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Autore: JulesBerry    30/09/2012    4 recensioni
[Seconda revisione ultimata]
Margaret Stevens è una strega diciassettenne che, nell'agosto del 1995, ritorna in Inghilterra, suo Paese natale, dopo nove lunghi anni.
Qui potrà rincontrare le persone a lei sempre state care: quelle persone che non ha mai dimenticato, che hanno sempre avuto un posto nel suo cuore, e che, nonostante tutto, hanno fatto sentire la loro presenza anche negli anni della lontananza.
Perché, questo lei lo sapeva, i Weasley sono sempre stati la sua seconda famiglia. E dalla famiglia, prima o poi, si ritorna.
-Dall'undicesimo capitolo-
«Fred, cosa dovrei fare? Fa’ sparire ogni pensiero strano, quel sorriso malizioso lo conosco fin troppo bene. E poi, per le mutande di Merlino, hai solo un asciugamano addosso: per me non è facile concentrarmi, il tuo corpo mi distrae!» esclamò Meg che, senza volerlo, si lasciò scappare quell’ultima frase. Si morse il labbro, maledicendosi mentalmente e pensando che buttarsi dalla finestra non doveva essere poi un’idea tanto cattiva.
«Ti distraggo? Be’, in effetti, sono stupendo, magnifico, incantevole! Come biasimarti? Sono la quintessenza della bellezza!» commentò Fred, vanesio, mentre il suo ego gonfiava a dismisura.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Che l'amore è tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore'
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Capitolo 16
 


 
A Natale tutte le strade conducono a casa

 

Just fall in love with me this Christmas
There’s nothing else that we will need this Christmas
Won’t be wrapped under a tree
I want something that lasts forever
‘Cause I don’t wanna be alone tonight
I’ll wear you like a Christmas sweater
Walk proudly to the mistletoe tonight
I want something that lasts forever
So kiss me on this cold December night


 
Era il 24 dicembre, la vigilia di Natale. I ragazzi si trovavano al numero dodici di Grimmauld Place, il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, ed erano arrivati diversi giorni prima dell’inizio ufficiale delle vacanze, poiché il signor Weasley era stato attaccato da Nagini, il serpente di Lord Voldemort, mentre svolgeva il suo lavoro per l’Ordine. A Margaret, che aveva dichiarato di risiedere temporaneamente con i Weasley, era stato concesso di lasciare la scuola insieme alla famiglia. Arthur, fortunatamente, fu rilasciato proprio la mattina della Vigilia.
Quel pomeriggio, Margaret e Fred stavano rinchiusi nella camera di quest’ultimo, intenti a parlare sottovoce per non farsi sentire da nessuno all’esterno, e un onnipresente George cercava di intrufolarsi costantemente nella discussione. Questi era acciambellato sul suo letto, e osservava con finto disgusto la coppia che, accoccolata nel letto accanto al suo, si scambiava effusioni tra una frase e la successiva.
Stavano pensando a quando sarebbe stato il momento adatto per comunicare la notizia al resto della famiglia. Nessuno, difatti, sapeva che stavano insieme; a parte George, ovviamente, ed Hermione, che aveva casualmente visto la scena e aveva promesso di non dire niente a nessuno. Nei giorni seguenti, poi, George aveva continuato a stuzzicarla e tormentarla, ribadendo che avrebbe dovuto sentirsi onorata di dovergli fare compagnia nell’arduo compito di mantenere un segreto “così importante”. Le aveva anche chiesto di uscire insieme: diceva che avrebbe reso le cose ancor più ufficiali, ma lei non parve prenderlo troppo sul serio. Peccato che, a differenza di quanto la ragazza credesse, lui non stesse affatto scherzando.
«Potremmo dirlo domani, prima o dopo il pranzo» propose Margaret, intenta ad annusare il collo del suo ragazzo. Questi non parve pienamente convinto.
«Non saprei. Se lo dicessimo stasera, a tavola?» le chiese, dandole un dolce bacio sulle labbra.
«Non lo so, Freddie.»
«Di questo passo, non lo direte mai. Non è tanto difficile, eh! Fratello, basta che tu dica: “Ehi, gente, io e questo bel bocconcino sexy stiamo insieme!” . Poi m’introdurrò io e chiederò nuovamente a Hermione di uscire con me. Se non dovesse accettare, le faccio una delle Fatture Orcovolanti di Ginny» esordì George, assolutamente entusiasta di quest’ultima ipotesi, cosa che fece scuotere il capo a Fred e Margaret, divertiti. Poi, qualcuno bussò lievemente alla porta, e i due si scostarono velocemente l’uno dall’altra. Entrò Molly, che aveva un sorriso benevolo stampato sul volto e gli occhi che luccicavano.
«Maggie, ragazzi: potreste scendere giù in cucina, per favore?» chiese loro dolcemente. A quel punto, i ragazzi, incuriositi e perplessi allo stesso tempo, si avviarono e scesero giù per le scale.

