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Autore: Gaia Bessie    03/07/2012    17 recensioni
Iris è una ribelle, Iris odia le persone che la paragonano a sua madre Katniss, Iris vuole distinguersi dalla massa. Storia di una ragazza diversa, di una ragazza speciale.
[Dal testo]
Non sanno che qui, nel riesumato Distretto 12, si riunisce un gruppo di ragazzi di cui io faccio parte. Potremmo sembrare un semplice gruppo di amici, ma nessuno conosce il nostro vero scopo.
Noi riesumeremo gli Hunger Games.
Probabilmente nessuno dei miei genitori sarebbe d’accordo. Loro sono gli sfortunati amanti del distretto 12, sono stati i nostri tributi, hanno lottato nell’arena. Mia madre ha rischiato di perdere mio padre più di una volta, entrambi sognano ancora gli orrori che hanno vissuto.
Non so spiegare perché voglio prendere parte agli Hunger Games. Penso che sia perché voglio eguagliare mia madre, essere l’unica sopravvissuta. Voglio essere speciale.
Nel bosco nessuno può sentirci, nessuno può trovarci. Siamo tredici ragazzi e tredici ragazze, tutti intenzionati a proporci come Tributi per questa nuova edizione degli Hunger Games.
Alcuni di noi cercano la gloria, io cerco di distinguermi da mia madre. Io vincerò gli Hunger Games.
(KatnissxPeeta, OCxOC)
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Finché morte non ci separi'
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Finchè morte non ci separi
Prologo: Possa la fortuna essere sempre a nostro favore



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Come ti sentiresti se tutti conoscessero i tuoi genitori, mentre a stento si ricordano il tuo nome e ti considerano solo un miscuglio ben riuscito delle caratteristiche degli sfortunati amanti del Distretto 12?
Posso rispondere facilmente a questa domanda: male. Ho passato tutti i sedici anni della mia vita a sentirmi dire quanto somigliavo a mia madre, tranne per gli occhi, ma senza mai riuscire ad essere veramente come lei. Potevo cercare di essere coraggiosa come lei, pettinarmi come lei, vestirmi come lei, andare a caccia con mio fratello; potevo comportarmi come lei ma non ero mai lei.
Mia madre era sempre un passo avanti a me, troppo perfetta per essere raggiunta. Ed io ero solo la figlia che le somigliava.
Sono poche le persone che si ricordano come mi chiamano. Per la maggior parte delle persone sono la figlia di Katniss e Peeta, non sono Iris.
Mi piace il mio nome, mi è sempre piaciuto: porto il nome di quei fiori azzurrini e dal profumo delicato. Forse non è particolarmente adatto a me; con un nome del genere ci si potrebbe aspettare che io sia particolarmente bella.
Non lo sono, non sono come mia madre. Tutte le persone che mi guardano cercano nel mio viso qualche traccia della bellezza di mia madre. Non sono forte come lei, non ho la sua grinta. Non sono lei ma, a quanto pare, nessuno se n’è mai accorto. Nemmeno mio padre.
Odio il mio essere troppo simile a lei, simile ma non uguale. A volte sento su di me gli occhi di mio padre e capisco che cerca di vedere mia madre in me; spero che non la trovi mai.
Nessuno ha capito che io sono Iris, non Katniss. Probabilmente, nessuno lo capirà mai, nessuno sarà mai in grado di capirmi.
Mi piace stare da sola, mi piace il silenzio. Posso riflettere, pensare.
Mio fratello sostiene che evito i nostri genitori solo perché ho una tresca con qualcuno. Sciocchezze.
La verità è che lui non sa niente, non capisce niente. Come non capirebbero i miei genitori, se sapessero.
Non sanno che qui, nel riesumato Distretto 12, si riunisce un gruppo di ragazzi di cui io faccio parte. Potremmo sembrare un semplice gruppo di amici, ma nessuno conosce il nostro vero scopo.
Noi riesumeremo gli Hunger Games.
Probabilmente nessuno dei miei genitori sarebbe d’accordo. Loro sono gli sfortunati amanti del distretto 12, sono stati i nostri tributi, hanno lottato nell’arena. Mia madre ha rischiato di perdere mio padre più di una volta, entrambi sognano ancora gli orrori che hanno vissuto.
