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Autore: Butler    17/11/2012    5 recensioni
Raccolta di tutte quelle one shot che se solo ne avessi il tempo, la voglia o l'ispirazione, potrebbero diventare qualcosa di più... i buoni propositi non muoiono mai, giusto?
tutta roba Pre-timeskip, quindi niente spoiler, a meno che non siate davvero (ma davvero) lenti a leggere °-°
Rating arancione solo perchè sono una maledetta paranoica, varierà di capitolo in capitolo, ma non credo che riuscirò mai a scioccare qualcuno...
Capitolo 1: To Fall And To Sink -> perchè nulla ti rovina la giornata come cadere da una scogliera. [Zoro]
Capitolo 2: Let It Snow -> Robin torna bambina e in giro c'è davvero tanta, TROPPA, neve. [Robin, I mugiwara in generale, Zoro]
Capitolo 3: Let It Snow (2) -> Seconda e ultima parte. [Robin, i Mugiwara in generale, Zoro]
Capitolo 4: Alegria -> Qualcosa dentro di lui gli stava urlando di alzarsi, prima che fosse troppo tardi. Troppo tardi per cosa? [Zoro, i Mugiwara in generale e, alla fine, Brook]
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'Autrice: innanzitutto chiedo venia per il ritardo ç_ç però a mia discolpa (senza tediarvi con gli avvenimenti recenti della mia vita) posso dire che effettivamente questa raccolta, proprio per come nasce e per quello che si propone di fare, è e sarà sempre soggetta ad improvvisi abbandoni...
però viene aggiornata XD ed è già qualcosa, no?
intanto grazie a chi mi ha scritto dei messaggi per ricordarmi i miei doveri ç_ç senza la vostra motivazione non ce l'avrei mai fatta a finire e pubblicare questo capitolo, che chiude la storia iniziata in quello precedente.
non è stata betareaderata °-° il che è piuttosto insolito, visto che usualmente propino i malati parti della mia mente a chiunque abbia la pazienza di leggerli XD ma avevo troppa fretta di finire questa storia, per potermi dedicare ad altre idee che si sono affollate nel mio cervello.
quasi dimenticavo... scusate per la storia della mucca... verso la fine, il mio cervello ha sbandato un po' e io non sono riuscita a rimetterlo in carreggiata...
Disclaimer: One Piece e tutti i suoi personaggi non mi appartengono, e se scrivo fanfiction è solo perchè sono troppo pigra/priva di talento per inventarmi una storia originale come dio comandi. nessuno scopo di lucro, giurin giurello XD

 


A Robin non piaceva la neve. Le ricordava il ghiaccio che si era mangiato il suo amico Sauro.
Guardò lo spadaccino, che piano piano si stava ricoprendo di neve e, con un paio di mani sbucate dal nulla, lo ripulì.
Zoro non disse nulla, cosa che alla bambina provocò un’ondata di sollievo con una punta di delusione. Di solito la gente andava nel panico al vederla usare i poteri per la prima volta.
Anche se, a credere alle parole del ragazzo, quella non sarebbe stata affatto la prima volta.
Robin si reputava una bambina intelligente, e il racconto dello spadaccino non la convinceva nemmeno un po’. Anche se le sarebbe davvero piaciuto che fosse tutto vero; una parte di lei quasi ci sperava.
Soprattutto la parte riguardante lo scheletro musicista.
I piedi avevano smesso di bruciarle e il cappotto era bello caldo. Continuava a nevicare, ma il ragazzo non sembrava avere intenzione di chiederglielo indietro e lei aveva la netta sensazione che si sarebbe lasciato morire di freddo piuttosto che privarla del suo riparo.
La cosa la irritò e la riempì di orgoglio allo stesso tempo, senza che lei riuscisse a spiegarsi il perché.
Robin sbadigliò, sentendosi improvvisamente molto stanca, ora che la scarica di adrenalina iniziale si era esaurita. La logica le diceva che addormentarsi e abbassare la guardia fosse l’ultima delle buone idee, ma l’istinto le assicurava che non sarebbe stata più al sicuro nemmeno se ci fosse stato un esercito a proteggerla.
Le si stavano già chiudendo gli occhi quando, tra gli alberi a poca distanza da loro, qualcosa emise un ruggito sordo e minaccioso.
Zoro, con le gambe e le braccia intorpidite dal freddo, si lasciò scappare un paio di parole non adatte alle orecchie di una bambina di otto anni e, facendole segno di non muoversi, si avvicinò lentamente alle katane.

