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Autore: Lien    05/06/2007    5 recensioni
“Sciocchi, l’amore è un sentimento senza alcun valore. L’amore è una debolezza, un virus che trasforma anche l’uomo migliore in uno straccio senza volontà propria. Non vale la pena rovinarsi per amore. Non vale la pena amare.” – 11 Ottobre, 1947
Harry Potter scopre che distruggere l'ultimo Horcrux è molto più complicato di quanto pensasse e si trova così catapultato dall’ultima persona che avrebbe mai immaginato di conoscere. Ma se la linea tra odio e amore è tanto sottile, può chi nella sua vita ha solo odiato, imparare cosa vuol dire amare? Tom/Harry
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Serpeverde, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Crossed Times

Titolo: Crossed Times

Autore: Lien

Capitoli: 2/? (ne ho 11 finiti per ora)

Rating: R (ma conta di arrivare a NC-17)

Pairing: Tom/Harry

Altri Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Luna LoveGood, Draco Malfoy, altri…

Avvertimenti: Slash, Slash e ancora Slash

 

A.N.: ringrazio di cuore Zafirya, MORFEa e RowanMayFlower per aver lasciato il proprio commento (e avermi dato tanto appoggio, grazie davvero!). Questo è il secondo capitolo e spero vivamente che sia all’altezza (anche se purtroppo per Tom in persona bisognerà aspettare ancora un po’), in ogni caso ho aspettato di aver scritto una decina di capitoli prima di pubblicarla, così da evitare che gli aggiornamenti (che sto tentando di fare ogni settimana) non debbano ritardare troppo.

Beh, ancora: Buona lettura! ^^

 

 

 

Capitolo 2.   Memorie Ritrovate

 

 

 

“Mmh… Molly, stasera hai davvero superato te stessa, queste sono le migliori polpette che abbia mai mangiato. E detto da chi gusta la tua cucina da così tanti anni è qualcosa!” esclamò il Sig. Weasley tra un boccone e l’altro.

 

La tavola nella cucina di Grimmaul Place fu percorsa da mugugni di assenso mentre tutti assaporavano i deliziosi piatti della matrona di casa Weasley, che per l’Ordine era diventata come una mamma comune.

 

La donna in questione si limitò a liquidare il complimento con un modesto ‘il piacere è mio’ prima di rivolgersi al suo primogenito: “Charlie, mi fai il favore di prendere altro succo di zucca? Credo ne sia rimasta ancora qualche bottiglia in dispensa.”

 

Harry si spostò leggermente per fare spazio a Charlie, masticando anche lui con gusto. “Ron farà un salto dopo cena o Shackbolt ha intenzione di fargli finire di nuovo tutta la burocrazia arretrata?” chiese poi con un ghigno divertito.

 

Tonks ridacchiò piano, mentre Moody rispose con un grugnito “Quella volta se l’era meritato, l’incosciente. Sparare schiantesimi alla cieca in quel modo… Auror migliori hanno perso un pezzo di naso per cose del genere!”

 

“Oh, suvvia Moody, ha solo diciassette anni. Sei mesi di addestramento difficilmente trasformano un ragazzo in un veterano,” replicò Lupin pacato, “ma sono tempi duri questi, ogni aiuto si dimostra indispensabile.”

 

Altri versi d’assenso vennero seguiti da un lungo silenzio, finché il Sig. Weasley, dopo aver inghiottito un altro boccone di polpette, si rivolse ad Harry: “In ogni caso non credo che Ron ce la farà ad arrivare, da quello che mi ha detto non avevano ancora finito il sopralluogo dell’ultimo attacco a Delvery.”

 

“Quel ragazzo lavora troppo, ecco cos’è” disse la Sig. Weasley mentre serviva l’insalata, “oh, ma quando arriva mi sente, il signorino. Fare così tardi a diciassette anni, roba da matti!”

 

Qualcuno al tavolo rabbrividì ringraziando il cielo di non essere nei panni di Ron in quel momento.

 

“Harry, dov’è Hermione? È tutto il giorno che non la vedo. Si è di nuovo chiusa in biblioteca?” chiese Remus.

