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Autore: Sakkaku    21/08/2012    2 recensioni
Greg andò a tamponare la macchina davanti a lui. “Dannazione! Non me ne va bene una! Dovevo andare proprio addosso ad una Maserati GT! Adesso quello mi farà un mazzo quadro”.
Il ragazzo della scientifica aprì la portiera pronto a scusarsi e sentire mille urla. Ma ciò non accadde.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Greg Sanders, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 12: Addio – parte seconda


“Cosa dovrei fare? Andarmene e avvisare i dipendenti e gli ospiti dell'Hotel o chiamare i rinforzi?” Greg si stava facendo varie domande, sapeva che rimanere lì non avrebbe cambiato nulla, ma gli occhi verdi di Blair lo immobilizzavano.
L’agente della scientifica vedeva chiaramente che dietro lo sguardo tranquillo, era terrorizzata. Josh lo indicò con il coltello – Tu, sei quello che era fuori dal bar. Allora sei uno sbirro. Dovevo sospettarlo – fece una smorfia – Voi due avete proprio un debole per i poliziotti o detective vero? – - Che vuol dire quello che sta dicendo? – chiese Sanders – Nulla. Non parlare, non fare domande, non sono affari che ti riguardano – lo zittì Maeve fulminandolo.
Vedendo i tagli che Josh aveva fatto alla sorella, non poteva non pensare a quanto fosse diventata più forte rispetto al passato. – Sei bravissima sorellina – si complimentò Maeve sorridendole dolcemente – Anni fa saresti lì per lì per svenire, invece, guardati. Fiera e tranquilla com'è stata Sheena fino all’ultimo - - Ti ho forse detto che potevi parlare? – la interruppe il biondino dagli occhi azzurri – Vi devo ricordare che le vostre vite sono collegate alla mia? Ditemi cosa volete fare - - Perché t'interessa proprio Blair? Con tutte le ragazze con i capelli rossi perché ti sei fissato proprio con lei? – chiese stupidamente Greg – Sei scemo o cosa? – lo insultò Josh – Lei è la mia preda che è sfuggita anni fa. Per essere in pace con me stesso devo ucciderla, solo allora potrei smettere di essere un serial killer. Forse – sogghignò.

“Viscido figlio di una buona donna” pensarono all’unisono le due gemelle. – Se mando via il poliziotto, la lascerai andare? - - Sai cosa me ne può fregare? Voglio divertirmi – fece una giravolta poi battendo le mani spiegò – Giochiamo a nascondino. Ora tu chiami la tua collega dal telefono di questa stanza e le dici di far svuotare il piano con qualche scusa. In seguito voi tre vi separerete e vi nasconderete in una delle tante stanze. Il primo che trovo mi dovrà affrontare. Che ne pensate? Non lo trovate divertente? – Greg stava per dire qualcosa, però Maeve fu più veloce nel rispondere – Accettiamo. Prima mia sorella si dovrà medicare quei tagli, solo allora potremo iniziare - - Si mi sembra giusto – assentì Josh – Dovete essere in ottima forma per scappare dal sottoscritto -.
Maeve fece la chiamata ad Abby che si occupò di liberare il decimo piano. Subito dopo Josh liberò Blair che corse ad abbracciare la gemella.
Sanders si sentiva sollevato e nello stesso tempo in ansia.
Chi di loro tre avrebbe avuto la sfortuna di essere trovato da Josh? – Voi due andate nella vostra stanza per sistemare quelle braccia e poi tornate qui. Conterò fino a cinquanta prima di venirvi a cercare. Intanto che aspetto farò due chiacchiere con lo sbirro – senza aggiungere altro le due sorelle scesero nella loro stanza.

