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Autore: Selis    13/11/2012    4 recensioni
Aveva sentito tante dicerie sul suo conto, ma nessuna riguardante certe tendenze. Non che ci fosse nulla di strano sia chiaro, nel regno erano in molti a preferire i giovani ragazzi alle succubi, ma di certo non si era aspettato che il diavolo avesse alluso proprio a quello.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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 16#

 

Il pugno si abbatté violento contro la parete di roccia, mancando la finestra di pochi centimetri e sbriciolando alcune pietre acuminate che fuoriuscivano appena, e che aprirono piccoli tagli sulla pelle delle nocche. Il servitore sibilò di dolore e di rabbia a mala pena repressa; quello stupido demone aveva completamente rovinato i suoi piani. Avrebbe dovuto farlo fuori quando ne aveva la possibilità! Ora doveva trovare una soluzione per risolvere quel problema e la cosa non sarebbe stata per niente semplice; il padrone era tornato e qualcuno avrebbe sicuramente pagato per quell'imprevisto.

Vide Kreuz passare sotto la finestra dove si trovava lui, preceduto dal diavolo e ringhiò, assottigliando gli occhi. Quello sciocco non aveva idea si cosa avesse combinato con il suo ficcanasare, ma l'avrebbe scoperto a sue spese tra non molto.

Diede un calcio alla parete davanti a lui, e si avviò verso i sotterranei per riprendere quelli che erano i suoi doveri.

Poco distante da dove si trovava, celato alla vista da una statua, un altro servitore osservava quello che era accaduto nel corridoio, chiedendosi cosa prendesse all'altro.

« Cosa ti è successo... Fratello. »

 

*****

 

Kreuz segui il diavolo senza proferire una parola; il piccolo esserino era aggrappato alla sua carne sotto la maglia e non sembrava avere la minima intenzione di staccarsi da li. Sospirò, aveva una vaga idea di cosa era successo: ma dagli strepiti della ragazzina e dallo sguardo preoccupato che gli aveva lanciato Vyras non appena era comparso il diavolo, aveva come il presentimento di essersi cacciato nei guai per l'ennesima volta. E senza un vero intento da parte sua.

Sollevò lo sguardo, osservando l'ampia schiena del diavolo davanti a lui; era evidentemente furioso, quando aveva fatto la sua comparsa, tutti si erano immobilizzati sul posto, lui compreso. I suoi gelidi occhi scuri li avevano scrutati uno per uno, per poi posarsi sulla protuberanza che si intravedeva sotto la sua maglia; Kreuz li aveva visti e ridursi a due fessure, e aveva deglutito rumorosamente, intimorito da quello sguardo, mentre un brivido freddo gli scendeva lungo la schiena. Aveva sussultato visibilmente quando il diavolo si era rivolto a lui, e non ci aveva pensato due volte ad ubbidire senza fare le solite storie; aveva imparato molto in fretta quando poteva prendersi certe libertà con lui, e decisamente quello non era il momento adatto.

Tutt'ora, mentre camminava poco distante da Radh'ka, non era sicuro di come avrebbe dovuto comportarsi; si sentiva irritato per l'intera situazione, e nonostante l'evidente rabbia del diavolo che lo faceva stare in parte al suo posto, non aveva ancora proferito parola solo nella speranza di ricevere spiegazioni in merito a ciò che era successo. In particolare riguardo alla creatura che aveva ancora aggrappata addosso, e che aveva iniziato a strusciarsi sul suo petto.

Sapeva per certo cos'era quell'essere; era quasi impossibile non riconoscerlo, nonostante il suo strano comportamento. Ma poteva benissimo essere associato alle sue condizioni; non aveva mai sentito parlare dei cuccioli di quella creatura, e dubitava che qualcuno li avesse mai visti. Non erano esseri facili da trattare.

« Posso sapere dove stiamo andando? » Chiese coraggiosamente dopo un po'.

Radh'ka non si girò nemmeno a guardarlo quando gli rispose. « Nelle tue stanze. »

Kreuz si accigliò; per quale motivo stavano andando in camera sua? Stava per chiederglielo, ma si trattenne; era meglio non sfidare la poca pazienza rimasta al diavolo.

Svoltarono l'ultimo corridoio, trovandosi poi davanti alla porta della loro meta, che attraversarono senza esitazione; Radh'ka andò ad accomodarsi su una poltrona molto simile a quella su cui si era seduto la prima volta che era rimasto da solo con l'altro, mentre il demone si sedette per terra ai piedi del letto, in attesa di ricevere alcune spiegazioni in merito al suo bagaglio.