 

“No, no, sono andato a chiamarla prima per la cena ed era nella sua stanza. Ha detto di aver già mangiato, ma era ancora china sui libri, si.”

 

Molly corrugò la fronte, “non può certo farle bene tutto ciò” borbottò.

 

“Molly, cara, tu ti preoccupi troppo. Sono abbastanza grandi per poter pensare a loro stessi.” rispose il Sig. Weasley.

 

La cena continuò intervallata da chiacchiere varie e silenzi per godersi il cibo squisito fino a che, quando ormai si era arrivati al caffè, una trafelata Hermione fece il suo ingresso sulla porta chiamando a gran voce: “Harry!”

 

Il moretto in questione si voltò con sguardo interrogativo.

 

“Vieni, presto!” lo incitò ancora lei.

 

“Hermione cara, sicura di non avere fame? Puoi mangiare qualcosa nel frattempo che Harry finisce il suo caffè” le disse Molly con un sorriso bonario.

 

“No, ma grazie Signora Weasley” rispose lei prima di tornare a guardare Harry con un’aria impaziente, “Harry, ricordi quello di cui abbiamo parlato in biblioteca? Ti dovrei mostrare una cosa al riguardo…”

 

Il ragazzo sospirò e abbandonò il suo caffè su un tavolino per stare dietro alla riccia e, dopo aver salutato tutti, la seguì su per le scale, fino alla sua camera.

 

Entrando si sedette sul letto, mentre l’amica si diresse verso la scrivania, raccogliendo alcune carte e spostando grossi volumi, lasciando scoperto un piccolo libricino che sembrava quasi insulso visto di fianco ai grandi tomi rilegati in pelle che facevano bella mostra di se sulla scrivania. Malgrado tutto ciò Harry si avvicinò sospettoso senza staccare gli occhi dall’oggetto e, prendendolo cautamente in mano, lo studiò per qualche secondo, vedendo i suoi peggiori timori avverarsi.

 

“Dio mio Herm, ma questo… perché diavolo è ancora intatto? Pensavo di averlo distrutto!” domandò con una nota rabbiosa nella voce, lasciando cadere il diario sulla scrivania come se ne fosse stato scottato.

 

Hermione si voltò ma non rispose subito, anzi, guardava Harry mordendosi leggermente il labbro, come se avesse paura della reazione che avrebbero potuto causare le sue prossime parole.

 

“Lo hai distrutto, si, o almeno, hai distrutto l’Horcrux che conteneva. Ricordi vero che cosa ne fu del diario?”

 

Harry si sforzò un attimo di ricordare quello che era successo solo qualche anno prima, ma che sembrava appartenere ad una vita precedente.

 

“L’ho lanciato a Malfoy con il mio calzino in mano, perché liberasse Dobby. Ma centra, come fai ad averlo tu ora? E perché non mi hai detto niente?”

 

La ragazza sospirò. “Non è in mio possesso da molto, solo qualche mese… vedi, quando Ron decise di rimanere tra gli Auror, beh, non avevo tante occasioni per vederlo, quindi andavo a trovarlo ogni tanto. Un giorno siamo scesi nel magazzino degli oggetti confiscati per…ehm, chiacchierare.” per qualche motivo era diventata completamente rossa a queste parole. “Comunque, c’era un intero reparto dedicato a ciò che fu rinvenuto nel Maniero dei Malfoy quando Lucius fu sbattuto ad Azkaban. Immagina la mia sorpresa quando riconobbi tra il mucchio il vecchio diario di Voldemort integro, senza una singola traccia del buco causato dalla zanna del basilisco… beh, non potevo proprio lasciarlo lì.”

 

Harry era rimasto ad ascoltare continuando a guardare il libricino in cagnesco. “Herm, ma ti rendi conto, potrebbe avere chissà quali maledizioni! E tu lo hai tenuto tutto questo tempo senza dirmi nulla!”

 

“L’ho controllato, naturalmente! Non ho nessuna intenzione di correre rischi inutili, non in tempi come questi. Credimi Harry, ora non è altro che un semplice diario, nessuna traccia di magia è contenuta tra le sue pagine. Sembra che Malfoy abbia tentato di restaurarlo e ci sia riuscito in gran parte anche se ci sono ancora delle parti mancanti o completamente illeggibili. Comprensibile, avendo avuto una zanna conficcata nel mezzo.”

