Capitolo
19
Quando
bisogna solo lasciarsi andare
.
-Organizziamo
una cena a quattro.
Stasera. E non voglio un no, come risposta-
Quando aveva
detto quelle parole,
non penavo che Kim fosse seria; credevo fosse solo una cosa buttata lì
per
dire, ed invece eccomi qui, davanti all'armadio, con una salvietta
attorno al
corpo e un'altra a turbante sulla testa,mentre mi corrucciavo pensando
a cosa
mettermi.
Che poi, insomma, non dovevo mica mettermi in tiro per un'uscita con la
mia
migliore amica, e i nostri ragazzi. Eravamo tra noi, un paio di jeans e
una
felpa sarebbero andati più che bene, secondo il mio modesto parere.
Fischiettando, agguantai il mio paio preferito di pantaloni, nello
stesso
momento in cui il mio cellulare cominciava a suonare.
Zompettai fino al letto, e mi ci lasciai cadere sopra, facendo partire
la
chiamata.
-Non stai per metterti uno sgualcito paio di jeans, vero?-
Oh, eccola, l'organizzatrice d'eventi.
-Ciao anche a te, tesoro. Sì, sono felice anch'io di sentirti. No,
figurati,
non stai disturbando- feci, sarcastica.
-Seriamente, Natalie, stai per indossare i jeans, vero?-
Fissai per qualche istante i pantaloni che tenevo tra le mani, e il mio
silenzio fu una risposta eloquente per lei, che riprese immediatamente
a
parlare, animata.
-Ci potevo scommettere. E non metterai una felpa della tuta, vero?
Perché
potrei picchiarti. -
Storsi il naso. -La felpa della tuta l'avevo già esclusa, ma i jeans
non ho
intenzione di bocciarli. Non stiamo andando al gran galà, siamo solo
noi
quattro! - m'indignai.
-Natalie, non ho intenzione di uscire con te vestita da barbona.
Chiaro?
Quindi, se esci con me, abbi la decenza di metterti qualcosa di carino.
E
magari anche i tacchi, e non guasterebbe nemmeno un po' di matita, mh?-
-Cosa saresti, scusa, una versione mixata di Carla ed Enzo e Clio?-
la
beffeggiai, piccata, gettando i miei jeans sul letto poco gentilmente.
-Ma quanto sei simpatica. Sindrome premestruale? - ribattè, con
un tono
acido.
-Va a cagare, Kim, con tutto il cuore.- sibilai.
-Non è colpa mia se non hai senso estetico.-
-Se vai avanti così e ti do buca.-
-Non oseresti! E poi non ci credo che rinunceresti a passare un po'
di tempo
con Adam. -
-Al quale, tra parentesi, piaccio anche al naturale! - sottolineai, con
un po'
di stizza.
Sentii uno sbuffo dall'altra parte, e m’immaginai Kim muovere la mano
in un
gesto molto teatrale. -Certo, dopo che ti ha vista mezza nuda,
appena
sveglia, durante una crisi di pianto isterico e completamente ubriaca,
direi
che "al naturale" per lui sei una strafiga.- fece, sarcastica.
-Non so se hai presente la foto del mio scorso compleanno, quella dove
tu avevi
un foruncolo che chiamarlo "vulcano in eruzione" è un eufemismo..sai,
CASUALMENTE John potrebbe vederla. Per pura casualità, ripeto. -
-Strega-
-Ti voglio bene anch'io-
Un’ora dopo,
vestita di tutto punto
e pure con un filo di trucco, uscii di casa.
Adam era già
lì che mi aspettava, e
appena incontrò la mia figura sorrise. E mi chiesi come una persona
potesse
avere un sorriso del genere, capace –soprattutto- di far sciogliere un
cuore.
Seriamente, come avevo fatto, in tutti quegli anni, a non subirne
l’effetto?
-Ehi, Miss
Insalata- mi salutò,
soccandomi un bacio sulla guancia, lento e dolce.
-Ehi, Mister
Perversione- scherzai,
intrecciando le dita delle nostre mani e rivolgendogli un sorriso
sincero.
Ogni volta
che lo vedevo rischiavo
la paresi facciale per i troppi sorrisi zuccherosi; e il punto è che
non mi
dispiaceva il fatto che la sua presenza avesse questo ascendente su di
me, se
l’effetto era una sorta di pace con me stessa.
Oddio. Sono
veramente partita.
**
-..No,
aspetta, fatemi capire. Le
hai fatto una confessione del genere…in un cesso? - Kim sbattè le
palpebre,
fissandoci allibita; -Anzi, nel cesso di una palestra? -
-..Sì-
bofonchiò Adam, lasciatosi
andare sullo schienale del divanetto, tutto imbronciato.
Io trattenni
un sorrisetto. Ora che
avevamo raccontato tutto per filo e per segno –la mia migliore amica
aveva
chiesto perfino com’eravamo vestiti- a Kim e John, seduti comodamente
davanti
ad un tavolino di un locale, effettivamente la situazione poteva
sembrare
assurda. Conoscevo Kim e la sua natura romantica e soprattutto
perfettina, e
l’idea che io e Adam ci fossimo messi insieme in un bagno puzzolente
non era
proprio nella sua lista delle location preferite. Lei magari immaginava
un’atmosfera magica, soffusa, con musica di sottofondo e profumo di
rose e
lillà, con Adam che s’inginocchiava di fronte a me inneggiando il suo
amore nei
miei confronti.
Bhè, in quel
bagno non c’era nessuna
luce soffusa –in realtà, di luce proprio non ce n’era-, gli unici
rumori che si
sentivano erano quelli degli attrezzi e il chiacchiericcio soffuso
nella
palestra, di certo il profumo non era Chanel n°5, e se Adam si fosse
inginocchiato, probabilmente sarebbe rimasto incollato, per quanto
sporco
c’era. Eppure, quel momento era stato perfetto. Non c’era una cosa che
avrei
voluto cambiare –beh, magari l’odore sì.
-Mondieu!