Blair prese la sua Magnum Research argentata, era l’unica arma che riusciva a maneggiare con facilità e ricaricare velocemente.
Maeve disinfettò e bendò le braccia della sorella – Sicura che non ti ha fatto nulla? - - Stai tranquilla sorellina, sto bene. A parti i tagli non mi ha fatto niente. Certo, mi ha detto le cose poco carine che sai riguardo al caso di quando eravamo a Dublino, nulla di più - - Quel bastardo - - Ora è tutto a posto, davvero. Sei venuta in mio soccorso. Di nuovo - - Non devi neanche dirlo Blair!! E’ il mi compito, lo sai bene! – la ragazza dai capelli rossi la abbracciò – Lo so – sussurrò. Rimasero ferme abbracciate per qualche minuto, per poi uscire dalla stanza e tornare al decimo piano.

Nel frattempo Josh diceva – Pensi di essere il primo sbirro a invaghirsi di una delle sue famose gemelle? A Dublino avevano dei fidanzati detective. Tu sei un detective per caso? - - Sono un agente della scientifica – rispose Greg senza pensarci troppo.
Il dialogo con un criminale è importante, specialmente per negoziare era una delle lezioni che gli aveva dato Nick. – Oh, che sorpresa! Avrà cambiato interessi allora. E brava la mia Blair - - Non è la tua Blair – contestò Sanders – Sarebbe la tua quindi? Ti ha promesso forse qualcosa? – rise Josh – No, affatto. E’ una mia opinione, le persone non appartengono a nessuno solo a loro stesse - - Sei filosofico, mi piaci. Sarò veramente triste se dovrò puntare la mia Beretta al tuo cuore -.

Proprio in quel momento ritornarono le gemelle. – Perfetto, avete fatto in fretta. Ottimo! – si mise a fissarli uno a uno – Andrò nel bagno, così non potete dire che vi spio mentre vi nascondete – detto questo, voltò le spalle. – Segui me – sussurrò Maeve a Greg.
I due entrarono in una stanza la ragazza dai capelli scuri parlò – Ascoltami bene, te lo dirò solo una volta. Mia sorella è nella stanza affianco vai da lei e ti prego, proteggila. Io mi occuperò di disinnescare la bomba. Tempo fa ho fatto un corso per artificieri quindi so come fare. Solo allora potremo uccidere Josh. Ora vai e non dirle nulla su quello che ti ho appena detto, siamo intesi? - - Certo, lo farò. Proteggere i civili fa parte del mio lavoro – assentì Greg – Fai attenzione e buona fortuna – Maeve sorrise – Non so se sei stupido o solo troppo gentile, ma credo di aver capito cosa ci trova mia sorella in te. Ora vai da lei – finito di parlare lo cacciò fuori dalla stanza.

Blair sentì la porta aprirsi.
Si era nascosta nel balcone, la ragazza era ben coperta dalla tenda scura, tuttavia la sua visuale verso il resto della stanza era delle migliori. Quando vide che l’intruso in realtà non era Josh ma Greg, gli fece un cenno con la mano della sua posizione.
L’agente della scientifica la raggiunse con una breve corsetta. Con un'espressione interrogativa gli domandò – Come mai se qui? - - Volevo scusarmi per non aver potuto evitare che ti catturasse - - Suvvia non è colpa tua, non potevamo sapere che Josh lavorava come cameriere in quel bar. Non ci sono problemi davvero – fece un lieve sorriso consolatore.
Il loro discorso finì lì, perché sentirono la porta aprirsi. – Heiii, c’è nessuno qui? – chiese Josh con una voce allegra, mentre controllava il bagno Greg uscì allo scoperto, con la pistola in mano, puntata verso il basso. – Amico mio – lo salutò con enfasi – Il fato ha voluto che ci incontrassimo. Siccome mi sei simpatico, farò finta di non averti trovato, anzi puoi anche andartene. Prima però voglio che conosca la ragione per cui son diventato un serial killer – fece una pausa, e con la sua pistola mimò un gesto incomprensibile - In realtà quelle ragazze dai capelli rossi, sono delle vittime sacrificali e sai per cosa? Per vivere sempre di più, il rosso è simbolo del demonio, di satana più ne elimino più avrò la possibilità di raggiungere le vette del paradiso – iniziò a ridere, quasi in modo satanico.
“Questo è completamente pazzo” pensò Greg iniziando a dar corda al suo discorso per prendere tempo.

