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Autore: Willow Black    05/07/2012    1 recensioni
[Sospesa - A revisione compiuta questa storia verrà eliminata per poter essere nuovamente pubblicata.]
Un anno dopo la sconfitta di Ashura, un nuovo nemico minaccia l’equilibrio del mondo. La battaglia contro la follia non è ancora conclusa e questa volta non servirà solo il coraggio per vincere.
Un anno dopo la sconfitta di Ashura, una parte del passato di Maka celata nell’ombra riemergerà alla luce e qualcuno appartenente a quel passato tornerà a farle visita.
Una nuova guerra è sul punto di scatenarsi e Maka non dovrà solo combattere la follia: riuscirà a superare il suo rancore nei confronti di chi l’aveva tradita e abbandonata anni addietro?
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Prime complicazioni nella missione
 

 
Dopo esser scesi dal treno, i ragazzi si erano fermati all’unico bar della piccola cittadina che si ergeva attorno alla stazione, dove durante il loro pranzo poterono godersi il panorama del luogo, costituto da un deserto roccioso interrotto a volte da delle sparute e rinsecchite piante con le foglie di un verde spento e qualche palo della corrente elettrica.
Elle, fra un morso e l’altro dato al panino che aveva acquistato, aveva affermato che Masks City si trovava esattamente in quel deserto, chiamato dagli abitanti locali Masks Valley, e che per raggiungerla avrebbero dovuto percorrere svariati chilometri.
Finito di pranzare, non prima di aver comprato e indossato dei mantelli tessuti con una particolare stoffa che proteggeva dal calore del deserto, si erano messi in marcia sotto il sole cocente di mezzogiorno per andare ad affittare i mezzi che li avrebbero condotti alla città.
 
 
-Spero vivamente che tu stia scherzando, Elle Albarn!- esclamò Maka, dando voce al pensiero che chiaramente o meno si era formato all’interno delle menti di tutti i presenti.
Ovviamente tutti ad eccezione di Elle che senza voltarsi si limitò a dire:
-Non ti ricordi più come si fa, Chibi Chop?-
La giovane meister serrò i pugni e avrebbe riversato sulla sorella le più terribili cose, tra cui il suo libro, se Patty non fosse scoppiata a ridere, puntando con l’indice ciò che aveva lasciato stupiti tutti quanti e rivelandone l’identità come se non fosse già abbastanza chiara.
-Cavalli!- esclamò, con lo stesso tono che utilizzava per nominare il suo animale preferito.
Infatti la struttura cui erano stati condotti non era altro che un ranch costituito da un enorme recinto, una piccola casetta fatta di legno e una grande e imponente stalla alle spalle e costruito in periferia della cittadina.
-Con il termine cavalcare non ti riferivi a delle moto- osservò Soul amareggiato che non vedeva l’ora di far rombare un motore nel silenzio del deserto e, perché no, fare anche a gara con Black Star per vedere chi era il più veloce.
La rossa si voltò verso il recinto facendo scorrere lo sguardo da un cavallo all’altro, valutando la forza e ammirando il manto lucido di quei quattro esemplari che si muovevano aggraziati, senza prestare attenzione ai nuovi arrivati.
-Le moto da un punto di vista pragmatico sono più veloci ed efficienti degli animali, ma le loro caratteristiche sono relative alla missione in cui vengono impiegate. Il terreno che affronteremo non è certo adatto a nessun tipo di pneumatico e nemmeno le ruote da cross reggerebbero- spiegò poi, facendo un cenno al deserto che si estendeva attorno.
-Premettendo che tu abbia ragione, resta il fatto che a cavallo impiegheremo molto più tempo. Inoltre non daremo troppo nell’occhio arrivati a Masks City?- notò Kid, che era rimasto inorridito più dall’asimmetria del ranch che dal fatto che avrebbero dovuto cavalcare. Dopotutto da piccolo suo padre l’aveva costretto a seguire dei corsi di equitazione che poi aveva abbandonato perché il manto e la criniera del suo cavallo erano totalmente privi di alcuna simmetria. Rabbrividì al solo pensiero.
