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Autore: StefanoReaper    17/07/2012    10 recensioni
L'unica via d'uscita è comprendere le donne e l'amore.
O forse l'unica via d'uscita è uccidere e fregarsene.

Raccolta di scene di vita, storie di ordinaria follia.
L'altra faccia dell'umanità nel suo lato più intenso ed essenziale.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Serena - ripeteva.
Serena.. Serena.. Serena.
Non riusciva a farsi entrare in testa quel nome. Sicuro, l'avrebbe scordato nel giro di pochi minuti. Camminava ansioso lungo la penombra del corridoio rigirandosi le chiavi fra le dita e cercando con lo sguardo il pacchetto di Marlboro quasi vuoto. Lo trovò su un mobile e lo aprì. Solo due, cazzo. Se lo ficcò brutalmente nella tasca dei jeans e tornò verso la porta. Uscì di casa e chiamò l'ascensore.
Com'era? - pensò - Serena..? Sì, Serena.
Una volta nell'ascensore controllò il proprio aspetto nello specchio ingiallito. Si passò una mano tra i capelli, sistemandoseli alla bell'è meglio, e si ficcò gli occhiali davanti agli occhi neri. Quella ragazza non ha via di scampo. Sorrise. Fece sbattere fragorosamente la porta dietro di sé, aprì il portone e si immerse nell'aria fresca del tramonto. Prese delicatamente una delle due sigarette tra le labbra e l'accese con un rapido colpo di fiamma, che si spense subito dopo trascinata via dalla leggera brezza. Si fermò un istante, assaporando l'amaro del fumo, e si guardò attorno. Aspirò un paio di lunghi tiri e buttò la sigaretta per terra, riprendendo a camminare. Raggiunse la macchina e montò al posto di guida. Accese la macchina, sintonizzò la radio e si buttò in mezzo alla strada. Allora, dov'è che abita quella tipa.. Svoltò pericolosamente a destra e spinse il piede sull'acceleratore. La radio passava una qualche stupida canzone moderna di quel pop insignificante e inutile, così spense la radio e abbassò i finestrini.
In cinque minuti arrivò a destinazione. Scese dalla macchina e cercò il nome sul citofono. Spinse il pulsante e attese. Si tolse gli occhiali e con una mano sistemò i capelli scompigliati dal vento.
Lei arrivò subito. È proprio carina - pensò sorridendole.
- Ciao. - disse lei per prima.
- Ciao. - rispose lui guardandola fissa negli occhi.
Aveva dei bellissimi occhi nocciola che illuminati dalla luce sembravano pietre preziose. Si innamorò subito di quegli occhi.
- Vogliamo andare? - Aggiunse sempre sorridendole senza distogliere lo sguardo dagli occhi di lei.
- Hai già delle idee su dove andare?
- Mmh, può darsi - disse ridacchiando.
Si avvicinarono alla macchina e lui le aprì lo sportello. Montò al posto di guida e partì.
- Parlami un po’ di te - disse lui sistemandosi gli occhiali sul naso.
Per tutto il tragitto parlarono di lei. Adorava il suono di quella voce. Che ragazza magnifica! Bella, intelligente.. Pure simpatica! Dopo dieci minuti di viaggio lui era cotto a puntino. Quella ragazza aveva un potere incantatore su di lui.
La portò a un belvedere, uno di quei posti da cui ammirare il panorama della città dall’alto. Stettero lì per un po’, in silenzio. Lui era combattuto tra il guardare il panorama e l’ammirare i suoi capelli neri che le cadevano dolcemente sulle spalle. Poi si baciarono. Fu un bacio lungo, prima dolce, poi appassionato. Si baciarono e lui la strinse a sé. Pensava che non si sarebbe più staccato da quelle labbra così morbide. Aveva un buonissimo profumo, semplice, proprio di quelli che piacevano a lui.
Poi si staccarono, e rimasero lì immobili, in silenzio, mano nella mano a guardare il panorama, mentre lui le accarezzava i capelli.
 
Scese dalla macchina e le aprì la portiera. Lei uscì e gli prese una mano. Fece appena toccare le labbra con le sue e lo lasciò. Lui sorrise e lei ricambiò.
- Fatti sentire.
- Certamente - rispose lui - Appena ho un minuto ti chiamo.
- D’accordo - disse lei sorridendo.
Lo baciò sulla guancia e andò verso il portone.
Lui rimase appoggiato alla macchina a guardarla. Lei sparì dietro al cancello, lui si accese una sigaretta e montò in macchina. Accese il motore e partì di corsa.
Non amo neanche questa – disse tra sé e sé.
   
 
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