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Autore: imane    29/07/2012    12 recensioni
Malfoy sorrise compiaciuto.
« Io adoro le bevande amare, Granger ».
« Allora sono sicura che rimarrai deliziato dalla tisana che ti stai preparando con le tue stesse mani, Malfoy ».
Lui la guardò ghignante prima di cambiare discorso.
« Quelle calze ti stanno male. Tutto ciò che indossi ti sta male ».
« Mi piacerebbe dire la stessa cosa di te, peccato che tu non abbia praticamente niente addosso » notò Hermione con un sopracciglio alzato.
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Cosa sta succedendo nel mondo magico? Il Ministero della Magia cerca di tenere nascosta a tutti i costi una stazione della metropolitana nel bel mezzo della foresta, un'alchimista non sa ancora chi è alla veneranda età di trentacinque anni e un giornalino irriverente segue strane mode.
Tutto ciò mentre Draco ed Hermione cercano di imparare a rispettare e accettare se stessi prima degli altri.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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 LO STRETTO DI BERING 
Capitolo II
Starlight
 








Far away
This ship has taken me far away
Far away from the memories
Of the people who care if i live or die

 
 

 
Stelle, stelle, stelle!
Era la terza volta che Harry percorreva quel corridoio con quell’unica parola in mente. La sentiva rimbalzare dappertutto gettando nella confusione più totale tutti i suoi pensieri. Ed ecco che si sollevava in un soffio, si divideva, si attorcigliava, brillava e poi si spegneva di nuovo, come gli eterei raggi lunari che battendo sulle alte finestre gotiche, giungevano sotto forma di frammenti di luce dai mille colori riversi sul pavimento del corridoio. Harry era da sempre stato incuriosito dalle forme stravaganti rappresentate sui vetri di alcune finestre: c’erano piccole creature magiche e curiosi santi che osservavano imperturbabili la scena dall’alto del loro mosaico di colori.
Rabbrividì.
Spesso Harry si era chiesto se le loro pupille cesellate fossero reali, capaci di registrare ogni loro più piccola scorrettezza come i quadri appesi alle pareti. In fondo in una scuola dove tutto era magico non sarebbe stata di certo una sorpresa scoprire che pure le finestre avessero vita propria. Magari in quello stesso momento le labbra della McGranitt erano premute a formare quella sottile linea rabbiosa consapevole che nella sua scuola una festa clandestina stesse per avere luogo. Anzi a dir la verità sarebbe stato stupido anche il solo credere per un istante che l’anziana strega non fosse a conoscenza di tutto quello che avevano organizzato. Ma loro continuavano lo stesso a percorrere quel binario ricco di curve e giravolte che era l’ebbrezza del pericolo, del fare qualcosa di nascosto, di proibito, perché se c’era qualcosa che poteva smuovere anche il più saldo degli animi da quel rigido inverno che era la noia, quello era proprio un po’ di sano rischio.
Risoluto gridò con voce sorda l’ennesimo Stelle!
Finalmente una porta in legno massiccio gli apparì dinnanzi e lui avvicinandosi, spinse il portone diventando in quel preciso istante parte integrante della festa tanto attesa.
E stelle furono.
Davanti, no, sopra alla sua testa una miriade di stelle brillavano impalpabili e argentee contro una volta celeste che sembrava soffice velluto nero.
E fu proprio questo ad insospettirlo.
Il cielo non era mai nero. Non era una pagina d’inchiostro vergata da impalpabili costellazioni perlacee, ma una distesa infinita di ignoto e di oscurità perennemente illuminata da qualcosa. Se non erano le stelle, allora erano le nebulose o i satelliti che brillavano di luce riflessa o ancora le comete, a rischiarare quel nero manto.
Sembravano paillettes. Uno, dieci, cento vasetti di paillettes erano stati versati e il loro contenuto incantato per galleggiare in quel modo sulla volta della stanza. L’effetto era così bello da potersi quasi paragonare alle più incantevoli notti della cupola della Sala Grande.
In un angolo era stata innalzato un palco dove il gruppo di musica della scuola suonava e cantava intrattenendo i festeggianti; alla sua sinistra c’era un bancone che definire affollato era a dir poco riduttivo. A servire le bevande c’era ovviamente Malcolm Baddock, l’unico Serpeverde a rivolgere più che volentieri la parola anche agli studenti delle altre case: per spillarli tutti i quattrini, ovviamente, rifilandogli oggetti di dubbia legalità. Era un tipo alto e dinoccolato, con occhi incavati che non restavano mai fermi più di sue secondi sullo stesso bersaglio e mani agili e sottili pronte ad afferrare il primo oggetto luccicante nei paraggi come gli artigli di una gazza ladra. Nel complesso era decisamente un tipo losco da cui persino i suoi stessi poco onesti compagni di casa si tenevano a distanza. Solo alcuni stupidi Tassorosso e alcuni incoscienti Grifondoro si avvicinavano a lui in cerca di buoni affari.
« Una Burrobirra per favore ».
« Certo, Potter. Fanno dieci falci d’argento ».
Harry strabuzzò gli occhi.
« Ma se ai Tre Manici di Scopa costa solo due falci! ».
« Appunto Potter, ai Tre Manici di Scopa. Qui siamo ad Hogwarts » sottolineò Malcolm. « Per di più in una festa clandestina. Non puoi capire quanta fatica mi sia costata introdurre tutta questa roba fino a qui sotto gli occhi della McGranitt perciò mi pare giusto chiedere un po’ di più rispetto al solito ».
Harry strinse i denti davanti al ragionamento dell’altro. Non faceva una piega.
« Capisco che anche tu ci voglia guadagnare. Ma tutto questo mi sembra troppo anche per te Baddock ».
« Non direi. Osserva con quale eleganza il vetro soffiato di questi bicchieri riflette la luce delle stelle. Tendi le orecchie: non senti questa canzone così dolce e allo stesso tempo ritmata? » sussurrò il giovane Serpeverde suadente. « E ora apri il tuo portafoglio e prendi i dieci falci. Non ti senti più leggero? » terminò riponendo le monete nella tasca del grembiule che indossava.
Harry sospirò.
Si era fatto gabbare ancora una volta da quel furbastro di Malcolm.
 
