CAPITOLO 14
Le catene mi rodevano i polsi. In quella
dannata cella non passava un raggio di luce. Buio, il buio mi circondava da un
tempo indefinito. Non sapevo dire se da ore o da giorni. Avevo tutti i muscoli
indolenziti e la testa mi pulsava ancora per il dolore. Più sforzavo la vista
per cercare di capire cosa mi circondava, più le tenebre si facevano dense.
L’unica cosa che sapevo era che sarei
stata giustiziata per aver rubato la collana della Regina. Me l’aveva detto la
guardia mentre mi metteva quelle dannate catene.
Una lacrima lenta e solitaria scese
sulla mia guancia. Sì, come un’idiota avevo sperato di poter essere felice per
sempre, ma non mi era concesso un lieto fine, questo lo sapevo. Altre lacrime
scesero sul mio viso. Non ero triste perché stavo per morire, no, non avevo
paura della morte. Piangevo perché Zoro avrebbe sofferto a causa mia.
Venni percorsa da singhiozzi sempre più
insistenti.
Mi sentivo una persona orribile, non
solo avevo lasciato che Zoro si innamorasse di me, ma con la mia morte gli avrei
causato anche un dolore eterno.
Scoppiai a piangere senza alcun
contegno.
La mia vita era finita, ed era terribile
avere la certezza che anche quella di Zoro sarebbe finita non appena la lama
affilata del boia sarebbe calata sul mio collo.
Rabbrividii pensando che probabilmente
Mihawk lo avrebbe costretto ad essere in prima fila alla mia esecuzione.
Perché sono stata così stupida?
Dovevo andarmene quella notte, cercare
di proteggerlo da questo dolore.
“Nami non devi
piangere, non devi. L’amore è una benedizione e una maledizione allo stesso
tempo. Ma non devi piangere, devi essere grata per averlo ricevuto. Una vita
senza amore è terribile, più terribile che vivere sulla strada”
La voce di Nojiko mi impose di smettere di piangere.
Quegli ultimi mesi passati con Zoro erano stati la
mia vita e la sua. Prima o poi la vita di tutti finisce, e la nostra sarebbe
finita presto.
Mi asciugai le lacrime e cercai di fermare i
singhiozzi.
Niente rimorsi, niente rimpianti, avevo vissuto la
mia vita, ed era stata un’esperienza meravigliosa. Prima o poi anche Zoro se ne
sarebbe reso conto.
Sorrisi nel buio, ero pronta per morire.
Trafalgar mi spinse dentro la sala del
trono, e ci mancò poco che le catene che avevo ai piedi non mi fecero cadere.
Gli lanciai un’occhiata assassina. Sì,
per la prima volta in vita mia desideravo uccidere qualcuno.
“Non mi guardare così, puttana” mi disse
con disprezzo.
Stranamente mi sentii offesa per quel
commento, forse perché avevo smesso di essere un semplice oggetto del piacere.
Come risposta gli sputai in faccia.
Lui arrossì per la rabbia e mi tirò un
mal rovescio in viso, che mi fece cadere per terra. Sentì una guancia pulsare,
mi portai una mano sulla parte colpita cercando di alleviare il dolore.
“Provaci ancora e giuro che ti ammazzo”
sibilò minaccioso.
“Fermo Trafalgar” quella voce mi fece
rabbrividire.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti
il Faraone.
Deglutii terrorizzata, cosa voleva da
me?
Lui mi porse una mano.
Lo guardai incredula e tremando la
afferrai. Mi aiutò a rialzarmi.
“Non vogliamo che sia già ammaccata
prima che arrivi Zoro, giusto?” mi guardò e i suoi occhi minacciosi mi fecero
rabbrividire.
Mi sentii gelare.
“Cosa volete da Zoro?” riuscii a
mormorare.
Mihawk sorrise “Vedi Nami, ti chiami
Nami giusto?”
Annuii leggermente.
“Trafalgar si è fatto scoprire da Zoro
mentre si accordava con i miei generali per prendere in un’imboscata i
rivoltosi, e il mio caro figlioccio è riuscito ad avvertire i generali di
rinviare il colpo di stato” deglutii iniziando a capire perché ero lì “Zoro non
ha mai dato a Trafalgar i nomi di tutti i traditori, quindi ce li deve dire Zoro”
mi guardò intensamente negli occhi “Mi dispiace Nami che lui si sia innamorato
di te. Dico sul serio, sei una bellissima ragazza, mi dispiace che ci vai di
mezzo”
Il mio stomaco si contorse, come poteva
essere così spietato?
Il portone principale si aprì.
“Lasciatemi!”
Mi girai verso la sua voce e lo vidi entrare
nella sala del trono scortato da due guardie che lo tenevano per le braccia.
“Zoro” mormorai.
Lui alzò lo sguardo e mi vide “Nami”
rimase bloccato per qualche secondo poi si liberò dalle guardie e corse verso
di me.
Prima che potesse stringermi a sé
Trafalgar si parò davanti.
“Levati di mezzo” ringhiò Zoro “O giuro
che di uccido con le mie mani”
“Zoro, è questo il modo di salutare un
amico?” chiese Mihawk prendendomi per un braccio.
Lui guardò il suo patrigno con occhi pieni
di odio “Non ti azzardare a toccarla”
“Incatenatelo” ordinò il Faraone.
Le due guardie che avevano portato Zoro
lo afferrarono saldamente, tutte le resistenze del Principe furono inutili a
ben presto si ritrovò con le catene alle mani.
“Bene figliolo, sai cosa vogliamo
sapere”
“Non ti dirò niente! Bastardo!” urlò lui
infuriato.
Mihawk sorrise minaccioso “Non ti sei
chiesto perché Nami sia qui?”
Zoro sbiancò guardandomi negli occhi.
“No, non oseresti”
“Non oserei?” mi accarezzò una guancia,
chiusi gli occhi terrorizzata mentre il mio cuore iniziava ad accelerare spaventato
“Ne sei convinto?”
“No! Non toccarla!”
“Trafalgar”
Sentii la voce di Zoro urlare il mio nome, poi ci fu solo
dolore.
ANGOLO DI ROGI
Bene, ed ecco un altro capitolo, devo annunciare
che siamo agli sgoccioli della storia, mancano solo due capitoli… Probabilmente
nessuno si aspettava questa svolta, ma io vi avevo avvertiti all’inizio…
Lasciate qualche commento se vi va =)
Grazie a tutti voi che leggete questa storia
^^
Rogi