Questo sfiora il
limite dell’assurdo!-
Come volevasi
dimostrare, Kim
sfoggiò la sua indignazione. Ed era tanta, se infilava una parola in
francese
nella frase. Dal suo canto, Adam sembrò sprofondare ancora di più nel
divanetto, con un’espressione sempre più contrita. Tanto per citare
Kim: mondieu,
come poteva essere così dannatamente tenero? Mi ricordava tanto Kate da
arrabbiata; le sopracciglia aggrottate, le labbra arricciate e le
guance gonfie
e rosse per l’imbarazzo. In uno sprazzo di follia, desiderai
prendergliele,
quelle guanciotte, e pizzicargliele dolcemente. Ma poi probabilmente mi
avrebbe
incenerito con un’occhiataccia.
Così,
semplicemente, mi limitai ad
allungare una mano per afferrare la sua e intrecciare le nostre dita.
-Non ci
crederai, Kim, ma è stato perfetto così-
La presa di
Adam si fece
immediatamente più forte, tanto che il mio cuore perse un battito o
due; poi ne
perse un’altra decina, solo per lo sguardo magnetico in cui mi catturò.
-No, okay,
prendetevi una camera!-
In risposta a
quel commento,
Johnatan ricevette tre occhiatacce contemporaneamente –da me e Adam,
perché
aveva rovinato il momento, e da Kim, che probabilmente si stava godendo
la
scenetta come se fosse al cinema.
Adam si voltò
di nuovo verso di me,
e sfoggiò il suo sorrisetto malizioso.
-Allora,
Smith. Ti va di ballare?-
Improvvisamente,
sentii ogni sentore
di benessere scivolare via da me, con quella proposta. Probabilmente il
mio
cuore aveva smesso di battere, perché non lo sentivo più da qualche
secondo. In
quell’arco di tempo, il mio cervello registrò le parole di Adam, ci
associò il
signifato, e elaborò la risposta: assolutamente no. Non avevo
intenzione
di mettermi di nuovo in ridicolo; l’altra volta ero ubriaca, non sapevo
quello
che facevo, e mi sentivo quasi leggiadra –eppure, avevo ancora la
convinzione
di essermi mossa come un bufalo in una cristalliera mentre ballavo con
quel..
appena formulai pensiero, rabbrividii e lo scacciai. In ogni caso, ora
ero
sobria, razionale, e soprattutto consapevole dei miei limiti. Uno di
quelli,
era la mia incapacità di muovermi a ritmo di musica, tanto più se con
un
ragazzo.
-Non accetto
un no, tanto ti ho già
vista ballare.- Adam scrollò le spalle, e si alzò in piedi tirandomi
con sé. Le
mie proteste non servirono a niente, nemmeno quando ci aggiunsi
svariati epiteti
poco carini e qualche tentativo di bucargli il braccio con le unghie.
-Adam, non
sono capace-
-E quindi? Ti
guido io-
-No, ti
prego! - quasi implorai,
arrossendo fino alle punte dei capelli. Ma guarda a che razza di punto
ero
arrivata: stavo pregando Adam Brown.
Questo era
anche peggio di
sciogliermi davanti al suo sorriso e di essermi innamorata
irrazionalmente di
lui. Non so se rendo l’idea della gravità della cosa.
Lui mi fissò
per qualche istante in
faccia, e poi alzò un sopracciglio, in un’espressione imperscrutabile.
-Okay, allora
andiamo via-
-Ma che--? -
Prima che
potessi ribattere, senza
lasciarmi andare, mi tirò fino al tavolino dov’erano seduti ancora John
e Kim,
abbracciati.
I due
piccioncini ci fissarono
incerti –e forse, la mia espressione non era tanto diversa da quella
dei miei
amici.
-Io e Nat ce
ne andiamo. Voi state
qui, o venite con noi? -
Kim analizzò
attentamente il viso di
Adam; non so cosa ci lesse, ma i suoi occhi brillarono.
-Hai un’idea
alternativa che spacca-
Io mi
accigliai, e con me pure
Johnatan. A volte la telepatia tra Adam e Kim mi spaventava.
Dal canto
suo, il mio ragazzo
accennò un sorrisetto furbo.
-Certamente.
Dico, hai presente con
chi stai parlando? - fece, gonfiando il petto.
-Abbassa la
cresta, polletto- lo
rimbeccò Kim, per poi scrollare le spalle. -Comunque, penso che
rimarremo qua.
Il mio fine l’ho raggiunto-
-Dannata
pettegola!-
Al terzo dito
di Kim indirizzato a
me, tutti scoppiammo a ridere. Kim, con quell’espressione seccata, era
così
buffa che non riuscivo nemmeno a fingere di essermela presa per avermi
mandato
a quel paese.
-Bhè, buon
proseguimento di serata-
commentò Adam, con un gesto del capo e un sorriso.
Kim sciabolò
le sopracciglia,
alzandosi in piedi e afferrando le mani di John per far sì che lo
seguisse. -Ci
puoi giurare! A domani!- esclamò, spostandosi verso la pista.
Io
ridacchiai, davanti
all’espressione fintamente sconsolata di Johnatan, che ci salutò con un
cenno
della testa.
**
-Dove stiamo
andando?-
-Non te lo
dico-
-Dove stiamo
andando? -
-Non te lo
dico-
-Eddai.. -
-Ho la bocca
cucita-
-Ti prego, Addy..-
-No-
-ADAM.-
-Natalie.- Il
mio adorabile
ragazzo sfoggiò un adorabile sorriso su quel suo adorabile
faccino che avrei tanto voluto prendere a ceffoni.
Era circa un
quarto d’ora che
vagavamo per le vie della nostra città, e, finché eravamo ancora vicino
al
centro, ero stata zitta, aspettando pazientemente di arrivare dove Adam
mi
stava trascinando. Ma quando avevamo cominciato ad allontanarci dalle
strade
affollate, per prendere quelle piuttosto isolate che neanche di giorno
avrei
preso, mi era sembrato come minimo d’obbligo sapere dove
cacchio fossimo
diretti.