Una volta giunti sulla soglia della cucina, Margaret s’immobilizzò, incredula e sorpresa a dismisura. Dopo pochi secondi, si slanciò in direzione delle due persone presenti nella stanza, visibilmente stanche dopo un lungo viaggio.
«Mamma! Papà! State bene?» chiese Margaret ai suoi genitori, dopo che si fu sciolta dai loro abbracci.
Gloria e Desmond Stevens erano entrambi sulla quarantina, di bell’aspetto, estremamente capaci e forniti di un profondo senso dell’umorismo, proprio come la figlia. Si erano conosciuti al loro primo anno a Hogwarts, sul treno che li avrebbe condotti al Castello per la primissima volta, quando ancora non sapevano che lui sarebbe diventato un valoroso Grifondoro e lei una brillante e astuta Corvonero. Si erano scambiati sguardi complici, sorrisi sinceri, fino a quando non si erano messi insieme, alla fine del loro quarto anno. Convolarono a nozze alla giovane età di ventuno anni, forse perché innamorati ogni giorno sempre di più, forse per la paura che l’ascesa al potere di Voldemort suscitava. Sta di fatto che l’anno successivo nacque Margaret, loro prima e unica figlia, evento che non fece che coronare la felicità della loro vita insieme. Apparivano molto provati e non totalmente in forma, ma, nonostante ciò, erano felici come non mai.
«Stiamo bene, tesoro. Forse giusto un po’ stanchi!» disse Desmond, dando un buffetto sulla guancia alla figlia.
«Fred! George! Come siete cresciuti!» commentò Gloria, non appena ebbe visto i due gemelli sulla porta, e sia lei che suo marito si precipitarono a salutare anche loro.
«Des, abbiamo della roba da farti vedere. Potrebbe piacerti» sussurrò Fred a Desmond, mentre questi gli strizzava l’occhio, complice. Gloria, invece, si rivolse nuovamente alla figlia.
«Cara, i nonni ci vengono a trovare stasera, dovrebbero essere qui prima di cena. Spero non ti dispiacerà se andiamo a riposarci; sai, è stato un lungo viaggio, siamo abbastanza stanchi. Ci vediamo più tardi, eh? Abbiamo un’infinità di cose da raccontarci» disse Gloria, con estrema dolcezza. Dopo aver dato un bacio alla figlia, entrambi si Smaterializzarono, riapparendo tre piani più sopra. Margaret scambiò occhiate eloquenti con i gemelli, così tutti e tre si precipitarono ai piani superiori per prepararsi per la cena.
Per lei, quello era il regalo più bello che potesse ricevere. Aveva iniziato a perdere la speranza di poter trascorrere il Natale insieme ai suoi genitori, ma questa era improvvisamente riapparsa e si era concretizzata proprio nel momento in cui non si sarebbe mai aspettata. Tutto ciò di cui aveva bisogno era lì con lei: c’erano loro, c’era il ragazzo che amava e c’era anche la famiglia di quest’ultimo, e non poteva desiderare di passare un Natale migliore.