La stanza si immerse ben presto nel silenzio; Radh'ka osservava attentamente il demone poco distante da lui, immaginava che l'altro si aspettasse delle risposte, ma non aveva alcuna intenzione di rispondere alle sue aspettative. Quello a cui stava pensando era a come risolvere la situazione in cui erano finiti. Il demone era ovviamente incapace di prendersi cura di quella creatura, e anche se ne fosse stato in grado, lui normalmente non avrebbe sicuramente affidato un essere così letale ad un altro altrettanto pericoloso. Ma quella non era una situazione normale, e da quello che aveva assistito il cucciolo si era già attaccato al demone. A questo punto avrebbe fatto il possibile per trarre anche quella situazione a suo vantaggio.

« Quello che hai sotto la maglia demone, è un cucciolo di Durag. Uno degli esseri più pericolosi di tutto il regno. » Iniziò il diavolo, scrutando attentamente l'altro per valutarne le reazioni; rimanendo però sorpreso quando l'altro si limitò ad annuire senza scomporsi.

« Lo immaginavo. Quello che mi interessa sapere è cosa ci faceva una cosa del genere in mezzo al tuo giardino. » Chiese Kreuz, passando direttamente al tu senza accorgersene.

« Non penso di averti dato il permesso di prenderti tanta confidenza con me, demone. In ogni caso la domanda che hai posto non è affar tuo. Quello che voglio sapere è il motivo per cui ti trovavi in quel luogo. » Ribattè Radh'ka assottigliando gli occhi.

« Non pensa di dovermi delle spiegazioni, visto quello che ho incollato addosso? » Rispose Kreuz, visibilmente irritato.

« Ti ho posto una semplice domanda. Non mi ripeterò una seconda volta; o forse non hai capito la situazione in cui ti trovi? » Replicò il diavolo, rilasciando una minima parte del suo potere che fece rabbrividire l'altro, facendogli perdere la sua spavalderia.

« Mi stavo allenando con Vyras, quando la ragazzina che controlla l'ingresso ha preteso di parlare con lui in privato. Quindi mi sono messo ad esplorare un po' i dintorni, e sono incappato in quella strana barriera. » Il cucciolo aveva ripreso a tremare non appena l'energia del diavolo li sfiorò, e sia il demone che Radh'ka avvertirono la sua paura, ma non dissero nulla.

« Tira fuori il cucciolo, devo controllare una cosa. » Kreuz ubbidì senza rispondere, si sollevò la maglia e prese con entrambe le mani l'esserino tremante, che si lamentò subito per la lontananza emettendo un sottile verso acuto.

Il diavolo scrutò il cucciolo per diversi minuti prima di parlare ancora; ne valutò le dimensioni, il colore e soprattutto le ali membranose. Quelle attirarono fin da subito la sua attenzione, grazie a quelle ora sapeva persino il sesso della creatura; ma la cosa al posto di compiacerlo gli fece emettere un basso ringhio frustrato.

Una femmina! Proprio una dannatissima femmina doveva capitargli. Quelle stupide creature erano già difficili da trattare, ma le femmine erano ancora peggio, in quanto restavano più attaccate alla “madre” rispetto ai loro consanguinei maschi. E in questo caso la suddetta madre era proprio quello stupido cucciolo di demone che aveva adottato di recente.

Cercò di controllare la sua frustrazione; la situazione sembrava degenerare ogni secondo di più, ma lui ne sarebbe venuto fuori da vincitore.

« Come ti ho detto poco fa, quello è un cucciolo di Durag. Precisamente una femmina. Devi sapere che le femmine al contrario dei maschi si distinguono per le ali; infatti i maschi non le possiedono. Ci vorrà un po' di tempo prima che raggiunga le dimensioni tipiche della sua specie, quindi nel frattempo dormirà in questa stanza con te. Dovrai prendertene cura nel migliore dei modi, stando attento ad ogni sua necessità; soprattutto nei primi giorni precedenti alla nascita che sono i più difficoltosi. Contrariamente a quello che si pensa, queste creature sono nella maggior parte indifese durante i primi giorni di vita, per questo motivo le madri diventano più pericolose quando aspettano i figli. Difendono la progenie. » Spiegò Radh'ka.