***
 
Starlight
I will be chasing a starlight

Until the end of my life
I don't know if it's worth it anymore
 
 
 
Ricci all’aria, respiro affannato, gambe tremanti, Hermione correva rapidamente tra i corridoi. Dietro di lei poteva sentire il suono dei passi felini di Mr. Purr seguirla fedeli come un’ombra alla luce burrosa della luna. I lineamenti del volto cadevano nell’oscurità appena oltrepassava una delle alte finestre gotiche per poi riaffiorare nuovamente con una smorfia impressavi sopra. Il cuore batteva a mille al solo pensiero di essere catturata da Gazza per poi essere spedita nell’ufficio della McGranitt in contro a un destino che di sorridente aveva ben poco per non dire nulla. La mano, sudaticcia, stringeva la bacchetta fino allo spasimo con conseguente dolore alle nocche mentre la mente spiccava il volo sopra terre vaste e desolate che prendevano il nome di ingegno.
Decisa, tacco basso sferzante, si gettò silenziosamente nel primo angolo alla sua sinistra le labbra pronte a mormorare un incanto al momento più opportuno.
« Divversio » improvvisamente la gatta si acciambellò sotto un davanzale addormentandosi tranquillamente. Hermione si complimentò con se stessa per l’ottimo lavoro svolto: era la prima volta che faceva uso di quell’incantesimo e le era riuscito alla grande, come al solito del resto. Sarebbe stato inutile Pietrificarla o Schiantarla: avrebbe solo ottenuto l’effetto di far incollerire Gazza ancor di più e quest’ultimo con ogni probabilità sarebbe saltato direttamente all’ultima fase del suo piano, senza ulteriore indugio.
E poi, bè, era pur sempre una gatta non un essere umano. Uno Schiantesimo avrebbe potuto portare alla morte quel minuscolo corpicino pelle e ossa, e di certo questa era l’ultima cosa che Hermione avrebbe voluto. L’incanto Divversio era più sicuro: gettava in uno stato di allegro torpore, il soggetto in questione, eliminando dubbi e preoccupazioni. Era un incantesimo molto potente visto che aveva avuto effetto persino su Mr. Purr il quale unico scopo nella vita consisteva nel farsi gli affari degli studenti ed avvisare Gazza di conseguenza.
Imprecando, Hermione sbucò di nuovo nel corridoio di prima percorrendolo a falcate, in cerca di un qualsiasi studente da avvisare.
Regnava un silenzio grave percorso da respiri sopiti e sbuffi impertinenti, intenti a bordare le cornici dei quadri, a strisciare all’interno di larghe maniche di nerboruti maghi settecenteschi, sotto le ampie gonne a balze delle madame e tra i breviari di frati e suore.
Hermione sperò ardentemente che la fortuna continuasse ad appoggiarla lungo il suo pazzo tentativo. Il pensiero che fosse un ossimoro di colossali dimensioni anche il solo credere di poter essere la migliore amica del Ragazzo Sopravvissuto e al contempo una giovane fortunata, non la toccò minimamente, o almeno finché non vide di fronte a lei niente meno che il trio Serpeverde per eccellenza, costituito da sua maestà regale il vanesio nonché platinato Draco Lucius Malfoy e i due menestrelli di corte, Theodore Nott e Blaise Zabini.
Immobili sotto una finestra con i piedi ben piantati su un riflesso di luce lunare, strizzavano gli occhi in un modo a dir poco ridicolo cercando di concentrarsi su qualcosa.
La parola segreta!, pensò Hermione avvicinandosi di qualche passo.
Sul muro comparve dal nulla una robusta porta in legno massiccio prontamente spalancata da Zabini. Nott, invece, si accorse della sua presenza e la fissò per qualche secondo, prima di scrollare le spalle ed entrare.
