CAPITOLO TRENTAQUATTRO
Martha
sospirò pesantemente e appoggiò le mani al
davanzale della finestra, sostenendo con esse buona parte del corpo.
Rimase a
fissare con sguardo vacuo il paesaggio nebbioso che si presentava fuori
dalla
finestra, mentre alcune piccole gocce di pioggia scendevano lungo i
vetri.
Sirius,
dietro di lei, si appoggiò al bordo del
letto e abbassò il capo lasciando che alcuni riccioli scuri
gli cadessero
davanti agli occhi.
“Ascolta,
Sirius”. Sbottò ad un tratto la donna,
parlando con tono molto più tranquillo rispetto a quello che
aveva usato fino a
poco fa. Ma sembrava fare parecchia fatica nel dire quelle parole. “Io… io
non sono convinta che sia una buona
idea. Forse non ti è ancora del tutto chiaro quello che
provi per me. Ma in
ogni caso, io non mi sento pronta… forse un giorno o forse
no, non voglio darti
false speranze”.
Era
rimasta a fissare la finestra, senza girarsi,
così Sirius, rialzando lo sguardo nella sua direzione, si
trovò a osservare la
sua schiena leggermente piegata, desiderando solo poterle circondare di
nuovo i
fianchi come faceva una volta.
“Non
puoi dire questo. Io sono sicuro di quello che
provo”. Rispose lui con voce profonda. “Io ti amo e
lo sai che su queste cose
non scherzo mai. Ti ho sempre amata, anche quando ero ad Azkaban. Non
ti ho mai
dimenticata”.
Era
vero, non l’aveva mai dimenticata. Anche quando
i Dissennatori gli portavano via tutti i suoi ricordi più
felici, il viso dell’unica
ragazza che aveva amato continuava a vorticargli davanti e a volte era
talmente
ben dettagliato che gli sembrava di averlo veramente lì
davanti, mentre altre
volte invece era più sbiadito. Ma era sempre presente.
Alcune notti era capitato pure che la sognasse.
Si ricordava fin nel dettaglio, comunque, ogni particolare del suo viso
e del
suo corpo e ora che era diventata una donna adulta non era cambiata poi
così
tanto.
“Mi
dispiace, Sirius”. Finalmente anche Martha si
voltò a guardarlo, con un’espressione
terribilmente rammaricata. “Abbiamo
vissuto dei bei momenti, sono stata felice con te. Ma non si
può tornare
indietro, non posso far finta che non sia successo niente. Sono passati
quasi
sedici anni e siamo due persone completamente diverse ora. Io non mi
sento
pronta ad iniziare una nuova storia con te, non mi sento pronta a
dimenticare”.
L’uomo
rimase a guardarla senza dire nulla. Non c’era
più niente da dire, lui le aveva detto tutto.
Capiva le difficoltà di Martha, per lei non doveva essere
stato facile, come
non lo è stato nemmeno per lui del resto.
Le ci sarebbe voluto del tempo. Sì, ma quanto? E,
soprattutto, lo avrebbero
avuto?
Gli
vennero in mente James, Joel e Ariel. Avrebbe tanto
voluto dirle di quei tre ragazzi, dimostrarle che un futuro felice
insieme ce l’avevano,
erano il frutto del loro amore quei tre.
O forse no? In fondo, nessuno dei tre gli aveva mai detto
com’era riuscito a
riconquistare Martha, erano rimasti sempre sul vago riguardo certi
particolare
del futuro.
Mille
dubbi cominciarono ad assalirlo. Se non avesse
avuto l’amore di Martha come avrebbe fatto?
Harry
inclinò il capo osservando attentamente i
gesti con i quali Ariel si rivestiva. Era bella, sexy, attraente, come
sua
madre, dopotutto.
E anche il sesso con lei era bello, passionale, eccitante…
molto eccitante.
Sentì
la virilità tra le sue gambe crescere di
nuovo. Avrebbe voluto saltarle addosso un’altra volta, ma non
gli sembrava il
caso. Vista la fretta con la quale la ragazza si stava rivestendo,
significava
che non aveva più molta voglia di trattenersi a letto ed era
meglio non
forzarla a fare qualcosa che non voleva.
