Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Segui la storia  |       
Autore: Freya Crystal    09/08/2012    3 recensioni
Profondo Blu è stato sconfitto. Ichigo e Masaya sono sani e salvi e tutti vissero felici e contenti, ma qualcuno dice no. Dice un "No" secco a tutto questo.
Perché la bella paladina della giustizia deve sempre finire con lo stereotipo del ragazzo dolce, romantico e puro come un giglio?
Che ne è stato dell'algido biondo dagli occhi color oltremare, un po' scorbutico, un po' maleducato, che segretamente arde d'amore per la nostra rossa preferita?
Le cose non vanno mai come ci si aspetta. Il futuro ha in serbo piani differenti per Ichigo. E anche per Ryou.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Io me ne vado!



"Parto per Londra."
Abituarsi ad avere punti fermi nella propria vita, fa parte dell'istinto umano. Bere il latte ogni mattina -possibilmente nella propria tazza preferita -, impiegare i soliti quindici minuti di bicicletta per andare a lavoro, andare dall'estetista due volte al mese, passare per il parco prima di andare a fare la spesa nel supermercato di fiducia. Sono esempi alquanto frivoli. 
I veri punti fermi che l'uomo cerca sono dei legami. Legami ai quali potersi agganciare per non sentirsi in bilico sul filo del rasoio. Legami per non cadere in mare aperto. Un marinaio che si rispetti, deve avvalersi dell'aiuto della sua ciurma, se vuole sopravvivere alla tempesta. Avere una bussola con sé, per non smarrire la propria rotta. Sapersi difendere dai cattivi incontri, per non perdere tutto.
"Parto per Londra."
Sono rare le persone tanto forti da non aver bisogno di legami. Rare quelle tanto coraggiose da non fermarsi mai a riposare e continuare a navigare senza una meta, uno scopo, un sogno. E sono vari, i tipi di legami che motivano e incoraggiano l'essere umano a viaggiare. Legami di tipo astratto, aventi a che fare con hobby e aspirazioni; legami di tipo affettivo, amoroso, familiare. Questi ultimi - sono in molti a desiderarli - si instaurano con persone. 
Persone che amiamo. Che ammiriamo. Che rispettiamo. 
Ichigo lasciò ricadere la testa sul cuscino. L'odore di bucato della federa la distolse momentaneamente dalla sua attività mentale. Poi l'effetto svanì, lasciandola di nuovo sola, prigioniera di quel pensiero martellante.
"Parto per Londra."
Si era talmente abituata ad avere Masaya al proprio fianco, che l'idea della sua partenza le procurava un senso di smarrimento. Avrebbe perso la sua stelle polare- Un momento: non aveva deciso di eleggerlo "suo Sole"? 
Se Masaya è la tua stella polare, come fa ad essere anche il Sole? Il Sole non ha niente di polare.
Taci, non è il momento.
<< Vuoi davvero partire?... >>
Non è che se lo domandi al soffitto di camera tua, lui ti risponde.
Ho detto taci.
Ichigo afferrò bruscamente il cuscino fra le mani e se lo strinse al petto. 
"Solo per le vacanze estive. Vedrai che passeranno in fretta."
" ... Ma la scuola finisce tra una settimana."
" Lo so, perciò vorrei chiederti se hai intenzione di venire via con me."
Vieni via con me...
"Non sei obbligata a dire di sì. So che sarebbe una scelta azzardata, io è da tempo che ci rifletto su, e per un motivo ben preciso. Potresti fermarti una settimana o due, poi ritornare in Giappone. O magari venirmi a trovare nel mezzo delle vacanze. Sappi che sarai sempre la benvenuta."
" Masaya, non capisco... Perché vuoi andare a Londra?"
"Vedi, Ichigo, pensavo di proseguire gli studi."
"Certo che vuoi proseguire gli studi, ma cosa centra questo co-
Cretina. Sei proprio una cretina.
"M-ma... mi hai detto che si tratta solo del periodo estivo... Cosa... come..."
Masaya l'aveva cinta a sé e aveva appoggiato la fronte alla sua. "Piccola... vieni qui."
Erano rimasti in silenzio per alcuni istanti. Lei cercando di trattenere le lacrime, lui cercando di tirare fuori le giuste parole.