Non perse molto tempo a prepararsi. S’infilò un jeans e un pullover, tirò i capelli di lato, si spruzzò un po’ di profumo e si Materializzò al piano superiore, nella camera dei gemelli, dove c’era solo George. In mutande. Questi cacciò un urlo da donnetta, poi si riprese e la fissò, compiaciuto.
«Cognatina adorata, è evidente che io sia irresistibile, ma se volevi vedermi mezzo nudo potevi semplicemente chiedermelo prima, invece di spuntare all’improvviso cercando di cogliermi di sorpresa!» le disse con nonchalance. Lei, allora, prese un cuscino e glielo scaraventò addosso con tutta la forza che aveva, e in quel preciso istante Fred tornò in camera. Guardò prima suo fratello e poi la sua ragazza, divertito.
«Stava cercando di abusare di te?» chiese, con enorme sorpresa di Margaret, al suo gemello.
«Non aspettava altro, santo Merlino! D’altronde, siamo uguali: se non resiste a te, non può resistere neanche a me!» disse l’interpellato, scuotendo la testa. Margaret rise e uscì dalla stanza: forse era meglio dare una mano in cucina.
Passò le restanti ore che la separavano dalla cena preparando un’infinità di pietanze insieme alla signora Weasley, ignara di avere accanto la neofidanzata di uno dei suoi figli. L’atmosfera era molto serena, e si alleggerì ancor di più quando una rinnovata Gloria le raggiunse con un sorriso smagliante. Mentre lei dava una mano in cucina, Desmond era concentrato in una fitta discussione con i due gemelli riguardo ai loro nuovi prodotti, e sembrava anche parecchio interessato, tanto che fu tentato di fare affari con loro.

Tutti s’interruppero quando quattro figure avvolte in pesanti mantelli chiusero con un tonfo la porta d’ingresso – scatenando le ire del ritratto di quella simpaticona di Walburga – e si diressero nel salone, dove ormai erano radunati tutti gli altri. La prima ad apparire fu una donna sui sessantacinque anni, che sfoggiava una gran classe, sia nell’abbigliamento che nelle movenze. Si guardò intorno con fare altezzoso, poi sorrise.
«Gloria, figlia mia. Margaret, tesoro!» disse Vittoria Mills in Wilson, mentre si muoveva verso di loro per abbracciarle. Le due apparvero notevolmente spiazzate da questa manifestazione d’affetto.
«Nonna, ehm... da quando abbracci la gente?»
«Da quando non vedo mia figlia e la mia nipote preferita dall’alba dei tempi! Ma non vi ci abituate, eh?» concluse, facendo loro l’occhiolino, per poi andare a salutare anche Desmond e i signori Weasley. Nello stesso momento, entrò un uomo sui settant’anni, anch’egli dall’aspetto molto rispettabile. Sembrava, però, meno rigido rispetto alla moglie, e immediatamente salutò calorosamente Gloria e Margaret, prima di lanciarsi in un infinito elogio di quest’ultima. Fred e George, dal loro angolo, decisero che era giunto il momento di far notare la loro presenza.
«Buonasera, signori Wilson!» dissero all’unisono, guardando i nuovi arrivati con un ghigno eloquente. Margaret riuscì a stento a trattenersi dal ridere. I suoi nonni si voltarono di scatto, sospettosi.
«Fred e George, ma buonasera! L’età vi ha portato giudizio, oppure siete ancora delle inguaribili piccole pesti?» chiese Vittoria in modo distaccato. Paul rise.
«Non vorrete essere messi di nuovo a testa in giù da mia moglie, eh?» domandò loro, divertito nel vederli rabbrividire. Sulla soglia, però, apparve anche un altro uomo sulla sessantina e dall’aspetto simpatico e gioviale, accanto al quale si trovava una donna poco più giovane di lui, con dei capelli che recavano traccia di un bel rosso vivo uguale a quello di stampo Weasley. Aveva un’aria molto dolce e gentile e le luccicavano gli occhi.
«Vittoria, dovresti prendere tutto più alla leggera: la tua salute ne gioverebbe! Sono solo ragazzi!» fece Dawson Stevens, ammiccando in direzione dei gemelli. La moglie sfoggiò un enorme sorriso, identico in maniera impressionante a quello di Margaret, e strizzò l’occhio ai due ragazzi.
«Mio marito ha ragione, cara: esageri giusto un pochino. Io li trovo così adorabili!» commentò, ricevendo un’occhiataccia da parte della consuocera. Dopodiché, i due andarono ad abbracciare affettuosamente il figlio, la nuora e la nipote, poi salutarono anche tutti gli altri. Quando Julia fu da Fred e George, porse loro, furtivamente, una scatola di dolci fatti in casa. I due s’illuminarono.
«Avevo appena finito di farli per Maggie, quando mi sono ricordata che piacciono tanto anche a voi!»
«Julia, credo di amarti!» esclamò George, riconoscente, trovando il consenso di Fred, che annuì.

