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Autore: MaikoxMilo    16/08/2012    13 recensioni
Ceresole Reale, un paesino situato nell'alta valle dell'Orco in provincia di Torino, sarà da sfondo alle vicende della giovane Sakura, che nel giro di poco tempo verrà a sapere dei "demoni" legati alla sua famiglia e vedrà, letteralmente, crollare il mondo che fin da bambina l'aveva avvolta in un'aura di freddezza e solitudine inconcepibile per lei.
Può un incontro cambiare la vita di una persona fino a tal punto da farle rivedere completamente il proprio passato?!
Lo so, come presentazione non è un granché ma è il meglio che sono riuscita a fare. Questo è il mio primo esperimento di AU e mi auguro con tutto il cuore che possa piacere e, perché no, far strappare anche un sorriso ai lettori (anche se dal prologo non sembra proprio) Eh! Eh! A voi quindi questo piccolo esperimento che vede come ambientazione un luogo caro alla mia infanzia e che ha avuto la capacità di incidersi nel mio cuore come ben pochi altri!
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Aquarius Degel, Aries Mu, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prologo

 

“Sakura, aspetta un attimo, non possiamo…”

Ma io non bado neanche alla voce che, cercando di mantenermi calma, mi invita a non correre dentro l’edificio in preda ad una crisi di ansia … Inutile dire che non la ascolto neanche, essendo completamente avulsa dalla paura, terrore perché per la prima volta una persona a me cara sta rischiando di perdere la vita …

Entro nell’ospedale senza badare alle persone che mi stanno intorno, in questo momento potrebbe pure finire il mondo che non me ne accorgerei neanche! Come potrebbe essere altrimenti?! È stata tutta colpa mia, e il dolore assordante che mi sta lacerando il petto e lo stomaco non può certo essere comparato alla sensazione di vuoto che si sta impadronendo di me!

Corro come una forsennata nei corridoi gremiti di pazienti e di infermiere …

‘Un dottore, è possibile che non ci sia un medico neanche a pagarlo oro???’ penso, trafelata.

Un lieve rumore di rotelle al mio fianco mi fa voltare verso la direzione del rumore, facendomi ben sperare.

“M-Mi scusi … - inizio, titubante, appena mi avvicino al dottore che sta spingendo una sedia a rotelle con una signora di una certa età sopra - La prego, mi dica che lei ne sa qualcosa … Sapete niente di un certo Camus Delacroix? È venuto qui su un’ambulanza poche ore fa …” pronuncio il suo nome in un sussurro, quasi avessi paura che il solo fatto di nominarlo provochi conseguenze nefaste per lui stesso.

“Mi dispiace tanto, signorina, ma io sono addetto al reparto geriatria, mi occupo delle persone anziane” mi spiega con voce dolce, facendomi capire che capisce il mio stato d’animo e che è addolorato per la mia possibile situazione.

“Grazie comunque e scusi per il disturbo …” mormoro, abbassando lo sguardo e riprendendo la ricerca con ancor più enfasi.

Non ho idea di quanto tempo passi, ma mano a mano che interpello medici diversi e che ricevo da tutti risposte di diniego, la mia ansia si tramuta ben presto in rabbia incontrollabile.

“MA è POSSIBILE CHE NESSUNO IN QUESTO OSPEDALE SAPPIA QUALCOSA SU CAMUS?! EPPURE NON CREDO CHE UN NOME DI QUESTO GENERE PASSI INOSSERVATO!!!” grido per la disperazione, mentre le lacrime invadono il mio volto.

“Camus? Camus Delacroix, il ragazzo con i capelli blu che è venuto qui poche ore fa con una ferita da arma da taglio sul fianco sinistro?!”

Spalanco gli occhi al limite dell’umano possibile, voltandomi in direzione della voce gentile che mi ha risposto. Girandomi verso di essa noto che un dottore dall’aria pratica e dai lunghi capelli verde chiaro min sta fissando con aria grave.

Non perdo un attimo, con il cuore a mille corro verso di lui, sebbene le gambe mi tremino violentemente e facciano fatica a reggermi.

“Sì … La prego, ne sa qualcosa???” chiedo, mentre la nausea si fa sempre più forte dentro di me.

