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Autore: MissShinigami    24/07/2012    2 recensioni
La protagonista, non posso dire il nome, è una ragazza che frequenta una scuola per adolescenti senza speranze, ma è diversa dagli altri uno dei suoi più grandi amori è la fotografia, e sta lottando per far sua la reflex dello zio, e soprattutto i Paramore! Li ascolta sempre.
Dopo una gita ad un museo e una strana foto inizierà ad incontrare gente strana, finché non sarà salvata da due strane figure e una tappetta ...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hayley Williams, Jeremy Davis, Nuovo Personaggio, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Uscii dal grattacielo per tornarmene a casa. I Paramore si erano offerti di accompagnarmi, ma li vedevo concentrati sul lavoro da fare così dissi che prima dovevo fare alcune commissioni.
Taylor mi aveva dato un orologio da polso un po’ strano, lo aveva chiamato PClock, Hayley aveva commentato la cosa dicendo che l’aveva inventato lui e che il ragazzo si divertiva male. Comunque del piccolo orologio bianco serviva per contattarli, Hayley mi aveva mostrato il suo sollevando il polso. Sembrava proprio che lei fosse la mia guardia del corpo personale.
Ero tentata di chiamarla a caso …
Mi diressi verso la mia libreria preferita e ci passai il resto del pomeriggio, anche perché fuori faceva freddo ed era buio. Avevo bisogno di tempo per pensare a tutto quello che era successo.
Entrai dalla porta a vetri, la prima cosa che mi investì fu la musica non tanto alta ma ben udibile, era un country. Subito sulla mia destra c’era la cassa, la giovane figlia della proprietaria mi salutò con un sorriso enorme, la salutai allo stesso modo a mia volta. L’interno del negozio era spazioso ma accogliente, i colori predominanti erano il verde e il marrone. La sala era grande con qualche poltrona tra gli scaffali stracolmi di libri: quelli a destra erano i nuovi arrivi e le ultime uscite, infatti gli espositori erano bassi e si potevano vedere molte copertine che cavano mostra di se, a sinistra invece c’era meno spazio perché dei grandi scaffali di legno si alzavano fino quasi al soffitto, quella era la sezione dei libri usati, amavo quella sezione.
Andai fino in fondo alla grande sala e raggiunsi il bancone della caffetteria.
“Buonasera, Nuvola!” mi salutò la proprietaria della libreria.
Si chiamava Eine, aveva si e no l’età di mio zio, quindi era abbastanza giovane, aveva i capelli castano chiaro legati in una pratica coda e i suoi occhi brillavano sempre di una luce particolare, era sempre attiva e pronta ad aiutare chiunque. Le volevo bene perché era una delle poche persone che mi trattava come un essere umano. Lei mi aveva capito, come lo aveva fatto anche sua figlia Angelina, l’unica ragazza che potevo considerare mia amica, aveva due anni in meno di me e non frequentavamo la stessa scuola ma ci ritrovavamo in pratica tutti i pomeriggi in libreria.
“Ecco a te il solito!” mi sorrise infilandomi sotto il naso una grossa tazza di cioccolato. “Fondente al peperoncino!”
“Grazie.”
“Hei bell’orologio! È nuovo?”
“Sì … l’ho … mmm, preso ora ora.”
Mi guardò un attimo. “Cosa hai detto? No un attimo! Tu hai detto!”
Un attimo! Io ho detto!
Sorrisi come un ebete. “Sì.”
“Bhè, sempre di poche parole ma adesso rispondi … ma cosa è successo!?” mi chiese poggiando i gomiti sul bancone.
“Nu-nulla di che … mi sento solo … bene.” non dissi nulla sul fatto che avevo conosciuto i Paramore.
“Hmmm, si questo lo vedo … ma c’è qualcosa’altro …” mi punzecchiò.
Ma avevo finito la scorta di volontà a parlare.
“Ok, me ne parlerai quando sarai pronta.”
Sorrisi riconoscente e iniziai a bere la mia cioccolata. Era deliziosa.
“Hei, giusto! Sai cosa mi è arrivato questa mattina assieme alle nuovo uscite? L’ultimo libro della Collins!”
Alzai immediatamente lo sguardo dalla tazza. “Dov’è?”
“Te ne ho lasciata una copia sotto il bancone della cassa, dopo passa da Angelina a prenderlo.”
“Grazie!” la volontà a parlare era tornata.
“Poi ho seguito il consiglio che tu e lei mi avevate dato un po’ di tempo fa, così ho letto tutta la trilogia. Mockingjay l’ho letto in poche ore.” mi sorrise furba.
Le rivolsi uno sguardo minaccioso ma non riuscii a contenere la mia curiosità.
“Ti dico solo che è traumatizzante!”
Sgranai gli occhi. Adesso ero completamente accecata dalla curiosità.
Bevvi in fretta la mia cioccolata e la pagai, corsi da Angelina.
Non appena mi vide arrivare in quel modo fece una faccia sorpresa. “Mamma ti ha detto che ho il libro vero? Ahahah!!” si chinò sotto al banco. “Eccolo qua.”
Mi porse un libro dalla copertina celeste chiaro e con un uccello bianco dal becco lungo e le ali sottili.
“È vero comunque.” disse Angelina.
Sollevai lo sguardo dal libro interrogativa.
“È traumatizzante.”
“Possibile lo abbiate già letto entrambe?” mi lamentai.
Angelina rimase attonita. “Hai parlato … una frase più lunga di tre parole … cosa è successo?”
“Tranquilla … ora vado a leggere però.” ma che mi prendeva?
Pagai il libro finendo le risorse finanziarie che mi ero portata dietro. Poi mi diressi verso la grande finestra nascosta dietro gli scaffali di legno nella sezione dei libri usati. Sotto di essa c’erano sempre dei gran cuscini  dove ci si poteva mettere a sedere. Mi ci schiantai sopra e mi immersi nella lettura.
Non so quanto tempo stetti là a sedere e a leggere ma fui riscossa da una canzone: Decode.
Per quanto si possa dire su questa canzone, io la amavo.
Iniziai a cantare piano il ritornello con Hayley in sottofondo e continuai:

“How did we get here?
when I use to know you so well …
How did we get here?
Well, I think I know …”


La melodia proseguì con la chitarra in primo piano.
Io tenni il tempo per non sbagliare l’attacco dopo. Un giro … due … ora …

“Do you see what we've done?
We're gonna make such fools of ourselves
Do you see what we've done?
We're gonna make such fools …”


Un’altra voce mi precedette di qualche decimo di secondo.
La conoscevo eccome se la conoscevo … la riconoscevo più dalla voce ormai che dal resto.
Hayley stava cantando la sua canzone in una piccola libreria di NY dove io praticamente passavo metà della mia vita …
Cantammo il resto della canzone insieme, io sono come i balbuzienti: se canto posso parlare quanto voglio senza interrompermi, così come loro non balbettano.
Alla fine gli ultimi riverberi della canzone si dissolsero nell’aria, un’altra melodia sostituì quella che avevamo appena cantato.
“Ciao.” fece Hayley.
La salutai con la mano l’effetto adrenalinico da canzone era passato ed ero sprofondata nuovamente nel mio silenzio.
“Bhè, sono qui perché … ecco non so.” iniziò un po’ impacciata.
Le feci segno di sedersi accanto a me.
Non se lo fece ripetere due volte e si sistemò sul cuscino verde davanti a me.
Poi riprese a parlare: “Ecco … mi stai simpatica.”
La guardai come si guarda un alieno.
“Sì, cioè … mi è capitato di stare con dei fan passare un po’ di tempo con loro, con alcuni ci ho stretto anche amicizia. Ma tu sei particolare …” sorrise e prese a tormentare i lacci dolorati delle sue converse rosse. “Forse perché sei l’unica a sapere del nostro altro lavoro, non so è che …”
“Hai bisogno di qualcuno che ti possa ascoltare anche quando parli di quello.” dissi tutto d’un fiato.
Mi guardò.
Oggi ero in vena di parole.
“Sì. Parlo già con i ragazzi con quello ma vedi … loro non sono ragazze, alcune cose non le capirebbero.”
Annuii e inizia a sorridere come una scema: Hayley Williams voleva essere mia amica.
Era più di quanto avessi mai sperato.

Ok eccoci qua!!
Ho tentato di dare forma alle voci delle due ragazze, ma sul mio formato Word ho molta più scelta di caratteri cmq mi sono trovata bene anche con quelli che ho scelto qui!! ^^
Bene, poi mi scuso ma avrei pubblicato anche ieri sera ma mio padre sclerava sul fatto che il ticchettio della testiera lo infastidiva -.-''
Vabbhè!!
Allora che ve ne sembra?
  
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