Purtroppo, il
sopracitato adorabile
ragazzo dall’adorabile viso sull’adorabile faccino che avrei tanto
voluto
prendere a schiaffi non era del mio stesso avviso. Si limitava a
camminare con
una mano nella tasca dei jeans, e l’altra stretta alla mia, senza
mollare la
presa nemmeno quando cercavo di scrollarla via. E sorrideva, quasi
beato,
mentre lo incalzavo di domande e mi rispondeva con pacatezza,
ovviamente senza
curarsi del mio prossimo attacco d’isterismo.
-Oh, insomma!
Si può sapere dov-mh!
-
All’ennesima
domanda, Adam si piantò
in mezzo alla via e mi tirò a sé, posando le sue labbra sulle mie per
tapparmi
la bocca. E, oddio, poteva zittirmi tutte le volte che voleva,
se il
metodo rimaneva quello.
-’ei
scorretto- bofonchiai, sulla
sua bocca.
Adam
ridacchiò piano, facendomi
sbuffare sconsolata. -Sei adorabile quando sei scocciata-
Ecco, il modo
più veloce di tutti
per farmi dimenticare l’incazzatura.
Seriamente,
Adam come riusciva
sempre ad incastrarmi? Rick in otto mesi di relazione non mi aveva
conosciuto
nemmeno un quarto di come Adam l’aveva fatto in sole poche settimane di
amicizia.
Chissà,
magari mi aveva studiata
bene ai tempi dell’odio funesto, tanto da conoscere ogni mio piccolo
pensiero;
solo che se prima trovava i modi più stravaganti per attaccarmi e
portarmi alla
follia, ora cercava ogni modo per tenermi buona e farmi crollare ai
suoi piedi.
E ci stava pure riuscendo.
Non sapevo se
essere felice, o se
odiarlo.
-In ogni
caso- alitò, allontanandosi
di poco dal mio viso, -Siamo arrivati-
-Alleluia!-
Adam rise,
stringendomi la mano e
trascinandomi fino alla fine della via. Appena svoltammo l’angolo, per
poco la
mascella non mi cadde a terra.
-Oddio.
Tu..Mi hai portato al Luna
Park?-
Adam sembrò
rimpicciolirsi e
rabbuiarsi, quando glielo chiesi.
-Sì..pensavo
fosse un’idea carina-
Probabilmente
fraintendeva il mio
sconcerto. Evidentemente non era così bravo a capire i miei pensieri,
altrimenti avrebbe capito che, se solo non avessi avuto il mal di piedi
a causa
delle ballerine, mi sarei messa a saltare dalla felicità.
Oh, al
diavolo.
-Carina? Stai
scherzando? - a quel
punto, fu impossibile non sorridere come una bambina alle giostre –che
effettivamente ero. -Muoviti, devo salire almeno su tre giostre! E
prendere lo
zucchero filato! -
Adam
ridacchiò, palesemente
sollevato, e si lasciò trascinare nella mischia.
Dopo un paio
di giri sulle montagne
russe, uno nella casa degli orrori e aver vinto un pupazzo a forma di
panda che
era più grande di me, ero così euforica da fare scintille.
Probabilmente sulla
mia faccia persisteva un sorriso da paresi, e i miei occhi erano fuori
dalle
orbite come quelli dei cartoni animati –e questo, forse, era anche per
la mia
incommensurabile soddisfazione nell’aver trovato un punto debole di
Adam. Lui,
che aveva fatto tanto lo sbruffone ad arrampicarsi sul muretto che
divideva
casa mia da casa sua, dicendo che “non era difficile”, soffriva di
vertigini.
Probabilmente, non l’avrei mai scoperto, se solo non avessi insistito
per
salire sulla ruota panoramica, e lui non fosse stato così orgoglioso da
non
ammettere prima il suo piccolo problema. Perciò Adam era salito con me
sulla
ruota; all’inizio fingeva indifferenza, ma, mano a mano che andavamo
verso
l’alto, il suo viso si faceva sempre più pallido.
Così, mi sono
guadagnata una scusa
per accoccolarmi a lui, e posare il capo sul suo petto.
-Non avere
paura.
-Non ho
paura.- A quelle parole, che
probabilmente risultavano incerte perfino alle sue stesse orecchie,
zittii Adam
con uno sguardo piuttosto eloquente. Lui mi sorrise, nel modo più
semplice e
adorabile possibile, guardandomi come se fossi la cosa più bella del
mondo, e
dopo avermi scoccato un bacio lieve tra i miei capelli, sembrò
finalmente
rilassarsi. -Com'è che tu hai paura di salire su un muretto e non di
salire su
questo coso?- mi sussurrò appena, la voce in un soffio. Era davvero
spaventato!
Io
ridacchiai, scrollando le spalle.
-Non lo so, questa giostra mi è sempre piaciuta così tanto che a salire
qui
sopra non sono mai stata male. La vista è mozzafiato.-
-Oh, io
preferisco non controllare se
dici la verità.-
Scoppiai a
ridere, per poi
schiarirmi la gola.
-Mi spieghi
come hai fatto ad
arrampicarti sul muretto di casa tua per salire nella casetta, se
soffri così
tanto l’altezza?- incalzai, mentre la giostra si fermava. Sentii
immediatamente
Adam irrigidirsi, così cercai di distrarlo il più possibile. –Insomma,
facevi
tanto lo sbruffone!- scherzai, dandogli un pizzicotto al braccio che mi
avvolgeva le spalle.
-Lì ci salgo
da quando sono piccolo,
sono abituato. E poi non è che sia tanto alto il muretto- spiegò,
cercando di
sembrare tranquillo e scanzonato. Nonostante ciò, lo sentivo che era
ancora un
po’ teso.