-----------------------------------------------------------[Let it Snow]----------------------------------------------------

- Ancora nulla… - disse Usopp fissando il bosco con i suoi occhiali da cecchino.
Era passata più di un’ora, in cui la vecchietta aveva ripetuto sempre la stessa frase: mio marito è morto a Ohara.
Lo disse ancora una volta.
Rufy, che non era mai stato un campione di pazienza e, nonostante non fosse preoccupato per i suoi due compagni, stava cominciando ad averne piene le tasche di starsene lì con le mani in mano, decise di mettere fine al discorso.
- Robin aveva otto anni.
La vecchia lo guardò. Come se lo vedesse per la prima volta. Non c’era più traccia della sprezzante fiducia che aveva dimostrato poco prima. Alla dimostrazione di forza di Rufy, era crollata come un castello di carte.
- Robin. – ripeté lui cupo – la nostra compagna. Aveva solo otto anni. - Per un attimo si chiese se non fosse il caso di abbattere qualche altro muro.
- Inoltre, - aggiunse Nami, con la voce roca e la gola che le bruciava – è stata la marina a distruggere Ohara. Ha presente? Uniformi pulite, ideali vuoti, incapaci di trovarsi il culo usando una bussola… Il governo ha deciso di far saltare in aria l’isola con TUTTI i presenti, civili o militari che fossero.
- Ma lei… lei è sopravvissuta! – la voce della donna era spezzata.
- Ed è una colpa terrificante, vero? – Sanji era ufficialmente sull’orlo di una crisi di nervi: un’ora prima, nel momento in cui aveva intercettato lo scambio di sguardi tra il capitano e lo (stupido) spadaccino e aveva visto gli occhi dell’idiota in questione posarsi sui razzi di segnalazione, aveva avuto la presenza di spirito di infilargli l’accendino in tasca. La cosa aveva avuto il non trascurabile effetto collaterale di lasciarlo senza nulla con cui accendersi una sigaretta. Se non altro, sperava, ne sarebbe valsa la pena.
Nami si sedette a terra, vicino alla vecchia e fissandola duramente le domandò:
- Per l’ultima volta: che cosa le hai fatto. Quella bambina ha sofferto le pene dell’inferno, non ha bisogno che tu ci aggiunga del tuo.
La vecchia sembrò illuminarsi:
- Se lo è meritato.- Tirò fuori dalla tasca della giacca un’ampolla in cui si muoveva del fumo viola – Eccoli qui. Sono gli anni che le ho rubato. Ma se davvero ha sofferto così tanto, meglio che glieli renda tutti.
Fece per gettare a terra la bottiglietta, ma si accorse di non averla più in mano.
Incredula fissò Rufy, che si stava passando l’oggetto da una mano all’altra, osservandolo con interesse.
- Quindi – disse il capitano – per lei tutta questa roba non è ancora successa…
Lanciò l’ampolla a Sanji, che per la seconda volta quel giorno dovette congratularsi con se stesso per la sua prontezza di riflessi.
- Io dico,  - concluse Rufy, ignorando lo sguardo assassino del cuoco e quello esterrefatto della vecchia – che potrà scegliere da sola se riprenderseli o meno.
Detto questo, si infilò un dito nel naso.
Nami si chiese, per l’ennesima volta nella sua vita, come Rufy facesse ad essere così sensibile e al tempo stesso così privo di tatto (e buone maniere).
Improvvisamente, da una direzione completamente diversa da quella in cui Zoro e Robin si erano inoltrati nel bosco, la luce del razzo segnalatore spuntò all’orizzonte.


--------------------------------------------------------------------[Let it Snow]----------------------------------------------------------