Il medico sospira, puntando i suoi occhi, di un incredibile colore rosa/viola, nei miei azzurri:

“Sono il dottor Sion, il primo a visitare il giovane che è giunto in ambulanza poche ore fa …" si prende una breve pausa, non trovando le parole giuste per proseguire.

“Come … sta?” ho solo la forza di domandare, sentendomi svenire.

“…Quando è giunto qui le sue condizioni ci sono apparse subito gravi e siamo intervenuti subito… In questo momento stiamo cercando di arginare la notevole perdita di sangue. Fatto questo, con ogni probabilità, dovremo attuare una splenectomia, poiché la sua milza è gravemente danneggiata. Non posso dirvi di più, la prognosi è riservata per il momento...” mi spiega, mettendomi una mano sulla spalla per farmi forza.

Istintivamente sento le gambe cedermi del tutto, facendomi rischiare di finire in terra se due braccia forti non mi avessero sorretto con una stretta gentile e decisa allo stesso tempo.

“Sakura, sono qui …!” mi dice solo Mu, il mio migliore amico, nonché colui che mi ha portata qui in macchina. I suoi occhi verdi, se pur distrutti dalla sofferenza come i miei, non smettono di guardare il dottore, in particolare i due nei, così tremendamente simili ai suoi, che spiccano sopra la fronte di Sion.

“Mu… Camus sta rischiando di morire per colpa mia, i-io…” non finisco la frase, perché i singhiozzi mi impediscono di farlo.

“Sakura, andrà tutto bene, vedrai …” prova a rincuorarmi, abbracciandomi e accarezzandomi delicatamente la testa.

“Rimanete in sala d’attesa, per favore! Noi faremo di tutto per salvarlo, è una promessa!” dice ancora il medico, scoccando un’ultima occhiata a Mu e dirigendosi poi nel salone di chirurgia.

Mu mi accompagna, sorreggendomi, nel luogo indicatoci dal dottore e mi costringe a sedermi accanto a lui. Io, incapace di compiere qualsiasi aziona tranne forse piangere, faccio come mi dice senza nemmeno oppormi.

“Sakura, andrà tutto bene, lo sai vero?! Conosco da relativamente poco Camus ma se c’è qualcosa che ho imparato di lui in questo breve arco di tempo è che non si arrende per nulla al mondo, a maggior ragione se sa che tu sei qui e che sei vicina a lui …” mi dice con voce flebile, mettendomi una mano dietro alla testa e facendola appoggiare contro la sua spalla.

“Sì ma è colpa mia se…” biascico, ingoiando a vuoto, ma l’arrivo tempestivo di un’altra persona che conosco fin troppo bene mi fa troncare la frase a metà.

“Milo…” lo chiama solo Mu, guardandolo con tristezza. L’interpellato, appena individuata la nostra posizione si dirige da noi correndo.

“Mu! Sakura! Che cosa diavolo… che cosa diavolo è successo a Camus???” esclama solo lui, mentre i suoi occhi non lasciano spazio che ha una sola emozione: la paura!

Con tutte le forze che ho tento disperatamente di placare i miei singhiozzi per cercare di pronunciare una frase dotata di senso logico:

“Milo, è tutta colpa mia! Camus... Camus mi ha protetto con il suo corpo, ricevendo così una pugnalata sul fianco sinistro che gli ha trapassato la milza. Maledizione a me, se solo non mi fossi girata di spalle!!! ”

 

 

 

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Sì lo so, il prologo è un po’ strano se messo a confronto con quello scritto nella presentazione, beh, vi basti sapere che questo è il presente, dal prossimo capitolo si farà un ‘salto indietro’ (che in verità è il fulcro centrale di tutta la storia) per scoprire meglio i personaggi e la storia della protagonista. Che dire? Mi auguro non mi lincerete per questo e che ‘mi farete compagnia’ anche in questo progetto. Ringrazio anticipatamente tutti coloro che troveranno il coraggio di leggere anche questa mia piccola follia, e ovviamente anche quelli che, eventualmente, lasceranno una recensione per descrivere le loro prime impressioni!

  
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