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Autore: _Misery    11/07/2012    3 recensioni
[ Mockingjay ]
"Ma adesso si chiede se non abbia sbagliato anche lei, a volte. Non sa se i Giochi siano mai stati davvero divertenti, non ha visto il fuoco e le bombe nelle case di tutta Panem; eppure le sembra di conoscere vagamente ciò che ha spinto Haymitch a diventare un misero ubriacone.
Perché è la stessa cosa che si agita tra le sue costole e rode le sue ossa, è la stessa cosa che la fa tremare anche d’estate – e non si tratta di semplice panico, ché la paura ormai l’accompagna dappertutto come la più nera delle sue ombre."

Ancora Effie, ancora una piccola parte delle sue (possibili?) sensazioni dopo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sbrilluccichii'
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Le creature impaurite vogliono solo dormire per sempre







Effie Trinket è una delle poche persone a possedere una sveglia funzionante: il resto della popolazione, a Capitol City, preferisce poltrire finché può e gustarsi la sicurezza di un letto tiepido – preferiva, a dirla tutta, perché la città che conosceva se n’è andata da giorni ed Effie deve ricordarsi di pensare al passato e le sue lenzuola sono fredde e umide come se non avessero mai conosciuto altro che notti di pianto.
È difficile, troppo difficile: ed è persino peggiore dei pomeriggi trascorsi a scartare nomi nello squallore del Distretto 12, con un centinaio d’occhi ferocemente puntati su di lei e la penosa speranza d’essere promossa a qualche zona più sopportabile. Quanto le sarebbe piaciuto vedere il mare scintillante del Distretto 4, inspirarne la lontana salsedine!
Ma adesso si chiede se non abbia sbagliato anche lei, a volte. Non sa se i Giochi siano mai stati davvero divertenti, non ha visto il fuoco e le bombe nelle case di tutta Panem; eppure le sembra di conoscere vagamente ciò che ha spinto Haymitch a diventare un misero ubriacone.
Perché è la stessa cosa che si agita tra le sue costole e rode le sue ossa, è la stessa cosa che la fa tremare anche d’estate – e non si tratta di semplice panico, ché la paura ormai l’accompagna dappertutto come la più nera delle sue ombre.
È il vuoto, e quel baratro non ha fianchi né appigli. Non immagina che molti altri, nello stesso momento, stanno cadendo assieme a lei: preferisce non farlo. Ognuno è solo, si dice, e non sente, non sente niente.
 
Un nuovo trillo la riscuote, appena uscita dalla doccia: il suo sguardo cade sugli ultimi lividi intorno alle braccia, risale appena allo specchio – è tutto finito, Effie, stai benissimo, tranquilla – e torna, per l’ennesima volta, alla lunga fila di medicinali sparsi accanto al rubinetto; ce ne sono di verdi, di gialli, rosa o blu elettrico: la sua città è sempre stata bella e colorata, anche in questo. Effie prende il flacone viola, l’ultimo dono di una Capitol già morta, ma questo le sfugge dalle mani quando il campanello diventa un irato bussare e la voce di Haymitch echeggia, roca, fino a lei.
Non fa neanche finta di essersi affrettata, mentre apre la porta in un solo spiraglio.
« Haymitch » mormora, a mo’ di saluto; poi nota la figura alle spalle del mentore. « Signor Heavensbee. »
« Effie. » Haymitch evita accuratamente di guardare l’asciugamano che le copre i capelli e si passa una mano sulla fronte, tentando di apparire ordinato; poi riprende il suo tono duro, non ubriaco, eppure a lei tanto basta per sentirsi di nuovo male. « Io e Plutarch pensavamo che ti avrebbe fatto stare meglio… che ti sarebbe piaciuto uscire per prendere un gelato. » Già, e dove? « Se non hai già da fare. »
Se non stai di nuovo cercando di ucciderti.
Effie lo scruta per un lungo istante, sfinita: ci sono giorni in cui non riesce ancora a capire se sia un suo nemico o no, se vogliano giustiziare anche lei in quel groviglio di morti e vendette, eppure sembra che Haymitch stia tentando di salvarla. Adesso. Lui che non ce l’ha mai fatta nemmeno con se stesso, quando era lei a dover nascondere il suo vino per aiutarlo, lui che l’ha disprezzata e abbandonata…
A pensarci si sente sarcastica, quasi meno sciocca; i ruoli sono sbagliati, il mondo è capovolto. In ogni caso, è meglio sforzarsi di mettere su un sorriso quantomeno accettabile.
« No, non ho da fare » risponde, ritraendosi da quegli occhi che –teme – ora sono tanto simili ai suoi. « Però ieri sono stata molto impegnata e oggi vorrei riposare un po’, se non ti dispiace. » Spera, invano, che la bugia non sia troppo chiara. « Ma grazie, Haymitch, davvero. È un bel pensiero. »
« Certo, certo. Ma fatti veder… »
La porta si richiude lentamente, amputando di nuovo ogni discorso. Effie sente qualcuno parlare di gelato da portare in camera, ma sta scivolando sulle proprie ginocchia e non sa neanche di chi sia quella voce lontana. No, non ha da fare. No, non è stata molto impegnata.
Però ha davvero sonno, pensa, un sonno tremendo che la sta trascinando verso il letto: sembra che migliaia di anni, ognuno col proprio dolente torpore, si siano riversati sul suo povero corpo. Un giorno berrà l’intero sonnifero del flacone viola, quello che le ricorda tanto le bacche di Katniss e Peeta, perché è questo che tutte le creature impaurite vogliono: non vivere, non morire, ma dormire per sempre.









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Ehm, ok... no, davvero, io non capisco perché ogni volta ci ricaschi.
In Effie, intendo ò_ò non saprei dire perché il suo personaggio mi ""ispiri"" tanto. Di certo non è totalmente positivo, anche se in un modo o nell'altro si riscatta, alla fine, ma non credo debba essere nemmeno demonizzato: è come se un po' la capissi, in effetti, perché rimane comunque una creatura spaesata e... santo cielo, l'HANNO LASCIATA A CAPITOL CITY! Mi sa che continuo a non capacitarmene eh XD e poi quella frase di Venia... che hanno dovuto faticare per tenerla in vita... la briosa Effie... niente, mi traumatizzerà a vita, tra tutte le altre miriadi di cose ç_ç
A proposito di creature spaesate: il titolo in realtà è una sorta di misto tra due canzoni che mi hanno ugualmente ispirato, pur essendo del tutto diverse (questa: http://www.youtube.com/watch?v=AeAB00szD4E e quest'altra: http://www.youtube.com/watch?v=dUghkqG8UGY). La seconda, tra l'altro, mi suggeriva una sorta di strana, flebile allegria... ma è come se preannunciasse un possibile - ma lontano, estremamente lontano - ritorno alla vita normale... o ad una sua parvenza, almeno. Chissà.
In ogni caso, spero possa essere una degna storia, anche nella sua piccolezza :)

   
 
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