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Autore: rukiachan15    06/08/2012    1 recensioni
Salve a tutti!^^..
Questa è la mia prima storia che scrivo.I protagonisti sono Ichigo e Rukia ma siccome volevo fare qualcosa di originale , ho cerato di combinare sentimenti e azione. Spero che ci sia riuscita.
Spero che sia di vostro gradimento e soprattutto che vi appassioni.
Adesso vi lascio alla storia..Buona lettura!^^
Ps.Se avete qualche domanda non esitate a contattarmi =)
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La nascita della bambina aveva provocato un movimento generale del Gotei 13. Era come se la bambina avesse portato qualcosa di nuovo, in fondo non era la prima volta che accadeva una cosa del genere, ma sembrava che fosse proprio così. Ichigo e Rukia non facevano altro che passare intere notti a vegliare sulla piccola Masaki la quale continuava a piangere senza sosta. Nonostante fossero stanchi e avessero decisamente bisogno di dormire i due neo genitori non disperavano, anzi per loro era quasi una gioia accudirla.

 I giorni,le settimane, i mesi passarono più velocemente di quanto avessero mai pensato. La bambina cresceva a vista d’occhio ed era sempre tra le braccia di qualche capitano che la coccolava e la viziava. I lineamenti cominciavano a farsi sempre più chiari e iniziava ad assomigliare sempre più a Rukia, ma quegli occhi erano inconfondibili. Il capitano Unohana non faceva altro che ripeterle che quegli occhi l’avrebbero fatta riconoscere ovunque ancora prima che si presentasse. Ed era vero!
I capelli nero corvino le ricadevano ormai sulle spalle, ribelli proprio come il suo carattere vivo e frizzante. Quando aveva iniziato a camminare per il Seiretei era diventata un pericolo ambulante. Se ne andava in giro a trovare tutti i suoi amici, i capitani e gli shinigami che conosceva, facendoli sorridere continuamente. Era fonte di allegria per tutti. 

Ben presto Rukia cominciò a spiegarle le regole fondamentali del Seiretei e cosa avrebbe fatto appena avrebbe compiuto gli anni necessari per entrare nell’Accademia degli Shinigami. Masaki era sempre stata a contatto con gli shinigami, con gli allenamenti e non vedeva l’ora davvero di iniziare. Faceva di tutto per cercare di accelerare i tempi, ma invano. I genitori erano stati chiari su questo punto. “Niente combattimenti fino all’Accademia!”.
Eppure il suo desiderio di combattere era forte e fremeva dentro di lei. Ne aveva preso proprio dal padre! Anche il capitano Soifon le aveva promesso che le avrebbe svelato delle tecniche di base prima di entrare all’Accademia cosìcchè fosse già iniziata. Tutti erano impazienti di vederla sul campo di battaglia. In fondo lei era il frutto della forza, della determinazione della reiatsu di Ichigo e dell’eleganza, la bellezza della reiatsu di Rukia. Doveva essere uno spettacolo vederla in azione. E tutti aspettavano con ansia questo giorno e per questo non voleva assolutamente deluderli e di certo non l’avrebbe fatto.

Qualche anno dopo…

*Mamma!* urlò Masaki dal retro della sua stanza. Sembrava agitata e fremeva. Rukia arrivò e la vide agitarsi per il giardino ormai quasi distrutto dalla sua agitazione. La guardò stranita. * Che succede Masaki?* le chiese con tono preoccupato. Lei la guardo con sguardo deciso e quasi irritato, come se dovesse essere ovvia la risposta. Ma proprio Rukia non capiva. Quello sguardo così deciso la faceva quasi barcollare. Era spaventoso il modo in cui ricordava quello di Ichigo! Poi d’un tratto si ricordò. Il  viso di Rukia si addolcì in un sorriso di conforto. * Masaki, andrà tutto bene..* le dissi con voce dolce e materna avvicinandosi.
IL viso di Masaki non sembrava essersi tranquillizzato a quelle parole così calme e sicure,ma almeno sembrava che il suo corpo si fosse calmato e adesso stava ferma di fronte alla madre in attesa di qualcosa. Rukia le venne accanto e le mise un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé. E finalmente Masaki ebbe il coraggio di parlare, di confessare cosa l’agitava. * Non ce la farò mai, mamma. Non passerò mai le selezioni e non diventerò mai una shinigami!* disse tutto d’un fiato abbassando la testa per lo sconforto. 

Rukia immaginava si trattasse di questo. Oggi era il giorno che aveva atteso da anni per fare l’esame ed entrare nell’Accademia degli Shinigami. Adesso aveva l’età giusta. Rukia le sfiorò i capelli delicatamente con la mano e le baciò la testa. Poi la prese per le spalle e la scrollò, guardandola negli occhi. Doveva rialzarsi, doveva riprendersi. Questa era la sua unica occasione e doveva dare il meglio di sé.
*Masaki..* iniziò con tono autorevole ricordando per qualche istante quello di suo fratello Byakuya. La ragazza la guardò dritta negli occhi cercando di sostenere lo sguardo pesante che la madre le stava rivolgendo. Rukia strinse ancora di più la presa attorno alle braccia.* Tu hai un grande potenziale e un grande futuro davanti a te. Devi solo avere coraggio e andare a fare l’esame dando il meglio. Dai tutto quello che puoi,fino all’ultima goccia del tuo reiatsu, fai una buona impressione. * il tono di Rukia continuava ad essere duro e freddo, ma Masaki continuava a sostenere il suo sguardo autoritario. Sapeva già tutto quello che la madre le stava ripetendo, ma come motivazione non le bastava. Il suo viso si contorse in una smorfia infantile poco convinta.

Rukia sospirò e lasciò la presa forte.* Masaki, tu discendi da una delle più nobili famiglie che il Seiretei abbia mai avuto, una delle più valorose. Nel tuo sangue scorre il reiatsu di tuo padre, Masaki. Sai già la storia di tuo padre, l’hai sentita raccontare tante volte ormai è inutile che te la ripeta. E hai la determinazione di tuo padre, la forza, l’energia. Non puoi perdere.* le disse con un sorriso benevolo. * Mettiamola così. I tuoi geni non ti permetteranno di perdere, ecco tutto!* continuò con una risata.

Il volto di Masaki sembrava essersi sciolto insieme a quello della madre. Sulle sue spalle portava il fardello della famiglia Kuchiki ma anche della potente reiatsu di suo padre. Era vero, non poteva perdere! Suo padre aveva combattuto al tempo con la maggior parte dei  capitani e li aveva sconfitti. Non poteva deluderlo e non l’avrebbe fatto!
Il suo sguardo si impostò. Era determinato, convinto, preciso. Adesso era pronta. * Grazie, mamma. Farò del mio meglio, te lo prometto!* disse sorridendo. Le diede un bacio distratto sulla guancia e si diresse correndo verso l’uscita della stanza.

Ce la poteva fare. Tutto era dalla sua parte.

“Papà, ti renderò fiero di me!” disse orgogliosamente e con entusiasmo nella sua mente. E continuò a correre verso la sua meta, il cortile dell’Accademia degli Shinigami.
  
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