Il
Natale dai Weasley era confusionario, colorato e profumato: i ragazzi
erano cresciuti, eppure c'era sempre baraonda in giro, per le scale
trovò pezzi di addobbi, nastri e quanto più poteva ricordare a un
ingenuo passante che quello era Natale.
Ginny si affacciò alla
ringhiera,
- Sei arrivata! - la salutò, facendole cenno di
raggiungerla. - Io e te dormiremo con Andromeda e Ted, non ti annoia,
vero? La mamma ha insistito per averli qui.
Hermione schivò un
Doxy che chissà come era finito lì, e trascinò il suo bagaglio per
le scale,
- Per niente, - la rassicurò, - anzi, è bello essere
tutti qui.
Dalla camera dei gemelli veniva un gran fracasso, e le
risate scoppiavano ad intervalli regolari, Ginny si giustificò:
-
Fred è esaltato perché ha ultimato l'ultimo prodotto per il
negozio, e George fa lo stupido perché stasera è venuta Angelina: è
la prima cena che fa qui da quando sono insieme.
La seguì, e
passarono di fronte alla camera di Ron, Hermione osservò la porta,
-
Tutto bene? - disse, indicandola.
- Sì, sai com'è fatto: gli
manchi. Harry è qui da ieri, e credo lo abbia convinto a finirla con
questa storia.
Hermione annuì, e appoggiò la borsa sulla sua
brandina, guardandosi attorno.
- Che bella l'aria di festa. -
commentò.
Sistemò le sue cose, chiacchierò con Andromeda e lei
e Ginny si divertirono a fare il bagnetto a Ted prima di metterlo a
dormire, poi, quando Ginny fu chiamata dalla madre al piano di sotto,
si defilò in corridoio, con la scusa di fare dormire tranquillo
Ted.
Arrivò davanti alla camera di Ron, e rimase a lungo
indecisa, prima di prendere coraggio ed entrare.
- Posso? - disse,
infilando la testa nella stanza.
- Merlino, Hermione, in genere si
bussa! - si lamentò lui, mentre Harry andava a salutarla.
- Buon
Natale Hermione! - l'abbracciò, tirandola all'interno, - noi tre
ancora tutti insieme, eh?
Guardò Ron allusivo, e alla fine lui
capitolò sbuffando,
- Buon Natale, Hermione.
Gli sorrise,
capendo che l'atteggiamento scostante che ostentava era solo una
facciata di cui non capiva neanche lui il motivo, ma che
testardamente perseverava.
Si sedette ai piedi del suo letto,
-
Harry, chiudi la porta. Ci ho pensato tanto, non sapevo se parlarvene
o no, ma devo dirvelo.
- prese un respiro, sapendo di aver catturato il loro interesse, - Vi
sembrerà allucinante, ma è successo.
Iniziò a raccontare
tutto, dalla fine della battaglia come se la ricordava ai giorni di
malinconia, vedendoli sempre più increduli. Raccontò del libro,
della figura sulla pagina e di come, una volta iniziato a recitare
l'incantesimo, tutto era cambiato.
Non si dilungò sul rapporto
con Fred, glissando su quei momenti, ma felice di poterne parlare non
lesinò i particolari dell'ultima esperienza, quando aveva creduto di
essere morta.
Dopo averlo espresso ogni ricordo appariva per
quello che era, passato e lontano, e sentiva di esserselo lasciato
definitivamente alle spalle; e i suoi interlocutori, pur non
riuscendo a comprendere appieno quello che lei raccontava, sembravano
essere sempre più convinti che quello che Hermione diceva fosse
reale.
- Da pazzi. - commentò infine Ron, spezzando il
silenzio.
- Non sapete che peso è stato non parlarvene. - li
rivelò lei, sentendo scorrere tra loro tre la stessa energia che li
aveva uniti per anni. Ron aveva abbandonato la sua scostanza, e Harry
non sembrava più preoccupato di doverli riappacificare.
La guardò
invece, protettivo,
- Sei stata incosciente, Hermione, ma se c'era
qualcuno in grado di farlo quella eri tu. - concluse, con una nota di
fierezza nella voce.
Ron ironizzò,
- Eh certo, il destino
non ha fatto i conti con il fatto che se ne va in giro con una borsa
piena di libri, che per una volta le sono stati utili. - Rise,
contagiando gli altri due.
Si svegliò dolorante: non aveva
riposato abbastanza avendo fatto tardi con Harry e Ron, ma l'amicizia
del loro trio era salva, e quello le bastava.