« Ti sei persa Granger? » esclamò Malfoy aprendo le braccia e circondando il luogo dove si trovavano come per sottolineare quanto la sua presenza fosse quanto mai insolita a quell’ora. « Se vuoi posso aiutarti a ritrovare la strada » sogghignò malevolo.
« Non puoi aiutarmi a ritrovare la mia strada se tu stesso hai perso la tua, Malfoy. Infatti il cassonetto per la spazzatura è sotto nelle cucine e non di certo qua » ribatté già irritata.
Lui non si scompose minimamente anzi si portò una mano al petto fingendo di essere stato profondamente ferito.
« Ah, Mezzosangue certo che sei proprio un’ingrata. Stavo solo cercando di aiutarti ».
Lei lo ignorò dirigendosi verso la porta ma venne prontamente fermata dall’altro che le si parò davanti.
« Malfoy non farmi perdere altro tempo. Levati » sibilò avvicinandosi e cercando di gabbarlo con una finta.
« E se io non volessi levarmi? Cosa faresti? ».
« Ti schianterei contro il muro. Anzi non usiamo il condizionale: spostati sennò ti schianto ».
« Uh, la Mezzosangue si sta arrabbiando che paura » sogghignò lui derisorio. « Andrò subito a chiamare Potterino il Santino: visto che adora fare l’eroe di turno immagino che non gli darà fastidio proteggere un povero Serpeverde indifeso da una lurida Mezzosangue ».
Hermione si illuminò.
« Buonasera preside » esclamò sorridente con un mezzo inchino.
Draco sussultò voltandosi impaurito verso l’anziana strega. Peccato che non ci fosse nessuno dietro di lui e che la lurida Mezzosangue se ne fosse approfittata per dargli un poderoso spintone facendolo finire gambe all’aria.
Digrignò i denti quando si accorse di essere caduto nella sua trappola mentre le puntava contro la bacchetta ancora da sdraiato.
« Stupe…»  iniziò a formulare prima che il rimbombo di pesanti passi lungo il corridoio non giungesse alle sue orecchie.
Hermione sussultò.
« E’ Gazza! » esclamò spaventata « Andiamocene, presto » istigò mentre lo superava correndo.
Ancora frastornato il giovane si rialzò seguendola e affiancandosi a lei in poche falcate.
« Granger si può sapere che diavolo succede? » sibilò Draco. « Perché Gazza è da queste parti? ».
Hermione si infilò in una alcova della parete semi-coperta da un arazzo rappresentante una delle scene delle fiabe di Barnaba il Babbeo.
« Sa della festa clandestina » annaspò mentre posava l’occhio su un buco del tessuto per spiare il corridoio circostante.
Non ricevendo alcuna replica, la caposcuola si voltò ad osservare il fuggitivo. Il volto trasfigurato in una smorfia di puro disgusto, il Serpeverde osservava con disappunto il punto dove le dita di lei avevano sfiorato casualmente la stoffa morbida e pregiata della sua camicia.
Hermione gli rivolse uno sguardo sprezzante che non giunse a destinazione visto che l’altro si ostinava a tenere fisso lo sguardo sulla manica del suo avambraccio, quasi una sostanza lurida e contagiosa l’avesse sporcato proprio lì.
« E come ha fatto a scoprirla? » finalmente il Serpeverde decise di proferire parola.
« Mi sembra ovvio come abbia fatto » replicò lei con tono saccente scostandosi un paio di ricci ribelli da davanti al viso. « Ha pedinato quelli dell’Hogwarts in Vogue durante tutti questi anni, fino ad arrivare a comprendere il loro linguaggio codificato. In seguito non ci sarà voluto molto per capire che la festa si sarebbe tenuta stasera. Sa che è in questo corridoio c’è una stanza che appare solo ogni luna piena col chiarore delle stelle ma non è a conoscenza della parola segreta necessaria per far.. »
Hermione si bloccò improvvisando un piccolo balzo e battendo la nuca contro il basso soffitto della nicchia.
Draco sogghignò.
