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Autore: effe_95    18/09/2012    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.



8. Trenta Novembre.

 
Lei era appena arrivata all’ aeroporto, i suoi genitori le stavano accanto e trascinavano i bagagli, era da un anno e cinque mesi che mancava da quel posto.
Quanti ricordi che le ritornavano alla mente, la lingua che non ricordava più, l’ambiente completamente diverso, il sole caldo dell’estate e il sorriso di quel ragazzo che aveva lasciato li a piangere … adesso era tornata e non voleva più andare via, voleva riprendersi le cose che aveva lasciato, le cose che le appartenevano.
 
 
Novembre finiva quel giorno. Il trenta era un numero che Claudia detestava per ovvie ragioni, perché cominciava a nevicare, perché la professoressa di greco decideva sempre di fare un compito in classe a sorpresa e perché il trenta Novembre di dieci anni fa suo padre se n’era andato di casa …
La neve cadeva sul suo ombrello rosso ricoprendolo completamente, in quel modo anche lei sembrava la stessa fra tante persone che camminavano. Raggiunse la scuola con il cuore pesante e gli occhi già stanchi.
Quella mattina Francesco aveva fatto prima di lei, il moro se ne stava seduto al suo posto guardando fuori la finestra, indossava un pullover blu che gli stava un po’ largo e un paio di jeans scuri. Claudia sapeva molto bene che quando Francesco si perdeva a guardare il cielo era triste e cercava disperatamente le risposte a quelle domande che gli torturavano il cervello.
<< C’è qualcosa di bello da vedere, nel cielo? >> Domandò la rossa prendendo posto accanto all’amico, Francesco abbassò lo sguardo e sospirò, infilò le mani screpolate nelle tasche dei jeans e appoggiò il mento sul banco ghiacciato.
<< Oggi è grigio, a me non piace il grigio >> Costatò il moro, Claudia tirò fuori dalla cartella il vocabolario di greco e il quaderno.
<< Questo perché sta nevicando, che cosa ti aspettavi? Fa così tutti gli anni >> Francesco si girò a guardare l’amica e si ricordò che era il trenta novembre, lui c’era quando suo padre se n’era andato di casa, era andato via per un’altra donna e per altri figli, come darle torto se l’odiava?
<< Iliana mi ha baciato Clo >> Esordì alzando la faccia, sapeva che in quel modo Claudia avrebbe pensato ad altro, si sarebbe distratta, questo era tutto quello che poteva fare per lei.
<< Davvero? >> Domandò Claudia, le brillavano gli occhi, Francesco sorrise e annuì.
<< Non credo che adesso stiamo insieme però, lei non ha ancora lasciato il suo ragazzo>> Specificò il moro gesticolando con le mani, poi notò che Claudia aveva il dizionario di greco e lo prese anche lui.
<< Lo lascerà per te? >> Domandò la rossa, Francesco si girò a guardare l’amica e fece spallucce.
<< Non lo so, credo di si, in realtà spero che lo faccia, perché … mi sto innamorando di lei >> Era la prima volta che lo ammetteva ad alta voce, e dire che non si stava affezionando a quella ragazzina bionda sarebbe stata una bugia. Francesco aveva l’impressione di poter costruire qualcosa di nuovo con lei, qualcosa di bello che avrebbe fatto invidia al passato.
<< L’importante è che tu lo sappia, no? >> Disse Claudia morsicchiando la penna, Francesco spostò lo sguardo sulla cattedra.
<< Si >> Rispose, e un attimo dopo suonò la campanella.
 