Ariel
si tirò su i jeans attillati e prese ad
abbottonarli.
“Che
carina quella voglia”. Esclamò ad un tratto il
ragazzo, notando una macchiolina di pelle più chiara in
fondo alla sua schiena.
Aveva la forma di una stella con una punta un po’
più grossa delle altre.
“Grazie”.
Gli sorrise lei. “L’ho ereditata da mio
padre, anche James e Joel ce l’hanno. Credo sia un segno
distintivo di noi
Black”.
“Wow!
Allora nessuno può confondervi”.
La
ragazza gli sorrise maliziosa e poi andò a
frugare tra i mucchi di vestiti che avevano lasciato a terra in cerca
della sua
maglietta. Trovò, però, solo quella del ragazzo e
gliela lanciò addosso
colpendolo dritto in faccia.
“Hai
intenzione di rivestirti o di startene lì ad
oziare tutto il giorno?”
“Non
ho fretta”.
“Io
invece sì. Non vorrei che qualcuno dei miei
fratelli ci beccasse”.
Già,
non aveva alcuna voglia di sorbirsi le
ramanzine di James che di solito duravano
un’eternità e che, soprattutto,
dicevano sempre il vero con una logica degna di Aristotele. Joel,
invece, non
le avrebbe detto niente, risparmiandosi i discorsi, ma le avrebbe
lanciato una
di quelle occhiate malevole che bastavano più di mille
parole e che l’avrebbero
fatta sentire in colpa per tutto il giorno.
Non che gli altri ragazzi si sarebbero risparmiati: in quanto a
ramanzine pure
Jolie era come James e Victoire, molto dolcemente e gentilmente, le
avrebbe
spiegato che stava facendo un errore.
Gli unici ai quali questa storia sembrava non fare né caldo
né freddo erano
John e Charlie: il primo perché quando si trattava di sesso
approvava sempre e
il secondo perché nella maggior parte dei casi si faceva gli
affari suoi e non
metteva bocca su cose che non lo riguardavano.
Dopo
aver indossato anche la sua maglietta
striminzita, Ariel lanciò un’ultima occhiata al
suo ragazzo e uscì dalla
stanza.
Non
fece, però, che pochi passi quando si trovò
davanti JamesRemus appoggiato allo stipite di una porta chiusa e con
un’espressione parecchio concentrata.
La
ragazza gli lanciò un’occhiata perplessa, ma lui
si portò il dito indice alle labbra per farle segno di
tacere. Così Ariel si
avvicinò a lui e si mise anche lei in ascolto.
Dall’altra parte della porta si
sentivano le voci dei loro genitori che parlavano in modo piuttosto
concitato
ma a bassa voce, poteva capire solo qualche sprazzo di parola, ma non
sembrava
per niente una discussione amichevole.
“Prima
urlavano”. La informò James, mantenendo il
tono basso per non farsi sentire.
Ariel,
allora, lo afferrò per un braccio e cercò di
trascinarlo via. Il ragazzo, comunque, non oppose molta resistenza.
“Andiamo,
non dovresti stare ad origliare”.
“Senti
chi parla. Saresti la prima a farlo”.
La
bionda mollò un calcio nel didietro del fratello
e poi presero a rincorrersi ridendo come due bambini.
James
stava facendo volteggiare due arance tra le
mani quando vide scendere Sirius dalle scale con
un’espressione mogia.
Lo indicò con un cenno anche agli altri due amici che
rimasero a guardarlo in
silenzio finché questi non si servì da bere un
bicchiere di Whiskey
Incendiario.
“Hai
intenzione di annegare il tuo malumore
nell’alcool?”
gli chiese James riponendo nel cesto le arance.
“Può
darsi?”
“Prima
di rovinarti il fegato, perché non provi a
parlarne?” propose allora Potter che sembrava piuttosto
preoccupato per l’amico.
“Jamie,
tu non sei mai stato bravo ad ascoltare”.
James
storse il naso, ma doveva ammettere che Sirius
aveva ragione.
“Io
no, ma lì ci sono Remus e Frank”. Gli fece
notare.
Black
spostò lo sguardo sugli altri due, accasciati
ciascuno su una sedia che lo guardavano come se fossero in attesa di
una sua
parola.
