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Autore: Finnick_    26/08/2012    5 recensioni
Panem: i Giochi non esistono più. Capitol City è stata sconfitta.
E' la verità? Oppure l'attuale governo mantiene ancora fredde apparenze che facilitano la rinascita di una nuova generazione?
Mellark-Everdeen, Odair-Cresta. I ragazzi di una generazione che sfiderà la nuova Capitol 13.
Che gli Hunger Games risorgano, tributi.
Ambientazione: dopo "Il canto della rivolta".
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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La folla acclama. Voci su voci, grida su grida, mani che battono l’una sull’altra e piedi che non sostengono più la trepidazione per l’inizio della Parata della Memoria.
Dietro le quinte si continua a lavorare. Nella stanza di preparazione Aldous da l’ultima sistemata al mio abito, spolvera le spalle anche se non ce n’è bisogno e mi sorride. Credo che lo faccia per la prima volta da quando lo conosco.
-sei perfetta- mi dice.
-come fai ad essere così sicuro che andrà tutto bene? Piacerò alla gente?- preferirei un “no” in risposta, mi tranquillizzerebbe all’idea di riuscire a far schifo a agli spettatori. La speranza mi muore sulle labbra, quando Aldous scopre uno specchio coperto con un telo e mi mostra completamente cambiata.
Sono perfetta. Ha ragione il mio stilista. Indosso un abito verde sgargiante con sfumature perlate che mi arriva fino ai piedi; è ricoperto di foglie finte e brillantini verdi nella parte sinistra della ruota. I miei capelli sono solo in parte raccolti in un fermaglio bianco, dietro scendono sulla schiena in morbide onde nere. Gli occhi sono truccati rigorosamente di verde, sfilati da un sottile strato di matita nera e la bocca è solo ripassata da un semplice gloss trasparente.
Due larghe strisce dello stesso materiale e colore del vestito partono da sotto le ascelle e mi scendono lungo i fianchi. Faccio per sollevarle, ma Aldous me lo impedisce:
-ferma lì, cacciatrice. Queste dovrai sollevarle solo quando la folla sarà al massimo del delirio vedendoti passare. Fidati, tutta Panem sarà concentrata solo su di te-
Solo su di me. Insomma, se alzerò queste strisce di veste la folla sarà investita dal furore e otterrò il massimo del successo. Esattamente quello che non deve accadere. Mi si smorza un groppo in gola al pensiero che tutta questa accurata preparazione, questo vestito stupendo e soprattutto la fiducia che Aldous ripone in me saranno malamente buttati al vento da qualcosa che deciderò di inventarmi per ottenere la disapprovazione del pubblico. Devo umiliarmi pubblicamente e questo mi da noia. Molta noia.
Sicuramente non solleverò queste strisce di stoffa. Non posso farlo. Per Chays, devo riuscire a .. fallire.
Aldous apre la porta e usciamo nella zona coperta appena adiacente all’inizio del percorso della sfilata. Qui le voci del pubblico sono più chiare e distinte e si mescolano insieme in un immenso boato che mi terrorizza. Andiamo verso il mio carro, nero, come tutti gli altri. Guidato da due cavalli bianchi con le briglie verdi.
-questo è il tuo carro- dice Aldous –là c’è la tua famiglia- me ne indica un altro guidato da due cavalli marroni con le briglie rosse e gialle.
In qualità di perfetta ragazza di fuoco e Ghiandaia Imitatrice mia madre è vestita di rosso. Solo quando mi avvicino mi accorgo che il suo vestito è lo stesso che indossò alla prima intervista per i settantacinquesimi Hunger Games, con una sola modifica: ha le maniche lunghe e gallette che, al movimento rotatorio delle mani sprigionano lingue di fuoco finto. E’ bellissima. Mio padre indossa una tuta arancione che si accenderà al tocco di un fiammifero di fuoco finto. Hanno avuto ben poca fantasia i loro stilisti, ma almeno richiameranno alla mente gli innamorati sventurati del Distretto 12.
Ci abbracciamo forte, ci diciamo di stare tranquilli e ci ripetiamo che tutto andrà bene. L’unica cosa che riesco a fare è annuire. Provo sempre più paura man mano che il momento di sfilare si avvicina.
-due minuti- dice una donna con una cuffia all’orecchio sfrecciandoci accanto.
Mi volto per tornare al mio carro, quando vedo Finnick, proprio dietro di me. Indossa solo un costume lavorato di colore azzurro ed è ricoperto di sabbia che brilla di colori diversi secondo come viene colpita dalla luce. Ha il corpo di una statua perfetta.
-che intenzioni hai?- chiedo.
Lui fa una faccia volutamente interrogativa.
-ma ti sei visto? Così farai stramazzare a terra tutte le ragazze del pubblico qui presente e dei Distretti!-
Lui ride. Lo ammetto, la mia voleva essere una battuta e ci sono riuscita, solo che dovrebbe anche fargli capire che così non ce la farà mai a conseguire lo scopo della Coin.
