Siedo qui, solo, in attesa di un ultimo, frettoloso, misero saluto se confrontato a tutte le cose che vorrei dirti, a tutti gli abbracci di conforto che vorrei darti.
Una lacrima sfugge dal mio controllo.
Loro non possono farmi questo. Non possono portarti via da me.
E’ sempre molto allarmante la situazione di impotenza a cui siamo sottoposti.
Mi fa salire uno strano senso di nausea pensare che potresti morire di fame, di sete o magari trafitta da una spada.
Soffrire in silenzio, una morte lenta e dolorosa fino a che i tuoi occhi non lascino spazio solo ad un infinito vuoto, fino a che i tuoi occhi non diventino vitrei.
Ma la cosa che più mi fa star male, è il fatto che io non posso fare niente. NIENTE.
Non ci sono abituato.
Io ti ho sempre protetta, anche se tu non lo hai mai saputo.
 

La signora Everdeen e Prim escono dalla stanza. Lacrime copiose solcano il piccolo viso della sorellina. Il nulla, invece, segna lo sguardo dell’altra. La sua espressione è vuota, come un burrone del quale non si vede la fine. Un vuoto che mai nessuno potrà colmare, tranne che Katniss.
Mi alzo. So che è il mio turno.
Asciugo la piccola traccia della lacrima caduta poco fa. Non voglio che mi veda impaurito. Io voglio solo darle speranza.

Perche la speranza è l’unica cosa più forte della paura.

Io so che può farcela.
Apro la porta, e non posso far altro che stringerla fra le mie braccia.
Ad un tratto è come se mi mancasse la voce, come se non avessi la forza per parlare.
Continuo a stringerla a me, incapace di proferire parola.
Vorrei stare così per sempre, tenerla per sempre tra le mie braccia, sapere che nulla potrà mai farle del male.

Impotente.

Sento una voce nei pressi del mio cervello ricordarmi quel che sono.
Impotente.
Non possiamo impedire la paura, la tristezza, la brutalità a cui sarà sottoposta, ma io so che lei è forte, che lei può farcela.
Non si è mai lasciata intimorire da nessuna di queste cose, e anche questa volta non sarà da meno.

Perché è così la mia Catnip.

Ad un tratto però, mi accorgo che continuando ad abbracciarla non l’aiuterei. Devo darle dei consigli, devo darle sicurezza.

“Katniss si tratta solo di andare a caccia. Sei il miglior cacciatore che conosco. Tu sai come si uccide!”

Cerco di confortarla con queste parole, e le penso veramente.
Lei sa come si uccide. Le ce la può fare.
Lei ce la deve fare.

“Non la gente.”

Risponde lei, con sguardo un po’ assente, ma voce sveglia.
Prendo il suo volto tra le mie mani, costringendola a guardarmi dritto negli occhi.

“Ma poi, c’è tanta differenza?”

Dico, in tono grave.
Neanche il tempo di un altro abbraccio, che un Pacificatore spalanca la porta e fa per trascinarmi via da lei.

“Non lasciare che muoiano di fame!”

Mi urla disperatamente, aggrappandosi alla mia mano.
Vorrei non lasciarla mai.

“Non lo farò! Sai che non lo farò! Katniss, ricordati che io…”

La porta mi si chiude letteralmente in faccia, e so che lei non sentirà mai ciò che volevo dirle.
Un’altra lacrima cede al mio controllo. Mi riga il volto, bagnandomi la guancia, ma per me è come se lo graffiasse.

“ che io… ci tengo tanto a te… Tanto.”

Sussurro a me stesso, mentre una sensazione di rabbia percorre il mio corpo, come una scintilla, una scossa.
Stringo forte i pugni. Serro la mascella.

Impotente.

Di nuovo il sussurro percorre la mia mente, mentre vengo scortato dal Pacificatore lontano dal Palazzo di Giustizia,
lontano da lei.



Angolo Autrice (:
Okay, so che non è granchè, credo di poter veramente far di meglio.
Comunque, spero che almeno a quelcuno di voi sia piaciuto :3
Vorrei arrivare ad almeno tre recensioni per continuare, quindi... Su, su, datevi da fare!
Sono ben accette anche le recensioni negative, ovviamente, perchè si può sempre migliorare.
Baci e alla prossima,
Rosie_posy ^^