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Autore: cranium    20/08/2012    2 recensioni
-Come ti chiami?- chiese Draco.
-Non te lo dico, mi prenderesti in giro.- rispose testarda.
-Non può essere più strano del mio, dai dimmelo.-
La ragazza sbuffò infastidita poi rispose:
-Mi chiamo Wren contento?-
-Ti chiami scricciolo?- e scoppiò a ridere, più per l’espressione buffa che aveva fatto la ragazza che per il nome. Infondo le si addiceva: aveva le spalle strette e era piuttosto minuta, ma il carattere non era quello di un timido uccellino.
[...]

Draco/Nuovo Personaggio.
I Malfoy sono vittime di una maledizione da tre secoli, imposta su di loro da una donna.
Riuscirà Draco a spezzare il flagello che opprime la sua famiglia e far si che la ragazza che ama si innamori di lui?
O anche lui dovrà soffrire le amare pene dell'amore?
Storia ispirata a "La Bella e la Bestia".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il serpente e l'uccellino.

Dicembre era arrivato e con lui quell’aria frizzante che precede le grandi nevicate, e le nuvole bianche e dense che riempivano il cielo rendevano piacevole affacciarsi dalla finestra a cercare i merli che si rifugiavano tra i rami sicuri degli alberi nodosi davanti alla villa.

Con le loro ali scure proteggevano il nido dalle intemperie della stagione fredda che si insinuava tra le loro piume fitte.

Narcissa si sentiva un po’ come loro, con le penne smosse e sgualcite dalle forze esterne che cercavano di tirarla giù dalla sua casa.

Lucius stava meglio, ma le sue forze cedevano sotto il peso di responsabilità crescenti che andavano dal salvare suo figlio, all’amare il marito, a preservare la serietà di casa sua.

Un’ombra cupa comparì nella porzione di giardino che riusciva ad intravedere dalla finestra del grande salotto tra i suoi cespugli preferiti di rose selvatiche.

Bellatrix si rivelò come l’ala nera di un corvo e lei da colomba si avvicinò.

La invitò ad entrare e le offrì una tazza di the.

-Il Signore Oscuro è tornato- la informò con voce febbrile  –spero che il suo viaggio sia stato fruttuoso.-

-Lo spero anche io sorella, come sta Rodolphus?-

-Come una qualsiasi ameba che sguazza nella sua brodaglia.- rise la sorella.

-Non dovresti essere così dura con tuo marito Bella.-

-E tu forse dovresti esserlo di più, troppo tempo sei stata indulgente, non vedi che ti riempie di vergogna?-

-Non credo abbiamo la stessa idea di ciò che vergogna significhi…-

Un tonfo sordo si intromise nella loro conversazione.

Al piano di sopra era successo qualcosa.

-La ragazza.- sussurrò Bellatrix come un animale che rimugina sulla preda che ha davanti.

Era una cacciatrice lei, e non erano i capelli da fiera o gli occhi che si riducevano a fessure di fronte a ciò che le sbarrava la strada, era piuttosto il sangue che aveva sulle mani e che niente avrebbe potuto lavare, erano le unghie affilate che si passava sulle labbra rosse e le guance scarne.

-Bella.- cercò di fermare la sorella che stava già salendo le scale, ma era troppo tardi e l’unica cosa che poté fare era seguirla.

-Per favore fermati!- la incitò, ma niente.

Ormai la camera di Draco era vicina e dalla risata della sorella Narcissa intuì quanto aspettasse di vedere la figlia di Gray.

-Suo padre è l’uomo che mi ha portato in prigione Cissy! E qui, dietro questa porta, c’è lei! Sua figlia.-

-Bella! Non puoi… il Signore Oscuro… lui non la vuole morta.- le disse per calmarla, ma la cosa non fece mutare il sentimento della sorella.

-È solo un cruciatus, ho solo voglia di…-

Non lo sapeva neppure lei, lì con le mani nei capelli per la voglia di sfogare la sua frustrazione.

Capiva ciò che provava, molti odiavano quell’uomo, anche lei, e chissà in quanti provavano rancore verso l’Auror, tutti in quella casa, ma suo figlio provava qualcosa per la ragazza dietro quella porta e lei non avrebbe permesso a niente e nessuno di toccarla.

-Bella, smettila.- la pregò la sorella prendendole le mani per calmarla, ma nulla, lei si libero dalla presa della sorella e si fece spazio fino ad arrivare all’altra camera.

Wren era a gattoni sul pavimento chiaro.

-Neville sei tu? Sono inciampata e non riesco più a trovare il mio bastone, puoi aiutarmi per favore?- disse muovendosi a tastoni.

Narcissa di avvicinò lentamente a lei, ma la ragazza non sembrava turbata dalla presenza di due estranee.

Non ci vedeva.

La consapevolezza di ciò la colpì al petto, senso di colpa, aveva permesso che quella ragazza fosse tenuta segregata lì in casa sua, sotto il suo stesso tetto, una giovane così fragile, e le spalle talmente strette che persino lei avrebbe potuto stritolare.

Avrebbe parlato con suo figlio quella sera.

Intanto fuori iniziava a piovere.

 

Lucius era nel suo ufficio quella sera.

Si avvicinò alla scrivania che era coperta da carte e pergamene varie dietro le quali spuntava la sua testa china intenta a leggere e scrivere.

-Lucius.- un richiamo al quale l’uomo non poteva che rispondereon incontrò gli occhi della moglie.