Pochi secondi dopo, Molly richiamò i presenti dalla cucina. Quando tutti ebbero preso posto a tavola, rimasero sorpresi dall’enorme varietà e quantità di cibo presente. Tutto aveva un aspetto meraviglioso, ovviamente, e i presenti iniziarono a servirsi, famelici. Margaret era seduta tra sua madre e Fred, che a sua volta aveva accanto nonno Dawson. Di fronte ai due ragazzi, che si scambiavano occhiate continuamente, erano seduti un’imbarazzatissima Hermione e un ghignante e compiaciuto George, il quale aveva insistito affinché la ragazza si sedesse accanto a lui.
La conversazione, quella sera, era piuttosto piacevole. Si parlava del più e del meno, delle cose successe in quegli anni di lontananza, dei numerosi cambiamenti e di ciò che, invece, era rimasto totalmente invariato.
Margaret, all’improvviso, sentì la mano di Fred posarsi sulla sua gamba e accarezzarla dolcemente, portandosi, poi, verso l’interno coscia e cominciando a salire. Lei sentì le orecchie bruciare e una sensazione fin troppo ben conosciuta di calore salirle su per le guance. Si girò verso il suo fidanzato, e notò che questi fissava un punto imprecisato sul muro di fronte, sorridendo maliziosamente. Margaret si voltò a guardare George, totalmente distratto dai movimenti della ragazza che aveva accanto, e gli tirò un calcio che lo fece sobbalzare. Egli portò gli occhi dal fratello a lei e, avendo intuito la situazione, scoppiò a ridere, facendo ammutolire tutte le persone presenti a quella tavola.
Con grande sollievo di Margaret, Fred tolse velocemente la mano, prima che qualcuno potesse accorgersi di qualcosa. Vittoria, tuttavia, li fissò con uno strano sorriso, poi decise di iniziare un nuovo discorso per distogliere l’attenzione. Era sempre stata una donna molto perspicace.
«Harry, mi passi il pasticcio, per favore? Desmond, caro, mia figlia mi ha detto che hai dato le dimissioni.»
«Tutta colpa di Lucius Malfoy!» intervenne Dawson, adirato.
«Malfoy, maledetto! Quella famiglia porta solo guai!» commentò Paul, indignato, trovando l’approvazione di Vittoria. Mentre Desmond raccontava l’accaduto e parlava dei suoi nuovi progetti, Margaret e Fred si lanciavano sguardi interrogativi: quando avrebbero dovuto dirlo?
Si voltarono insieme verso George, intento a far ridere Hermione e a sfiorarle accidentalmente capelli, mani o qualsiasi altra cosa. Naturalmente, era molto improbabile che tutto ciò fosse puramente casuale.
Margaret, per movimentare un po’ la situazione, sfoderò cautamente la bacchetta, sotto il tavolo, e la puntò al soffitto, mettendo su un ghigno perfido degno del suo ragazzo. Si avvicinò ancora di più a quest’ultimo e gli prese la mano.
«Sta’ a vedere. Aspetta cinque minuti e te ne accorgerai» gli sussurrò, e lui sorrise, compiaciuto.
Dopodiché, si unirono agli altri nella conversazione, e Margaret sperò con tutto il cuore che qualcuno si accorgesse del germoglio di vischio che pian piano andava crescendo sopra le teste dei ragazzi che aveva di fronte. Infatti...
«Ero molto giovane quando è nato Desmond, avevo diciotto anni, avevo appena terminato gli studi a Hogw-... Oh, George, caro!» esclamò Julia, scoppiando a ridere e indicando al marito un punto sopra le teste dei due ragazzi. Dawson sbarrò gli occhi e ammiccò in direzione di Hermione.
«Cara, credo che dovresti guardare sopra di te!»
Tutti quanti alzarono gli occhi al soffitto per contemplare il bellissimo e rigoglioso vischio che Margaret aveva fatto apparire proprio sopra le teste dei due ignari ragazzi. Iniziò a ridere, seguita a ruota da Fred, che le si avvicinò all’orecchio e le sussurrò: «Ho avuto proprio la stessa idea, Pasticcino!»