Kreuz guardò sconvolto il diavolo, sgranando comicamente gli occhi. Sicuramente aveva capito male; il diavolo non gli stava ordinando di prendersi davvero cura di quella creatura incredibilmente pericolosa e letale. Doveva aver sicuramente capito male. Era impossibile.

« Sarai responsabile della sua incolumità fino a quando non sarà in grado di badare a se stessa, e non pensare minimamente di abbandonare l'allenamento o di affidarla a qualcun altro. Verrai punito severamente se il numero dei miei servitori diminuirà drasticamente. »

« Cosa intende con “ diminuirà drasticamente”? » Chiese allora il demone, non capendo dove volesse arrivare l'altro.

« Intendo dire che se ci dovessero essere cadaveri non richiesti in giro per castello, ne pagherai il prezzo. Quel piccolo mostro sarà docile solo con te, in quanto madre. Con chiunque altro non sarà così innocuo. » Rispose il diavolo.

« In che senso madre? »

« Quegli esseri scelgono come madre la prima creatura vivente che vedono. Non importa che sia della loro stessa specie, esse la disegnano come madre; quindi nel tuo caso come padrone. »

« Ma io non ho idea di come ci si prende cura di questa cosa! » Urlò il demone.

« A questo proposito ti farò portare da Vyras dei libri che ti saranno utili per accudirla al meglio; per il momento sarai confinato nelle tue stanze. Ti è proibito uscire con o senza la creatura, e se ti troverò a gironzolare per il castello verrai punito severamente. I pasti ti verranno portati in camera, e lo stesso vale per quelli del cucciolo. Non mi ripeterò una seconda volta, quindi mi auguro che tu abbia compreso tutto. » Finì il diavolo per poi avviarsi verso la porta ed aprirla.

« Ho capito. » Sibilò Kreuz in tono sommesso, trattenendo a stento la rabbia. « C'è altro? » Chiese sarcasticamente

« Trovagli un nome degno. » Rispose glaciale Radh'ka, per poi chiudersi la porta alle spalle, lasciando così il demone da solo con il terrore del regno.

 

 

Non appena la porta si fu chiusa alle spalle del diavolo, Kreuz emise un basso ringhio frustrato: appoggiando nel frattempo la creatura a terra. L'aveva sentita tremare e piagnucolare per tutto il tempo, ma non gli aveva prestato molta attenzione; adesso invece la osservava quasi con odio, misto a rassegnazione. Alla fine non era colpa sua, quindi era inutile prendersela con lei; se proprio doveva trovare un colpevole doveva essere lui, o in alternativa quella ragazzina mora che stava all'entrata. Da quello che aveva capito dalla breve discussione avuta tra i due servitori, era lei quella che aveva il compito di occuparsi dell'uovo. Quindi, se non avesse abbandonato la sua postazione, nulla di quello sarebbe successo: e lui avrebbe continuato il suo allenamento in santa pace. Sicuramente il diavolo l'avrebbe punita per la sua mancanza, ma non poteva considerarsi dispiaciuto per questo; quella mocciosa gli stava antipatica.

Ritornò al presente sbuffando sonoramente, e abbassò lo sguardo che aveva distolto poco fa dalla creatura, non trovandola però dove l'aveva lasciata. Si alzò in piedi di scatto, guardandosi attorno freneticamente; dove diavolo si era cacciato quel piccolo mostro? Gli aveva tolto gli occhi di dosso per mezzo secondo e quello si era volatilizzato nel nulla. Iniziava bene. Doveva assolutamente trovarlo o era la volta buona che il diavolo lo ammazzava. Guardò sotto al letto, sotto la scrivania e addirittura nel bagno ma quel cucciolo sembrava scomparso nel nulla; adocchiò preoccupato la finestra, ma scartò subito quell'ipotesi visto che era chiusa. Si chinò di nuovo per controllare una seconda volta sotto il letto, mettendosi a gattoni; magari non l'aveva notata nascosta nell'oscurità, infondo era ancora piccola e quelle lenzuola avrebbero potuto facilmente nasconderla. Strisciò per metà sotto al baldacchino, scrutando attentamente ogni angolo e scostando le coltri che arrivavano a coprire fino a terra, ma non trovò nessuna traccia del durag; stava per rinunciare, quando avvertì i piccoli dentini del mostro afferrargli la coda. Si alzò di scatto - o almeno ci provò- , ma sbatté dolorosamente la testa contro la base de letto; imprecò per diversi minuti contro qualsiasi cosa gli passasse per la testa, e solo dopo molti minuti riuscì ad uscire dalla trappola in cui si era cacciato da solo. Per poco non ringhiò contro il cucciolo, che non aveva smesso un secondo di mordicchiargli la coda; ma all'ultimo si trattenne. Se lo avesse spaventato sarebbe stato ancora più problematico prendersene cura, e già non era un compito semplice. Strattonò appena la coda, riuscendo a liberarla dalle “fauci” del mostro, che la guardò allontanarsi piagnucolando; per poi prepararsi all'agguato una volta che quella si fu posata poco distante da lui. Kreuz rise divertito, come poco prima in giardino; distraendo l'altro dal suo attacco, che finì per dare una capocciata alla trave del baldacchino. Il demone lo guardò preoccupato mentre questi scuoteva appena la testa, nell'inutile tentativo di far passare il dolore; lo osservò poi dirigersi esitante verso di lui, con entrambe le orecchie attaccate al piccolo cranio e gli occhioni ambrati fissi nei suoi.