"Non ho intenzione di rinunciare a te. E non lo farò per nessun motivo, in nessuno dei casi: né se deciderai di seguirmi, né se deciderai di restare a Tokyo."
Masaya le aveva proposto di andare a studiare insieme a Londra. Lui avrebbe impiegato il periodo delle vacanze estive a chiarirsi le idee per il futuro. Ichigo sarebbe andata trovarlo e se, guardandosi attorno, avesse deciso di frequentare la sua stessa scuola, si sarebbe trasferita definitivamente per l'inizio del successivo anno di liceo. 
Da panico.
"Questo significa che hai intenzione di lasciare il Giappone per sempre?"
"Per sempre sono parole troppo grosse. Non posso dirti ora cosa ne sarà della mia vita fra sette anni. Ma so per certo che voglio fare l'ambientalista. Non è nemmeno detto che io decida di fermarmi a Londra. Prima vado, poi vedrò il da farsi."
Ichigo scattò su a sedere. Abbandonò il cuscino al lato del letto. Si precipitò giù dalle scale, infilò le scarpe ai piedi e uscì di casa. 
Dalla fretta, non aveva nemmeno avvisato i genitori, perciò lasciò loro un messaggio nella segreteria.
<< Mamma, papà, sto andando al Café: imprevisto urgente. Scusate se non vi ho salutato. >>
 
 
 
**Mew Mew**
 
 
<< Ciao, Ichigo. >>
Gli avrebbe volentieri tirato un pugno sul naso. Si divertiva a mostrarsi tranquillo e sereno al suo cospetto dopo una litigata? 
<< Come mai sei qui? >> 
A dire il vero, aveva l'aria di chi se ne fosse già dimenticato, di averci litigato.
Questo fatto la imbestialiva. Ryou sembrava sminuire la portata degli sfoghi che lei gli riversava contro.
<< Secondo te cosa ci faccio qui. >>
Brava, inizia ad abbaiare in anticipo rispetto al momento programmato...
Fredda, pungente sino all'esasperazione.
<< Ti sei dimenticata che è giorno di chiusura? >>
Le caddero le braccia.
<< Non solo ti prendi gioco di me, facendo finta che non sia successo niente, ma hai anche il coraggio di farmi passare per una deficiente! >> Ryou arretrò sorpreso, le mani in alto, mentre Ichigo, strillandogli in faccia a bocca larga, varcava la soglia del Café senza rendersene conto. << Secondo te non lo so, che oggi è giorno di chiusura? >>
Il giovane scienziato non tardò a riprendersi. << Effettivamente, ho messo in dubbio l'unica di cui sono certo non ti dimenticherai mai. >>
<< Guarda che non sono in vena di scherzi! >>
<< E io non sono in vena di sentirti urlare. Perciò abbassa la cresta e dimmi cosa sei venuta a fare. >>
Con la sua fermezza, Ryou intimoriva la gente. Ma a quanto pareva, con Ichigo non funzionava. Quel giorno in particolare, la ragazza sembrava aver raggiunto un livello di mala sopportazione tale da impedirle di calmarsi. 
<< A mettere in chiaro un paio di cose! >>
<< Oh... Ichigo! Quale dolce gioia ci procuri, onorandoci a sorpresa della tua presenza. Mi fai venire voglia di prepararti una torta. >>
<< Ciao, Keichiro. >> Il tono di voce di Ichigo scese di un paio di ottave, quando si rivolse al sorridente pasticciere comparso alle loro spalle. Tuttavia la tattica adulativa di Keichiro - seppur sincera - non ottenne il classico effetto; invece di sciogliersi come glassa nel forno, la rossa riaccese la miccia. << Se speravi che fare la parte dell'indifferente ti avrebbe scagionato, ti sbagli di grosso! Sappi che da domani non metterò più piede qui dentro! Puoi scordarti di vedermi sgobbare avanti e indietro dalla sala alla cucina, inerpicarmi fra i tavoli carica di vassoi, fare la guerra al pavimento per smacchiarlo, pulire i-
Ryou fece una cosa che non aveva mai fatto. Di solito rimaneva in quieto silenzio - con grande dolore delle sue orecchie - aspettando il momento opportuno per replicare, ovvero l'istante in cui Ichigo si sgonfiava come un pallone dopo aver sputato tutta la sua rabbia. 