A tavola, invece, scoppiò un vero e proprio trambusto: Vittoria e Paul sembravano essersi sciolti e adesso sorridevano apertamente; Hermione era diventata viola, e ciò aveva fatto aumentare le risate di Julia e Dawson; George, d’altra parte, guardava la coppia che aveva di fronte con aria vendicativa, mentre tutti gli altri cercavano di trattenersi dallo scoppiare a ridere. A parte Ron, che era divenuto paonazzo per la gelosia. Molly guardò dolcemente il figlio e gli fece l’occhiolino.
«George, Hermione: è la tradizione!» li esortò Arthur, anche lui ridendo di sottecchi.
«Signor Weasley, non credo che...» provò la ragazza, che tuttavia non ebbe il tempo di finire la frase, in quanto George le cinse la vita con un braccio per avvicinarla e le stampò un fugace bacio sulle labbra. Hermione, se prima era di un color prugna poco elegante, adesso era diventata così bianca che sembrava potesse cadere a terra da un momento all’altro, mentre Ron iniziò a stringere convulsamente la forchetta, dimenticandosi di respirare. Harry gli diede una gomitata, come a volergli ricordare che insieme a lui c’erano un bel po’ di altre persone. Non appena la ragazza si fu ripresa, recuperò immediatamente il suo solito tono aspro e si rivolse a Fred e Meg, ancora sghignazzanti.
«Siete davvero molto divertenti, voi due! Siete fatti l’uno per l’altra!» disse, cercando l’appoggio del ragazzo alla sua destra e ottenendolo.
«Già, vi siete impegnati così tanto a fare i simpaticoni che vi siete dimenticati di dire quella cosa a tutti quanti!» esordì il gemello Weasley, attirando ancora di più l’attenzione. Tutte le teste si voltarono verso Fred e Margaret, che guardavano George in cagnesco.
«Fred, caro, cosa succede?» domandò Molly al figlio, scrutandolo come per cercare di intravedere i segni di una malattia fatale.
«Già, Margaret, tesoro! Cosa ci dovete dire?» domandò nonno Paul, incuriosito. Altrettanto fecero Gloria e Desmond.
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente, dopodiché Fred si schiarì la voce e prese la mano della sua ragazza, sotto il tavolo, e la strinse intensamente, come se avesse avuto paura di vederla portata via da lui. La guardò di nuovo, sorridendole; poi, si rivolse ai suoi parenti e a quelli della ragazza, che forse stavano iniziando a intuire qualcosa. Si decise e parlò.
«George, fratello, grazie per l’introduzione, anche se non ti era stata richiesta. Be’, io volevo... Noi volevamo dirvi che... Insomma, gente: io e Meg stiamo insieme» annunciò, dopo un enorme sforzo, facendo notare a tutti gli altri la sua mano intrecciata a quella della ragazza. A quella notizia, le reazioni furono le più disparate: Arthur, ad esempio, rimase felicemente sorpreso; Desmond, invece, quasi non perse i sensi e fu costretto a farsi sorreggere dal suocero, che, insieme alla moglie, strizzò l’occhio alla nipote e a Fred; Molly e Gloria si buttarono sui loro figli e li abbracciarono così forte da farli quasi soffocare; i signori Stevens Senior esultarono, dicendo che l’avevano capito sin dall’inizio, mentre tutti gli altri sorrisero calorosamente, ma non sembravano poi tanto presi alla sprovvista. Margaret, poi, chiese di nuovo un attimo di silenzio e attaccò a parlare.
«Volevamo fare anche un altro annuncio! Vero, Freddie?» chiese al suo ragazzo, che le stava cingendo la vita. Questi parve capire al volo ciò che lei aveva in mente.
«Esatto, Pasticcino! Visto che approvate, possiamo comunicarvi che... siamo incinti!» esordì, quindi, ma nessuno parve prenderlo sul serio a causa del suo tono poco convincente. Tutti, tranne il padre di Margaret, che era appena balzato in piedi e che sembrava intenzionato ad avanzare minacciosamente nella sua direzione. «Desmond? Che cosa fai? Amico mio, ragioniamo. Non vorrai davvero uccidermi, spero. Sono cose che capit-... Sto scherzando! Niente piccoli Weasley saltellanti, rilassatevi...» concluse Fred, allora, passandosi una mano tra i capelli. Tutti scoppiarono nuovamente a ridere, mentre Desmond dava nuovamente i segni di un possibile svenimento.

