CAPITOLO 2 - Peeta
Guardo,
dalla finestra, la piazza svuotarsi in pochi instanti. Dopo che
la mietitura è finita ci hanno portato al primo piano del
Palazzo di giustizia scortati dai Pacificatori e rinchiusi ognuno in
stanza separate, sorvegliate dall'esterno. Mi guardo attorno esaminando
i fronzoli che sommergono la piccola camera. Tutto è
elaborato dai mobili alle siede, dalle pareti ai divani. Rifletto sui
pochi giorni che mi rimangono da vivere, non avendo alcuna
possibilità di sopravvivere nell'arena morirò
sicuramente entro ventiquattro ore dall'inizio degli Hunger Games.
Potrebbe essere un ottimo risultato visto la moltitudine di ragazzi
deceduti dopo neanche cinque minuti dal fischio iniziale. E' strana la
sensazione che sto provando adesso. Dopo aver sentito il mio nome
pronunciato da Effie Trinket tutte i problemi e le paure che avevo fino
a stamattina mi sembrano stupidaggini. Penso a Katniss e rido pensando
alle volte che ho provato a parlarle, ma senza riuscirci per paura di
essere respinto. A poco a poco sento il rimorso contorcermi le
interiora e gli occhi gonfiarsi. Il rumore della porta che si spalanca
mi trattiene dal piangere. Dietro al Pacificatore di guardia compare
mio padre. Vedo il suo volto provato. Ecco che si è avverato
il più brutto dei suoi incubi. Vorrei
dirgli di non preoccuparsi per me, ma non ci riesco. Ci abbracciamo
senza dire nulla, mentre guardo entrare mia madre e Chris con il suo
solito sorriso. Vederlo mi risolleva un po' il morale.
— Guarda
il lato positivo — mi
dice dopo che mio padre si stacca da me.
— Mangeremo
la torta per festeggiare il tuo ritorno
—
conclude.
Riusciamo a ridere per qualche instante per poi capire a vicenda che
non ci sarà mai un momento del genere.
— Dov'è
Brad? —
domando strofinandomi gli occhi arrossati. Nessuno fa in tempo a
rispondere che lo vedo comparire dalla porta. Sta cercando di non
piangere. Per qualche istante lo vedo esitare, ma poi si avvicina e mi
stringe forte a sé. Sento le sue lacrime bagnarmi le spalle.
Non riesco più a trattenermi e vedo che neanche Chris ci
riesce.
— Ho
provato ad alzare la mano, ma non ci sono riuscito. Ho avuto troppa
paura di morire, sono solo un vigliacco. Scusami fratellino —
confessa
rotto dalle lacrime. Non dico niente, riesco solo a piangere. Certo non
lo biasimo. Come mi sarei comportato io? Non so
darmi una risposta, ma non m'interessa. Sento Chris abbracciarci con
il volto rigato dalle lacrime. Può darsi che tra di noi ci
sia sempre qualche battibecco, ma alla fine ci vogliamo bene e sono
felice di avere due fratelli come Brad e Chris. Il tempo a nostra
disposizione scade, ci stringiamo per un ultima volta tutti assieme,
anche mia madre, e poi li vedo scomparire per sempre dietro la porta
rimanendo da solo con le mie lacrime. Mi lascio cadere su uno dei
divani e, con la testa tra le mani, continuo a piangere. Sento la porta
riaprirsi. Sarà sicuramente Delly. Mi asciugo subito le
lacrime e cerco di sorridere. Alzò lo sguardo e sento un
tuffo al cuore quando vedo che non è lei. Mi alzo di scatto
e guardo lo sguardo spento della ragazza che amo, guardo gli occhi
grigi di Katniss Everdeen.