« Ho capito qual è la parola! E’ stelle! » esclamò vivacemente incurante del leggero formicolio sul capo.
« Brava, Granger. Hai scoperto l’acqua calda ».    
« Taci, platinato. Tu la sapevi solo perché hai promesso di partecipare, altrimenti non l’avresti indovinata nemmeno se te l’avessero urlata in faccia » replicò la caposcuola sorridendo tra sé vittoriosa. Tuttavia la felicità durò poco quando sentì qualcosa premerle sul fianco.
« Malfoy smettila di punzecchiarmi con la bacchetta ».
Quest’ultimo le tirò altre quattro stoccate fulminee.
« Smettila ti ho detto » sbuffò esasperata dal suo comportamento infantile.
« E se non la smettessi ? » le richiese per la seconda volta nel giro di pochi minuti riprendendo in mano il filo del discorso che avevano interrotto dopo l’arrivo di Gazza.
Questa volta lei non perse tempo in parole e gli tirò una poderosa gomitata tra le costole. Il pollo, neanche a dirlo, lanciò un grido e contemporaneamente cominciò una lunga e drammatica filippica su quanto la Società Magica stesse cadendo in basso, visto che permettevano che una Mezzosangue potesse alzare le mani sul corpo perfettamente perfetto di quel bel pezzo di Purosangue che era lui.
Il tutto ovviamente fatto ad alta voce.
Hermione cominciò a sudare freddo cercando di zittirlo - Shh vuoi farti scoprire furetto idiota che non sei altro?- mentre i passi di Gazza si avvicinavano ancora di più.
Quando si ritrovarono davanti il largo ghigno vittorioso del custode entrambi interruppero la loro schermaglia per agire.
« Stupeficium! » gridarono simultaneamente mandando il custode a sbattere contro la parete alle sue spalle.
Con un balzo uscirono dall’alcova. Hermione si avvicinò lentamente a Gazza, inginocchiandosi accanto a lui.
Non poteva di certo lasciarlo svenuto in mezzo al corridoio anche perché in tal modo avrebbe risolto solo momentaneamente il problema: il giorno dopo si sarebbe rialzato e sarebbe corso dai professori a darli i loro nominativi.
Con ogni probabilità verremo espulsi, pensò con un brivido di terrore.
« Oblivion » formulò Draco da dietro le sue spalle.
Hermione sussultò, scioccata. Cancellare i ricordi di qualcuno era sempre un operazione difficile da compiere che per di più richiedeva grande delicatezza e maestria. Fattori che il Serpeverde di certo non possedeva.
Si voltò irritata le labbra già pronte a proferire una marea di improperi e insulti ma si bloccò alla vista del poco rassicurante ghigno che gli oscurava metà volto.
« Petrificus Totalus ».
In un batter d’occhio uno strano intorpidimento si impadronì delle sue membra, percorrendola come una scossa elettrica dalla punta dei piedi fino all’estremità del riccio più fine.
« Ah, Granger, Granger. Cosa devo fare con te? Ogni giorno che passa mi deludi sempre di più » sospirò tristemente.  « Dare la schiena a un nemico è un gesto di fiducia davvero da sciocchi. Degno di quella stupida donnola oserei dire ».
Maledetto, stupido imbecille di un Malfoy, pensò la caposcuola con una voglia immane di liberarsi per prenderlo a ceffoni.
« Bè, che dire? Mi piacerebbe poter affermare che sia stato un piacere incontrarti, Mezzosangue, ma mentirei spudoratamente. E si sa, noi Serpeverde mentiamo solo per lo stretto necessario » sogghignò. « Ora vado. Divertiti tutta sola nel buio del corridoio »
Con nonchalance si aggiustò l’alamaro in argento del mantello superandola e cercando l’ingresso alla festa.
« E a proposito, ti consiglio di non innervosirti troppo. Sudi più del lecito e diventi ancor più sgradevole del solito » frecciò infine prima di trovare la porta e confondersi tra la massa di studenti.
 