Dopo che tutti ebbero finito di cenare e di sistemare la cucina, continuarono a parlare, fino a quando non decisero che era giunto il momento di tornare ognuno nelle proprie stanze.
Passò circa un’ora prima che Margaret, sicura che nessuno si muovesse per i corridoi, si Smaterializzasse, riapparendo ai piedi del letto di Fred. Nello stesso momento, sentì la porta della stanza dei gemelli chiudersi, segno che George doveva essere appena uscito.
Fred era seduto sul materasso e sembrava proprio che stesse aspettando lei. Le sorrise, poi scostò le coperte e la fece accomodare accanto a lui. La strinse forte contro il suo petto e le baciò la fronte, mentre con le mani le accarezzava la schiena.
«Immaginavo che saresti venuta. Sono troppo affascinante perché tu possa resistere a stare lontana da me» sospirò, ghignando, e dopodiché cominciò a baciarla, prima lentamente, poi con più vigore. Mentre lei portava le mani sui suoi capelli rossi e li stringeva, lui si distese su di lei e le strinse i fianchi; poi, si spostò più su, fino al suo seno. Lei, scossa da un brivido, interruppe il contatto tra le loro labbra e si guardò intorno, allarmata.
«Dov’è andato George?» sussurrò, tornando a contemplare gli occhi splendidamente azzurri di Fred. Quest’ultimo posò un’altra volta le labbra sulle sue e interruppe ogni bacio con poche semplici parole.
«Cucina. Non so. Non ricordo.»
«Potrebbe tornare da un momento all’altro, amore. Meglio non esagerare...» disse lei, tra un sospiro e un altro, mentre lui le mordeva e baciava il collo, prima di scendere sempre più giù, trascinandosi anche le mani, che lavoravano bramose.
«Tesoro, non penserai che, con mio fratello che entrerà in camera da un momento all’altro, io abbia mai avuto l’intenzione di andare oltre!» sghignazzò lui, con la testa sotto le coperte.
Non appena Fred le tolse gli slip, il cervello di Margaret si offuscò quasi totalmente. Sentiva le sue mani toccarla, la sua bocca provocarle un piacere intenso. Lui continuò così per diversi minuti, lasciandosi condurre dalla voce di lei che lo implorava di non fermarsi, di andare avanti. Poi, fu lei stessa a tirargli la testa fuori dalle lenzuola e a portarla di fronte al suo viso, ai suoi occhi persi, per nulla stanchi. Lui quasi le strappò via ciò che rimaneva dei suoi indumenti e sfilò anche i suoi. Per qualche istante restò immobile a contemplare quelle iridi verdi nelle quali voleva affogare, poi portò le labbra al suo orecchio e prese a morderlo. I loro respiri adesso si confondevano in uno solo, e Fred percepiva ogni singolo brandello della sua pelle bruciare; capiva che gli stava chiedendo di fare di più, di approfondire il contatto. Ma non lo fece: quella non era la sera giusta. Ormai sapeva di non poter più trattenere quell’istinto, quella voglia che aveva dentro, sapeva che non avrebbe resistito più di tanto. Per questo motivo, quindi, diede un ultimo bacio a Margaret e le si distese accanto, cercando di evitare di sfiorare di nuovo la sua pelle. Lei parve capirlo, difatti gli sorrise e fece per andarsene, ma lui la trattenne per un braccio e con uno sguardo pieno d’amore la convinse a rimanere.
«Dove credi di andare? Ferma lì, non se ne parla. Ehm, però sarebbe meglio se tu ti rivestissi, saresti di maggiore aiuto!» commentò lui, divertito, facendole l’occhiolino.
Margaret rise, poi s’infilò biancheria e pigiama e li passò anche a Fred. Quando, finalmente, tornò quasi tranquillo, la avvicinò di nuovo a sé e la abbracciò forte.
«Ti amo, piccola vipera» sussurrò lui, assonnato.
«Ti amo anch’io, stupido idiota.»