“Dice
che le serve tempo”. Sbottò, allora, il moro,
riportando lo sguardo sul bicchiere mezzo vuoto e rigirandoselo tra le
dita. “Martha,
dice che non è pronta a iniziare una nuova storia con me e
che le serve tempo”.
“Be’,
è normale”. Fece Remus con quel tono di voce
che usava sempre quando doveva consolare qualcuno. “Non puoi
pretendere che
dimentichi immediatamente tutto quello che è successo. Deve
ancora realizzare
la cosa”.
“Sì,
ma quanto tempo le ci vorrà?!” esclamò
Sirius
in risposta, spazientito. “James dovrebbe nascere tra pochi
mesi e mi viene da
chiedermi se veramente ci sarà qualcosa tra noi…
i ragazzi non mi hanno detto
niente, magari…”.
“Non
roderti troppo”. Lo interruppe Frank, prendendo
a dondolarsi sulla sua sedia. “Hai detto bene, tra qualche
mese… in questo
tempo potrebbe cambiare idea”.
“Tu
continua a provarci”.
Aggiunse James. “Se sei riuscito a conquistarla a diciassette
anni ci riuscirai
anche adesso”.
MILLY’S
SPACE
No,
ragazzi, non mi sono dimenticata di questa storia ^^.
Ho avuto un sacco di impegni in questi giorni, con la scuola e tutto il
resto. Sì,
lo so, forse le scuse non sono abbastanza valide, oltre ad essere
sempre le
stesse, e so anche che dopo tutto questo tempo mi sarei dovuta
presentare con
un capitolo un po’ più lungo e scritto anche
meglio, ma non avevo molte idee.
Questo è un capitolo un po’ di passaggio, come lo
saranno anche i prossimi e
ammetto che anche io preferisco quelli in cui succede qualcosa.
Ma
bisogna lasciare un po’ di spazio anche alla
tranquillità ^^.
A
parte gli impegni, comunque, mi sono dedicata anche ad
altre brevi storie, se vi interessa saperne qualcosa andate sulla mia
pagina di
Facebook ^^
http://www.facebook.com/MillysSpace
E
per favore, vorrei che mi lasciaste anche qualche
recensione in più, sigh :’( vorrei sapere cosa ne
pensate, veramente e se
nessuno mi dice niente io penso che la storia faccia schifo, sigh
*scoppia in
singhiozzi*.
John
*dà leggeri colpi sulla spalla*: su su, cara, non
piangere.
Milly
*frigna*: ueueueueueueu!!!! Voglio recensioni,
voglio recensioni!!!!
John
*porge fazzoletto*
Milly
*si soffia il naso sulla sua maglietta*
John:
O.O
James:
va be’, visto che quella viziata e smaniosa di
recensioni della vostra autrice è troppo impegnata ad
affogare nelle sue lacrime
come una nerd depressa, continuo io u.u
Martha
e Sirius, ovvero i miei genitori ^^, riusciranno a
riconciliarsi e a ritrovare l’amore perduto? Se volete
scoprirlo, seguiteci
nelle prossime puntate ^^, sempre qui su EFP e sempre qui con Millyray
e
JamesRemus.
E
adesso, per chiunque voglia, sono disponibile per foto
e autografi ^^.
*James
viene assalito da un’orda di fan impazzite*.
FEDE15498:
carissima, liceale ^^. Come ti senti a ricoprire questo nuovo ruolo
così
importante in questa società sempre più in
degrado? ^^. Eheh, i gemelli non
hanno i peli sulla lingua. Ma in realtà quella domanda mi
è venuta in mente
pensando ad un video in cui veramente c’era una che si
masturbava ^^. Non mi
ricordo il titolo ma la canzone era delle t.A.T.u. be’, mi
spiace di averti
fatta attendere così a lungo e spero di risentirti presto.
Un grosso
bacione e in bocca
al lupo per la
scuola.
M.
PUFFOLA_LILY:
eh, neanche qui succede niente di eclatante ma, come ho detto,
è un capitolo di
passaggio. Spero di non averti delusa comunque, fatti risentire che le
tue
recensioni mi fanno sempre un sacco di piacere.
Un bacione e a presto.
Milly.