Al suono della campanella di inizio ricreazione Claudia si stiracchiò sonoramente e chiuse il libro di filosofia, la terza ora era stata davvero soporifera. Francesco se ne stava con la testa sul quaderno, il professore l’aveva interrogato su Zenone per mezz’ora ed era distrutto, tutto quello che era riuscito a cavare era stato un misero sette come continuava a ripetere.
<< Sono morto! >> Si lamentò, Claudia gli diede di gomito.
<< Smettila di lamentarti, hai preso sette non due! >> Francesco sollevò la testa e fece per rispondere qualcosa, ma puntò lo sguardo sulla porta della classe e non disse più niente, Claudia lo imitò. Vide Iliana appoggiata sullo stipite con le mani nascoste dietro la schiena e i capelli biondi legati in una treccia che le arrivava sotto le scapole, sorrideva lievemente.
<< Vado? >> Chiese Francesco, Claudia spalancò la bocca e allargò le braccia spiazzata.
<< Vai! >> Lo rimproverò, Francesco si alzò un secondo dopo e raggiunse la ragazza, i due presero a camminare e molto presto svanirono nel corridoio. Ritrovatasi sola Claudia si alzò e lasciò anche lei la classe, aveva voglia di scendere giù in cortile anche se c’era la neve.
Raggiunse le scale e fece per scenderle ma nella foga andò a sbattere contro un ragazzo, quest'ultimo aveva i capelli castani folti e scombinati nascosti da un cappello nero, gli occhi verdi e un grande orecchino nero al lobo sinistro.
<< Scusami! >> Disse Claudia mortificata, lo sconosciuto rimase fermo a guardarla sulle scale, sembrava imbambolato.
<< F- fa niente >> Rispose in fine, poi sorrise e Claudia rimase imbambolata a sua volta, quel ragazzo aveva un sorriso così luminoso che avrebbe potuto sciogliere la neve.
<< Sono Nathan Esposito >> Si presentò porgendole la mano, Claudia la strinse un attimo dopo un po’ confusa, si era completamente dimenticata il cortile.
<< Claudia Rossi >> Nathan sorrise di nuovo.
<< Sei di qui? Non ti ho mai vista, che classe fai? >> Chiese il ragazzo facendo una domanda dopo l’altra come un uragano, Claudia sorrise lievemente.
<< Faccio il terzo classico A >> Rispose un po’ imbarazzata, Nathan salì gli ultimi gradini e la raggiunse sul piano, era poco più alto di Claudia e portava dei jeans stretti e neri.
<< Io sono del quarto classico B >>
<< Esposito? >> Chiese poi Claudia, leggermente curiosa, non conosceva nessuno con un cognome del genere, o meglio, non lo aveva mai sentito li da lei.
<< Non sono di qui, i miei sono venuti a lavorare su quando avevo cinque anni, ma sono nato a Napoli >> Rispose lui sorridendo. In quel preciso momento però, prima che potesse rispondere, Claudia sentì un braccio poggiarsi sulla sua spalla, vide Nathan fissare qualcuno al suo fianco e sentì una voce nota risuonarle nelle orecchie.
<< Che fate? >> Claudia si girò e trovò Yulian. Indossava un cappello grigio che gli stava alla perfezione, aveva ancora la ferita sul labbro, mentre quella sotto lo zigomo stava guarendo. Claudia sorrise nel vederlo, ma Yulian le restituì uno sguardo gelido.
<< Parlavamo … a proposito, io sono Nathan >> Si presentò il castano porgendo una mano a Yulian, il biondo la guardò e fece un gesto di scherno, Claudia gelò.
<< Sono russo, non parlo l’italiano così bene come dovrei, ma non sono scemo! Tieni giù le mani dalla mia ragazza ok? >> La voce di Yulian era stata così tagliente e fredda che il sorriso di Nathan svanì all’istante. Claudia si irrigidì e Yulian portò la mano sul suo fianco attirandola a se, era impazzito?