 
***
 
My life
You electrify my life
Let's conspire to ignite
All the souls that would die just to feel alive
 
 
« Naïve sei bellissimo! Ti adoro! ».
Theodore Nott scolò rapidamente il contenuto del suo bicchiere mentre lanciava uno sguardo scocciato al cantante che riscuoteva così tanto successo tra le sue compagne di scuola.
« Blaise, non riesco proprio a capire » iniziò sconcertato. « Com’è possibile che quell’idiota di Naïve riscuota più successo di me? Insomma fa parte del gruppo di musica della scuola. E tutti sappiamo che quelli sono un branco di sfigati di prima categoria. Perché le ragazze preferiscono passare la serata accanto a lui piuttosto che tra le mie ampie e virilissime braccia? ».
L’amico gli lanciò un’occhiata ironica.
« Se quel paio di grissini che ti ritrovi al posto delle braccia possono essere definiti ampi e virili allora questa è davvero la  fine del mondo » sogghignò ricevendo un’occhiataccia dal suo interlocutore. « E poi non è vero che sono degli sfigati: se la redazione dell’Hogwarts in Vogue gli ha dato il compito di intrattenere i festeggianti allora un motivo valido ci sarà di sicuro »
« Sì, certo. Secondo me quando li hanno chiamati a lavorare si erano già fumati qualcosa » replicò Theodore agitando mollemente la mano davanti al viso.
Blaise lo guardò malamente.
« Non dire sciocchezze. Ricordati che quelli sono furbi: invece di spendere tutto il budget che la McGranitt li ha dato per la stesura del giornalino, ne hanno usato solo una minima parte e la restante la tengono da parte per le feste. Con tutto il denaro che hanno potrebbero chiamare le Maghe Merline in persona » illustrò Blaise. « Se hanno preferito far venire l’orchestra della scuola è perché hanno grande fiducia in loro. E fanno bene visto che la loro musica riscuote così tanto successo ».
Theodore che si era appisolato alla parola “budget” si svegliò di colpo sussultando sulla poltrona come in preda ad una scossa elettrica.
« Eh, che hai detto? » domandò candidamente mentre schivava un rapido coppino del compagno.
« Niente che un essere scervellato come te possa capire » sibilò Blaise tirandogli un ceffone e osservando l’amico massaggiare afflitto la zona lesa.
« Mi sono perso qualcosa? » si intromise Draco gettandosi a peso morto sul divano di fronte a loro.
« Dovremmo essere noi a porti questa domanda Dracuccio » cinguettò Nott rianimandosi e avvicinandosi all’orecchio del compagno.
« Cos’hai fatto con la Granger? » sussurrò sensuale mentre il compagno si allontanava con una smorfia orripilata dal suo alito freddo e fetente. « Eh? Lo sai che al tuo caro amico lo puoi dire. Io non ti giudicherò di certo » Theodore gli diede una pacca sulla spalla con fare cospiratore.
Draco lo osservò pietosamente trovando nel volto stralunato dell’amico l’ennesima conferma al fatto che bere esageratamente portasse alla morte prematura del cervello. Anche se a dire la verità il compagno non poteva perdere qualcosa che non aveva mai posseduto.
« Di certo niente di quello che immagini tu, Nott » replicò annoiato.
« E allora cosa? ».
« L’ho presa un po’ in giro, siamo scappati da Gazza e poi l’ho pietrificata in mezzo al corridoio » riassunse brevemente mentre quei dolci ricordi colmavano di felicità il suo animo freddo e malevolo.
Gli altri due si guardarono sconcertati.
« Pietrificata? ».
« Sì, pietrificata. Anche se credo di aver esagerato » sussurrò questa volta con voce afflitta dal dolore. « Insomma è notte fonda ormai e domani abbiamo lezione. Per lei che non è abituata a far tardi la sera domani sarà una faticaccia riuscire a stare sveglia ».
Blaise e Theodore lo guardarono ancor più stralunati.
« Da quando ti preoccupi per i sentimenti della Grang-? » quasi gridò Nott prima di notare il ghigno divertito sul volto dell’altro.
Sospirò rassicurato.
« Ah, Draco vecchio mio. Mi hai fatto perdere almeno un paio d’anni con questo scherzo » ansimò tenendosi una mano sul cuore.
Draco sorrise enigmatico mentre chiudeva gli occhi ascoltando le note della canzone.
 
