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Autore: Nihalooney    12/09/2012    2 recensioni
Hogsmeade era avvolta nel silenzio. La neve bianca ricopriva le strade come un morbido mantello. Una figura silenziosa scivolava di casa in casa cercando il locale “ Il legno del mago” dove avrebbe alloggiato quella notte. Vide una luce in lontananza e un’altra figura ammantata che camminava veloce per le strade deserte prima di entrare nel locale. “Sono arrivata” pensò. Si fece coraggio ed aprì la pesante porta di legno.
Tutti sanno che Hogwarts è stata fondata da Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso,Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde.
Ma è veramente così?
Il contesto non è proprio dai fondatori alla prima guerra è i fondatori e la seconda guerra.gg
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Dopo lo straordinario “coniglio nel cappello” tirato fuori da Tosca la vita nella nuova scuola continuò nel migliore dei modi.
I ragazzi divisi nelle diverse case e sistemati nei rispettivi dormitori, avevano trascorso i primi giorni ad ambientarsi e a conoscere i compagni, poi venne annunciato l’inizio delle lezioni.
Due a due le quattro case vennero accoppiate per le lezioni in tutti e sette gli anni e a ciascun alunno venne dato un orario e una piantina per non perdersi andando da un’aula all’altra.
L’ambiente diventò ancora più caldo e accogliente: i ragazzi iniziarono a non fare più distinzioni tra Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso, erano tutti amici. Ma l’atmosfera non era tutto rose e fiori come sembrava: Shiberly Serpeverde non era contenta.
Non sopportava l’inesperienza dei Nati Babbani, la loro meraviglia di fronte ad ogni semplice magia, ad una scopa volante o ad una bacchetta e soprattutto la loro ignoranza riguardo i maghi.
Voleva infatti la bionda serpe la sua scuola di educati e precisi purosangue.
Ben presto durante le sue lezioni iniziò ad umiliare i babbani mettendoli a confronto con i suoi esperti serpe verde e godendo del loro smarrimento.
Ma questi fatti giunsero all’orecchio degli altri fondatori  che invece non tenevano conto minimamente del sangue dei loro allievi.
“Shiberly!Perchè li tratti così? È forse una loro colpa non essere nati in una famiglia magica?”
“Shib, ma che ti è preso?Hai terrorizzato i bambini del primo anno! Arrivano in lacrime alla mia lezione!”
“Serpeverdee! Non osare mai più, te lo dico chiaramente, mai più umiliare davanti a tutti un Grifondoro! Oppure ti strappo uno ad uno quei fili d’oro che hai per capelli!”
Attaccata e nervosa Shiberly neanche replicò, ma si chiuse nella sua stanza creando tra le pietre del castello un passaggio segreto di cui per secoli sarebbe stata la sola a conoscerne l’esistenza.
Quando si degnò di uscire dalla tana la sua anima era stata corrotta dalle tante maledizioni e incantesimi oscuri che mille volte si era ripetuta nella testa,tentata di praticarle sui Nati Babbani, incontrò Godric diverso,stanco,disperato perché quei giorni di astinenza dalla Serpe non gli avevano giovato.
“Non puoi andartene così e tornare all’improvviso,la scuola ha bisogno di tutti noi messi assieme e tu non sei l’eccezione! O resti e rispetti i patti o te ne vai, ma in questo caso non dovrai più tornare!”
“Non prendo ordini da nessuno! Io vado e vengo quanto mi pare, è chiro?” Gli occhi della ragazza mandavano lampi.
” Te lo ripeto: o resti o te ne andrai per sempre, te lo giuro!”
“Bene, se è così addio Godric!” girò sui tacchi e rientrò nella stanza, il cuore colmo d’odio.
Pronunciò poche parole in una lingua che solo lei parlava e sparì dietro il muro.
Nel frattempo Crowen, informato dell’accaduto,creò una barriera anti-smaterializzazione intorno ad Hogwarts perché una serpe arrabbiata è imprevedibile.
“Così non potrà davvero tornare!” affermò ma c’era dolore nella sua voce.

