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Autore: cranium    20/09/2012    3 recensioni
[Finnick/Annie] riguardante il periodo prima, durante e forse dopo gli Hunger Games della ragazza.
Annie e la sua famiglia si occupano di coralli, la loro situazione economica è stabile, ma non tra le migliori, è una ragazza non particolarmente bella e affasciante.
Finnick è un Vincitore e lui di bellezza e fascino ne ha da vendere, ha dovuto barattare il suo corpo con la sicurezza per lui e per la sua famiglia, vorrebbe scappare, farsi una vita chissà dove, ma è tenuto stretto da sottili catene d'oro forgiate appositamente da Capitol City.
L'incontro con questa ragazza gli cambierà la vita, ma cosa succederà quando il suo nome verrà estratto per i 70esimi Hunger Games?
Riuscirà lui a superare la cosa?
Riuscirà lei a rimanere viva e vegeta in quel delirio?
Se vi ho incuriosito leggete e possa la fortuna essere sempre a vostro favore.
Possibile, ma non certo, spoiler "La Ragazza di Fuoco" e "Il Canto della Rivolta".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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We’re just two lost souls swimming in a fish bowl.

 

Paura, l’aria ne era intrisa, così tanto da risultare soffocante, o forse era lei che non riusciva a respirare.

Sessanta secondi ancora e poi avrebbe dovuto correre come non aveva mai fatto.

Facile, ma non era sicura che le gambe riuscissero a reggerla.

Marcus non era distante da lei, e ostentava una sicurezza da far invidia, sembrava solo aspettare il colpo di cannone per scattare mentre lei sarebbe rimasta impietrita aspettando di finire i suoi minuti.

Quaranta secondi.

Forse la morte è solo un vento freddo che ti porta via, lontano dai turbamenti e dai pensieri, ma la sua morte non sarebbe stata veloce.

Lo spettacolo è pur sempre spettacolo, e un agonia lunga fa audience come poco sa fare, tiene la gente incollata alle televisioni e ai maxischermi come bambini davanti a una torta.

Il suo fratellino avrebbe certo chiesto come mai sua sorella era finita in tivù, troppo piccolo per capire o forse troppo furbo per farlo.

Trenta secondi.

L’impulso di mettere un piede avanti e chiudere gli occhi era forte, morire su una mina, un attimo e il buio l’avrebbe accolta come un padre tra le braccia, ma la promessa a Finnick di rimanere in vita il più possibile bruciava come bruciavano i baci e le carezze della sera precedente.

L’insistenza con la quale il terreno sembrava chiamarla era un invito piacevole che non doveva prendere in considerazione per qualsiasi ragione al mondo.

Venti secondi.

Intorno a lei tutto fremeva, i Tributi, l’acqua di un timido ruscello che scorreva in un letto troppo grande per lui, e anche la cornucopia che rifletteva i raggi del mattino, invitante.

Tutti erano pronti.

Lei lo era?

Dieci secondi.

Il tempo per verificarlo non era sufficiente.

Affidarsi a un istinto primordiale come la conservazione era la scelta più ovvia e anche la più facile

Un colpo di cannone.

Lasciò che i suoi piedi facessero tutto, decidessero la sua sorte, e capii di amarsi troppo, di amare troppo la vita per perderla così facilmente.

Corse, prese uno zaino e la direzione opposta a quella di tutti; se puntavano al lago, le sarebbe andata alla sorgente.

I primi alberi erano vicini, si fiondò sul primo non preoccupandosi di essere vista, di essere troppo prossima al fuoco, al pericolo, ma era un bisogno viscerale quello che sentiva: girarsi verso la cornucopia per vedere che andava tutto bene, che non era successo nulla.

Ma l’aria intorno era come rossa, il sangue che impregnava l’erba a poco più di un chilometro da dove si trovava, nascosta dalle fronde, era fresco come lei, troppo giovane e innocente per partecipare a un massacro.

La cornucopia sembrava bearsi del sangue versato tanto da rifletterne e accentuarne il colore cosicché anche lei poteva capacitarsene.

Un groppo alla gola e uno al cuore.

Quanti ragazzi erano già stati uccisi?

La risposta non si sarebbe fatta troppo attendere.

 

I fiori appassiscono, e le farfalle hanno vita breve, troppo breve.

Recidono il bozzolo, spiccano il primo volo, muoiono non molto tempo dopo.

Marcus non era mai stato una farfalla, lo sapeva.