Stavolta le diede le spalle. Chiaro segno di rifiuto ad ascoltarla.
<< Dove credi di andare!? >>
Keichiro l'affiancò fiducioso, posandole le mani sulle spalle. << Non gridare così, Ichigo, o perderai la voce. >>
<< Sarebbe anche ora >>, replicò Ryou, mentre saliva le scale che portavano al piano superiore. << Lasciala continuare. Se rimane muta, almeno avremo pace una volta per tutte. >>
<< Guarda che ti seguo! Kei, fammi passare, per favore. >>
Il pasticciere acconsentì, senza sapere cos'altro fare. In fondo, anche se sapeva che Ichigo stava sbagliando, non era scappando, come stava facendo Ryou, che si sarebbero risolti i problemi. 
<< Puoi anche chiuderti in camera, ma mi metterò contro la porta! >>
Ichigo seguì il bersaglio su per le scale, fino alla porta della sua camera che le fu candidamente sbattuta in faccia.
<< Io me ne vado! Me ne vado, hai capito!? Vado a studiare a Londra con Masaya! A farmi una vita normale! Non disturbarti a darmi un aumento, non ne hai più bisogno! Basta con gli alieni, basta con questa vita da gatto, basta con le-
La porta si aprì di colpo. Fu talmente inaspettato il gesto, che Ichigo, nonostante la veemenza delle sue parole, non ebbe la forza di contrastarlo. Ryou l'afferrò per un braccio e la spinse malamente all'interno della stanza, sbattendola contro la porta chiusa. 
Ammutolì. 
<< Ti avevo detto che non sono in vena di sentirti urlare. O cambi tono, o sarà peggio per te. >>
La stava... minacciando?
Ichigo trattenne il respiro, le labbra semidischiuse che la brusca interruzione le aveva impedito di serrare. 
Fu come se in quel momento si fosse resa conto di ciò che aveva fatto. Avvertì una vampata di calore. Di rabbia, di vergogna, o forse di entrambe. Non seppe spiegarselo.
Ryou la fissava con rabbia. Una rabbia più grande di quella che lei stessa avvertiva in corpo. 
Ghiaccio bollente, accusatorio. Faceva male.
Quello sguardo era di una potente imprevedibilità. 
<< Possibile che tu non sia capace di parlare civilmente? >>
Il suo respiro le colpì il volto, percezione sensoriale sufficiente a renderla consapevole della realtà di quella situazione. Fu gelido, affettato, in netto contrasto con la luce che gli ardeva negli occhi.
L'intensità.
<< Che cosa c'è? Avanti, Ichigo. Dimmelo. Ti sto ascoltando. >>
Perché aveva quell'intensità? 
Ce l'aveva negli occhi. E non solo negli occhi. 
<< Perché...? >>
Non si accorse di averlo sussurrato, fu convinta di averlo pensato, mentre a quella concreta immagine del presente, se ne sovrapponeva una oscura ed intrigante, appartenente al passato.
<< Accidenti, razza di scostumato! E' la seconda volta che ti trovo in questo stato, aaaah... me ne vado! >>
<< Ma sentila, mi da dello scostumato in camera mia. Come te lo spiego, che si bussa e non ci si lancia, dentro ad una stanza? >>
<< Guarda che ho bussato. E se eri mezzo nudo, potevi chiuderti a chiave! >>
<< Ora puoi entrare... Ma dove corri? >>
<< Non sto correndo! >>
Ryou si era affacciato sulla soglia - con una maglia indosso -, realizzando che Ichigo era praticamente arrivata in fondo al corridoio.
<< A giudicare da dove ti trovi rispetto a tre secondi fa, sembrerebbe di sì, a meno che Kisshu non ti abbia insegnato il teletrasporto. >>
<< Vuoi piantarla col tuo sarcasmo!? Non fai ridere, sappilo! >>
<< Uff... allora, che cosa volevi chiedermi? >>
Ichigo era tornata sui suoi passi. Da indispettita, di colpò era diventata turbata. Se ci aveva ripensato, stava a significare che aveva qualcosa di importante da riferirgli.
