GALE’ S POV
Ecco.
Il mio incubo si è realizzato.
Vedo Katniss sul palco. Distolgo lo sguardo mentre Effie estrae un biglietto. Per me è tutto al rallentatore.
Sospiro. Viene estratto Peeta, o come cavolo si chiama. Mi alzo in piedi di getto.
“mi offro volontario!”
Non posso lasciare Catnip da sola. Non ha speranze di vincere.
“ma bene, un altro volontario. Vieni, su! Qual è il tuo nome?”
“Gale.”
Mi sistemo di fianco alla mia amica. Deglutisco. Questo non è che l’ inizio della fine, lo so bene. Ma non mi
farò scoraggiare. La caccia insegna questo. A mantenere il sangue freddo, sempre.
 
È l’ ora dei saluti. I miei familiari mi abbracciano. Non capiscono il senso del mio gesto. Forse è stato
avventato. Ma era necessario. Lo rifarei mille volte.
Sul mio viso non scende nemmeno una lacrima, ma serro i pugni.
I miei fratelli sono disperati.
“vi prego, non demoralizzatevi. Tornerò da voi, ve lo prometto. Tornerò, e sarà tutto come prima. Chiaro?”
Loro annuiscono.
Forse li ho davvero convinti, forse no. Ma ho così tanti pensieri in testa, che non so più a quale dare la
precedenza. Alla fine, mi giro e mi avvio verso il treno. Verso Capitol City.
 
Il treno parte. Un viaggio tremendo.
Sto guardando il panorama, quando Katniss si siede vicino a me.
“perché l’ hai fatto?”
“perché in caso contrario saresti morta.”
“so difendermi.”
“ma io meglio di te.”
Sto in silenzio.
Ogni parola mi si blocca in gola. Assumo un espressione seria e guardo dal finestrino.
Non penso a quello che guardo, ma a quello che ho fatto.
Me ne pentirò? No.
In questo modo non sarò davanti a uno schermo, impotente.
Se servirà, sono anche pronto a morire. Ma non senza combattere. Lotterò fino allo stremo.
“Gale… dovevi rimanere a casa”
“no.”
Continuo a guardare il paesaggio. Montagne, colline e pianura si danno il cambio davanti ai miei occhi.
Ad un certo punto, non ce la faccio più a pensare. La mia testa sta per esplodere. Cerco di distrarmi.
Mi concentro sul treno, sul suo rumore.
Inutile.
Penso a cosa sarebbe accaduto se non mi fossi offerto. Probabilmente, non starei meglio di come sto
adesso.
Ma non voglio piangermi addosso. Mi sono offerto, e ora mi sto dirigendo verso la città che odio.
La città che ci sfrutta tutti, senza eccezioni. La città che mi vuole morto. Questi sono i fatti. Tutto il resto
non conta.
Proteggerò Katniss, e umilierò Capitol City.
Stringo i pugni fino a farmi male. Non per tristezza, ma per rabbia. Rabbia verso quelli che ora aspettano il
nostro arrivo, rabbia per quelli che ci accoglieranno festosi al capolinea del treno, rabbia per quelli che
vedranno il mio sangue abbandonarmi.
Tirò un pugno al finestrino.
Catnip si sveglia.
“tutto bene?”
“S… Sì, tranquilla.”
Nei miei occhi vedo la città della morte.
Siamo arrivati.
MIO ANGOLINO…
Salve a tutti! Vi è piaciuto il capitolo? Fatemelo sapere!!
Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Katniss… be’, vi saluto. Firmato: T