Si stiracchiò,
intravvedendo nella penombra Ginny che la aspettava, con gli occhi
che le brillavano,
- Sveglia? Tra un po' ti avrei svegliato io,
non ce la facevo più! Forza, mettiti la vestaglia e scendiamo: è
Natale!
La piccola di famiglia era entusiasta, aveva sempre
decretato il Natale come la sua festa preferita e con il tempo questo
non cambiava.
Hermione sbadigliò,
- Fammi almeno lavare i
denti...
Ginny le lanciò il suo necessaire,
- Muoviti, ti ho
aspettato fino ad adesso: gli altri sono già tutti giù. - le disse,
seguendola sulla porta del bagno. - Quindi, cos'è tutto questo
sonno, ieri sera tu e Fred avete fatto le ore piccole a guardarvi
negli occhi?
Lo spazzolino le cadde nel lavandino,
- Come,
prego? - disse, rischiando di strozzarsi con il dentifricio.
Ginny
si appoggiò allo stipite,
- Coraggio, Hermione: non penserai che
sono cieca e sorda, sono mesi che so che c'è sotto qualcosa, e vi ho
visti abbastanza a Hogsmead da sapere anche che più che guardarvi
negli occhi non fate.
Cercò di ritrovare il suo contengo, Ginny
era più incline a quel genere di confidenze di lei, ma Hermione
aveva comunque evitato di parlarle per via del fatto che in quella
storia c'entravano pur sempre due suoi fratelli.
- È abbastanza
complicato, - disse, mantenendosi vaga, - non sono propriamente la
sua ragazza.
- Ma è anche il momento di darti una mossa, e in
tutti i sensi: sciacquati la bocca e andiamo giù, o inizieranno a
scartare i regali senza di noi.
Raggiunsero la cucina,
accolte da osservazioni sarcastiche,
- Finalmente, - osservò
Charlie, - io ho un altro fuso orario e mi sono svegliato prima di
voi.
Ginny fece la linguaccia al fratello, prima di andare a
sedersi accanto ad Harry, con una naturalezza che lui non aveva
ancora imparato ad avere davanti al resto della famiglia;
- È
colpa di Hermione, - si difese.
- Abbiamo assodato che è sempre
colpa di Hermione. - osservò Ron, sogghignando, imitato prima da
Harry e infine da lei.
Cercò con lo sguardo Fred, e in qualche
modo forse lui capì che aveva raccontato a tutto ai due ragazzi,
perché nascose un sorriso.
- Colpa o no non importa, iniziamo. -
decretò la padrona di casa, distribuendo i regali.
- Ehi,
attenzione: - si alzò George, reclamando l'attenzione di tutti, - da
parte nostra avete un'anteprima assoluta: la nostra nuova creazione,
alla quale mio fratello, che temo si sia rammollito, ha dedicato
tutta la sua attenzione nell'ultimo periodo, perché fosse pronta
oggi.
Fred gli spostò la sedia da sotto, mentre si stava
sedendo,
- Tu ti
sei rammollito. Beh, aprite il pacchetto, avanti.
Tutti iniziarono
a scartare, curiosi, ma il suo sguardo era fisso su Hermione.
Lei
soppesò il pacchetto, con attenzione: la forma, il peso, il rumore,
erano molto simili all'unico regalo ricevuto l'anno precedente.
Si
sbrigò, notando che gli altri erano già più avanti di lei, per non
perdersi la sorpresa; tolta la carta sollevò il coperchio della
scatola, che rivelò tra la carta una sfera di cristallo, appoggiata
a un supporto in pietra. La estrasse, era vuota, ma guidata da una
sensazione la capovolse, imitata subito da tutti: la neve riempì il
cristallo, volteggiando intorno all'immagine che era comparsa.
Lei
aggrappata a Fred sulla pista di pattinaggio, uniti in una
risata.
Era perfetta, sollevò lo sguardo verso di lui,
incontrandolo mentre guardava la sua reazione,
- Grazie, - mimò
con le labbra.
Si levarono i commenti del resto della famiglia,
dove ognuno nella propria sfera aveva trovato un'immagine diversa:
chi un bel ricordo, chi uno divertente, a Ron era capitato quello
imbarazzante così come a Fleur, alla quale i cognati, poco
galantemente, avevano regalato il ricordo immortalato di lei nei
panni di Harry.
Tutti erano contenti e fecero ai gemelli i
complimenti per l'idea, assicurandoli un successo garantito, e poi
piano piano iniziarono a spacchettare gli altri regali.
Fu la
volta di Hermione, che guardò Fred mentre apriva una scatola del
tutto simile a quella che lei aveva appena ricevuto, che nascondeva
una sfera in cristallo con la riproduzione della Tower of London.