Non so spiegare perché voglio prendere parte agli Hunger Games. Penso che sia perché voglio eguagliare mia madre, essere l’unica sopravvissuta. Voglio essere speciale.
Nel bosco nessuno può sentirci, nessuno può trovarci. Siamo tredici ragazzi e tredici ragazze, tutti intenzionati a proporci come Tributi per questa nuova edizione degli Hunger Games.
Alcuni di noi cercano la gloria, io cerco di distinguermi da mia madre. Io vincerò gli Hunger Games.
Mia madre non sa niente, non mi appoggerebbe mai. Non riuscirà mai a comprendermi. Nessuno riuscirà mai a comprendermi.
Una ragazza dai capelli rossi, Rachel, sorride mentre mi passa una busta aperta.
-Avremo i nostri Hunger Games.- osserva Rachel, felice.
-E possa la buona sorte essere sempre a nostro favore.- aggiunge un ragazzo dai capelli neri, Alexandre.
-Quando lo comunicheranno ai distretti?- domando, curiosa.
Rachel non smette di sorridere. È troppo dolce, troppo tranquilla per poter essere un tributo. Troppo furba per poter essere sottovalutata.
-Oggi stesso.- risponde. –Preoccupata?-
Sorrido, cercando di sembrare sicura di me. –Certo che no. Sono qui per vincere, Rachel.-
Lei sorride, dolcemente. –Siamo tutti qui per vincere.- alza la mano, come per fare un brindisi. –Buoni Hunger Games.-
-E possa la buona sorte essere sempre a nostro favore.- completo, senza pensare.
Che la buona sorte possa davvero essere a mio favore: presto mia madre verrà a conoscenza di cosa ho fatto.
Non mi pento delle mie azioni, spero solo che mio padre non soffra. Tutti non fanno altro che parlare dell’infinito amore che porta a mia madre.
Soffrirà, senza ombra di dubbio. Conosco le regole di quest’anno, della settantacinquesima e forse ultima edizione degli Hunger Games. Non piaceranno a mio padre.
Vedo già i suoi occhi azzurri, uguali ai miei, che mi scrutano addolorati. Sento quasi la sua voce. Come hai potuto, Iris?
Non rispondo ad alta voce, perché sono ancora nel bosco. Dovevo, papà.
Mi alzo e tolgo la polvere dai miei pantaloni verdi. –E’ tardi.- osservo. –Presto annunceranno che ci sarà un’altra edizione degli Hunger Games. Forse dovremmo tornare.-
Rachel annuisce ed i capeli rossi le coprono il viso. –Hai ragione. Dobbiamo tornare nei nostri Distretti.- fa una pausa, mentre si alza. –Buoni Hunger Games. E possa la buona sorte essere sempre a nostro favore.-
Sorrido a corro via, a casa. Ad affrontare gli occhi di mio padre e le loro silenziose domande.
“Perdonami papà” penso, mentre corro a casa. “Dovevo farlo. Tu non capisci…”.
Sospiro, prima di aprire la porta e raggiungere i miei genitori. Lo sanno.
Lo capisco quando entro e li trovo sul divano, mia madre fra le braccia di mio padre, il volto nascosto nella sua camicia. Non riesco a capire se sta piangendo.
-Vattene, finché sei in tempo.- sussurra mio fratello Will, vedendo che sono tornata. –Mamma ha capito tutto.-
Non riesco a fuggire, che mia madre si volta, il viso reso duro dalla rabbia.
-Iris, vieni qui.- dice, fredda.
Mio padre non parla. I suoi occhi parlano per lui: cos’hai fatto?
-Ti rendi conto di cosa hai fatto?- mormora, lottando per non perdere il controllo. –Avevamo lottato per abolire gli Hunger Games… ed ora sta ricominciando tutto.-
Mia madre sospira e si libera della stretta di mio padre.