Non sapeva che la sua bella Shiberly era proprio sotto i loro piedi nella sua camera segreta a leggere oscuri libri, fare pratica con le magie oscure e ad allevare basilischi. Chiusa in quella camera di pietra la ragazza lasciava che il suo animo si incupisse e che i suoi incantesimi diventassero più precisi e letali.
Intanto la scuola andava avanti con una nuova insegnante di pozioni che avrebbe preso il suo posto a tempo indeterminato perché i suoi amici ancora speravano in un miracoloso ritorno.
Tosca era sconsolata: le mancava la sua migliore amica e i mesi passavano lenti senza di lei.
La dolce rossa era terribilmente preoccupata per quella glaciale donna a cui era tanto legata, credeva avrebbe fatto cose stupite e aveva ragione.
Ma anche Corvonero era impensierito per l’assenza di Shiberly e soprattutto la rivoleva con sé al più presto.
Così fece l’unica cosa che gli venne in mente: le inviò il suo patronus,una stupenda aquila, pregandola di tornare, almeno per Tosca.
E Shiberly accosentì anche se non subito.

Era l’ultimo giorno ad Hogwarts per gli studenti, il primo anno di questa grande scuola stava giungendo al termine.
Ci sarebbe stata una grande festa nella Sala Grande quella sera e il soffitto splendeva di stelle.
Tutti gli allievi erano riuniti in una grande tavolata sulla quale per la prima volta regnava un silenzio di tomba, attendevano le parole dell’amato preside, ma proprio mentre questo stava per pronunciare il famoso discorso di fine anno, la porta della sala si spalancò e là, sorridente, avvolta nel suo vestito preferito verde smeraldo con i lunghi capelli biondi che le ricadevano sulla schiena, là c’era Shiberly.
Tosca appena la vide spalancò la bocca in un’espressione di puro stupore poi attraversò la sala di corsa per abbracciare l’amica e un grande applauso si levò dagli studenti.
Crowen la fece accomodare accanto a lui al tavolo dei professori tendendole la mano, mentre Godric si limitò a fissarla, gli occhi freddi come il ghiaccio.
Il preside fece il suo discorso ringraziando gli studenti per il loro esemplare comportamento e per avergli fatto capire che aprire la scuola era stata proprio una buona idea.

Era passata la mezzanotte quando quattro ben note figure si riunirono sulle rive del Lago Nero.
“Dove sei stata Shib?”
“Non posso dirvelo”
“Non essere scostante, siamo tuoi amici se non ti confidi con  noi, con chi puoi farlo?” insistette Tosca.
“Non posso fidarmi di nessuno, neanche di me stessa, ma vi voglio bene. Non so se posso restare, durante queste vacanze viaggerò molto, ma il 1 settembre sarò qui, lo prometto.”
“Perché devi andartene? Dove viaggerai?”
“Anche a questo non posso rispondere, non ancora ma un giorno saprete tutto, fidatevi di me”
“Come facciamo a fidarci se tu non fai lo stesso con noi?”
“Siamo amici no? È questo ciò a cui servono, fidarsi e sostenersi l’un l’altro." E detto questo la piccola serpe si voltò e scomparve nell’oscurità lasciando gli altri in un mare di dubbi ancora più vasto.
Le stelle si riflettevano sul Lago Nero come luci di speranza e illuminavano vagamente tre figure che osservavano il lago in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri ma consapevole della presenza costante degli altri.


Ok, lo so. Lo so che il capitoloè corto e che non aggiorno da ben sei mei! Scusate tanto! Spero che continuiate a seguire la storia nonostante tutto! 
Il capitolo è dedicato a Sara che lo aspettava tanto, a Ceci che è stata la prima ad ascoltare questa storia a tutti quelli che la seguono!

Grazie, un bacio
NIL
   
 
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