-Capito. Mi
piacerebbe tornarci..-
mormorai, per poi alzare lo sguardo ai suoi occhi e sorridendogli
furba; -Ma
sai cosa mi piacerebbe ancora di più?-
Adam scosse
la testa, un luccichio
molto simile a quello che avevo io nelle iridi chiare: come sempre,
eravamo
sulla stessa lunghezza d’onda per certe cose. In ogni caso, decise di
rimanere
al gioco: -Non saprei. Cosa ti piacerebbe?-
-Che mi
baciassi mentre siamo ancora
qui su, come in una classica fantasia da tredicenne innamorata.-
-Mmh..Mi
piace quest’idea- mormorò,
allungandosi leggermente per posare la sua bocca sulla mia. Il bacio
che ci
scambiammo fu come prendere la scossa: non era stato quello romantico
della
dichiarazione, ma nemmeno bisognoso e disperato come quello della festa
o in
corridoio: fu lento e misurato, appena approfondito, ma ebbe la
capacità di
sconvolgermi. Il mio cuore non aveva mai battuto tanto forte, e lo
sguardo di
Adam non era stato mai tanto intenso -nemmeno quando mi aveva detto che
era
innamorato di me; I suoi occhi -normalmente verde smeraldo- avevano
assunto un
tono più cupo, simile al verde bottiglia: ed erano da mozzare il fiato.
Se
possibile, lo rendevano ancora più bello.
Rimanemmo
ancora per qualche secondo
in silenzio, poi fu lui a spezzarlo. -Cavolo. Questo aggeggio infernale
comincia a piacermi.-
Io scoppiai a
ridere, dandogli un
leggero buffetto. In quel momento, la giostra si fermò per farci
scendere, così
afferrai la mano e lo trascinai giù.
-E ora? -
incalzò Adam, passando un
braccio attorno alle mie spalle.
Il sorriso
che mi si allargò sulle
labbra probabilmente sembrava quello dello Stregatto di Alice nel Paese
delle
Meraviglie, ma non riuscii proprio a trattenerlo: -Ora prendiamo lo
zucchero
filato!-
Adam scosse
la testa e ridacchiò,
ciondolando e trascinandomi con sé sino al banchetto dei dolci. Mentre
Adam si
faceva preparare un'ipercalorica crèpe alla Nutella -dall'aria
veramente
invitante- io cominciai a spiluccare il mio gigantesco zucchero filato
rosa con
gusto e un sorriso ingolosito stampato in faccia. Probabilmente
sembravo
davvero una bambina, ma non me ne fregava nulla: portatemi al Luna Park
e
datemi un dolce, e divento o un agnellino o una cavalletta esagitata.
In quel
momento, probabilmente, sono più la seconda.
-Non ti
facevo così golosa- commentò
Adam, con un sorrisetto divertito, guardandomi dall'alto del suo uno e
ottanta.
Mordicchiai un altro po' di zucchero, impiastrarmi un po' il viso. Era
un’impresa per me mangiare un dolce senza ridurmi alla stregua di un
bebè tutto
sbrodolato di pappetta, ma ormai chi mi conosceva ci aveva preso
l’abitudine
–Kim, quando mangiavamo il gelato a casa sua, per rigirare il coltello
nella
piaga si divertiva sempre a darmi una bavaglia.
-Mmm..i dolci
sono il mio punto
debole.- dissi, deglutendo. Mi portai una mano per pulirmi l'angolo
della bocca
dallo zucchero, ma Adam fu più veloce di me: si allungò verso il mio
viso e
lasciò un bacio lì dove ero impiastricciata, per poi sorridermi
furbescamente.
-E tu sei il
mio.-
-Oh, come
siete carini!-
Arrossii
furiosamente, quando la
donna dello zucchero filato fece quel commento; Adam, invece,
ridacchiò: -Vero?
Lo dico anch'io- scherzò, prendendo il dolce che la signora, scoppiata
in una
grassa risata, gli porgeva.
-Grazie
mille- fece Adam, prima di
rimettermi il braccio sulle spalle.
Sgranocchiammo
i nostri dolci
chiacchierando tranquillamente- il che era era piuttosto scandaloso,
considerando
chi eravamo- diretti verso casa.
Era poco più
di mezzanotte, ma la
serata era stata così bella che non avevo voglia di staccarmi da Adam;
non era
uno di quei pensieri da ragazzina appiccicosa e ossessiva che non vuole
separarsi dal suo fidanzato col terrore che sia stato tutto un sogno:
semplicemente stare con lui era come vedersi un film comico alla tele,
mangiare
una bella fetta di torta al cioccolato, e leggersi un romanzo rosa, il
tutto
contemporaneamente. Adam aveva il potere di divertirmi e di farmi
sciogliere
con niente, proprio come era in grado di farmi imbestialire solo
qualche mese
prima.
Non che non
avremmo litigato più,
certo; avevo come l'impressione che tra noi due ci sarebbe sempre stato
quel
piccolo vizio di battibeccare per ogni singola cosa, ma in quel momento
ai miei
occhi sembrava una cosa normalissima. Anzi, sarebbe stato più strano se
non
avessimo sempre sentito quel brivido mentre discutevamo: era una cosa
terribilmente nostra, qualcosa che ci caratterizzava. E poi, era nel
nostro DNA
aver sempre qualcosa da ridire per il gusto di contraddirci a vicenda,
o farci
battutine pungenti.Non saremmo stati Natalie Smith e Adam Brown.
-Allora-
incalzai, svoltando nel
nostro quartiere e stringendo un po' di più il mio Panda pupazzo, -Da
uno a
dieci com'è stata la serata?-
-Per me è
stata splendida, ma hai
intenzione di concluderla così?- fu la risposta di Adam, che abbassò
appena il
capo per incrociare i miei occhi. Sorrisi appena, sentendo un familare
calore
scaldarmi le guance. Era da un po' che non arrossivo per l'eccesso di
felicità
-non con Adam, perlomeno.
-Veramente
no..- risposi sincera,
accennando un sorrisetto e scrollando le spalle. -Sto bene con te.-
-Kim non ha
avuto una brutta idea a
organizzare questa cena a quattro. Ma la mia di andare al Luna Park
devi
ammettere che era geniale.-
Rimasi un po'
perplessa dalla sua
risposta, non c'entrava propriamente con il discorso precedente. Ma
Adam aveva
una mente piuttosto contorta, l'avevo imparato a mie spese, e la
maggior parte
delle volte o bisognava leggere tra le righe, o farlo direttamente
proseguire
con le spiegazioni.