-Non capisci?- mormora, cercando di non urlare. –Stai mettendo in pericolo tutti noi. Se proprio non riesci ad aver paura per me e tuo padre, pensa a tuo fratello! Iris, solo un Tributo sopravvive.-
-E sarò io.- dico, risoluta. –Ho aspettato per anni l’occasione propizia per dimostrare chi sono.-
-E non esiste occasione migliore degli Hunger Games, vero?- urla mia madre, rossa in viso. –Vuoi diventare un’assassina, vero? Ti divertirai da sola, nell’Arena, ad uccidere tutti gli altri Tributi. E se il Tributo da uccidere fosse tuo fratello? Lo uccideresti, Iris?-
-Katniss…- mormora mio padre, mettendole una mano sul braccio.
-Lasciami.- sibila lei, allontanando la sua mano. –E non difenderla.-
Poi si alza e corre via, furiosa. La guardo: ha il viso rosso e gli occhi lucidi. E capisco perché la chiamavano “Ragazza in fiamme”.
Mio padre non mi guarda nemmeno. Corre dietro a mia madre, su per le scale, e chiude la porta della camera da letto. Sento le urla di mia madre.
E per un attimo, solo per un attimo, mi dispiace. Poi mi ricordo perché l’ho fatto e non posso fare a meno di sorridere, mentre mi siedo sul divano, accanto a mio fratello.
-Non hai paura?- domanda Will, preoccupato.
-Io non ho mai paura, Willow.- dico, usando il suo nome completo. –Ricordatelo.-
-Io sì.- mormora. –Non voglio combattere nell’Arena.-
-Mamma e papà ti proteggeranno.- osservo.
Sorride ed io sono contenta di essere riuscita a rassicurarlo. Non ho la forza di ammettere che potrei aver mentito a mio fratello. I nostri genitori non potrebbero fare niente, se mio fratello venisse scelto per questa settantacinquesima edizione degli Hunger Games.
Per me non faranno niente. Non importa: sono nata per combattere.
-Non fare niente di sciocco, Iris.- sussurra Will, mentre nostro padre ci raggiunge. –Ti prego.-
-Iris…- mormora mio padre, mentre si siede davanti a noi. –Possiamo parlarne?-
-No.- rispondo, tranquilla. –Andrò in quell’Arena e combatterò. Vincerò gli Hunger Games, papà.-
-Iris…- ripete mio padre. –Tua madre non potrebbe sopportare di vedere morire anche sua figlia.-
Rido, ad alta voce. –Mia madre mi odia.- dico, sicura. –E dimentichi una cosa, papà. Io non sono come lei.-
E corro via, come ha fatto mia madre. Solo che io non sono come lei: io sono Iris, non Katniss.
Nessuno mi segue e questa, forse, è l’unica volta in cui rimpiango di non essere mia madre. Nessuno mi seguirà mai, nessuno mi fermerà mai ogni volta che tenterò di fuggire. Nessuno cercherà mai di salvarmi la vita, nessuno mi amerà mai come mio padre ama mia madre.
Chiudo la porta e guardo l’orologio, sul comodino. Mancano ventiquattr’ore e cinquanta minuti alla Mietitura.
Fra poco diventerò finalmente qualcuno.
Chiudo gli occhi. Spero che queste ventiquattr’ore passino presto.







Bessie’s Corner:
Come promesso, è arrivata la long. Dopo aver finito di leggere “Il canto della rivolta”, ho iniziato a pensare a cosa fosse successo a Katniss e Peeta. M’incuriosivano molto i loro due figli, in particolare la bambina. E così, questa notte è nata Iris. Questa mattina il personaggio aveva già preso forma nella mia testa e così ho iniziato a scrivere la sua storia. Tutti i cap saranno scritti con il pov di Iris e, tempo permettendo, aggiornerò ogni martedì.
Non ho inserito l’avvertimento OOC perché credo di aver mantenuto l’IC d Peeta e Katniss. Se credete che ce ne sia bisogno fatemelo notare che provvederò ad inserire l’avvertimento.
Un grazie speciale va ad Emma Wright che mi ha suggerito il nome del fratello di Iris e che ha ascoltato tutti i miei scleri su questa storia.
Fatemi sapere cosa ne pensate, per me è importante.
Bess
   
 
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