***
 
«Fratello, dove stai andando?» chiese Fred a George, che ancora non si era nemmeno infilato il pigiama e, anzi, si dirigeva furtivo in direzione della porta.
«Eh? Io? Da nessuna parte, proprio da nessuna parte!» rispose questi, con lo stesso tono che avrebbe utilizzato un bambino sorpreso con le mani nella marmellata. Fred inarcò il sopracciglio in un’espressione scettica.
«Sì, ed io sono Mago Merlino!»
«Gemellino, cambia repertorio: sei ripetitivo!»
«Non sviare il discorso, copia imperfetta!»
«Oh, e va bene! Diciamo che ho un appuntamento, giù in cucina, con una dolce donzella!»
«Vittoria?» scherzò Fred, facendo sbellicare il fratello dalle risate. Questi si congedò con un veloce gesto della mano, poi si richiuse la porta alle spalle, ma di certo non gli sfuggì il suono di una Materializzazione proveniente dall’interno della stanza che aveva appena lasciato.

Scese le scale con tutta la calma del mondo, deciso a far attendere la sua partner di quella sera. Una volta arrivato in cucina, vi trovò una ragazza con una ben nota chioma cespugliosa ferma lì ad aspettarlo, che al contempo pareva lanciargli sguardi minacciosi. Lui si sedette con nonchalance sulla sedia di fronte la sua e prese a fissarla con il suo classico ghigno perfido, facendola diventare viola per l’impazienza.
«George, cosa diavolo vuoi?» domandò Hermione, scontrosa. Il ragazzo strabuzzò gli occhi, scandalizzato.
«Ma che modi! Hai accettato tu di venire qua, potevi perfettamente non farlo, no?»
«Ho accettato solamente perché, in questo modo, speravo che tu la smettessi di chiedermi di uscire ogni santissima volta!»
«Be’, ti sbagliavi» commentò George, con uno sguardo furbo che fece irritare ancor di più la ragazza che era con lui in cucina.
«Ma la pianti di...» iniziò lei, ma fu subito interrotta dal giovane, che partì all’attacco.
«Ti andrebbe di uscire con me?»  
«Co-... No!»
«Ti andrebbe di uscire con me?»
«Ti ho detto di no!»
«Ti andrebbe di uscire con me?»
«George!»
«Quindi?»
«No! La vuoi smettere?»
«Soltanto quando accetterai! Ti andrebbe di uscire con me?»
«Mai!»
«Esci con me?»
«Giuro che ti ammazzo!»
«Ti andrebbe di uscire con me?»
«Oh, dannazione, e va bene! Uscirò con te!» si arrese alla fine Hermione, anche se non riuscì a nascondere un minimo di divertimento. Ciò non sfuggì al ragazzo, che sorrise, soddisfatto.
«Finalmente ti sei arresa, eh? Come darti torto, non si può resistere a lungo al fascino Weasley!» fece lui, sfoggiando il suo ghigno malizioso.
«Non ho mai detto che mi piaci!» ricordò lei, sulla difensiva, sollevando le sopracciglia.
«E allora perché stai arrossendo?» le domandò George, facendola ammutolire. Rimasero a guardarsi per un lungo istante, occhi dentro occhi, quelli di lui evidentemente incuriositi, quelli di lei che trasudavano un notevole imbarazzo.
Hermione si alzò, nettamente infastidita, e fece per uscire dalla stanza, ma George fu di gran lunga più veloce, riuscendo ad afferrarla per un braccio. Si voltò a guardarlo, pronta a dirgliene quattro, ma proprio in quell’istante le sue labbra si posarono su quelle di lei, sconvolta e con gli occhi sgranati per la sorpresa. Tuttavia, non si oppose, ma rispose al bacio, circondandogli il collo e lasciandosi accarezzare dolcemente la schiena. Assaporarono quel momento per quelli che parvero secoli, stretti l’uno all’altra in quell’attimo di puro oblio, fino a quando non si separarono.
«Buonanotte, Hermione» le disse George, sfoggiando un lampante compiacimento di se stesso e delle sue doti da conquistatore.
«Buona… Buonanotte» sussurrò lei, ancora enormemente confusa, una volta che lui si fu diretto su per le scale. Non riusciva a comprendere che cosa le fosse preso: sapeva solamente che, finalmente, si sentiva pienamente euforica e felice.
George, d’altra parte, si sentiva pervaso da una strana emozione, non sapeva definire neanche lui cosa fosse, ma poteva capire perfettamente che era proprio quella la sensazione che cercava.