Un momento. Occhioni ambrati? Kreuz sgranò gli occhi, osservando più attentamente la creatura; era certo che poco prima gli occhi di quell'essere non erano ambrati, ma neri. Com'era possibile una cosa del genere?

« Il colore dei loro occhi cambia a seconda del padrone. » Rispose una voce alla sua domanda inespressa.

Il demone si girò di scatto verso la porta, guardando il nuovo arrivato entrare senza aver bussato.

« Non si usa bussare dalle vostre parti? » Chiese irritato, guardando male Vyras. La cosa che più gli rodeva di più, era il fatto di non averlo sentito entrare.

Il moro si chiuse la porta alle spalle con un calcio e si avvicinò a lui con una decina di libri tra le braccia; posandoli poi sulla scrivania poco distante. Il durag si era nascosto dietro di lui non appena aveva notato il nuovo arrivato, e aveva iniziato ad emettere dei piccoli ringhi “minacciosi” che però il moro ignorò completamente, rivolgendosi al demone.

« Questi libri ti serviranno per prenderti cura del cucciolo, vedi di leggerli. Il padrone si arrabbierà altrimenti. »

« Siamo tornati ai vecchi metodi da quando è tornato? » Chiese allora Kreuz, vedendo l'atteggiamento dell'altro.

Vyras lo guardò in silenzio per alcuni minuti, per poi scuotere appena la testa e rispondere.

« Non tornerà come prima, ma questo varrà solo all'interno di questa stanza. Oggi ho avuto diversi problemi, e voglio evitare inutili discussioni come quella di questo pomeriggio. » Chiarì il moro. « Tra non molto porterò personalmente la cena per te e la creatura; mi pare che oggi tu abbia persino saltato il pranzo. » Domandò.

« In effetti non mangio nulla di concreto da questa mattina, ma prima di uscire per gli allenamenti ho ingerito una di quelle strane palline colorate che mi ha dato il tuo padrone. » Rispose il demone.

« Il Nostro padrone, vorrai dire. Ricordati che ora sei vincolato a lui. » Sottolineò Vyras, guardando male il demone e ricevendo in cambio un'occhiataccia.

« Vedrò di tenerlo a mente. » Sbuffò contrariato Kreuz, guardando l'altro uscire silenzioso com'era entrato.

 

Non passò molto tempo, che il moro tornò nella stanza con un vassoio carico di prelibatezze; il demone in quel poco tempo si era spostato sul letto, ed aveva iniziato a sfogliare uno dei libri che gli aveva portato poco prima. Ma non appena lo vide entrare, mise da parte il pesante volume che aveva sulle gambe ed interruppe il movimento ondulatorio della coda, terminando così il passatempo del durag, che lo fissò contrariato per alcuni secondi per poi spostare la sua attenzione al moro: ricominciando a ringhiargli contro.

« Sembra che tu non gli piaccia proprio. È molto strano, perché quando siamo da soli non si comporta in questo modo. » Iniziò il demone, per poi rivolgersi al cucciolo. « Basta Hyp, sei noiosa. Non lo vedi che è lo stesso di prima? » Domandò al durag, che sentendosi chiamare da lui iniziò a muovere frenetico la coda, spostando la sua attenzione dall'intruso a quello che aveva scelto come mamma.

« Hyp? È così che lo hai chiamato? » Chiese il moro curioso.

« Hypathàloss. Hyp è il diminutivo; dopo le prime quattro volte che la chiamavo, mi sono reso contro che era davvero troppo lungo da pronunciare. » Spiegò Kreuz.