Intanto Elle si era di nuovo voltata e con sguardo fra l’annoiato e lo scettico aveva ribattuto con voce fredda e priva di alcuna emozione:
-Partendo dal fatto che io ho ragione, ti sbagli. Il tempo non è un problema dato che ho stimato che al tramonto dovremmo già scorgere la città. Inoltre da queste parti è raro che la gente si sposti in moto. Per questo motivo non ci sono stazioni di benzina in queste zone. Come futuro successore di tuo padre certe cose dovresti saperle-
-E tu, come futura Death Scythe, dovresti mettere al corrente gli altri membri della tua squadra riguardo le tue decisioni!- rispose secco il giovane Shinigami, che stava iniziando a detestare quella ragazza.
L’atmosfera iniziava a scaldarsi e Liz si chiese se era destinata a evitare certe situazioni, ripensando a quella volta dove si era intromessa fra Elle e Black Star per fare le presentazioni.
-Qualcuno fra di voi sa cavalcare?- domandò, dando una gomitata al suo meister che la squadrò.
La ragazza non vi fece caso e continuò:
-Perché io e mia sorella non abbiamo mai imparato-
Oltre ad evitare un possibile litigio, la maggiore delle Thompson era veramente preoccupata per quel fatto: non le sembrava una delle prospettive migliori gestire da sola un cavallo per la prima volta, in un deserto e per quasi tutto il pomeriggio.
Elle sorrise e si appoggiò con la schiena alla staccionata composta da grosse travi di legno scuro.
-Ovviamente non sono una sprovveduta e, controllando direttamente dai vostri registri alla Shibusen, posso dire che quattro di noi, compresa me stessa, sanno cavalcare. Inoltre quei cavalli sono di costituzione robusta e possono portare ben due persone-
-Ma noi siamo in nove- osservò Tsubaki, con il suo tono gentile.
-Esattamente. Per questo ho pensato che una delle sorelle Thompson potrebbe trasformarsi in arma dato che siete le uniche la cui forma non è ingombrante. Oppure potete darvi il cambio, sta a voi mettervi d’accordo-
Liz sorrise grata alla ragazza dai capelli rossi che si limitò a farle un cenno del capo, per poi guardarsi attorno con ogni probabilità alla ricerca del proprietario del ranch.
Da quando avevano raggiunto il ranch Black Star si era appoggiato al recinto ed era rimasto a fissare gli animali, chiudendosi in uno strano e insolito silenzio. Ad una persona che non conosceva affatto il ragazzo poteva sembrare che stesse cercando di studiare i cavalli, valutandoli come aveva fatto Elle. In realtà ne stava cercando uno che fosse degno di portare in groppa un big come lui.
In particolare aveva osservato un esemplare dal crine ben spazzolato e di un bel nero, con un manto candido che si interrompeva al centro della fronte, per lasciar posto a una macchia irregolare dello stesso colore della criniera.
-Pare proprio che tu sia interessato a Stella Nera- gracchiò una voce sconosciuta alle sue spalle. Aveva una pronuncia strana, quasi grottesca come se appartenesse a una persona dalla gola secca.
Mentre tutti gli altri ragazzi si erano voltati verso lo sconosciuto, l’assassino aveva raddrizzato la schiena e, prima che qualcuno potesse fermarlo, aveva scavalcato il recinto con un agile salto e aveva iniziato a correre verso la giumenta, che mangiava placida il fieno da una delle mangiatoie.
-Qui vi è una sola star!- urlò Black Star, sotto lo sguardo stupito, vergognato e divertito dei presenti.
-E sono io!- continuò, balzando sulla sella dell’animale.
La giumenta, colta alla sprovvista, alzò la testa dalla mangiatoia nitrendo e si impennò sulle zampe posteriori, calciando con quelle davanti. Poi si mise a galoppare in cerchio, nel tentativo di scrollarsi di dosso il ragazzo il quale, aggrappandosi al collo della bestia, esultava come un pazzo.
-Rischia di farsi male, il vostro amico- fece la voce gracchiante.
Apparteneva ad un uomo alto e dal fisico tarchiato, con la pelata imperlata di sudore che riluceva sotto i raggi cocenti del sole. Tutto di quella figura si poteva definire massiccio e tozzo, eccetto gli occhi piccoli e scuri che sembravano non perdersi nessun particolare. Indossava dei jeans e un gilet marrone chiaro provvisto di qualche borchia, con degli stivali nello stile del gilet per completare il tutto.
