Universo e tutti temevano il suo enorme potere...neanche il suo allievo aveva tanto potere, non aveva nessuno da temere da quando quella feccia jedi era sparita dall'Universo grazie a lui.

C'era il pensiero di quel ragazzo che ogni tanto s'affacciava al suo cervello, non riusciva a capire chi fosse, che lo tormentava ma anche quello lo accantonava perchè non lo temeva...era il più potente dell'Universo.

Si sentiva talmente sicuro di se che non prestò attenzione a quella piccola vibrazione nella Forza che, se non fosse stato accecato dalla sua troppa sicurezza e l'avesse ascoltata, l'avrebbe avvertito del pericolo che si stava avvicinando a lui.

Rimase quindi seduto sul suo trono ghignando felice pregustando la vittoria schiacciante che l'avrebbe visto trionfatore sulla ribellione e, così, non avrebbe avuto più avversari...era profondamente soddisfatto del suo piano.

Intanto Anakin, che non riusciva a dormire, uscì dalla sua abitazione e si mise a rimirare il cielo stellato e la minacciosa Morte Nera.

Era ancora lì, incantato a guardare quell'alone malvagio che si sprigionava dalla stazione da battaglia, quando il maestro Obi-Wan Kenobi lo affiancò.

Rimasero fianco a fianco senza parlare, entrambi frenati da anni d'incomprensione ma anche emozionati dall'essersi finalmente ritrovati.

Il silenzio della notte, rotta dai versi degli animali notturni, faceva da sfondo a questo incontro tra i due amici fraterni..

"Sei cambiato molto dall'ultima volta che ci siamo visti su Mustafar, Anakin."

"Sono solo cresciuto Maestro Obi-Wan e nel modo peggiore in cui potevo farlo e me ne dispiace."

"Non hai niente di cui scusarti Maestro Anakin semmai sono io che devo scusarmi con te."

Anakin arrossì vistosamente quando Obi-Wan lo chiamò Maestro...no non riusciva proprio ad abituarsi a questa nuova situazione.

"Sei sempre stato come un padre per me per cui, perfavore, non chiamarmi Maestro è un titolo che non credo di meritarmi."

Obi-Wan sorrise dolcemente a quell'uomo-ragazzo: era anche diventato più umile.

"Te lo meriti Anakin visto quello che hai fatto e continui a fare per riportare l'ordine nella galassia."

"Faccio ciò che devo Maestro."

"Smettila di chiamarmi Maestro non merito da te quest'appellativo visto che non sono riuscito a proteggerti dal lato oscuro come era mio dovere fare."

"Tu non hai niente da rimproverarti, io non ho avuto fiducia nel consiglio jedi...siete stati la mia famiglia per tanti anni ma non sono riuscito a fidarmi."

"E avevi ragione tu. Come potevi fidarti di noi quando era proprio il consiglio a non fidarsi di te perchè temeva la tua potenza? Abbiamo solo reso più facile il lavoro a Palpatine."

"Non credo saresti riuscito a cambiare gli eventi Obi-Wan."

Obi-Wan lo guardò dolcemente e gli mise una mano sulla spalla:

"Non avrei dovuto abbandonarti al tuo destino, avrei dovuto battagliare per te, anche contro la tua volontà, fino alla fine."

Anakin era commosso: aveva ritrovato l'affetto dell'uomo che aveva contato di più nella sua vita, che aveva amato come un padre e un fratello.

"Sono felice che tu sia qui con me."

Anakin fu sorpreso nuovamente dal suo Maestro: Obi-Wan l'abbracciò forte come non aveva mai fatto prima.

"Sono io felice di averti ritrovato amico mio e non ripeterò lo stesso errore: non ti abbandonerò mai più, ti resterò accanto in qualsiasi occasione."

Anakin aveva le lacrime agli occhi e ricambiò l'abbraccio:

"Di nuovo insieme allora."