-ma guardati- mi dice sorridendo –zuccherino, sei troppo semplicemente perfetta per i miei gusti. Quali sorprese ci riserba il tuo vestito?-
-un minuto!- grida la donna con l’auricolare. Adesso ricompongo le tessere della situazione. Abbiamo scherzato anche troppo. Improvvisamente mi immobilizzo.
-ehi- Finnick cerca di richiamare la mia attenzione, ma io sono paralizzata. Il terrore che sento dentro è enorme. Sale come la marea, non riesco a fermarlo. Sento le urla del pubblico che acclama.
-sono la prima, Finnick. E se non ce la faremo? Voglio dire, è difficile farsi voler male dal pubblico vestiti così- dico a mala pena.
-Rue- mi prende le braccia con le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi –ascoltami bene: noi siamo forti. Ce la possiamo fare a combattere contro la Coin-
-30 secondi!-
Contro la Coin? Dove vuole arrivare? Ma noi dobbiamo fare il suo gioco, altrimenti siamo spacciati.
Non possiamo permetterci di fare il contrario, di ottenere successo.
-cosa stai dicendo?- chiedo in preda al panico.
-dico che noi faremo questa parata e sfileremo da Dio, è chiaro? Arriveremo in fondo con le ovazioni del pubblico, acclamati da tutti e otterremo il primo scopo che ci ha portati qui: vincere su quel che resta di Capito City-
-non posso, non posso permettermelo!- esclamo. Aldous arriva proprio in quel momento e mi prende per un braccio, tirandomi verso il mio carro.
-dobbiamo farlo, Rue! Dobbiamo vincere!- mi grida Finnick mentre vengo aiutata a salire sul carro.
Sono sconvolta. Cento volte più di prima. Ero convinta di rovinare la Parata della Memoria, in un modo o nell’altro, di farmi odiare da tutti e avere salvo Chays. Poi c’arrivo: chi mi garantisce che dopo aver fatto il gioco della Coin mio fratello sarà salvo e noi saremo tutti lasciati in pace?
Il carro parte, lentamente. Sono dietro il portone che si apre sulla pista. Il mio cuore martella forte.
Siamo e saremo sempre un pericolo per la Coin, finchè siamo in vita. Lei non ci lascerà mai in pace, tanto vale provare. Le porte si aprono, la luce mi acceca e il carro riparte, più veloce.
Vengo investita dal boato allucinante della folla sugli spalti. Sono la prima, conduco con il mio carro tutta la carovana. Mi guardo intorno e scorgo il mio volto sui megaschermi ai lati della pista. Il mio verde irrompe sulla scena. Grida, il pubblico. Sento pronunciare il mio nome più volte e una voce altisonante grida dagli alto parlanti:
-Rue Mellark conduce la parata! Il verde domina, il verde signoreggia, popolo di Panem!-
E’ così. Il mio vestito alla luce del sole sprigiona onde verdi in tutte le direzioni, colpisce il pubblico che è già in delirio. Mi volto un secondo e scorgo il carro dei miei genitori dietro di me. Loro con le mani unite e volte al cielo, come la prima volta. Mia madre lancia fiamme finte dal vestito.
Torno a guardare davanti a me. La potenza della fama mi avvolge e non posso fare a meno di sorridere.
Finnick ha ragione. Conduciamo questa sfilata come si deve.
Alzo un braccio e punto il dito al cielo. Testa alta, sfoggio il miglior sorriso che ho. Potenza. È come se da quel dito mi fosse mandata una scarica elettrica che mi dice di impadronirmi del pubblico. La folla esclama e acclama il mio gesto ed io sono ritratta in tutti gli schermi. Poi sento un carro che si avvicina.
Non era previsto, dovevo essere l’unica alla testa della sfilata.
Mi volto, sempre col braccio alzato e vedo Finnick che ride allegramente accanto a me. Ha fatto accelerare i cavalli e adesso procediamo alla pari. Mi fa cenno positivo con la testa ed io capisco che è il momento.
Abbasso il braccio e afferro le strisce di stoffa con le mani. Le stringo un attimo e le sollevo di colpo.
Prima di qualunque altro senso, l’udito viene sconvolto dal pubblico del tutto su di giri. Poi vedo che da sotto i lembi di vestito si sollevano foglie vere che si spargono al vento e scariche elettriche che fanno esplodere in bagliori fortissimi luci posizionate fuori e dentro al mio carro.
Sono una stella umana, contornata dal verde del vestito e circondata dalle foglie che volano.
Come Aldous ci sia riuscito, non ne ho idea, ma adesso ho davvero attirato l’attenzione di tutti.
Mi sento fierissima di me stessa. Sento che posso farcela e che questa Parata della Memoria restituirà tutta la fiducia di cui i distretti hanno bisogno.