-Ammetto è
stata una serata
alternativa.- concessi, facendogli la linguaccia, -Ma con questo..?-
-Con questo-
proseguì lui, -vorrei
che tu valutassi anche la mia nuova idea..-
-Che
sarebbe?- incalzai, curiosa. A
meno che non fosse stato illegale, avrei probabilmente accettato
qualunque cosa
mi avrebbe proposto. -Ti va di dormire ancora nella casetta?- domandò
fintamente tranquillo, guardando verso casa sua, come se avesse paura a
guardarmi in faccia e leggerci una brutta espressione. Peccato che
sulla mia
faccia non ce ne fossero, di brutte espressioni: l'unica cosa che ci
avrebbe
trovato, probabilmente, era un sorriso sognante da ebete. Non avrei
potuto domandare
di meglio, sinceramente.
-Sì, mi va.-
Adam si voltò
verso di me
immediatamente, gli occhi verdi che mi fissavano sbalorditi. -Che c'è?-
scherzai, -Pensavi che ti avrei preso a pugni dandoti del pazzo ?-
Lui
ridacchiò, passandosi una mano
tra i capelli spettinati, -Sì, una cosa del genere.-
-Quindi?-
domandai. -Dormiamo lì?-
-Se te l'ho
chiesto!- fu il commento
di Adam, con tanto di espressione ironica da schiaffi. Tuttavia, ahimé,
non
riuscii a non alzare gli occhi al cielo senza essere almeno un po'
divertita.
-Però forse è il caso di far credere ai nostri genitori che abbiamo
dormito nei
nostri letti.- riflettè, arricciando le labbra in una smorfietta
assolutamente
adorabile.
No, seriamente.
Presto o tardi sarei morta di diabete per
i commenti zuccherosi che partoriva la mia mente, era completamente
degenerata.
-Molto
saggio.- commentai,
pensierosa. Se mio padre non mi avesse trovato nel mio letto,
probabilmente
avrebbe chiamato la CIA, pur di riportarmi a casa. Se poi mi avesse
scoperta
con Adam -perché oltre la CIA avrebbe chiamato Emma, e lei sapeva
sempre tutto,
anche quante volte andavamo in bagno io e Adam- non avrei più avuto un
ragazzo.
-Okay. Ora
andiamo a casa, diamo la
buonanotte a tutti e tu ti metti il pigiama con le mucche.- ragionò
velocemente
Adam, passandosi per l'ennesima volta la mano tra i capelli. Era
normale
adorare così tanto un dannato gesto? C'era da dire, però, che lo faceva
con
veramente tanta classe: i modelli delle pubblicità dei prodotti per
pettinature
maschili non riuscivano ad essere tanto incisivi dal portarmi ad
adorare dei
fottuti capelli come faceva Adam.
-Intanto io
preparo il sacco a pelo
e un termos con qualcosa di caldo, non si sa mai. Quando è tutto pronto
ti invio
un sms, va bene?-
Presa com'ero
tra i miei pensieri
-nei quali, ovviamente, lui e la sua chioma spettinata erano i
protagonisti
assoluti- impiegai qualche secondo a riconnettermi con la realtà e a
seguire il
filo del discorso del mio ragazzo. Mio ragazzo: ma quanto
suonava bene?
No, okay. Questo era penoso.
Scossi la
testa leggermente, come
per riprendere coscienza di me stessa -me stessa?, non ero più nemmeno
sicura
di come mi chiamavo, da quando Adam aveva stravolto il mio mondo.
-Okay. Va
bene.- annuii, avviandomi
verso il mio cancelletto.
-Ehi, ma dove
vai?- Adam mi afferrò
e mi trascinò indietro da lui, abbracciandomi. -Non mi dai nemmeno un
bacio per
salutarmi?-
Mi accigliai,
leggermente inebetita
-tutto regolare, insomma, dato che avevo a dieci centimetri dalla
faccia quella
di Adam. -Ma ci vediamo tra poco.-
-Smith, ormai
anche solo un minuto
senza di te mi fa morire.- fece, con un tono quasi saccente.
-E pensare
che prima morivi se stavi
più di un momento con me!-
-La cosa era
reciproca. Eppure, sai
cosa? Ora stiamo assieme, e stasera dormiremo ancora nello
stesso sacco
a pelo.- detto ciò, Adam mi lasciò un bacio sulle labbra. -A dopo.
Tieni
sott'occhio il telefono!-
Non appena
entrai in casa, mi
assicurai di salutare mio padre -seduto sul divano del salotto, le
occhiaie per
la stanchezza: stava crollando dal sonno, ma iperprotettivo com'era non
sarebbe
riuscito a dormire senza avermi vista rientrare.
Non appena mi
vide sana, salva, e
con un sorriso tranquillo i muscoli del suo viso si rilassarono, tanto
che
pensai che da un momento all'altro avrebbe chiuso gli occhi cadendo
beato tra
le braccia di Morfeo -mamma, come sono poetica stasera.
Gli scoccai
un bacio sulla guancia,
mormorandogli di andare a letto: Richard non se lo fece ripetere due
volte, e
dopo avermi dato la buonanotte ciondolò di sopra -con me dietro di lui
per
paura che si addormentasse in piedi sulle scale- per poi trascinarsi in
camera
da letto.
Io mi spostai
in camera di Rose
silenziosamente: mia sorella sembrava beatamente persa nel mondo dei
sogni,
così non avrei avuto problemi a sgattaiolare via da lì.
Presi il
pigiama ripiegato sul letto
e mi spostai in punta di piedi in bagno per darmi una sciaquata. Avevo
appena
infilato la mia mise da notte -mi chiedevo quanto sexy Adam mi
avrebbe
trovata, con quel coso addosso - da uno a dieci, forse zero- , quando
il
cellulare vibrò, segno che era pronto.
Dovetti
tornare in camera mia per
infilarmi le ciabatte, ma quando stavo per uscire di nuovo, Rose si
mosse.
-Dove stai andando?- bofonchiò con voce impastata, passandosi una mano
sull'occhio.
-Vado a
dormire con Adam.- le
risposti, tanto non sarebbe stata lei a trattenermi. E, in ogni caso,
se ne
sarebbe accorta la mattina dopo.
-Ah, okay.
Usate il preservativo-
commentò, per poi tornare a dormire.