Nel frattempo Maeve si era messa all’opera con il detonatore, estrasse la piccola forbice del suo coltellino, con la quale tagliò per prima il filo rosso, poi il giallo.
Il timer si fermò, con un sospiro la ragazza staccò il cavo blu collegato all’innesco. – Con questo sei fuori uso Josh – sorrise a labbra strette, mentre si rialzava per raggiungere la gemella nell’altra stanza.
Nel vedere l’agente Sanders dialogare tranquillamente con Josh esclamò – Certo che tu sei davvero un poliziotto che segue il manuale alla lettera!! Ti sembra il momento adatto per far amicizia con il nemico, ti sembra per caso una buona tattica per tenere in salvo mia sorella? - - Maeve, sapevo saresti arrivata – la accolse Josh con un enorme sorriso allargando le braccia come per abbracciarla da lontano.

Gli eventi successivi si svolsero nel giro di pochi minuti, anche se per i presenti sembrarono secondi per la velocità che erano avvenuti.
Josh trascinò all’interno della stanza Blair che perse la presa dalla pistola, la quale scivolò vicino ai piedi della sorella.
Il serial killer si voltò facendo cenno a Maeve di gettarla lontano, tenendo il coltello puntato sulla carotide della gemella, proprio in quel momento Greg si buttò afferrandolo per il fianco.
I due rotolarono per terra, l’agente della scientifica fu ferito dal coltello, un taglio non molto profondo lungo tutto il costato destro.
Nello stesso momento Maeve passò la Magnum Research argentata a Blair che la prese al volo, subito dopo averla impugnata prese la mira in contemporanea con la sorella ed entrambe spararono all’unisono. Un proiettile colpì di striscio il braccio sinistro di Greg mentre l’altro colpì lo stomaco di Josh. In quel momento parve quasi che fosse tutto finito.
Si trattava solo di una mera illusione.

Josh, infatti, riuscì a recuperare la sua pistola, nonostante la ferita, la quale non molto lontana rispetto a quella di Greg. Prese la mira e sparò. Sanders vide la chioma rossa muoversi “Si è accorta e si è messa in salvo, bene” pensò. Non aveva visto la direzione in cui il serial killer irlandese teneva la pistola.
Blair trattenne il respiro per alcuni secondi quando il proiettile la colpì poco sotto il cuore.
All’inizio percepì semplicemente un forte dolore, poi sentì le sue gambe cedere e cadde in ginocchio. Si era mossa subito appena aveva capito che Josh voleva colpire sua sorella e non lei. – Sono riuscita a farti da scudo sorella, non l’avresti mai detto, vero? – chiese con un sorriso contratto dal dolore – Sei un irresponsabile!! – la sgridò Maeve inginocchiandosi e tirandole uno schiaffo – Hai ragione, scusami - - Che quadretto commovente – iniziò a dire Josh il resto della frase che stava per pronunciare, non uscì dalle sue labbra.
Chiamando tutta la forza che aveva in corpo Blair si voltò rimanendo in ginocchio, alzò il braccio puntando la sua fedele Magnum e sparò colpendo in piena fronte l’irlandese causa di molte loro disavventure. Il colpo assordò Maeve, scuotendo la testa per riprendersi, sentì Greg parlare “Sta chiamando rinforzi ora? Che è tutto finito? Che razza d'idiota è?” di colpo sentì un peso contro il petto.