***
 
Far away
This ship has taken me far away
Far away from the memories
Of the people who care if I live or die
 
 
Ultima boa che Draco vide prima di sprofondare nel suo mare di pensieri fu il baluginio delle finte stelle sul soffitto. Nell’oscurità delle palpebre una girandola di ricci vorticava senza pausa salendo su, scendendo giù slittando a sinistra e spostandosi a destra.
Lei, la maledetta Mezzosangue.
Quella sera aveva osato turbarlo più volte come se la sua sola presenza non fosse già qualcosa di estremamente fastidioso ed indicibile per lui. Prima gli aveva risposto a tono, poi l’aveva fregato, spinto per terra, costretto a correre e poi preso a gomitate.
Pietrificarla in mezzo al corridoio era solo il minore tra i mali. Il suo orgoglio oltraggiato non avrebbe avuto pace finché non si fosse compiuta una vendetta più grande.
E così Draco pensava e ripensava a un modo per fargliela pagare come se quello che aveva fatto non fosse già abbastanza.
A un certo punto spalancò gli occhi plumbei sogghignando ampiamente.
« Cos’è quella faccia da ebete? » disse Blaise passandosi una mano sul volto rassegnato a dover fare da balia a quei due idioti che erano i suoi compagni.
Draco non lo degnò di risposta mentre con un poderoso colpo di reni si alzava e si mischiava tra la folla alla ricerca di un paio di persone.
La sua vendetta sarebbe stata più dolce che mai.
 
Muse - Starlight     
 


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1 Malcom Baddock, secondo la Harry Potter Wikia, era un Serpeverde che ha frequentato Hogwarts qualche anno dopo i personaggi che tutti conosciamo. Tuttavia non si sa assolutamente nulla su di lui perciò ho provveduto a dargli un volto e un carattere. 
2 Per quanto riguarda il capitolo: primo incontro tra Draco ed Hermione. Per scoprire cosa sta progettando il ragazzo, vi invito a leggere il prossimo capitolo
3 Prossimo aggiornamento a mercoledì! E, sì, la campagna "Recensisci contro la tirchiaggine" è sempre aperta, signorine. Perciò date un calcio alla pigrizia e mandatemi due righe. In palio il regalo che ogni donna vorrebbe avere: la foto di Gazza nudo sotto la doccia.
Eccitate, eh?
 
A presto,
imane.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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