-Naah, quello ha la pellaccia dura- disse Elle, distogliendo lo sguardo divertito dalla scena che si presentava per posarlo sull’uomo.
-Lei è il proprietario di questo ranch, vero?- domandò.
-Sì, miss-
-Perfetto, ci servono quattro…-
La ragazza venne interrotta dall’urlo di Tsubaki:
-Black Star! Fai attenzione!-
Elle fu costretta a riportare la sua attenzione all’interno del ranch e fece appena in tempo a vedere l’azzurro in piedi sulla sella della cavalla con un’espressione trionfante sul volto che urlava frasi del tipo “L’unica star sono io!” oppure “Tsubaki non preoccuparti per un dio come me!” che la giumenta scalciò con forza con le zampe posteriori, disarcionando finalmente quel cavaliere improvvisato che andò a finire fra la terra polverosa e l’erba secca con poca grazia.
La ragazza mora si portò una mano sulla bocca e scavalcò anche lei lo steccato precipitandosi dal suo meister, mentre tutti gli altri scuotevano la testa rassegnati all’idiozia dell’amico oppure facevano dei brevi commenti.
-Stavo dicendo che ci servono quattro cavalli- riprese Elle come se nulla fosse successo.
-Quei cavalli- aggiunse dopo una breve pausa, alludendo agli esemplari presenti nel recinto.
Finalmente il proprietario si voltò verso di lei e dopo averle lanciato un’occhiata scrutatrice, annuì.
-Lei è una vera intenditrice, miss- disse, aprendo il cancello e permettendo a tutti gli altri di entrare nel recinto, dove Tsubaki si era inginocchiata accanto a Black Star e gli stava facendo aria con un ventaglio che doveva aver tirato fuori dal suo zaino.
-No, è solo che capisco ciò che vedo- ribatté la rossa, oltrepassando l’uomo mentre stava richiudendo il cancello.
-Lo sai che la figura che hai appena fatto non è per nulla cool?- domandò Soul, inclinando leggermente il busto in avanti per guardare l’amico che si era ripreso.
L’assassino sorrise e pronunciò:
-Quella cavalla è degna di un big come me-  
Poi si rivolse a Tsubaki, senza smettere di sorridere:
-E della sua compagna-
La mora arrossì lievemente e annuì, mettendosi in piedi e spazzolandosi la polvere dai jeans, seguita a ruota da Black Star.
-Vi bastano quattro cavalli?- domandò l’uomo, inarcando un sopracciglio.
-Sì- annuì la rossa.
-Sono perfetti. Quanto vi dobbiamo?-
L’uomo fece un sorriso strano.
-Solo nove anime umane… Le vostre!-
Poi si voltò verso Elle, con il viso trasfigurato e gli occhi dardeggianti di un rosso troppo acceso per un qualsiasi normale essere umano.
-Che diavolo…?-
La rossa fece un salto all’indietro portandosi a distanza di sicurezza e distese un braccio all’esterno pronta per tramutarlo in falce. Ma ciò non accadde.
La ragazza provò subito con l’altro braccio e poi tentò di evocare una qualsiasi lama, però ottenne il medesimo risultato.
Imprecò, tornando a fissare il proprietario che nel frattempo si era trasformato in una disgustosa creatura. Delle protuberanze ossee appuntite erano cresciute sulle sue braccia, lacerando la stoffa del gilet mentre un’irta cresta di spine era spuntata sul cranio. Anche il viso si era imbruttito, assumendo delle fattezze animali con delle grosse zanne che fuoriuscivano dalle labbra spaccate in vari punti. La voce, però, era rimasta la stessa.
-Sembra deliziosa la sua anima, miss- disse muovendo un passo verso di lei.
-Schifoso uovo di kishin- sputò Elle.
-Come sarebbe a dire che non riuscite a trasformarvi in armi!?- urlò Kid, in quel momento, rivolto alle sorelle Thompson.
-È come se qualcosa ci stesse bloccando- cercò di spiegare Liz con la voce incrinata.