 

Il diario fu ripreso dalle mani del moro, che ne aprì la copertina trovandovi la stessa semplice scritta di tanti anni prima: T. M. Riddle

 

“Non mi piace, ma se ti è servito a scoprire qualcosa, tanto meglio. A cosa servivano tutte quelle domande in biblioteca?”

 

A Hermione si illuminarono gli occhi mentre si avvicinava e gli prendeva il libricino dalle mani, aprendolo e sfogliandone le pagine che, Harry notò sorpreso, non erano vuote ma riempite di fitte scritte in un’elegante calligrafia.

 

“Quando lo portai qui mi accorsi che tutte le scritte che la magia aveva tenute nascoste erano apparse e non riuscii a trattenermi dal leggerlo. Ammetto che fa uno strano effetto leggere i pensieri di Voldemort a sedici anni… comunque, quello che volevo farti vedere è che verso la fine ci sono alcune pagine che parlano degli Horcrux! Cioè, non li chiama per nome, penso per paura che qualcuno lo potesse leggere, ma sono sicura che si riferisca a loro.”

 

Mentre la riccia sfogliava febbrilmente le pagine alla ricerca di quella giusta, Harry stava combattendo un’agguerrita battaglia interiore: una parte di lui voleva solo bruciare quel diario e sotterrarne le ceneri il più profondamente possibile, ma un’altra parte fremeva all’idea che ci potessero essere informazioni utili alla scoperta dell’ultimo Horcrux. Una terza parte stranamente, si sentiva leggermente a disagio nell’invadere in quel modo la privacy di un’altra persona, anche se si trattava di Voldemort.

 

“Ti ho chiesto se il ricordo di Riddle aveva sedici anni per essere sicura: come ho detto non parla esplicitamente di Horcrux, li chiama solo “Frammenti”, ma se questo diario è davvero quello del suo sesto anno è altamente probabile che stesse solo usando un codice per evitare che occhi indiscreti potessero leggere i suoi piani. In ogni caso, guarda, guarda qua! C’è un incantesimo per localizzare gli Horcrux!” disse Hermione eccitata indicando una delle ultime pagine.

 

Harry fu subito al suo fianco osservando i fogli ingialliti del diario, dove si leggeva in cima alla pagina Rintracciare Frammenti smarriti.

 

“Si, so che metà della pagina è illeggibile, ma con un po’ di lavoro penso che io e la McGranitt riusciremo a cavarne fuori qualcosa…” aggiunse in fretta la riccia.

 

Il moretto però stava leggendo esitante la procedura dell’incantesimo che sembrava includere anche una pozione nel suo processo ed era già arrivato alla fine quando si accorse di quello che aveva detto l’amica.

 

“Cosa scusa? Cosa c’è di illeggibile?” chiese perplesso.

 

“Come cosa c’è di illeggibile, metà della pagina è completamente rovinata, è solo un susseguirsi di strane linee e onde, probabilmente a causa del veleno del basilisco.”

 

Harry tornò ad osservare la pagina senza vedere altro che la calligrafia nitida ed elegante di prima. “Herm, ti sbagli, sotto c’è una semplice lista di ingredienti e la procedura per preparare una pozione, che se posso dire sembra anche dannatamente complicata.”

 

La ragazza corrugò le sopraciglia. “Ma come...? Oh! Ma certo! Che stupida, naturalmente! Non sono onde casuali, è Serpentese!” esclamò meravigliata.

 

Harry sgranò gli occhi e passò due dita delicatamente sulla superficie ruvida della pergamena, quasi come se quel gesto potesse rivelare i segni di cui l’amica parlava, ma per quanto si sforzasse non riusciva a vedere nient’altro che semplice parole. Eppure era lì, proprio davanti ai suoi occhi, quello che poteva essere il miracolo che aveva rinunciato a sperare che arrivasse, la soluzione al loro problema più grande. A stento riusciva a crederci.