<< Non sapevo fosse fidanzata, e poi non ci stavo provando! >> Si difese Nathan, lanciò un’occhiata veloce alla mani di Yulian sul fianco della ragazza e abbassò le spalle.
<< Ci si vede Claudia >> Disse poco dopo allontanandosi e Claudia lo vide andare via senza dir niente, era troppo sorpresa per fare anche solo un passo.
Yulian lasciò la presa all’improvviso e Claudia si girò a guardarlo, aveva lo sguardo cattivo e arrabbiato, si voltò e le diede le spalle pronto ad andarsene, ma Claudia lo fermò giusto in tempo.
<< Che c’è? Perché sei arrabbiato? >> Chiese confusa, non doveva essere lei quella arrabbiata?
<< Tu non devi giocare con altri ragazzi, ok? >> Yulian aveva scandito le parole lentamente, una alla volta come un rasoio, a Claudia venne la pelle d’oca.
<< Non stavo giocando con nessuno >> Rispose, Yulian strinse i pugni.
<< E soprattutto, non prendermi per il culo >> Claudia perse le staffe.
<< Tu, non prendermi per il culo! Arrivi qui come se niente fosse e dici di essere il mio fidanzato! Interrompendo una semplice conversazione con un ragazzo che non conoscevo per nulla e che si stava scusando per avermi fatta cadere! >> Yulian contrasse le sopracciglia e la sua espressione arrabbiata si trasformò in confusa, si avvicinò a Claudia così tanto che le punte delle loro scarpe di scontrarono.
<< Ma io sono il tuo ragazzo, credevo l’avessi capito >>
<< Cosa? >> Chiese Claudia allibita, non ci stava capendo più niente.
<< Che quella di ieri era una dichiarazione! >> Sbottò Yulian infastidito e un attimo dopo Claudia diventò paonazza, non ci aveva capito assolutamente niente allora, era fidanzata da ventiquattro ore e non lo sapeva. Certo che Yulian avrebbe potuto essere un po’ più chiaro.
<< Ma non mi hai nemmeno baciata! >> Si lamentò la rossa, Yulian contrasse ancora di più le sopracciglia, poi infilò una mano tra i capelli della ragazza e strinse forte facendole male, poi la baciò all’improvviso, proprio come un uragano, come una tempesta siberiana. Quel bacio fu caldo come il sole dell’Italia e freddo come la neve della Russia.
<< Adesso ti ho baciata >> Disse Yulian appoggiando la fronte su quella della ragazza, Claudia era senza fiato e sentiva il cuore andare in fiamme, Yulian stringeva ancora tra le mani i suoi capelli, ma ormai il dolore era passato in secondo piano.
<< Ed è stato il bacio più bello e strano della mia vita >> Disse Yulian ridendo, anche Claudia si sciolse in un sorriso.
<< Strano? >> Domandò, Yulian la strinse a se e le morsicchiò un orecchio.
<< Opponevi resistenza >> Replicò il biondo, lei non se n’era nemmeno accorta.
<< Non oso immaginare cosa farai quando andremo oltre >>
<< Scordatelo! >> Sbottò immediatamente Claudia, Yulian scoppiò a ridere, anche se cominciò a pensare che la ragazza non stesse affatto scherzando.
<< Scherzi vero? >> Chiese con un accento di ansia nella voce.
<< Ma pensi solo e subito a quello? >> Disse Claudia alzando gli occhi al cielo, Yulian le lanciò uno sguardo di sfida, l’attirò a se e le baciò una guancia.
<< E’ la prima cosa che ho pensato quando ti ho vista venirmi addosso >> Replicò, Claudia arrossì fino alla radice dei capelli, Yulian sorrise divertito e le prese una mano. I due presero a camminare mano nella mano per il corridoio, ormai il cortile era un pensiero lontano.
 