Ero basita, e
impiegai qualche
secondo a smuovermi dal mio shock temporaneo. Mia sorella non era in sé
-grazie
al cielo-, quindi era meglio soprassedere. Sicuramente, non appena
l'avrei
raggiunto, avrei raccontato questa cosa a Adam. Si sarebbe sicuramente
squartato dalle risate - o forse no.
Il cellulare
vibrò ancora, così
decisi di darmi una mossa. Quando uscii di casa, trovai Adam ad
aspettarmi.
-Finalmente!-
commentò. Il suo
sorriso sincero tradiva largamente il suo tono esasperato, ma gli feci
comunque
una boccaccia.
-Sei tu che
sei esageratamente
veloce!-
Adam ammiccò.
-Avevo voglia di
vederti.-
-Anche se
sono passati solo dieci
minuti?-
Quello scemo
si portò una mano alla
bocca, assumendo un'espressione sbalordita: -E' passato così tanto?
Ridacchiai,
scuotendo la testa: Adam
era assurdo, veramente. Ma lo adoravo anche per questo. -Forza,
idiota.-
Adam ghignò,
per poi precedermi
mentre ci avviavamo nel giardino di casa sua. Stavolta, grazie al
cielo, ebbe
il buon gusto di farmi salire dalle scalette. Probabilmente la ruota
panoramica
lo aveva provato abbastanza, quella sera.
Fu
involontario, poi, pensare al
bacio che ci eravamo scambiati su quella giostra; il mio cuore perse un
battito, e il mio stomaco si contorse con una fitta.
Evidentemente,
anche Adam ci aveva
appena pensato, perché non appena misi piede nella casetta mi attirò a
sé per
baciarmi. Senza fretta, con la consapevolezza di avere tutto il tempo
del mondo
solo per noi, quella sera.
-Ho portato
la cioccolta calda..-
mormorò sulle mie labbra, staccandosi appena.
Sorrisi:
-Ottima scelta.-
-Saremo così
drogati di cioccolato
che non riusciremo a dormire.-
-Tanto lo
sapevamo già che non
avremmo dormito tanto.- ribattei, scrollando le spalle e allontanandomi
da lui
per sedermi sul sacco a pelo blu in cui avevamo dormito anche qualche
settimana
prima.
Adam mi seguì
poco dopo,
accoccolandosi contro la mia schiena e abbracciandomi da dietro.
-Lo so che
non è passato molto
dall'ultima volta che te l'ho detto, ma mi hai stravolto la vita, Nat.-
Feci staccare
il suo petto dalla mia
schiena allontanandomi di un po', giusto per riuscire a guardarlo in
faccia.
-Non hai idea
di come tu lo abbia
fatto con la mia.- mormorai in risposta, per poi girarmi del tutto e
abbracciarlo con forza. Adam sorrise sui miei capelli, lasciandosi
andare
all'indietro e facendo sì che mi accoccolassi più comodamente sul suo
petto.
-Ti amo,
Adam..- sussurrai appena.
Era la prima volta che glielo dicevo chiaro e tondo, e il mio cuore
sembrava
volermi uscire dal petto, nonostante temessi che non mi avesse sentita.
Ma
evidentemente avevo sottovalutato
il suo udito da musicista.
Perché Adam
mi aveva sentita, e ci
mise solo un secondo a coinvolgermi in un bacio mozzafiato, ancor più
profondo
e intenso di quello di quella sera, quello sulla ruota panoramica; le
sensazioni erano le stesse, solo..moltiplicate all'ennesima potenza.
Allo stesso
modo, non ci impiegai molto
per capire che mi sarebbe piaciuto andare oltre, quando il bacio si
fece meno
lento e più frenetico e passionale. Le mani di Adam avevano trovato
posto sui
miei fianchi scoperti, le mie alla base della sua schiena, mentre la
sua bocca
scendeva leggermente sul mio collo, facendomi sospirare e mugolare.
Non era la
mia prima volta in
assoluto, ma sarebbe stata la prima volta con Adam, la prima con un
ragazzo di
cui ero veramente innamorata. E questo bastò per lasciarmi andare,
nonostante
il cuore quasi sembrava volesse sgusciarmi fuori dal petto, tanta era
l'agitazione.
Fare l'amore
con Rick mi era
piaciuto: lui era il mio primo ragazzo, ero stata bene e lui dolce e
attento.
Farlo con
Adam, però, fu
indescrivibile, sconvolgente, appagante. Ma soprattutto, mi sembrò di
dividere
veramente una parte d'anima con lui. E forse a rendere tutto più
intenso erano
stati i miei sentimenti per lui; perché con Rick ero sì presa, ma Adam
lo
amavo. Ed era stata tutta un'altra cosa.
-Tutto okay?-
mormorò dopo un po',
rompendo il silenzio familiare che era caduto. Ero arrivata a pensare
che che
si fosse addormentato.
-Mai stata
meglio.- risposi
semplicemente. Ero così..felice, che il sorriso non mi si
sarebbe
cancellato dalla faccia per i prossimi vent'anni, probabilmente.
Poi il
silenzio ricadde, e io chiusi
gli occhi, ascoltando il ritmo cadenzato dei battiti del suo cuore,
tenendo il
capo appoggiato sul suo petto, proprio all'altezza del suo cuore. Era
un
qualcosa capace di rilassarmi terribilmente.
-Sento il tuo
cuore battere-
mormorai, piano. Prima batteva più forte, ora stava cominciando a
rallentare la
sua corsa, come se si fosse abituato: o soffriva di tachicardia, oppure
era la
mia presenza a fargli quell’effetto. Sinceramente, non volevo saperlo:
preferivo illudermi di fargli venire il batticuore solo abbracciandolo.
Sentii la
mano
di Adam sfiorarmi i capelli, e d’istinto sospirai. Come il silenzio che
era
caduto, ormai mi era famigliare anche quel gesto. Mi piaceva quando
giocava
distrattamente con una ciocca dei miei capelli, quando li arricciava
tra le
dita o mi ci sfiorava il viso. Sapeva farmi rilassare, esattamente come
il
ritmo cadenzato del suo respiro.
