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Autore: Demoiselle An_ne    22/08/2012    7 recensioni
Questa è una storia di tenebre, luci, amori e dolori.
Cosa sarebbe successo se Oscar si fosse vista portar via il suo André? Si sarebbe accorta prima di sentimenti da sempre assopiti?
E se André avesse incontrato qualcuno così vicino alla figura di Oscar, eppure così lontano? Come sarebbero andate le cose?
Questa storia non intende cambiare lo splendido affresco tracciato dalla Ikeda, è un modo per vedere le cose sotto una luce un po' differente.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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“André! André, svegliati! Dobbiamo andare!” Era la voce di Alain che lo chiamava e gli intimava di darsi una mossa. André si ridestò dal sonno con un momentaneo stato di sorpresa, poi ricordò di colpo. Dovevano uscire. Al pensiero di ciò che stava per fare percepì un sentore di nausea stringergli lo stomaco, stava quasi per dire ad Alain che non se la sentiva. Che “la soluzione ai suoi problemi” lo ripugnava, ma poi si disse che se non avesse fatto un tentativo di certo sarebbe impazzito. E poi che figura avrebbe fatto di fronte ai suoi compagni? Così, con un sospiro si vestì meccanicamente e rapidamente furono in strada. André, Alain e qualche altro loro compagno in cerca dei divertimenti che solo la notte poteva loro offrire. Quando furono di fronte a una di quelle che venivano chiamate “Casa di tolleranza” per poco André non fuggì via, Alain parve accorgersene infatti lo rimbeccò dicendo “André, non fare il codardo. Sai meglio di me che per dimenticare il comandante hai bisogno di questo” poi, come se si fosse accorto di aver esagerato, dandogli una vigorosa pacca sulla spalla disse col solito tono scherzoso “Che vuoi fare, castigarti? Fai prendere aria a ogni parte di te, ahahah”. André sforzò un sorriso e gli diede una leggera gomitata, deglutì e con passo pesante entrò in quella che comunemente veniva definito, bordello. L’aria era satura di fumo, mista ad alcol e qualcosa di dolciastro che non riuscì ad identificare, si sentì la gola ardere. Imprecò mentalmente per essersi fatto trascinare fin lì. Come poteva fare una cosa come questa? Sapeva benissimo quanto fosse sciocco rimanere lì, inerte in attesa di qualcosa che non sarebbe mai arrivato. Lì a farsi consumare dal desiderio inappagato di Oscar, la sua Oscar. Quella rosa che era cresciuta insieme a lui ed era sbocciata inconsapevolmente, mostrando una bellezza infinita e un animo forte e puro. Anche se quel sentimento non corrisposto non faceva altro che procurargli sofferenza, André non riusciva a far altro se non restare in silenzio e soffocare i propri sentimenti. Tutto al solo scopo di starle accanto, senza però segretamente alimentare la flebile speranza che un giorno le cose sarebbero cambiate. Si sentiva consumato da tanto dolce e triste dolore, era come una falena fatalmente attratta dalla luce, per questo si era trascinato dentro quel piccolo inferno di lussuria dove non c’erano santi, ma solo diavoli e anime in cerca di sfogo per i propri istinti. Alain posò una mano sulla spalla di André facendolo sobbalzare “Aspetta qui André, mi sono informato e mi hanno detto che in questo posto c’è qualcosa che fa al caso tuo. Vado a vedere se è disponibile”. André ebbe un fremito, come se il suo corpo lo stesse avvertendo che si era infilato in una situazione sgradevole, qualcosa di ambiguo e più grande di lui, in preda ad un prepotente nervosismo iniziò a torturarsi le mani. Poco dopo giunse l’amico con un grande sorriso stampato in volto dicendogli “La tua soluzione è disponibile, segui la gentile signora che vedi laggiù”, così dicendo puntò il dito in direzione di una vistosa signora d’età che in quel momento stava armeggiando con una candela, e aggiunse “Stasera offro io, vai e torna vincitore!” detto ciò gli diede una spintarella e si congedò con una sonora risata. Con passi pesanti e strascicati André andò verso quella donna che aveva tutta l’aria di essere stata bella una volta, ma che adesso non sembra altro che una grottesca maschera di ciò che era stata. La donna lo guardò come se volesse divorarlo e disse sorridendo “Incredibile, un bel giovane come te in un luogo come questo. Come mai sei qui? Lei non ti ricambia?” André seguì la donna su per la lunga scala dove lo stava guidando e tossì irritato da quelle domande, la donna colse al volo e lasciò cadere la questione. Non appena furono giunti a destinazione, la vecchia cortigiana si congedò augurandogli una buona serata e sorridendo sempre in maniera beffarda. André entrò nell’oscura stanza, l’unica luce proveniva da una candela abbandonata su un cassettone impolverato. La giovane presente nella stanza si mosse in direzione della luce per farsi rimirare. Ciò che André vide fu una cosa che lo fece barcollare, gli mancò il respiro e per un attimo si convinse di essere finito nel più dolce degli incubi. Come avrebbe fatto?
  
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