Rido e punto entrambe le dita verso il cielo.
-la Stella Verde!- la voce altisonante esclama.
Quando Finnick mi porge una mano e alziamo le nostre mani unite verso il cielo con le dita all’insù l’una appoggiata all’altra, il pubblico esplode definitivamente. Abbiamo fatto centro, non secondo il piano della Coin, ma secondo quello della Paylor. Al mio nome si unisce quello di Finnick Odair. E la voce continua:
-con il Cavaliere del Mare!- ecco un altro epiteto. Adesso ce l’abbiamo anche noi un soprannome che rimarrà nella mente della popolazione.
Tutta Panem ci sta osservando e tutti i distretti, o quel che ne resta, stanno acclamando il nostro nome.
Siamo noi, i figli dei vincitori, degli eroi.
E adesso siamo noi i nuovi eroi.
Questo non doveva succedere.
Terminiamo la corsa sulla pista e veniamo immediatamente scortati sul grande palco infondo al percorso.
Tiro un enorme sospiro e solo adesso mi accorgo che avevo trattenuto il fiato da quando il mio nome è risuonato accanto a quello di Finnick. Adesso tutti ci guardano. La voce chiede dall’altoparlante silenzio al pubblico, che pian piano si acquieta. È venuto il momento dei nostri discorsi.
Ecco perché ancora non ci hanno bombardato, penso. Abbiamo ancora una possibilità di salvare la situazione, ma non lo faremo. Non io. Non lascio mai una cosa a metà.
Finnick mi porge due fogli e annuisce. Ho il cuore in gola.
Mi volto e osservo il pubblico, migliaia e migliaia di persone, che aspetta solo che inizi il discorso.
Sono davanti ad un microfono che può condannare la morte istantanea di noi cinque e di mio fratello o quella dell’intera popolazione. Decido di salvare la seconda.
Apro il primo foglio e dalle prime righe riconosco che è quello scritto dalla Coin. Me la immagino adesso, che nel silenzio più totale si piega in avanti dalla sua poltrona per vedere se mi è rimasto ancora del senno. Ma evidentemente non è così, perché richiudo il foglio e non ne apro altri. Mi guardo intorno.
Vedo quante vite potrei salvare, se sacrificassi la mia e di Chays.
Perdonami Chays. Penso.
-Popolo di Panem- inizio e il pubblico applaude rumorosamente –voglio farvi una domanda. Che cosa vi aspettate da noi?- chiedo indicando Finnick che è accanto a me. Scorgo lo sguardo della Paylor alle sue spalle e mi dice di leggere ciò che è stato scritto per me, ma non lo faccio.
-siamo i figli dei vincitori. E allora dobbiamo essere eroi anche noi? No. Sapete chi è il vero eroe?- chiedo quasi gridando. Alzo la voce, in preda all’euforia dell’attimo.
-è Chays Mellark!- sento un borbottio alle mie spalle ma lo ignoro – mio fratello. Scommetto che la maggior parte di voi non sapeva nemmeno che l’avessi, un fratello, non è così? E vi chiederete perché non è qui con noi. Perché è stato rapito, portato via- non posso permettermi di nominare Capitol City, scatenerei il panico e almeno quello voglio evitarlo. Ma so con certezza che chiunque mi sta ascoltando adesso sa che una nuova guerra potrebbe essere più vicina di quanto ci si possa immaginare.
-ma noi siamo qui, oggi, per mostrarvi come la nuova generazione di Panem domina! Oltre tutti i governi e le tirannidi passate, per dimostrare a voi tutti che gli Everdeen-Mellark e gli Odair-Cresta non vi abbandoneranno!-
-e siamo qui- aggiunge Finnick, prendendomi la mano –insieme. E insieme sconfiggeremo tutto ciò che si oppone tra voi.. e la futura libertà!- alza di nuovo la mia mano e puntiamo ancora le dita verso il cielo.
In quel momento il pubblico esulta e chiama a gran voce i nostri nomi.
Abbiamo fatto il contrario di ciò che c’era stato chiesto.
E solo quando scendo dal palco e vengo portata di corsa a cambiare abiti, capisco che siamo tutti in pericolo.
Mi cambio più in fretta possibile e quando esco dalla mia stanza di preparazione si accende uno schermo che non avevo notato prima. Siamo tutti fuori a naso all’insù ad aspettare, mancavo solo io.
Il sigillo di Capitol City compare tetro. Sono riusciti a prendere le onde di trasmissione.
Dopo qualche secondo in cui sentiamo tutti la tensione alle stelle, appare Chays. Il mio cuore fa una pericolosa capriola e mi metto ad ansimare. Mia madre getta un urlo secco e si tappa la bocca.
Mio fratello esordisce con un:
-alla Stella Verde e al Cavaliere del Mare-
  
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