-Comincio a pensare che continui a battere solo per te- rispose, con
calma. Al
contrario, il mio povero cuore non reagì con altrettanta
tranquillità,
perdendo qualche battito. Poi mi accorsi che anche il suo era
inciampato in
qualche singhiozzo, mentre parlava
Il sospiro di
Adam mi sfiorò la fronte. -Cavolo, Nat, ma cosa mi hai fatto?- Non
fiatai, era
evidente che fosse una domanda retorica; infatti poco dopo proseguì.
-Mi hai
rincoglionito completamente.Hai perfino tirato fuori il meglio di me.
Continuo
a chiedermi come tu possa esserti veramente innamorata di me.-
-Beh, non so
nemmeno come, ma è così. E' stato ed è più forte di me, Adam. E potrei
farti la
stessa domanda, ma non te la farò. Mi basta sapere che davvero mi ami
per
essere felice.-
Sentii le sue labbra posarmi un soffice bacio sui capelli, con cui
prese di
nuovo a giocchicchiare distrattamente.
-Quindi non sei pentita..-
Quella che doveva essere un'affermazione sussurrata di Adam, ma che
invece
sembrava più una domanda, mi lasciò per un attimo spiazzata. -No che
non sono
pentita, Adam. Tu..tu sì?-
-No! No, certo che no, non pensarlo nemmeno!- rispose
immediatamente,
quasi fosse terrorizzato dal fatto che potessi davvero credere una cosa
simile.
Sentii l'enorme macigno appena comparso sul mio cuore dissolversi come
si era
posato in un secondo.
-E' che..sei stata la prima, per me-
-Oh.-
-Già- No, no! Un momento, io non volevo uscirmene con uno stupido 'oh'!
-Delusa?
In quel momento non riuscivo a capire proprio il suo tono di voce, così
mi
sollevai appena per riuscire a guardarlo negli occhi. Scossi la testa,
lentamente, osservandolo: aveva un'espressione indecifrabile.
-Non delusa, solo..sopresa. -
-Te l'avevo detto che ho avuto poche storie e che non sono un
puttaniere-
disse, scrollando le spalle.
-La cosa mi lusinga- scherzai, allungandomi fino ad essere faccia a
faccia con
lui -E così, ho macchiato l'animo candido di Adam James Brown.- soffiai
sulle
sue labbra, con un sorriso.
Anche Adam sembrò rilassarsi di più, ora. Speravo non avesse seriamente
paura
che lo sfottessi per questa cosa; stavo scherzando, ma lo facevo per
farlo
rilassare, non per metterlo a disagio.
-Candido non troppo, però.- ripresi, continuando con lo stemperamento
della
tensione, -Magari color panna. E' un reato meno grave-
Lui ridacchiò appena, per poi scoccarmi un bacio sulle labbra. -Tu sei
pazza.-
-Già. Penso di aver perso l'ultimo briciolo di ragione stanotte. Con lo
zucchero filato, ovviamente.- commentai, facendogli una boccaccia.
Adam scosse la testa, fintamente scandalizzato. -Hai portato via la mia
innocenza, e continui a preferire i dolci a me. Potrei scegliere la
crèpe alla
Nutella invece che te.-
-Fai pure, vorrà dire che mi metterò insieme al mio zucchero filato.-
-Sì, ma con la velocità con cui lo divori rimarresti vedova molto
presto!-
ribatté Adam, facendomi ridere.
Tranquillizzata dal sorriso sereno sul suo viso, mi accoccolai di nuovo
sul suo
petto, all'altezza del cuore, dove lasciai un bacio.
**
-Romeo, forse
è
meglio che torniamo a casa..- mormorai, accarezzandogli dolcemente i
capelli.
Quando mi ero svegliata, quella mattina, avevo scoperto che durante la
notte i
nostri ruoli si erano invertiti. Se prima io avevo usato Adam come
cuscino, ora
era lui che teneva la testa appoggiata dolcemente a me. E mentre lo
svegliavo,
era impossibile non liquefarmi come una gelatina: sarà stata
l'atmosfera di
quella notte che ancora permeava ogni angolo della casetta, sarà stato
lui che
era semplicemente magnifico, ma mi sembrava di fluttuare.
-Adam..se non ci trovano sono guai..- riprovai, sfiorandogli la spalla
per
smuoverlo un po'.
-Mmmh..non ho voglia di alzarmi e andare a casa..voglio stare qui con
te.-
borbottò, e, come per sottolineare il concetto, si abbarricò ancora di
più a
me.
Sbuffai una risata: avrei voluto fare l'esasperata, ma la verità era
che
anch'io sarei stata volentieri tutto il giorno lì con lui.
Mamma mia, avere un ragazzo mi rendeva la persona più melensa
dell'universo. O
per meglio dire: avere Adam come ragazzo mi rendeva la persona
più
melensa dell'universo.
Il suddetto mi lasciò un bacio leggero sul collo, e ci sfregò
dolcemente il
naso, provocandomi uno scompenso cardiaco. -Ti trasferisci a casa mia?
Così
dormiamo tutte le notti insieme e ti uso come materasso.-
-Sarebbe un'idea carina.- scherzai, -Ma se non torniamo a casa
potrebbero
venirci a cercare.-
-Ma non sanno dove siamo.-
-Adam, stai scordando chi è tua madre.- gli dissi, e lui ridacchiò,
annuendo.
-Forse hai ragione.- concesse, alzando il viso e baciandomi le labbra
lievemente. Evviva i baci mattutini al fiato pesante che con Adam
risultavano
la cosa più bella del mondo, alè! -Buongiorno.- mormorò con voce
carezzevole.
Se fossi stata in piedi, le gambe mi sarebbero cedute, poco ma sicuro.
Una voce
come la sua, roca dal sonno, era da infarto.
-'Giorno anche a te. Comunque, io ho sempre ragione.- e gli diedi un
leggero
colpetto alla spalla e per farlo spostare. Adam alzò gli occhi al cielo
e
rotolò al mio fianco, mettendosi seduto. -Okay. Spero solo che qualche
vestito
non sia volato giù dalla finestra.- scherzò, allungandosi per prendere
la sua
t-shirt.