 
<< Ti piace così tanto correre con tutta questa neve? >> La voce di Francesco si perse nell’aria, Iliana correva allegra e giocava nella neve prendendola tra le mani, bagnando tutti i guanti del ragazzo e scivolando in continuazione. Quel giorno era più euforica del solito, sembrava quasi una ninfa delle nevi.
<< Vieni anche tu! >> Rispose di rimando la russa lanciandogli addosso una manciata di neve, Francesco rabbrividì nonostante indossasse uno di quei giubbotti pesanti.
<< Fa troppo freddo >> Si lamentò, nel sentire quella frase, Iliana lasciò cadere la neve per terra, si asciugò le mani sui jeans fradici e raggiunse il moro, Francesco la guardava in silenzio con le mani infilate nelle tasche dei jeans e il broncio.
<< Non lamentarti troppo, questa neve non è niente in confronto a quella della mia Russia sai? >> Nel dire questo, Iliana sistemò le braccia dietro al collo del ragazzo e si tirò su con le punte per raggiungerlo in altezza, Francesco rimase impassibile.
<< Mi hai fatto venire qui, mi hai tenuto tutta la ricreazione con la curiosità, adesso vuoi dirmi cosa c’è ? >>  Iliana notò che Francesco aveva tutto il naso rosso, gli occhi azzurri erano limpidi e profondi allo stesso tempo, era proprio carino in quel momento.
<< L’ho lasciato >> Annunciò, poi si sfilò la sciarpa rossa e mostrò al ragazzo un livido fresco fresco sul collo, alzò la manica del giubbotto e ne mostrò un altro, fece per sbottonarsi e mostrargli la pancia, ma Francesco la fermò. Era furioso, arrabbiato oltre il possibile.
<< Io lo ammazzo! >> Sussurrò afferrando Iliana per i polsi, la ragazza sorrise e lo guardò negli occhi.
<< Spero che ne sia valsa la pena >> Disse riferendosi ai lividi, nella mente di Francesco si formavano nitide le immagini di come quel mostro l’avesse picchiata, lui non era presente, ma tenendo strette le mani di Iliana poteva percepire ogni colpo, ogni singolo gemito di dolore.
<< Mai, non devi mai dire che ne sia valsa la pena! Quello che ti ha fatto è orrendo, e io non accetterò che qualcuno tocchi la mia pelle, ok? Nessuno rompe le cose che sono mie, e tu lo sei no? >> Iliana aveva le lacrime agli occhi, stava cercando di sorridere, si sforzava come non aveva mai fatto in vita sua ma la verità era che stava male, male perché quell’amore in cui aveva creduto era finito come niente, perché nonostante avesse dato tutto non aveva ricevuto niente. Era la prima volta che Francesco la vedeva piangere, le era sempre sembrata una ragazza vivace che sapeva affrontare tutte le batoste, ma la verità era che lui non c’era quando la picchiavano, lui non c’era quando lei soffriva.
<< Come si dice in questi casi? Ti amo? Beh, allora ti amo >> Replicò il moro e Iliana gli saltò al collo baciandolo, quel bacio fu molto diverso dal precedente, fu vero e intenso.
Francesco si ritrovò cambiato, quelli non erano i baci di Agneszka, erano i baci di Iliana, ed erano quelli che lo facevano sentire vivo.
<< Just close your eyers, the sun is going down, you’ll be alright no one can hurt you now came, morning light, you and I’ll be safe and sound … >> Questa volta fu Francesco a cantare. Chiudi solo I tuoi occhi, il sole sta tramontando, tu starai bene nessuno può ferirti adesso, vieni luce del giorno, io e te saremo sani e salvi …
<< Hai una bella voce >> Disse Iliana sorridendo, Francesco sorrise a sua volta e le asciugò le lacrime con i pollici grandi.
<< Ovvio, io sono bravo in tutto! >> Scherzò lui stringendola sotto il suo braccio. I due ripresero a camminare anche sotto la neve che cadeva nuovamente e quella volta senza sentire freddo, andava tutto bene, erano felici, fino a quando non scorsero una figura minuta. Era una ragazza, una ragazza che Iliana non aveva mai vista, graziosa e carina, nel vederli arrivare allargò le braccia e sorrise.
<< йди сюди моя любов>>  y̆dy syudy moya lyubov, Vieni qui amore mio …
Iliana non le capì del tutto quelle parole, perché quella non era la sua lingua, aveva capito solo “ amore mio”, e quella ragazza non si stava riferendo di certo a lei, si girò a guardare Francesco per capirci qualcosa, ma lui era diventato rigido e guardava quella sconosciuta come se fosse un fantasma.
<< Agneszka … >>
 
 

 
 

Effe_95

Devo essere sincera? Non sono molto soddisfatta di questo capitolo, l’ho riscritto almeno due volte, ma sembra non voler uscire per niente bene.
Questo sarebbe dovuto essere un bel capitolo, e spero che almeno in parte vi sia piaciuto. Volevo dirvi di non dimenticare Nathan Esposito e di non sottovalutarlo, pensate solo che vorrei che uno dei miei figli si chiamasse in questo modo, giusto per farvi capire l’importanza ;), poi, al fatto che sia napoletano, diciamo che ho voluto fare un omaggio alla mia città, tutto qui.
La lingua che parla la ragazza “ misteriosa” è Ucraino, in realtà non so se l’ho scritta correttamente la frase, ma spero di si, purtroppo l’ucraino lo conosco poco,  se dovesse essere sbagliata mi scuso da adesso! La canzone che canta Francesco è sempre la stessa dell’altro capitolo Safe and Saund.
Credo di aver detto tutto, a presto.
 
  


  
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