 

“Devi assolutamente trascrivere in inglese la procedura, così possiamo subito portarlo domani alla McGranitt.” E con questo si misero al lavoro.

 

Dopo poco meno di un’ora e qualche problema da parte Harry che ogni tanto nel trascrivere passava al serpentese senza accorgersene, le istruzioni per il rito erano state messe nero su bianco in un linguaggio noto anche al resto del mondo. Hermione si era subito dedicata allo studio del complicato rituale, mentre Harry si era sdraiato sul letto, sfogliando casualmente le pagine del diario, sempre più curioso. Ogni tanto si fermava addirittura a leggere alcuni brani.

 

 

17 Settembre 1947

 

Avery si è fatta mettere di nuovo in punizione per aver attaccato due Tassorosso che tornavano dalla lezione di Divinazione. Deve davvero smetterla di agire così d’impulso, nemmeno fosse una sbandata Grifondoro. Non è così che si comporta un Serpeverde, non si abbasserebbe mai ad attaccare due insulsi Tassorosso, o almeno se lo facesse, troverebbe anche il modo di non farsi beccare. Appena torna ne sentirà quattro dal sottoscritto, parola mia.

 

 

Nel leggere questo Harry quasi scoppiò a ridere, pensando a cosa direbbe adesso Tom Riddle vedendo persone come Malfoy che hanno passato la loro vita a Hogwarts bullando chi gli pareva senza preoccuparsi certo dell’etichetta Serpeverde. Decise di saltare un po’ di pagine e andare un po’ più avanti.

 

 

3 Gennaio 1948

 

Non lo sopporto più Silente! Non lo sopporto! Sempre convinto di sapere tutto su tutti, sempre convinto di essere nel giusto, con quel suo atteggiamento da buon samaritano. Da bravo, aiuta i tuoi cari Grifondoro: gli unici per cui ne vale la pena, giusto? Gli altri non sono niente. “Silente è un grande mago”, certo, come no! Beh ditemi, dov’è Silente quando ogni anno vengo spedito in quell’inferno di orfanotrofio dove ho dovuto passare i primi undici anni di vita? No, Silente sa solo guardarmi con diffidenza e compassione e io non lascio che nessuno mi compatisca, non me, l’erede di Salazar Serpeverde! Quegli occhi, in cui leggo le stesse emozioni che leggevo in quelli di mio padre: anche lui è convinto che io sia un mostro ingrato che non vale niente, un’anomalia del genere umano. Beh, gliela farò vedere, come l’ho fatta vedere a mio padre: non aveva più nulla di tutto ciò nello sguardo quando era ad un passo dalla mor-

 

 

Harry chiuse il diario di scatto, scosso da ciò che aveva letto e combattuto tra la rabbia di sentir parlare male di Silente e un’altra emozione che non riusciva bene ad identificare. Voldemort a sedici anni parlava dell’omicidio di suo padre quasi con soddisfazione ed era qualcosa che lo faceva letteralmente rabbrividire. Lasciò il libricino sul letto e si stiracchiò: per quella sera di emozioni ne aveva avute abbastanza.

 

“Penso che andrò a letto Herm, domani andiamo dalla McGranitt subito dopo pranzo, d’accordo?”

 

“Si, si, d’accordo” fu la risposta sbrigativa che ricevette da un’Hermione ancora intenta a studiare. Era già sulla porta quando la voce dell’amica lo fermò “Ah, prendilo il diario, quello che potevo leggere, io l’ho già letto.”

 

Harry rimase un attimo fermo incerto sul da farsi, ma alla fine si chinò e raccolse l’oggetto in questione per poi dare la buona notte.

 

Mentre camminava verso la sua stanza non riusciva a togliersi dalla mente le parole lette nel diario.

 

dov’è Silente quando ogni anno vengo spedito in quell’inferno di orfanotrofio dove ho dovuto passare i primi undici anni di vita?… anche lui è convinto che io sia un mostro ingrato che non vale niente, un’anomalia del genere umano…

 

Cosa poteva aver generato un simile odio nei confronti del suo professore? Ma soprattutto… come mai quelle parole sembravano raccontare una storia così simile alla sua stessa vita?

  
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