<< Entra. >>
Ichigo si era introdotta nella camera. Aveva lanciato un'occhiata intorno a sé, nella speranza di vedere una sedia bucare il soffitto e atterrare ai suoi piedi, ma quando aveva realizzato che vi era solo il letto, aveva deciso di rimanere in piedi. 
<< Ecco... beh... insomma... insommdatochesonodinuovounaMewMewnonpotròbaciarenessunoperchédive-
Di fronte all'inarcatura sopraccigliare del suo interlocutore, Ichigo si era interrotta. 
<< Scusa... Volevo dire, siccome sono di nuovo una Mew Mew, mi ritrovo... al punto di partenza. >> 
Aveva preso a rigirarsi i pollici, imbarazzata all'idea di dover affrontare quell'argomento, specie con Ryou, poi!, che proprio le pareva la persona meno indicata per quel tipo di consigli. 
Ma a chi altri avrebbe potuto parlarne? Ryou era l'unico capace di fornirle un aiuto concreto.
<< Di che cosa stai parlando? >>
<< E dire che lo fanno tanto intelligente, il ragazzo... >>
<< Come? >>
<< Uhm, niente, borbottavo fra me e me. >>
<< Guarda che ti ho sentita. E' il tuo ragazzo ad avere problemi all'udito. >>
<< ... Cosa centra Masaya? E che storia è mai questa!? >>
<< Lasciamo perdere. Avanti, parla. >>
<< Non ti permettere mai più di insultarlo, hai capito bene!? Comunque, è proprio di lui che volevo parlarti, sapientone! Visto che sono tornata ad essere una Mew Mew, non potrò baciarlo senza trasforarmi! Mi spieghi come farò!? Non posso andare avanti così! >>
Ichigo era paonazza. Ryou la fissava a braccia conserte, l'aria leggermente divertita dietro quello sguardo di sufficienza.
Senza dire una parola, le si era diretto incontro, le aveva sollevato il mento con le dita e aveva appoggiato le labbra sulle sue. 
Fuori stava imbrunendo. La stanza era immersa nella penombra e le loro figure spiccavano contro la porta, fuse, per uno strano gioco del destino. Ichigo aveva mantenuto gli occhi fissi su di esse, mentre le labbra di Ryou spingevano delicatamente sulle sue per approfondire quel contatto inaspettato. 
Sbarrati, immobili, pronti a saltarle fuori dalle orbite. I suoi occhi non volevano ragionare.
Ryou si era scostato da lei, con un sorrisetto. << Sei ancora normale, Ichigo >>, aveva constatato con naturalezza.
Ichigo era pietrificata. 
Sì, era vero, non si era tramutata in una simpatica gattina nera. Altrimenti non avrebbe potuto guardare Ryou da quell'altezza.
<< Il problema è risolto. >>
Una cosa non può essere bianca e nera. Se è nera non può essere bianca, e se è bianca non può essere nera.  
Allora perché la voce di Ryou le era parsa lontana e al contempo nitida,tangibile?
Il cuore aveva avuto un guizzo. Improvviso, inspiegabile, violento. 
Ichigo aveva sentito la testa girare e lo stomaco contrarsi. L'oscurità le stava giocando un brutto tiro. In quello stato, Ryou le appariva diverso
Lei lo vedeva diverso. 
Lo guardava in modo diverso.
La sua figura era per metà in ombra e per metà lievemente illuminata dagli sprazzi di luce che entravano dalla finestra.
Le due facce di una medaglia? 
I capelli gli rilucevano. Non erano mai stati tanto spettinati, tanto biondi, tanto intriganti.
Cosa stava facendo? 
Quegli occhi non erano mai stati tanto languidi.
Perché sembravano avanzare verso di lei?
Quelle labbra non-
Gli aveva afferrato la nuca, aggrappandovisi in punta di piedi, e lo aveva baciato. Lo aveva baciato fino in fondo. 
Il ragazzo, per alcuni istanti, era rimasto interdetto. Ma Ichigo, quando lo aveva avvertito reagire, si era ritratta di scatto, come se avesse ricevuto una sberla. 
