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Autore: millyray    22/11/2012    3 recensioni
Ariel Martinez arriva ad Hogwarts per frequentare il quarto anno. Ma sembra nascondere un segreto, oltre al fatto che deve aiutare Harry Potter a sconfiggere il Signore Oscuro. Chi è in realtà? Da dove viene? Chi è la sua famiglia? (Storia ispirata a Came back to the hell di Ino Chan).
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO TRENTACINQUE

Quel tardo pomeriggio, dopo uno dei ricchissimi e abbondanti pranzi della Signora Weasley, che aveva deciso di invitare tutti alla Tana per cambiare un po’ aria, i ragazzi del futuro, i figli Weasley e Harry si erano buttati in una agguerrita partita a Quidditch solo per una scommessa tra Harry e Jolie, nata quando i due si erano messi a bisticciare su chi fosse il più bravo.

Le uniche rimaste a terra erano Emmie e Ariel, la prima troppo imbranata e maldestra per reggersi su una scopa e la seconda perché soffriva di vertigini, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
Così le due ragazze se ne stavano comodamente sedute insieme agli altri adulti a guardare gli amici che giocavano.

Al momento quella in vantaggio era la squadra capitanata da Jolie, ma solo perché Teddy era un portiere decisamente migliore rispetto a Ron.
I due fratelli Potter, invece, erano ancora alla disperata ricerca della pallina d’oro che sembrava essere completamente scomparsa.

“Se la cava bene”. commentò James, guardando uno dei ragazzi in particolare.

“Harry? Sì, è bravo, ma d’altronde…”. Rispose Sirius, ma venne subito interrotto dall’amico che stava ridacchiando. “No, non parlavo di Harry. Lui è ovvio che è bravo, è figlio mio. Parlavo di Charlie. Cioè, per essere figlio di Mocciosus…”

Lily, seduta in braccio a lui, sospirò e lo guardò torva.

“E’ vero”. Concordò Black. “Non si direbbe neanche che è suo figlio. Non gli somiglia per niente… insomma, Charlie è più… carino”.

Tutti i presenti scoppiarono a ridere. “Ahah, Sirius, spero tu non ti dia alla pedofilia”. Scherzò Frank, guardandolo malizioso.

“Idiota!” esclamò l’altro offeso, tirandogli un calcio negli stinchi.

“Charlie è uno che piace a prima vista”. Aggiunse allora Ariel. “Il suo faccino da cucciolo intenerisce tutti”.

“Oh guarda, sembra che anche tua figlia si sia innamorata del piccolo Mocciosus”. Commentò allora James che, come Frank, aveva preso gusto a prendere in giro l’amico. Si divertiva troppo a vederlo infuriato.
Ma questa volta ad arrabbiarsi fu, invece, la biondina, che gli lanciò un’occhiata obliqua.

“Non sono innamorata di Charlie”.

“Prongy, cos’è? Vuoi che tradisca tuo figlio?” gli rispose Sirius per le rime e James non trovò più niente con cui ribattere.

Ariel, intanto, si era di nuovo persa a guardare gli amici che stavano giocando ma non sembrava guardare in direzione di Harry.

Nel frattempo, alcuni metri sopra le loro teste, John con un colpo micidiale spedì un bolide lontano dalla testa di Charlie e Victoire riuscì a tirare la Pluffa in uno degli anelli che Teddy non stava proteggendo o non aveva voluto proteggere, dipende dai punti di vista, guadagnando altri punti per la sua squadra. La bionda, infatti, aveva deciso di giocare contro gli amici, questa volta, e di unirsi ai suoi consanguinei, anche perché a loro mancava un altro Cacciatore.

E proprio in quel momento arrivò anche Martha con un bicchiere di Burrobirra in mano che si sedette sulla panchina accanto a Sirius, cercando di restargli ad una certa distanza, però.
Immediatamente tutte le battute e i commenti si spensero e Black guardò la ragazza di sottecchi, sentendo immediatamente dei brividi percorrergli la schiena, come succedeva ogni volta che la vedeva.