Anche Soul e Tsubaki erano intrappolati nella loro forma umana.
L’uovo di kishin scoppiò a ridere.
-Stupidi! Questo è un recinto magico che annulla i poteri di voi weapon!-
Dobbiamo andarcene da qui al più presto, rifletté Elle, guardandosi attorno senza mai perdere di vista la creatura e rimanendo lucida.
Montare i cavalli e poi saltare il recinto, era una cosa impossibile dato che gli animali erano diventati d’un tratto irrequieti, battendo nervosamente i zoccoli sul terreno e nitrendo, scuotendo il capo. Inoltre con ogni probabilità il kishin avrebbe cercato di ostacolarli.
Non ebbe tempo di pensare ad altro, perché la creatura la colpì frontalmente e la ragazza si difese come avrebbe fatto qualsiasi altra persona normale. Per lo più cercava di evitare gli attacchi, mentre quelli che non riusciva a prevedere li bloccava, parandoli con le braccia.
Era forte, senz’ombra di dubbio, e nonostante la sua mole era anche molto agile. Elle avrebbe voluto colpirlo con la propria onda dell’anima, se solo fosse riuscita a colpirlo.
-Voi meister senza armi diventate così inutili!?- ruggì la rossa, mentre tirò un calcio nel costato alla creatura, facendola barcollare all’indietro e guadagnando qualche secondo di riposo.
Poi riprese a parare i colpi che le inferiva con più forza e velocità il kishin, stringendo i denti.
-Non lascio certo la scena una seconda volta a una come te! Ammirate il grande Black Star! Yahoo!- urlò l’azzurro, gettandosi sul mostro, colpendolo alla schiena.
-Sono pur sempre uno Shinigami con o senza armi- sentenziò Kid, prima di andare a dare man forte ai due ragazzi.
Anche Soul stava per aggiungersi, ma Maka lo prese per un braccio e disse seria:
-Sei un’arma senza poteri, al momento. Non porti al livello di mia sorella-
-Vuoi stare con le mani in mano, mentre loro rischiano di farsi ammazzare!?- sbottò l’albino.
-No. Dobbiamo disattivare il meccanismo magico di questo recinto. Ho percepito con diverse interferenze l’anima di quel kishin e per quanto Black Star, Kid ed Elle siano forti non riusciranno ad abbatterlo in quel modo-
Il ragazzo si calmò leggermente e fissò tutte le altre armi, finché i suoi occhi rosso sangue non si posarono su una testolina di un rosa chiaro.
-Crona!- esclamò.
-C-che c’è?- balbettò la ragazza, leggermente confusa.
-Tua madre era una strega! Magari conosci qualche fondamento della magia... Ma stai bene?-
In effetti la meister era più pallida del solito ed era quasi come frastornata.
-N-non ti preoccupare- fece con un filo di voce, ma subito dopo barcollò e Patty che stava al suo fianco fu pronta a sostenerla.
-Cos’hai, Crona-chan?- domandò, facendola sedere.
-I-io…-
-È per via del campo di magia!- esclamò Maka, come se avesse trovato la più grande rivelazione di tutti i tempi.
-Crona e Ragnarock sono un tutt’uno e non possiamo considerare il sangue nero come una comune arma. Gli effetti che questa magia ha su Ragnarock si riflettono in qualche modo su Crona e questo la fa stare male- spiegò.
Patty strinse le spalle delle meister dai capelli rosa, che aveva dei fremiti evidenti.
Nel frattempo il combattimento contro il kishin aveva preso una brutta piega: i ragazzi iniziavano a sentire le conseguenze dell’affaticamento e non sapevano più cosa inventarsi per mettere alle strette la creatura.
-Forse ho trovato un modo!- esclamò Tsubaki, che era rimasta tutto il tempo a riflettere combattuta fra il desiderio di aiutare il proprio meister e la certezza di rendersi solamente inutile.
Tutti la guardarono con occhi attenti.
-È solo un’ipotesi, però prima il kishin ha detto che il recinto è magico. Se funziona come un circuito, basta aprirlo e la magia che vi scorre all’interno si blocca- spiegò.
-Ma il cancello è esattamente dove stanno combattendo- notò Liz.