« Capito. » Rispose semplicemente Vyras. « Vieni a cenare, forza; e porta anche la belva feroce. » Continuò sarcastico.

« Non sembra molto pericoloso vero? Non si direbbe che questo piccolo mostro sia in realtà il terrore del regno. » Affermò il demone, alzandosi dal letto dopo aver recuperato la cucciola, che prese subito a strusciare il muso contro il suo petto.

« Crescerà fin troppo in fretta, e quello sarà il problema più difficile da risolvere. Bisognerà insegnargli per tempo tutto quello che una creatura del genere dovrebbe sapere; a volare per esempio. »

« Volare!? Dovrei insegnare a questo mostriciattolo a volare? Come pensate che possa fare? Mi butterò dal precipizio per dargli il buon esempio, per poi sfracellarmi al suolo? » Chiese sarcastico il demone.

« Per il momento quella non è la nostra preoccupazione principale; dovrai insegnargli molte altre cose prima che si arrivi anche a quello. » Replicò il moro.

« Non vedo l'ora. » Rispose sarcastico Kreuz, per poi appoggiare la creatura sul tavolo e mettersi a mangiare, imitato da Hyp.

 

Vyras si congedò non molto tempo dopo la fine del pasto, portando via il vassoio ormai vuoto e raccomandando al demone di leggere i libri che gli aveva portato; ma soprattutto di stare attento ad ogni minimo spostamento del piccolo mostro. Hyp si era addormentata in braccio a Kreuz subito dopo aver spazzolato tutto quello che il demone moro gli aveva portato, felicemente soddisfatta di avere lo stomaco pieno e di essere al calduccio in braccio alla sua mamma. Il demone la osservò dormire per molto tempo, valutando nel frattempo quale sarebbe stata la sistemazione più adatta per l'esserino; non poteva semplicemente appoggiarla per terra ed infilarsi sotto le calde coltri, avrebbe rischiato di prendere freddo e non aveva idea di cosa sarebbe potuto succedere. Infondo, era stata rinchiusa in un uovo per non sapeva quanto tempo, e sicuramente la temperatura all'interno di quel guscio era certamente elevata; al contrario della pavimentazione di pietra.

Sbuffò sconsolato, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il baldacchino; rassegnato all'idea di farla dormire con lui sotto le coperte al caldo, avrebbe dovuto lavarla per non sporcare le lenzuola, ma non voleva svegliarla, così rimandò la faccenda al giorno dopo. Scostò appena le lenzuola e la depositò con cura sul soffice materasso, stando poi attento a sistemare le coperte in modo che l'aria filtrasse ugualmente attraverso qualche spiraglio. Aggirò il letto, per poi infilarsi anche lui sotto le calde lenzuola e riprendere in mano il libro che aveva abbandonato prima di cena.

Lesse per un oretta, cercando di apprendere il più possibile nel minor tempo; non gli piaceva passare delle ore sui libri, la considerava una cosa poco utile e redditizia. Chiuse il libro con un tonfo, quando gli occhi iniziarono a bruciargli a causa del troppo tempo passato a leggere quei piccoli caratteri scritti su carta; posò il pesante tomo ai piedi del letto e si sistemò il più comodamente possibile sotto le lenzuola, cercando di non svegliare la sua ospite indesiderata.

Stava per cedere al sonno, cullato dalle dolci promesse di Chandra, la divinità lunare; quando una famigliare, ma dolorosa fitta alla coda lo fece sobbalzare.

Scostò le coperte dal suo corpo, per scoprire il piccolo fardello che aveva acquistato di recente, mordicchiare felicemente -e per nulla incline ad addormentarsi entro breve- quella che aveva ribattezzato: la sua preda.

« Sarà una notte molto lunga. » Sospirò sconfitto, ricevendo in cambio un versetto allegro da parte di Hyp.

 

 

L'angolo si Sèlìs:
Salve ragazze.. ( E Ragazzi se ci sono! x°D )

So di essere come al solito in ritardo... E non ho davvero scusanti... Ma l'ispirazione a volte viene, mentre altre si butta ( letteralmente) dalla finestra...

Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento! ^__^

Come al solito vi lascio la mia pagina di Facebook! Dove ogni tanto metto dei disegni sui personaggi.. x°D ( Se a qualcuno interessa vedere le mie schifezze.. )

http://www.facebook.com/pages/Sel%C3%ACs-T%C3%A0l%C3%AC/202885706510789?ref=hl

 

   
 
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