Martha non sapeva ancora niente dei ragazzi del futuro. O meglio, sapeva che venivano dal futuro e che erano lì per aiutare a sconfiggere Voldemort, ma non le avevano detto di chi erano la prole. Sarebbe stato uno shock troppo grande per lei, specialmente visto il rapporto teso che aveva con Sirius.
Lei però non era stupida e aveva iniziato a nutrire qualche dubbio, ma vedendo che ogni volta che tirava fuori l’argomento gli altri dissimulavano, alla fine ha lasciato perdere e il fatto che alcuni di loro avessero degli aspetti fisici familiari doveva essere solo una coincidenza.
Sirius avrebbe voluto svelarle tutto per farle capire che per loro due c’era un futuro, ma i suoi amici continuavano a dirgli che non era una buona idea e dentro di lui c’era anche la terribile paura di poter essersi sbagliato.
Dal canto suo anche Martha aveva la testa piena di dubbi. Aveva terminato il suo tour e poteva benissimo tornarsene nella sua casa in America. Ma c’era ancora qualcosa che la tratteneva lì a Londra e in cuor suo sapeva benissimo che cos’era. Però il difficile era ammetterlo.

“Ma come fa ad avere tutti quei muscoli?” chiese ad un certo punto la cantante, guardando anche lei in alto.

“Chi?”

“John! Voglio dire… ha solo sedici anni ed è già così muscoloso?”

Anche gli altri rimasero un attimo a osservare il ragazzo e si accorsero solo in quel momento che si era tolto la maglietta e stava volando a petto nudo con gli addominali e i pettorali ben in vista. E non era mica messo male.

“John si allena spesso. A Hogwarts rimane sempre un paio di ore in più dopo gli allenamenti e l’estate scorsa si è iscritto in palestra”. Rispose Emmie con un po’ troppo entusiasmo.

“Oh, anche lei è innamorata!” esclamò Sirius facendo avvampare la piccola Lupin che cambiò immediatamente colore di capelli, da castani a rosso fuoco.

“Ma è mio cugino!” esclamò la ragazzina voltandosi e stringendo le gambe al petto.

“Be’, l’incesto rende la cosa più eccitante”.

Emmie sospirò mentre gli uomini sghignazzavano. Adesso capiva perché i suoi amici erano così come erano… con dei padri del genere.

 

La Signora Weasley era impegnata a mettere in ordine la cucina quando, voltandosi per andare alla porta, per poco non lasciò cadere a terra le posate da lavare: una figura se ne stava stravaccata sul divano con gli occhi chiusi e sembrava essere profondamente addormentata.
Ma in realtà si scoprì subito che non lo era, quando aprì gli occhi, probabilmente infastidita dal mezzo grido della donna.

“Draco”. Sospirò lei, portandosi una mano al petto.

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli con aria stanca.

“Che ci fai qui?”

“Mi riposo”. Rispose lui come fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Ma perché non vai fuori a giocare con gli altri?”

“E perché dovrei?”

Il biondo avrebbe voluto aggiungere anche un “Giocare con dei fottuti Grifondoro da strapazzo?” ma era troppo educato per farlo e, soprattutto, non gli piaceva trattare male la Signora Weasley visto che era una delle poche che lo trattava in maniera decente, insieme a Lily e Ariel.

“E’ solo che non mi piace che tu te ne stia qui da solo”.

Malfoy sospirò: ma cos’aveva quella donna? Il gene del “preoccupiamoci per ogni povero bambino orfano e maltrattato”?

“Per me non è un problema. Mi piace stare da solo. E poi sono stanco”. Dissimulò lui, voltandosi su un fianco per dare più enfasi alla frase.

“D’accordo, ma se cambi idea…”.

La donna non concluse la frase, ma si affrettò ad uscire con i piatti sotto braccio.

 

 

Era ormai l’una passata, ma Teddy proprio non riusciva a dormire. Sarà stato il tacchino che aveva mangiato a pranzo dai Weasley che gli era rimasto sullo stomaco o il fatto che avesse tanti pensieri che gli frullavano nella testa, o magari tutti e due anche, però, dopo essersi girato e rigirato almeno venti volte, aveva deciso di scendere in cucina e di prepararsi una bella tazza di cioccolata calda.

Così, in quell’immensa casa immersa nel silenzio e nella penombra, se ne stava seduto al tavolo, la tazza calda stretta tra le mani, gli occhi fissi in un punto imprecisato del muro di fronte a lui e la testa che ciondolava leggermente.