Era un bruco ed era consapevole di questo, e la sua condizione gli era sempre bastata.

Per essere un bruco era dannatamente sexy, o almeno le ragazze che parlottavano tra loro al suo passaggio sembravano dire quello e lui non aveva fatto altro che convincersene ogni giorno di più.

Non era un ragazzo superficiale, per quanto i suoi diciotto anni gli permettevano di non esserlo, aveva un cervello parecchio acuto e una testa di capelli niente male.

Anche Annie era bella, aveva visto di meglio certo, ma aveva quel qualcosa in più che la rendeva desiderabile, o almeno agli occhi del suo mentore lo era.

Non lo sarebbe stata ancora per molto, perché a quanto aveva capito non aveva intenzione di far altro che nascondersi tutto il tempo il che prevedeva che non sarebbe sopravvissuta a quell’inferno.

Era una ragazza simpatica infondo, magari se avesse avuto l’occasione di conoscerla meglio le sarebbe anche piaciuta, ma erano finiti entrambi in bocca al lupo sicché.

Il fuoco sfumava i contorni dei compagni seduti intorno ad esso o forse erano gli omicidi appena commessi a non permettergli di delinearne i volti; aveva paura forse di vedere come la morte gli aveva cambiati?

O più di non riconoscere se stesso?

Si allontanò senza dare spiegazioni per dirigersi al corso d’acqua, si sciacquò il viso per poi riflettersi sulla superficie increspata.

No, non era cambiato.

E allora cosa lo turbava?

-È legale?- il suono basso della voce di Wood interruppe il suo flusso di pensieri e lo fece riavvicinare al gruppo.

-Cosa vuoi!- rispose con uno squittio la ragazza dell’1 che da svariati minuti intrecciava le ciocche delle due ragazze che aveva ucciso.

-È piuttosto inquietante sai? Non credo che gli sponsor apprezzeranno questo tuo comportamento… meglio che ti facciamo fuori subito…-

-Attento sai- si gettò al suo collo brandendo un coltello –io se fossi in te non sarei così sicuro di me, sei solo un sudicio taglialegna!-

-Piantala Cherie- la ammonii Gold che continuava a girare intorno alle provviste come per assicurarsi di non aver perso nulla –credo che ci convenga prendere tutto il possibile e bruciare il resto, non mi va di aspettare gli altri Tributi qua, cerchiamoli, uccidiamoli, e poi vedremo.-

-Non sarebbe meglio lasciare qualcuno a controllare la roba? È uno spreco inutile bruciarla.- ribatté la ragazza.

-Paura dell’azione cara?- la schernì Wood.

-Zitto sta per partire l’inno.- sviò la domanda del ragazzo.

Il sigillo di Capitol City illuminò il cielo della sera, dieci volti come unico ricordo dei ragazzi morti.

Il tributo femmina del 2 che non era stata accettata tra i favoriti.

La ragazza del 3.

Il ragazzo storpio del cinque.

La giovane del 6.

Entrambi i tributi del 9 e del 10.

Il tributo maschio dell’undici e quello che dodici.

Ma quella notte il conto sarebbe cambiato.

Gli svegliò un colpo di cannone, quella mattina, un risveglio macabro che sapeva di morte.

A pochi metri da loro il ventre di Cherie era squartato, gli organi interni lacerati, le sue mani e i piedi legate e la bocca tappata con la treccia a cui stava lavorando la notte precedente.

Doveva esser stata un’agonia non tanto lunga quanto dolorosa, gli occhi ancora aperti in un grido che era soffocato dalla bocca, era morta guardando loro dormire.

Era il suo il primo turno di guardia, e il successivo era quello di Wood, come se ci potessero essere dubbi sull’assassino: la ferita sulla pancia era perfettamente riconducibile all’accetta del tributo.

L’odore di sangue, bile e vomito era acuto, ma non quanto quello della paura.

“Nessuno è al sicuro” sembrava gridare una voce.

“Nemmeno voi.”

 

 

L’angolo del cranio.

Yeah! Capitolo cortissimo lo so -.-“.

L’ho reso meno crudo possibile togliendo vari/molti dettagli che nella mia mente si erano formati (stanotte non dormirò xD) e devo dire che quando l’ho riletto mi è sembrato che non facesse tanto schifo l’ultima parte.

Il prossimo però non sarà così –lettore avvisato-.

A presto, si spera.

cranium

  
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