-Dimmi Narcissa.-

-Lo sapevi che la figlia di Gray non vede?- chiese tentando di essere indifferente, ma il tono le riuscì molto impaziente.

-Avevo sentito dire che aveva dei problemi di salute.- rispose un poco sorpreso.

-L’ho vista un’ora fa.- camminava avanti e indietro come se sperasse di consumare le suole delle scarpe.

-Non possiamo farci molto.-

-Possiamo chiedere al Signore Oscuro di rimandarla dal padre, penso che si sia spaventato abbastanza, è una ragazzina così gracile, gli parlerò io.-

-Pensavo fossimo d’accordo che certe responsabilità spettano ancora a me, e parlerò anche a Draco, non credo la prenderà molto bene.- vide la moglie sorridere e si riempì della forza che gli serviva.

Narcissa uscì lasciando Lucius solo con i suoi pensieri.

Non poteva permettere che suo figlio si innamorasse, non voleva che soffrisse.

Sarebbe riuscito a farlo ragionare in tempo Draco o avrebbe sentito il suo cuore spezzarsi come al tempo aveva fatto il suo?

Probabilmente la seconda, ma era così giovane che tutto si sarebbe risolto in poco, e poi aveva intenzione di proporgli da un po’ di tempo un matrimonio con la sorella piccola della Greengrass, Asteria.

Un buonissimo partito.

Lo fermò appena lo sentì i suoi passi fuori dallo studio con la scusa di dovergli parlare, che poi una scusa vera e propria non la era.

-Draco.-

-Padre .-

-Io e tua madre abbiamo riflettuto assieme, vorremmo chiedere al Signore Oscuro la possibilità di rimandare Wren da suo padre. Non sapevo fosse non vedente, avrei preferito mi avvertissi tu invece che tua madre che l’ha scoperto per caso… e poi tu ti stai innamorando e non è un bene, tu lo sai.-

Il cuore gli batteva così forte che per un attimo ebbe paura di vederlo uscire dalla cassa toracica per andare a passeggio.

Si stava innamorando?

Forse era il battere ritmico del bastone di lei sul pavimento che lo avvertiva che non riusciva a dormire la notte, o quella volta che si era stretta a lui perché aveva paura dei tuoni, o il sentirsi invincibile quando riusciva a trovare la nuca della ragazza sotto quella massa di capelli, il non poterle farle capire quanto bello fosse il suo sorriso, il vederla tutti i giorni, non c’erano più dubbi.

-Io  sono innamorato! Come tu lo sei di mia madre, non ci vedo nulla di male in questo.-

-Lei non ricambierà mai.-

-Non lo posso sapere finché non ci provo… forse sarò io quello che riuscirà a spezzare la maledizio…-

-Non ci sono riuscito io in tutti questi anni, tu come pensi di riuscirci?  Non essere egoista Draco, quella ragazza non sa neppure il tuo vero nome, come pensi di istaurare il vostro rapporto, se mai ce ne sarà uno? Su una menzogna? Vuoi continuare a tenerla chiusa in gabbia?-

-È quello che tu stai facendo con mia madre!-

Il colpo arrivò secco sul viso, ma non era stato Lucius che guardava la scena sbalordito, ma Narcissa che stava ascoltando la conversazione.

-Non permetterti di parlare così! Sei troppo giovane per capire.-

Draco non se l’aspettava, non da sua mamma, non dall’unica donna che lo capiva, si allontanò indietreggiando per poi correre via.

Via da loro che lo consideravano un’egoista, da loro che lo consideravano un illuso, per raggiungere Wren.

Correva per togliersi da quella situazione assurda, via da tutto quello che lo asfissiava e appena trovò la ragazza soffocò tutto con un bacio.

Sperava la ragazza ricambiasse in qualche modo, che la cosa la cogliesse di sorpresa e che non lo allontanasse, ma non fu così.

-Neville, ma cosa…- sussurrò staccandosi da lui, ma non era già più lì.

 

-Draco.- sussurrò.

Le cucine erano riservate agli elfi, nessuno andava mai a controllare ed era per quello che suo figlio fin da piccolo andava a nascondersi lì.

Era troppo fiero per mostrare la sua tristezza, persino a sua madre, ma appena lei lo raggiungeva nel cantuccio che si era costruito tra l’orgoglio e le pentole si sfogava in un pianto liberatorio.

-Oramai è diventato troppo stretto per tutti e due.- e si accucciò davanti a lui.

-Spero non significhi che il mio lavoro da madre è finito, so che hai bisogno dei tuoi spazi, ma vorrei poter ritagliare sempre un piccolo cantuccio per me nella tua vita, anche se stai crescendo.-

A quelle parole Draco si scostò per permetterle di sedersi vicino a lui.

-Me lo ricordavo più grande.- cercò di scherzare, ma il volto del figlio rimase impassibile.

-Non mi ama.- sussurrò amaro.

-Lo so, ma questo non significa che tu non puoi amare lei, amare rende molto felici, vedi le cose molto più belle di quello che sono realmente, e se poi non sei ricambiato avrai sempre il cuore pieno.-

-Ma tu non ami mio padre, non puoi capire.-

-È vero- sospirò -ma non c’è giorno che io non veda riflesso nei suoi occhi tutto quello che prova per me, e non c’è niente di più bello.-

-Belle parole, ma Wren non vede.-

-Draco, e io che ti reputavo un ragazzo intelligente, hai altri quattro sensi a disposizione, sbizzarrisciti!-  

 

 

NdA: Ringrazio chi continua a seguire la storia nonostante i miei ritardi colossali.

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Al prossimo.

  
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