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Autore: Tribute    10/09/2012    1 recensioni
-C’è chi è veloce, alcuni sono molto forti, altri più astuti di una volpe. Io e te siamo diversi. Noi siamo cacciatori.-
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II
A mezzogiorno, con le cuffiette alle orecchie, mi dirigo verso la sala mensa e, dopo aver preso un orribile hot-dog di tofu annegato nella senape, mi siedo nell’unico tavolo vuoto di tutta la sala. Mentre spilucco lentamente il mio hot-dog, lo rivedo. Rabbrividisco all’istante.
- Ehi, miss-simpatia! – si dirige verso il mio tavolo sempre con il suo mezzo sorrisetto.
- Se non la smetti di chiamarmi così, dovrò piantarti un coltello in gola –. Lo guardo sprezzante.
– Non so il tuo nome – non so se vuole giustificarsi o semplicemente vuole sapere il mio nome, ma rispondo.
– Sophie, mi chiamo Sophie – Odio gli scocciatori. Il ragazzo mi si siede davanti e comincia tranquillo a mangiare il suo hot-dog. – Io sono Leigh -. Non m’interessa il suo nome. Non m’interessa il nome di nessuno, in realtà. Finisco il mio pranzo con calma. Mi alzo, ma prima che mi allontani, questo “Leigh”, mi chiama. – Ti serve un passaggio dopo le lezioni? – mi chiede.
– No, grazie lo stesso  -. In realtà un passaggio mi sarebbe comodo, ma non voglio dare l’idea di dipendere da qualcuno, e poi quel ragazzo, proprio non mi va a genio.
Le successive tre ore passano tranquille e noiose, come al solito. Alle tre di pomeriggio sta diluviando. Me ne accorgo solo dopo essere uscita dalla scuola in mezzo alla folla. Guardo scocciata le fitte gocce di pioggia che scendono incessanti dal cielo grigio. – Questa non ci voleva proprio – sussurro arrabbiata, però non posso fare altro che armarmi di ombrello e tornare a casa sotto la pioggia. Apro lo zaino per prenderlo. – Merda! –. L’ho dimenticato a casa. Faccio un respiro profondo e con il cappuccio della felpa alzato, m’incammino verso casa.
Verso metà strada una macchina accosta affianco a me.
Oh no. E’ lui.
Dal finestrino abbassato vedo il ragazzo che sta alla guida.
- Ehi miss-s… Sophie! Sicura di non volere un passaggio? -. Lo guardo torva, ma sono fradicia e quindi non accettare il passaggio, sarebbe un errore. Apro la portiera dalla parte del passeggiero e m'introduco in macchina senza fiatare. Blatero un ‘grazie’ tutt’altro che amichevole e la macchina riparte. Poco prima di arrivare a casa mia, gli dico di fermarsi, non voglio che veda la casa cadente in cui vivo. Dopo che la macchina si è fermata sussurro un ‘ciao’ secco, roteando gli occhi, ma mentre sto per scendere, Leigh mi afferra il polso e mi trattiene. Io, sorpresa, lo guardo male.
- Mi puoi dire che ti ho fatto? -. E’… arrabbiato?
- Ma che domande fai? –
- Perché mi tratti così? –
- Senti, io non ti conosco. Non ti ho mai cercato. Non vedo perché dovrei essere carina con te –
- Davvero non ti ricordi di me? -. Che significa? Che vuole dire? Ricordarmi cosa?
Improvvisamente ricordo.
- L…Leigh Underwood? – Ma certo. Come ho fatto a non riconoscerlo.
Una lacrima solitaria scivola lungo la mia guancia, finendo sul sedile della macchina.
Mi ritrovo stretta fra le sue braccia, in lacrime, avvolta dal suo dolce profumo.
   
 
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