Io ridacchiai, tirandomi su a mia volta e perdendomi ad osservare la
sua
schiena. Avevo scoperto di avere un vero e proprio pallino per le sue
spalle e
le sue braccia: erano la cosa più sexy che io avessi mai avuto il
piacere di
vedere.
Adam si voltò, cogliendomi sul fatto, e mi rivolse un sorriso
malizioso. -Che
c'è, ti sei incantata?-
-Certo che no. Riflettevo.- ribattei con nonchalance, infilandomi
velocemente
la giacca del pigiama.
-Continua pure a riflette sulla mia magnificenza.- mi prese in giro,
facendomi
sbuffare divertita.
Adam Brown era la persona più bella -sia esteriormente che
interiormente- che
avessi mai visto, davvero. Ero felice di aver abbassato l'ascia di
guerra, quel
giorno in cui lui aveva la febbre, ed ero anche gelosamente orgogliosa
e
lusingata di poterlo ritenere mio. E poi, io ero stata la sua prima
volta;
sotto sotto, ero davvero sollevata di essere stata l'unica con cui
aveva fatto
l'amore. E per un momento avrei voluto essere anch'io vergine, e dargli
tutta
me stessa; ma era stato un pensiero veloce, perché avevo capito che era
stata
comunque la notte più bella della mia vita, e che probabilmente l'avrei
ricordata per sempre.
-Allora, Suor
Panterona, sei
pronta?-
Il commento di Adam mi riscosse dai miei pensieri, così finii di
vestirmi e lo
aiutai ad arrotolare il sacco a pelo.
-Questo lo prendo dopo, non vorrei che mamma facesse domande.-
Piuttosto
logico, Adam aveva ragione.
Mi stavo avviando alla scaletta per scendere, già nella prospettiva di
essere
silenziosa, scattante e di non rompermi l'osso del collo, ma ovviamente,
come se non potesse farne a meno, Adam mi riacciuffò da dietro e mi
strinse a
sé. -Oggi ci vediamo?-
Ma era un vizio, quello di mormorarmi nell'orecchio? Non sapeva che
rischiava
uno stupro istantaneo, oppure, peggio, un mio collasso psico-fisico?
Cavolo, avevo il cuore che scalpitava.
Mi schiarii la gola, sentendo le sue labbra posarsi dolcemente sul mio
collo.
-Allora?
-Non saprei. Abbiamo scuola domani, dovremmo anche studiare..-
-Che ne dici se studiamo insieme?- incalzò lui. Credeva davvero che
saremmo
riusciti a studiare, io e lui nella stessa stanza? L'ultima volta che
ci
avevamo provato, eravamo finiti ad un millimetro dal baciarci e io gli
avevo
chiesto che dentifricio usava. Ora che avevamo il via libera dal
baciarci,
dubitavo ci saremmo fermati per fare quella futile cosa che era
studiare.
E forse fu proprio quella prospettiva allettante a farmi parlare:
-Perché no.
Ma studiamo per davvero.-
-E certo. Che altro dovremmo fare?- fece Adam, retorico, con un
sorrisetto che
non preannunciava nulla di buono. O forse no.
-Okay. Allora ci sentiamo dopo.- Gli diedi un veloce bacio sulla
guancia,
facendolo sorridere come un ebete. Poi sciolse la stretta e mi lasciò
scendere,
seguendomi immediatamente dopo. -Aspetto con ansia la tua chiamata!-
scherzò,
portandosi una mano al cuore e l'altra alla fronte, con fare
drammatico.
Che diva che era il mio ragazzo, pensai, mentre alzavo gli occhi al
cielo e
ridevo.
-Contaci!- ribattei, facendogli un cenno prima di salutarlo.
Quando entrai in casa, stavo ancora ridacchiando tra me e me.
**
AAP
[Angolino Autrice Penitente]
Innanzitutto,
salve a tutti. Alla bellezza di
mezzanotte e trendadue, sto riuscendo ad aggiornare. Penso ormai si sia
capito
che sono una ritardataria cronica, sia ad aggiornare, sia nella vita.
Chiedo
scusa per l'ora, ma sono appena tornata a casa. E chiedo scusa anche
per
l'assenza dal sito, solo per ribadire quello che ho detto oggi
nell'avviso
pre-postaggio. Insomma, tra crisi di trama, voglia e tempo, credo di
essere
tornata in me e sono pronta a ricominciare a scrivere come si deve. E,
possibilmente, a postare con un ritmo accettabile.
Allora. Che dire, capitolo bello lunghetto, eh? Diciamo che mi sono
lasciata
prendere la mano, quando è ritornara l'ispirazione -e si vede, direi.
Credo che sia uscito proprio come lo volevo, anche se forse ci sono
stati più
momenti fluff tra Nat e Adam che altro (ma a voi non dispiace,
nevvero?) Di
solito nei miei capitoli c'è più spazio per la famiglia dei due e dei
loro
amici, ma questo era quasi interamente dedicato alle mie creaturine che
avevo
perso di vista in questa pausa dalle Originali. Un po' per farmi
perdonare da
voi, un po' perché lo dovevo a loro.
E allora, direi che ci sono state anche delle sorpresine, no? L'avreste
mai
detto che Adam era vergine? (io no XD) Che poveretto, si fa anche dei
patemi
mentali -io lo so, ve lo assicuro u.u Mentre Natalie è praticamente in
brodo di
giuggiole.
Non so, voi che ne pensate del fatto che li ho fatti andare a letto
insieme?
Era troppo presto, secondo voi? Io non saprei, secondo me ci stava. Non
stanno
insieme da tanto, è vero, ma dal momento che io -come tutte voi- sono
convinta
del fatto che loro siano fatti per stare insieme da 19 capitoli fa e
che anche
loro lo volevano intensamente..bhé. Ecco tutto. E poi sono grandi e
vaccinati.
E si amano tanto. E poi per Addy era la prima volta :3
Okay. Io..stacco qui. Spero che leggerete questo capitolo, nonostante
l'ora
-magari domani ^^"- e nonostante la luuunga pausa -per cui vi chiedo
ancora scusa.
Spero non ne siate rimaste deluse.
Un bacio enorme.