Zoro sfoderò una delle tre katane, che, con gesti lenti e calcolati aveva appeso al loro posto.
In quel momento, dalla boscaglia uscì la fonte del ringhio che aveva udito poco prima: un grosso orso marrone.
DUE grossi orsi marroni. Non che la cosa facesse molta differenza.
Zoro stava già per sferrare il colpo, quando sentì Robin urlare:
- Fermo!
Un braccio spuntato dalla sua spalla indicò un punto poco dietro le due bestie: cuccioli. Tre orsacchiotti li stavano fissando incuriositi, mentre un quarto era intento ad arrampicarsi su di loro.
Zoro valutò rapidamente le opzioni e, cercando di evitare qualsiasi movimento brusco, rinfoderò la katana.
Il ringhio si fece più forte. Successe tutto in una manciata di secondi.
Zoro fece scivolare una gamba all’indietro, lasciando un solco nella neve.
L’orso si acquattò, ogni muscolo pronto a scattare.
Lo spadaccino inspirò profondamente e, nello stesso istante in cui la belva balzava, si girò e si mise a correre.
Robin era terrorizzata. Il tizio stava scappando: la avrebbe lasciata a morire. Quella parte di lei che non era pietrificata dal terrore le fece gentilmente notare che il “tizio” stava correndo esattamente verso di lei.
Zoro agguantò il fagotto contenente Robin e, facendo uno sforzo immane  per non perdere l’equilibrio, ricominciò a correre tra gli alberi in una direzione, ovviamente, totalmente casuale. Poteva sentire l’orso dietro di lui, le sue zampe atterravano con tonfi pesanti nella neve fresca.
Doveva farsi venire in mente qualcosa, alla svelta.
Robin emise un urlo strozzato e lui ebbe la prontezza di riflessi di gettarsi di lato, evitando così per un soffio di essere travolto. Senza perdere un secondo, si alzò e si mise a correre.
Dopo un altro minuto, che per i suoi polmoni era sembrato un secolo, fu costretto a fermarsi, con una mezza imprecazione.
Fine della strada: davanti a lui si apriva un abisso di una ventina di metri.
Si girò verso il bosco e vide l’orso avanzare lentamente verso di loro.
Non c’era astio nel portamento dell’animale. Fissava Zoro come a dire: non è colpa tua, amico.  Quelli sono i miei cuccioli e tu sei pericoloso. Niente di personale.
Zoro azzardò un mezzo passo all’indietro, un po’ di neve e qualche sasso caddero nel burrone dietro di lui.
Non poteva essere peggio della torre dell’orologio di Arabasta, giusto?
- Sei ben coperta? – la voce dello spadaccino raggiunse Robin come se quello gli avesse parlato da centinaia di metri di distanza.
- Si?- fu l’unica cosa che le riuscì di rispondere. Sarebbero stati sbranati da un orso, ma per lo meno lei non avrebbe preso freddo… la bambina non riusciva a trovare la cosa molto consolante.
- Tieniti forte, allora.
Robin, con la sensazione che il suo stomaco stesse per ribaltarsi, sentì le braccia del ragazzo stringerla in una morsa ferrea.
- Nella tasca ci sono dei razzi di segnalazione.
E il mondo si capovolse.
Zoro si lasciò cadere all’indietro e, per un attimo, gli parve che cielo e terra si fossero invertiti; poi, con quella che gli sembrò una lentezza esasperante, la forza di gravità si accorse di loro e, prima di potersene anche solo rendere conto, l’atterraggio sulla neve fresca lo lasciò senza luce e senza respiro.
Da qualche parte, probabilmente sopra di lui, Robin lo stava insultando.
Il suo ultimo pensiero prima di perdere i sensi fu che una bambina di otto anni non dovrebbe conoscere parole del genere.