-
Guardate, - George richiamò ingenuamente l'attenzione di tutti, -
Hermione voleva copiarci l'idea!
Si sentì arrossire fino
all'attaccatura dei capelli, e non lesinò al ragazzo inconsapevole
del suo imbarazzo un calcio punitivo sotto al tavolo.
Fred la
raggiunse fuori, dove si era rifugiata con una scusa.
- Immagino
che tu sappia che giorno è oggi. - le disse, avvicinandosi.
Aveva
smaltito l'imbarazzo, ma averlo accanto a sé non la
tranquillizzava.
- Natale, - disse, sollevando lo sguardo verso di
lui. Aveva paura, ancora più che in passato, perché era il
presente: i suoi sentimenti le facevano paura, per la forza con cui
la spingevano verso di lui rendendolo sempre più necessario, e ad
ogni passo che faceva nella sua direzione aveva sempre paura di
esagerare.
- Ti dico una novità: da ora vale tutto.
Le prese
il volto tra le mani, sfiorandole le labbra come un saluto a lungo
atteso, e allo stesso tempo con la sicurezza di chi non ammetteva
essere respinto.
Quando la lasciò allontanare Hermione studiò
il suo viso: si era esposta per la seconda volta con la sua famiglia,
con un membro diverso.
- Fred... - sospirò, pensierosa. Aveva
paura di fare ancora la scelta sbagliata.
- Hermione, so che il
fatto di avermi salvato la vita incasina un po' le cose, - le disse,
leggero, come se quella frase fosse storia vecchia, - ma non devo per
forza essere la tua aragosta, e onestamente non mi interessa essere
nessun crostaceo: sono rosso, e le battute si sprecherebbero. - Si
fermò, osservando soddisfatto il sorriso che comparve sul volto di
lei, - Può essere fino a settimana prossima, per un mese o per un
anno, forse per più, ma che importa? Quello che conta è adesso. Ora
ti amo, e a me sembra più che sufficiente per continuare a
importunarti.
Hermione arricciò le labbra: le seccava che lui
avesse ragione, mentre lei aveva sbagliato clamorosamente, ma glielo
perdonò solo perché finalmente le aveva detto che l'amava.
Des yeux qui font
baiser les miens,
Un rire qui se perd
sur sa bouche,
Voila le portrait
sans retouche
De l'homme auquel
j'appartiens
Quand il me prend
dans ses bras
Il me parle tout bas,
Je vois la vie en
rose.
Il me dit des mots
d'amour,
Des mots de tous les
jours,
Et ca me fait quelque
chose.
Il est entre dans mon
coeur
Une part de bonheur
Dont je connais la
cause.
C'est lui pour moi.
Moi pour lui
Dans la vie,
Il me l'a dit, l'a
jure pour la vie.
Et des que je
l'apercois
Alors je sens en moi
Mon coeur qui bat
Des nuits d'amour a
ne plus en finir
Un grand bonheur qui
prend sa place
Des enuis des
chagrins, des phases
Heureux, heureux a en
mourir.
(La vie en rose,
Edith Piaf)*
The
End
(La fin)
* Traduzione:
Occhi
che fanno abbassare i miei
Un
ridere che si perde nella sua bocca
Ecco il
ritratto senza ritocchi
Dell'uomo
al quale appartengo
Quando
mi prende fra le braccia
Mi parla
a bassa voce
Vedo la
vita tutta rosa
Mi dice
parole d'amore
Parole
di tutti i giorni,
E sento
che qualcosa
E'
entrato nel mio cuore,
Una
parte di felicità
Di cui
conosco la causa
E' lui
per
Me, io
per lui nella vita
Me l'ha
detto, l'ha giurato sulla sua vita,
E fin
dal momento in cui lo scorgo da lontano
Allora
sento in me, il cuore che batte...
Notti
d'amore senza fine
Una gran
felicità che si fa largo
I
fastidi, i dolori si cancellano
Felice,
felice da morire
Nda: Eccoci alla fine, La vie en rose
è la canzone a cui mi riferivo nello scorso capitolo, e la trovo
davvero perfetta per Hermione e Fred; spero che anche voi possiate
ritrovarvi in questo, come spero che questa fiction, per quanto un po'
fuori dal normale, vi sia piaciuta.
Grazie per le recensioni che mi avete lasciato, spero di sapere come vi è sembrato il finale, e grazie mille ad avalonne e al suo contest Not My Character, bitch! per l'ispirazione che mi ha dato, grazie a cui ho scritto Boule de Neige. Alla prossima!