Sbalordita, disorientata, furiosa con se stessa, era indietreggiata. Aveva abbassato gli occhi ed era sgusciata via,  fuori dalla sua stanza.
Perché Ryou aveva uno sguardo così intenso?
<< Perché, Ryou? >>
<< Si può sapere che ti prende? >> 
Ichigo batté le palpebre, disincantata. Con uno strattone si liberò della presa al suo braccio e strisciò fuori dalla prigione umana che la teneva attaccata alla porta. 
<< Che modi sono? >>, sibilò risentita. 
Ryou sospirò, appoggiandosi a braccia conserte dove prima aveva immobilizzato la ragazza. << Non concluderemo niente, se continueremo a rispondere l'uno all'altra con delle domande. Mi è parso di aver capito... che te ne vuoi andare a Londra, non è così? >>
Ichigo esitò. Poi recuperò la propria sicurezza, nel giro di alcuni istanti. << Sì, è così. >>
Ryou la scrutò in silenzio, infastidendola. 
<< Hai finito? >>, lo rimbeccò lei.
Da serio qual'era, vederlo ridere sotto i baffi la spiazzò. Così, di colpo, senza un motivo apparente. Fu come ricevere una secchiata d'acqua gelida.
<< Ti prego, Ichigo, non dire idiozie. Cosa vorresti fare, a Londra? >>
<< Non sono affari tuoi! >>
<< Vuoi mandare tutto a monte perché ieri sera abbiamo discusso? >>
<< Non si tratta solo di ieri! Non si tratta solo di te! Io non voglio più fare questa vita... >>
Ryou tornò serio. Un'ombra indefinibile gli attraversò il volto. 
Ichigo avvertì una fitta. 
Era tutto così strano, ultimamente! Strana lei, strane le cose, strano quello che sentiva.
<< Ichigo. Seriamente. Problemi a parte che hai con me, vuoi andartene dal Café, salutare tutti e lasciarti ciò che hai costruito alle spalle, così, all'improvviso? Non sarà che mi hai voluto fare sentire in colpa e ti sei inventata tutto? >>
Ichigo spalancò la bocca per replicare, ma non ne ebbe l'opportunità.
<< Alieni! Alieni! >> 
Da portachiavi, Mash mutò alle sue dimensioni reali. 
<< Alieni! Alieni! >>
Ichigo e Ryou si lanciarono un'occhiata d'intesa. 
<< Sai cosa devi fare. >>
La ragazza annuì, mettendo automaticamente da parte tutto il resto. Si precipitò di corsa verso le scale, Ryou dietro di lei. Gli ultimi tre gradini se li fece capitombolando. 
<< Fortuna che hai l'equilibrio di un gatto! Guarda dove metti i piedi >>, la rimbrottò Ryou, una mano sulla fronte.
Ichigo, lacrimante, si rialzò massaggiandosi il sedere. << Sei tu che mi metti fretta! >>
<< Ah, sarebbe anche colpa mia? >>
Keichiro li raggiunse. << ... Ma che ti è successo, principessa? Ho chiamato le altre, stanno arrivando. >>
<< Perfetto. >>
Ichigo gemette, dolorante. 
<< Ho male al didietro. >>
<< Non fare la vittima. >>
<< CHIUDI QUELLA BOCCA, RYOU! >>
Maelstrom aveva scelto il momento meno indicato per farsi vivo. 
 
 
 
 
Spazio dell'autrice: 
ohibò! Ma che ci combinano questi due!? Da come avrete potuto capire, il pezzo in corsivo della seconda parte del capitolo costituiva un flashback del famigerato bacio che Ichigo "si è rubata per sé". 
Ho trovato un modo per sbarazzarmi di Masaya, resistete, manca poco e lo avrete fuori dai piedi! 
Me gongola con la bava alla bocca!
Purin, vai a comprare i coriandoli! 
Kei, in cucina a preparare dolci! 
Retasu, accogli tutti gli invitati! 
Minto, a te l'onore di aprire le danze! 
Zakuro, a te affido il subdolo compito di consolare Ichigo!
 Ryou... beh, tu aspetta e vedrai ;)
Tutti a festeggiare la partenza di Masaya! Yu-huuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Freya Crystal