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Autore: MedusaNoir    27/07/2012    4 recensioni
Draco/Pansy:Non avevamo bisogno di una definizione.
Questa fanfiction è stata scritta per le Olimpiadi di Writers Arena Rewind.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Dorcas Meadowes, Marlene McKinnon | Coppie: Albus/Gellert, Draco/Ginny, Draco/Pansy, Remus/Ninfadora
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Non mi hai cambiato, lo sai

I.

Faceva caldo, quel pomeriggio. I raggi del sole illuminavano i tuoi capelli rossi. Il mondo esplodeva di felicità mentre tu, lentamente, morivi.
Perdonami, mio amore, è un po’ difficile dopo tutti questi anni raccogliere i pensieri e porli su carta, la prigione mi ha lievemente fuso il cervello; ma non mi ha cambiato, non c’è riuscita neanche lei.
Faceva caldo, quel pomeriggio, e Aberforth era chiuso in casa con quella pazza di tua sorella; tu leggevi un libro dalla copertina azzurra, lo ricordo ancora, e io mi posi fra te e il cielo. Ti sorridi. So che tu non vedesti altro.

II.

Se solo mia zia avesse saputo ciò che combinavamo in camera tua!
- Due maghi così ambiziosi, due ragazzi così talentuosi… Uno scambio di saperi tra di loro genererebbe le più grandi menti del pianeta!
A essere sinceri, non credo fossero le sue parole esatte, ma te l’ho detto: ho fuso il cervello. In ogni caso questo fu il succo, lei credeva che potessimo diventare perfino Ministri della Magia. Si sbagliava: noi volevamo essere grandi, potenti.
Lo volevo io, per cui lo volevi anche tu. Non è vero, mio amore? Il tuo Bene Superiore sono sempre stato io.

III.

Quando facevamo l’amore la passione esplodeva in maniera devastante, forte, sentivo le vene prendere fuoco e allora stringevo i tuoi capelli fino a strapparli, e allora graffiavo le tue spalle e ti amavo, ti amavo. Amavo la tua mente.
Grandi cose insieme, Albus, grandi cose avremmo potuto raggiungere ,ottenere. Ma ponesti delle limitazioni: tua sorella avrebbe potuto essere libera. Non era certo quello a cui pensavo quando progettavo di dominare il mondo.
Sì, te lo concessi, pensa pure a lei. Pensaci, e poi perdila.
Rido, rido, mi lascio andare alle risate! Sai cosa c’è di così comico? Neanche io capisco cosa sto scrivendo!

IV.

- Un campo di battaglia, ancora una volta.
Questo lo ricordo con esattezza, sono le parole che ti dissi quando finalmente trovasti il coraggio di sfidarmi. Ho dimenticato tutto, la mia mente è un caos generato da me stesso; tuttavia, ogni istante passato con te è impresso precisamente, risalta ogni dettaglio.
- Vincerò io anche oggi?
Sapevi che mi stavo riferendo alle nostre lotte sul letto, sul divano, su ogni angolo in cui Ariana avrebbe potuto vederci? A tuo fratello facevamo schifo.
Ma sì che lo sai, tu sei il più grande mago di tutti i tempi, Albus Silente! Sai anche che non avresti mai potuto cambiarmi.

V.

So che sta cercando la Bacchetta. So che stanotte potrebbe essere l’ultima che passo in questa cella. Cosa mi importa?? Ti raggiungerò, mio amore. Piano, con calma, arriverò da te.
Oggi, domani, tra un paio di giorni. Non c’è fretta, mi aspetterai leggendo un libro dalla copertina azzurra.
Traccio le ultime parole sulla polvere che copre il pavimento di pietra, è il mio testamento: lascio tutto a te, o prossimo prigioniero delle carceri che io ho edificato.
Ora chiudo gli occhi, però, ho bisogno di dormire; non te ne andrai, vero?
Aspettami, Albus, aspettami.
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Secondo capitolo!
Certo che l'interpretazione di Gellert che ho fatto qui è stata un po' azzardata... Temevo di riscrivere il primo capitolo, ho voluto caratterizzarlo diversamente da Pansy anche attraverso lo stile, per cui ho immaginato che Nurmengard avesse agito su di lui come Azkaban con i suoi prigionieri: qui non ci sono Dissennatori, ma il carcerato più celebre è colui che l'ha fatto edificare; penso che ciò renderebbe pazze molte persone.
Vorrei solo fare un appunto su quello che Gellert dice di Aberforth: a lui, secondo me, non è mai interessato il fatto che il fratello potesse amare un uomo. Non si trattava di una persona del suo sesso, ma di Gellert, di un mostro - secondo la sua visione -, della persona che ha cambiato così tanto suo fratello. Sto dicendo cose senza senso. Nurmengard ha avuto effetto anche su di me. Vado a scrivere altro, che è meglio.
   
 
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