Robin guardò con orrore lo spadaccino perdere conoscenza.
Sentì le lacrime che gli facevano pizzicare il naso, salendo verso i suoi occhi. Stringendosi nel cappotto appoggiò un orecchio sul petto del ragazzo e tirò su con il naso: il suo cuore batteva regolarmente.
Cercò nella tasca i razzi di segnalazione e, con le dita un po’ intorpidite dal freddo, li accese con un accendino trovato nella tasca opposta.
Con un fischio assordante, un’accecante luce rossa salì verso il cielo.
Era rischioso: i compagni dello spadaccino avrebbero potuto incolpare lei dell’accaduto, avrebbero potuto farle del male.
Chiunque altro se la sarebbe data a gambe, ma Robin non era una codarda e, soprattutto, era intelligente: i compagni di un tizio che si era preso la briga di andarla a cercare in mezzo ad una tormenta, dandogli il suo cappotto, e che piuttosto che traumatizzarla lasciando orfani degli orsacchiotti aveva preferito buttarsi in un burrone (traumatizzandola comunque, ma meno gravemente), non potevano essere poi così terribili.
E poi voleva vedere se davvero il loro musicista fosse uno scheletro.
Dopo una decina di minuti di snervante silenzio, in cui aveva controllato quasi ossessivamente le condizioni del ragazzo svenuto (che contro ogni logica stava RUSSANDO e sembrava stare meglio di quando si erano incontrati), sentì dei tonfi nella neve.
Il suo cuore perse un battito all’idea che l’orso potesse averli seguiti, ma si alzò comunque in piedi, assumendo quella che avrebbe potuto anche passare per una posa minacciosa, se lei non avesse avuto otto anni, gli occhi lucidi e non avesse avuto addosso un cappotto quattro o cinque volte più grande di lei.
Con sua enorme sorpresa, vide una renna galoppare verso di loro. L’animale si fermò all’improvviso e cominciò ad avvicinarsi più lentamente. Quando fu vicino a lei, Robin notò che indossava un cappello rosa e dei pantaloncini rossi, mentre legato alla sua schiena c’era uno zainetto gonfio.
La renna guardò l’altura da cui erano caduti, per poi spostare lo sguardo sullo spadaccino disteso nella neve.
- Perché la cosa non mi sorprende affatto? – disse.
Robin urlò: non si era aspettata che la renna parlasse. Chopper, preso alla sprovvista, rimpicciolì e urlò a sua volta.
Con un grido, quattro figure piovvero dal cielo, rimbalzando su un enorme pallone rosa che si era gonfiato improvvisamente.
Robin urlò di nuovo, ma questa volta con meno convinzione; quando si accorse che nessuno le stava prestando la minima attenzione, chiuse la bocca e decise di far finta di non aver urlato affatto.
Nami stava cercando di disincastrare Usopp da un cumulo di neve, con scarsissimi risultati; Brook (Era vero! Era vero davvero!!)  stava commentando quanto si stessero gelando i glutei che non aveva (Skull Joke yohohohoho!) e Sanji, dopo aver preso a calci il pallone rosa (che si era rivelato essere un ragazzo, ora piuttosto malconcio), si stava avvicinando lentamente alla bambina.
Inginocchiandosi davanti a lei e abbozzando un mezzo inchino, le chiese:
- Posso avere quell’accendino?
Lei glielo porse titubante e il cuoco, dopo averle messo in mano un termos pieno fino all’orlo di cioccolata calda, si accese una sigaretta, assumendo l’espressione di uno che ha appena visto la luce in fondo al tunnel e ha scoperto che, nonostante tutto, non si tratta di un treno ma dell’uscita.
Dietro di loro Zoro si tirò a sedere e, massaggiandosi le tempie con una mano, chiese cosa lo avesse investito e se qualcuno si fosse preso la briga di prendere il numero della targa. Chopper lo stava aiutando ad indossare un cappotto le cui tasche erano piene di borse dell’acqua calda.
Robin li guardò.
Prese un sorso di cioccolata, bruciandosi leggermente la lingua, e poi li guardò di nuovo.
Rufy, ripresosi dal pestaggio, le stava sorridendo, come se avesse capito esattamente cosa lei stesse pensando. La bambina si sedette accanto a lui, bene attenta a tenere i piedi all’interno del cappotto, e gli offrì un sorso di cioccolata. Il capitano ebbe la presenza di spirito di non vuotarle il bicchiere. ( A migliaia di chilometri di distanza in risposta a questo evento assolutamente unico, a una mucca spuntò improvvisamente un fondoschiena di riserva.)
Se lo spadaccino gli aveva detto la verità, e a questo punto lei ci credeva fermamente (e VOLEVA crederci fermamente), tutto quello era suo.
A un primo sguardo poteva non sembrare molto, ma lei sapeva riconoscere un tesoro quando ne vedeva uno.
Rufy le porse l’ampolla contenente il fumo viola e, diventando improvvisamente serio, disse:
- Questi sono tuoi. Sono gli anni che la nonnetta ti ha rubato.
Robin prese la bottiglietta e, tenendola a debita distanza, la studiò attentamente.
- La decisione è tua.
La bambina lo guardò per qualche secondo, poi chiese:
- Siamo dei pirati?
Rufy annuì sorridendo:
- Assolutamente.
- È pericoloso…
- Ci penseremo noi a proteggerti.
A qualche metro di distanza da loro, lo spadaccino starnutì rumorosamente.
Robin guardò il punto da cui erano precipitati e mise una mano sul tappo:
- Si, - disse mentre lo tirava – ma chi proteggerà voi?

 


THE END (for now °-°)
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aaaallora. vi avevo avvertiti, il finale è un po' così così...
Robin è un personaggio abbastanza difficile e automaticamente rende difficili tutti gli altri XD
Dovrei smetterla di far cadere Zoro dalle scogliere °-°
coooomunque, ho già pronto il prossimo capitolo... che se tutto va bene (si, quando mi fisso non c'è niente da fare) avrà, tra gli altri personaggi, di nuovo una Robin in versione bimba, anche se per motivi e una situazione completamente diversa XD ditemi in anticipo se volete leggerlo XD così, se proprio non volete, passo oltre.

Ricordate, le recensioni sono il miglior modo per tenere uno scrittore attivo e funzionante, è un po' lo stesso principio che lega Rufy e la Carne XD

  
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