-Hai ragione, però dovrebbe funzionare con qualsiasi altro punto-
Maka annuì, mentre sul viso di Soul comparve quel suo solito ghigno che metteva in mostra la sua dentatura da squalo.
-Spacchiamo un po’ di legna, eh?- si limitò a dire.
-Sbrighiamoci- disse Maka, dirigendosi a passo svelto verso il punto più vicino del recinto.
Liz che aveva il timore di rovinarsi una qualsiasi unghia e sapendo che Patty era molto più adatta per quel genere di cose, diede il cambio alla sorella per assistere Crona.
Così i quattro ragazzi si posizionarono davanti alla staccionata, composta da due travi lunghe orizzontali e due paletti verticali, piantati bene nel terreno.
-Direi di spingere con tutta la forza che abbiamo le travi orizzontali che sono più fini e sembrano anche meno resistenti- illustrò velocemente Maka, mentre lei come gli altri si metteva in posizione.
-Al mio tre! Uno…-
-Tre!- esclamò sbrigativo Soul e i ragazzi iniziarono a spingere con forza verso l’esterno, piantando bene i piedi nel terreno.
Subito la trave parve non dar segno di cedimento, ma poco dopo sentirono chiaramente un lieve rumore di rottura che diede loro più energia.
-Ci siamo quasi!- urlò Soul, quando percepì chiaramente il legno sotto le sue palme inclinarsi.
Dovevano farcela, non potevano mollare adesso!
Appena il legno scricchiolò con più violenza, Patty vi diede un forte calcio che spezzò il legno a metà. Tsubaki sperava solo che il suo ragionamento fosse giusto altrimenti tutto quello che avevano fatto sarebbe stato inutile.
Soul alzò un braccio al cielo, respirando velocemente, e pochi secondi dopo, la lama rossa e nera della falce brillava sotto i raggi del sole.
Tsubaki sorrise sollevata per poi correre verso il suo meister, seguita a ruota da Patty che chiamò a gran voce sua sorella. Crona si era ripresa e poco dopo brandì la lama fine e nera di Ragnarock.
Maka, sorridente, protese una mano verso Soul che l’afferrò, prima di trasformarsi completamente in falce. La meister la fece roteare abilmente, poi corse anche lei verso il kishin.
Nel frattempo Elle che aveva intuito cos’era successo era balzata sulla schiena della creatura che veniva distratta da Kid e Black Star, sbilanciandola notevolmente in avanti e facendola cadere. Poi non aveva perso tempo e aveva tramutato il braccio sinistro in lama puntandogliela alla gola, mentre i due meister finalmente ricongiunti alle proprie armi la tenevano sotto tiro.
-Chi ti ha ordinato di farci fuori?- sibilò la rossa, avvicinando ancora di più la falce al collo taurino del kishin.
-Mi aveva avvertito che la ragazzina dai capelli rossi era molto forte- fece quello.
-Chi ti ha avvertito? Parla!- lo incitò Elle, nettamente nervosa.
-Lei-
-Lei chi?-
-Il Pungiglione assieme alla sua Ombra- disse la creatura.
La rossa teneva il capo chino, quindi nessuno notò che aveva spalancato gli occhi nell’udire l’ultima frase.
Poi con un gesto veloce e aggraziato tagliò di netto la gola al kishin e si rialzò, mentre di quel corpo fetido e orrido rimaneva solamente un’anima rossa che fluttuava a mezz’aria.
-Cosa significa l’ultima frase?- domandò Maka.
Elle afferrò l’anima e liquidò la conversazione affermando che sicuramente doveva essere pazzo. La sorella la squadrò, mentre Soul tornava in forma umana e si ridisse che doveva per forza nascondere qualcosa.
-Chi ha capito come disattivare lo scudo magico?- disse poi la rossa, ancora con l’anima in mano.
-Io- fece con tono gentile ed educato Tsubaki, tornata in forma umana.
La Albarn le porse l’anima del kishin.
-È tua- disse.
-Non posso prenderla. Sei stata tu ad ucciderlo-
-Se non fosse grazie a te, ora staremmo tutti a riempire la pancia di quel mostro. Per cui insisto-
La mora prese l’anima per quella che tutti definivano generalmente la coda e la assorbì velocemente.