Entrò in camera e, per prima cosa, vide suo fratello e Margaret, addormentati l’uno sulle labbra dell’altra, con le mani affondate nei capelli, rosso e rame che davano vita a un connubio a dir poco perfetto. Pensò che non dovesse esserci nulla di più bello di poter trovare il proprio posto in un’altra persona, com’era successo a loro. Sì, perché loro due, insieme, sapevano di casa. Sapevano di Paradiso.

 

They call it the season of giving
I’m here, I’m yours for the taking
They call it the season of giving
I’m here, I’m yours
 

- Angolo dell’autrice

Eccomi qui! Premetto che in questo capitolo ci sono alcune parti che mi piacciono di più e altre che mi piacciono di meno o non mi piacciono affatto ç_ç però, sono curiosissima di sapere cosa ne pensate.
Ormai i nostri piccioncini sono di fatto una coppia e tutti ne sono al corrente, i genitori di Meg sono ritornati ed ecco che fanno la loro comparsa anche i nonni, per poi sparire. Tenete a mente i loro nomi, però, perché nella storia che segue, sempre se vorrete ancora leggere le cacchiate che scrivo, ritorneranno. :3
Adesso, siate sinceri: il colpo di scena di George, proprio in questo capitolo, non ve lo aspettavate, eh? Ho detto: ora o mai più!
Be’, non ho molto da aggiungere, a parte che il titolo è di Marjorie Holmes e che la canzone è Cold December Night, di Michael Bublé.
Okay, ringrazio come sempre chi segue la storia e chi perde quei pochi minuti del proprio tempo per lasciarmi una recensione, sono sempre ben accette. ;)
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, aggiornerò appena possibile!
Un bacione,
Jules


- Dal prossimo capitolo:

«Non dirmi che non ti faccio tenerezza...» fece lui con una tenera vocina. Lei rimase ancora impassibile.
«Da quando stiamo insieme, non mi fai più pena, Weasley. Dovevo tirartelo più forte, quel libro...» bisbigliò acidamente Margaret, e Fred riconobbe al volo l’avvisaglia dell’incombenza di un pericolo mortale. Stette lì, in silenzio, guardandola, e aspettando la sfuriata che sarebbe arrivata di lì a poco. Infatti...
«No! Ma dico io! Non ti danno sui nervi?! Sono così ridicole! [...]»


Ultima revisione: 08.02.2015
   
 
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