"Si Ani, di nuovo a coprirci le spalle l'un l'altro come una volta...verrò con te sulla Morte Nera ed affronteremo insieme Palpatine."

Anakin non riusciva a parlare quindi si limitò ad annuire mentre, con il suo Maestro al fianco, continuarono ad osservare il cielo...l'indomani sarebbe stata una giornata epocale in un senso o nell'altro.

Poco distante da loro ad osservarli si trovava Luke, era lì per intervenire in caso di bisogno, ma era felice di constatare che non c'era bisogno del suo aiuto.

Suo padre stava chiacchierando tranquillamente con Obi-Wan, finalmente si erano chiariti, quindi decise di andarsene: lui era di troppo in questo momento.

"Sbaglio o c'è tuo figlio qua vicino?"

"Si Obi-Wan, il ragazzo è decisamente molto protettivo nei miei confronti...ti abbiamo beccato vieni fuori."

"Scusami padre, non volevo interferire."

I tre jedi si misero a rimirare le stelle ma la Morte Nera catturava di più l'attenzione...poi, tacitamente d'accordo, rientrarono in casa per riposare.

Quando il nuovo giorno naque i ribelli, gli jedi e gli Ewok si prepararono per l'attacco.

R2-D2 consegnò ad Anakin i codici per farsi aprire lo scudo ed entrare dentro la Morte Nera: una squadra jedi sarebbe partita per distrarre Palpatine.

La squadra jedi era composta da Anakin, Luke, Obi-Wan e Yoda: sicuramente anche sulla Morte Nera, nella sala del trono, vi stava appostata una guarnigione in attesa di Anakin.

Anakin si volse ai suoi uomini:

"Ragazzi non so come andrà a finire ma è stato un'onore combattere al vostro fianco. Ora noi partiremo per tenere impegnato Palpatine mentre voi andrete avanti con il piano per distruggere il generatore."

Arthur fece un passo avanti:

"Faremo del nostro meglio per portare a termine la missione...qualsiasi cosa succeda siamo onorati di aver combattuto al tuo fianco Ani."

Detto questo i quattro jedi salirono a bordo della navetta imperiale e si diressero alla Morte Nera: il codice permise loro di entrare ed atterrare in uno degli hangar, tirarono su i cappucci dei mantelli e scesero dalla navetta per constatare che l'hangar era stranamente vuoto.

I quattro si guardarono e si divisero, sarebbero arrivati alla sala del trono saltando da una passerella all'altra, usando l'oscurità del luogo come nascondiglio.

Palpatine, che nel frattempo era seduto sul trono, incominciò a percepire qualcosa di strano che lo fece preoccupare ma venne distratto da un movimento furtino nell'ombra.

Con un ghigno soddisfatto si alzò avvicinandosi al punto in cui aveva visto il movimento nell'ombra.

"Lord Vader ti stavo aspettando."

Una figura alta, con un cappuccio a nascondergli il volto, uscì dall'oscurità e si fermò a guardare Palpatine: l'odio che sprigionava era soffocante ma qualcos'altro stava facendo capolino...un leggero timore.

Palpatine sentiva che qualcosa non andava ma era troppo sicuro di sè per prestarvi attenzione e fece un piccolo cenno della mano e si materializzarono i soldati imperiali.

"Hai fatto male a credere alle parole delle spie Bothan Lord Vader."

"Io non ci ho mai creduto, sapevo che era una trappola."

Altre tre figure incapucciate uscirono dall'ombra con le spade laser spente in mano lasciando spiazzato Palpatine: aveva riconosciuto, data l'altezza, il Maestro Yoda tra loro...ma che diavolo stava succedendo?

Da quando il suo ex allievo aveva riallacciato i rapporti con quel maledetto vecchio jedi?

Non lo sapeva e questo gli dava veramente fastidio il non sapere da quando l'aveva perso...ma ora sarebbero morti tutti!
   
 
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