-Sei un genio, Tsubaki- disse Black Star, abbracciandola e dandole un bacio a stampo sulle labbra.
-Dobbiamo andare, siamo già in ritardo- fece notare Elle, mentre si dirigeva verso i cavalli che si erano calmati appena l’anima del loro padrone si era dissolta.
 
 
Avevano cavalcato per tutto il pomeriggio, facendo a volte delle breve pause indette da Elle per far sì che nessuno si facesse troppo male a stare sempre in sella.
La rossa aveva condotto il gruppo su un cavallo completamente nero, con dietro Patty che si teneva con un braccio alla sua vita mentre con l’altra mano sorreggeva Liz, trasformata in pistola. Dietro di loro c’erano Tsubaki e Black Star in sella a Stella Nera, che si era rivelata essere una docile giumenta. Seguivano Kid e Crona con uno stallone marrone scuro e a detta del giovane Shinigami il più simmetrico fra i quattro e Maka con Soul in sella ad un esemplare pezzato sulle tonalità del marrone chiaro.
La traversata del deserto si era svolta nella più totale tranquillità che con il passare delle ore era sfociata nella noia.
Poco dopo il tramonto giunsero a Masks City, distinguendo solo un’enorme figura stagliarsi sui contorni di tante case. Quello era il palazzo, spiegò velocemente Elle che invece di continuare sulla via principale, ne imboccò una laterale più stretta.
Arrivarono dinnanzi ad una grande casa che si innalzava su due o tre piani costruita nella periferia della città con delle mattonelle chiare, quasi bianche.
Elle smontò da cavallo e tutti gli altri la imitarono, per poi indicare dei paletti dove potevano legare le redini degli animali.
-Alloggeremo qui. È un posto sicuro- disse la rossa, mentre avanzava sicura verso l’entrata oltrepassando un basso cancello bianco aperto e un breve tratto di giardino in cui i boccioli dei fiori erano chiusi. Dovevano essere sicuramente stupendi di giorno.
La Albarn bussò tre volte con il battente sul legno chiaro della porta. Si aprì un piccolo spioncino che impediva di vedere gli occhi di chi stava all’interno per mezzo di una fitta rete dalle maglie fini.
-Chi è?- domandò una voce squillante, sicuramente appartenente a una donna.
-Il vento soffia, torna e porta foglie nuove- disse Elle, nascondendo un sorriso, mentre gli altri ragazzi la guardarono con uno sguardo interrogativo non riuscendo a capire il significato di quella frase.
Lo spioncino si chiuse e si sentì un trafficare di catene metalliche dietro la porta che incuriosì tutti. Poi la serratura scattò e la porta si aprì.
Qualcuno si fiondò su Elle, sbilanciandola in avanti e gettandole le braccia attorno al collo, lasciando stupidi tutti quanti.
-Quanto tempo, Elle! Non sei cambiata per nulla! Mi avevi avvertito che non eri sola, prego entrate pure!- esordì la donna, stritolando la rossa nel suo abbraccio.

 
 
 
Angolino dell’autrice:
Questo è stato il capitolo più straziante che io abbia mai scritto nella mia breve esistenza da autrice. Ho dovuto costringermi a stare al computer per finirlo e ho tirato fuori quasi otto pagine di Word °^°
Decisamente troppo lungo rispetto alla media… È solo che se lo tagliavo in due parti, veniva un capitolo dove non c’era affatto azione e dato che i nostri amici si sono riposati già nel capitolo precedente mi sembrava giusto farli penare un po’ in questo *me sadica*
Cooomunque…
Chi sarà mai la donna che ha accolto Elle con un bel abbraccio? Eh eh eh. Chiunque ella sia posso anticiparvi che sta dalla parte dei buoni.
Non so quanto tempo ci vorrà per il prossimo capitolo, tutto dipende da quanto ci metterò per trovare un nome decente per questo nuovo personaggio *bad poker face*
Sì, inserisco degli OC nuovi senza saperne ancora il nome xD
Con questo concludo. A presto!
Baci ♥
Willow 

p.s. So che il titolo del capitolo è penoso, ma non mi veniva in mente niente di meglio ç.ç

 

  
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