Riuscì a distrarsi solo quando sentì un rumore di passi venire nella sua direzione.
Alzò lo sguardo e sulla soglia vide suo padre che, con le palpebre pesanti, lo guardava incuriosito.

“Non sei a letto?” gli chiese.

“No”. Rispose semplicemente il più giovane, posando gli occhi sulla sua tazza.

Remus andò al lavello e, preso un bicchiere dalla mensola, lo riempì con l’acqua del rubinetto.

“Quelle salse erano troppo piccanti”. Spiegò al figlio, che gli sorrise debolmente.

Quando svuotò tutto il bicchiere si sedette anche lui al tavolo di fronte al ragazzo.

“Non riesci a dormire?” gli chiese dolcemente.

Ted annuì senza guardarlo.

“Qualcosa ti turba?”

“No… non precisamente”.

Lupin senior inarcò le sopracciglia incuriosito dalla risposta.

“Solo che… boh… hai presente quella sensazione che ti fa sentire come se qualcosa non andasse anche se non sai che cosa?”

“Tipo il sesto senso?”

“Più o meno”.

Remus sospirò e attese un attimo prima di rispondere, probabilmente in cerca delle parole giuste.

“Sai, noi licantropi abbiamo le emozioni amplificate e sentiamo in anticipo quando qualcosa sta per avvenire. Un po’ come gli animali della foresta”.

“Lo so”.

L’uomo voleva fare qualcosa per tirare su il morale del figlio, ma non aveva idea di cosa.

“Teddy, io…”. Iniziò, ma il figlio lo interruppe prontamente.

“Senti, papà, non iniziare con la solita tiritera del sono un mostro e mi dispiace di averti condannato. Lo so già, me la farai un sacco di volte. Non è colpa tua e io non odio il fatto di essere un licantropo, ci sono cose peggiori. E poi, meglio io che Emmie, no?”

Remus, rincuorato, sorrise al figlio. Cosa aveva fatto di buono per meritarsi una donna fantastica come Tonks e due figli meravigliosi come Ted e Emmie?

Il ragazzo, allora, porse la sua tazza di cioccolato al padre e gli sorrise in risposta. Avrebbe pagato quel prezzo mille volte pur di avere un padre come Remus.

 

 

MILLY’S SPACE

Buona sera, ragazzi.

Sono tornata anche con questa fanfiction. Eh lo so, probabilmente vi stavate chiedendo che fine avessi fatto, ma sapete com’è… mille cose da fare e finire per farne sempre neanche la metà.
Ultimamente mi sono anche concentrata su altre storie, se andate a visitare il mio profilo o la mia pagina facebook
(http://www.facebook.com/MillysSpace) potete vederle : )

Be’, non ho molto da dire riguardo questo capitolo. I commenti li lascio a voi.
Non succede molto, ma qualche giorno di pace ci vuole : ) Ma non vi preoccupate che la scuola inizierà presto anche per loro…

Bene, vi lascio, ma non prima però di avervi detto anche un’altra cosa importante ^^

Ho aperto un forum (questo qui: http://111.forumcommunity.net/) e mi piacerebbe che gli deste un’occhiatina per sapere di cosa parla : ) e se vi va iscrivetevi. Ma non fermatevi alla prima impressione, ho voluto creare qualcosa di profondo.
Di questi tempi ne abbiamo bisogno.

Ok, ora vado sul serio, anche perché sono le nove e mezza passate e dovrei prepararmi per andare a dormire. : )

Un bacio a tutti,

notte.

M.

P.S. non ho riletto il capitolo perciò perdonate eventuali errori.

FEDE15498: ma non importa, tesoro, l’importante è che recensisci ^^ ma sì, Sirius è impossibile da non perdonare… e anche Martha se ne accorgerà prima  o poi ^^ fatti risentire, bacioni.

PUFFOLA_LILY: eh, la scuola ci rovina l’esistenza ^^ ma va be’, portiamo pazienza noi ^^ tutti pazzi per Sirius a quanto pare qui dentro ^^ chissà quando lo capirà Martha… è meglio che si spicci se no ce lo prendiamo noi ^^ Un bacione, M.

  
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