Maeve abbassò lo sguardo e vide che la sua gemella era stremata. Spostando con delicatezza Blair, facendole appoggiare la testa sopra il suo braccio, tenendola leggermente alzata, per aiutarla a respirare – Resisti, sorellina –. Subito dopo aver fatto un breve rapporto telefonico a Grissom e ovviamente chiamato un'ambulanza, Greg si avvicinò alle due gemelle. Udiva Maeve canticchiare una canzone, voleva dire qualcosa ma un sesto senso gli consigliava di rimanere in silenzio.
La canzone finì, con voce flebile Blair ringraziò la sorella – Grazie per avermi fatto sentire un ultima volta la canzone che cantava Sheena – chiuse gli occhi, si porto una mano davanti alla bocca e tossì, un grumo di sangue sporcò la sua mano, la pulì sul vestito rosso. – Non ti affaticare a parlare Blair, a breve arriverà l’ambulanza – cercò di essere rassicurante, però Greg era consapevole che gli tremava la voce.
Lui era un ex topo di laboratorio e non aveva mai assistito a nulla di simile, infatti, era molto scosso, anche se cercava di nasconderlo. Sul volto della ragazza dai capelli rossi si dipinse un debole sorriso – Ti ringrazio, ho ugualmente il sospetto che arriverà in ritardo. Mi spiace di non aver avuto il tempo di conoscerla meglio agente Sanders – un altro colpo di tosse la interruppe – Può chiamarmi Greg, Blair, in fondo la chiamo per nome fin dalla prima volta che l’ho vista. Anzi no la seconda, perché nel nostro primo incontro è fuggita a tutta velocità lasciandomi con un biglietto con un buon profumo che non ho ancora capito quale fosse - - Profumo di pesca – sussurrò Maeve – Mia sorella emana un buon profumo di pesca – arrossendo Blair replicò – Non darle retta Greg, la mia sorellona esagera sempre - - Mi spiace contraddirti Blair, sono d’accordo con Maeve, diffondi davvero un buon odore che ora so, è un profumo di pesca. Non me ne dimenticherò mai – promise l’agente della scientifica.
Con la mano pulita afferrò quella dell’agente della scientifica, che d’istinto gliela strinse. Rimasero in silenzio, Greg fissava il volto di Blair, gli occhi verdi di lei non erano più luminosi come quando l’aveva fatta ridere e il sorriso purché comunque bello, non sprizzava allegria, sembrava in qualche modo spento.
Piccole lacrime scivolarono sul viso della ragazza dai capelli rossi, come piccoli cristalli preziosi insicuri, gli occhi in quel momento esprimevano tristezza e nello stesso tempo felicità.
Una felicità finalmente trovata anche se per breve tempo. – Grazie a entrambi – sussurrò abbassando le palpebre. In quel momento una disperazione assoluta avvolse Maeve, le toglieva il fiato tanto che non riusciva neanche a singhiozzare, strinse il corpo della sorella come per abbracciarla, quel gesto fece scivolare la mano che Greg teneva ancora nella sua, pure lui aveva il volto rigato dalle lacrime.

Pochi minuti dopo arrivarono i rinforzi e l’ambulanza, Greg non si era mosso, era rimasto in ginocchio in silenzio a fianco di Maeve e il corso esanime di Blair. – E’ tutto finito Greg – gli disse Nick mettendogli una mano sulla spalla – Devi scrivere un rapporto dettagliato e poi potrai andare a casa a riposare. Il caso che seguivi è concluso, quello che è accaduto in questa stanza sarà svolta da noi per un'altra indagine – annuendo Greg si fece aiutare per rialzarsi in piedi “Certo, un altro caso…la vita riprende a girare, anche se una si è appena spenta” pensò tristemente.

Una volta salito in macchina notò una boccetta nel sedile del passeggero con un bigliettino, lo aprì, all’interno vi era scritto Nella boccetta trovi un campione del profumo di Blair, prima di essere rapita da Josh mi aveva chiesto di dartene un po’. Conservalo con cura, mi raccomando. “Puoi starne certa Maeve” pensò Greg mettendo il biglietto nel cruscotto. Dapprima osservò l’ampolla poi con il nastro arancione legò la boccetta sotto lo specchietto retrovisore. Dopo quel gesto partì in direzione del laboratorio. La sua giornata lavorativa stava per concludersi e Greg non vedeva l’ora si tornare a casa e mettersi a dormire.




Nota autrice: Bene e con questo capitolo la storia è finita, non credevo di riuscire a terminarla, ci ho messo più del previsto, scusate, stavo cercando di non fare una conclusione troppo sdolcinata. Spero che il finale non sia troppo banale e che vi sia piaciuto! =)
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno seguito questa fanfic e l’hanno commentata ^__^
  
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