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Autore: LuluXI    22/11/2012    5 recensioni
“Terra mitologica? Locus Amenus?” domandò Death Mask, scettico “Ma l’Arcadia non è una regione della Grecia famosa per la sua inospitalità?” domandò il Gold Saint osservando ora il paesaggio ora il cartello.
“Si, ma nella mitologia era un luogo paradisiaco, dove ninfe e pastori vivevano insieme in armonia e senza preoccupazioni.”
“A quanto pare la fantasia supera la realtà…”
(Dal Capitolo 3)

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Alla guerra contro Hades segue un periodo di pace, durante il quale i Saint, riportati in vita, cercano di risvegliare Seiya dall’apparente stato di morte in cui è caduto. Un mattino ritrovano Atena, che era rimasta a vegliare sul Bronze Saint, congelata.
Per dimostrare che gli autori del misfatto non sono Camus e Hyoga e salvare la dea, Milo, Death Mask e Shun partono per la Siberia
Una forza misteriosa li spedisce in quel luogo che nella mitologia è chiamato Arcadia, mentre nell’ombra qualcuno trama per la rovina di Atena e dei suoi Saint. Quali misteri nasconde l’Arcadia? Riusciranno i Saint a fermare la vendetta in atto, mossa da un antico rancore?
[Anche se si cerca di rimanere IC, possibilissimi OOC e l’avvertimento c’è.]
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Aquarius Camus, Cancer DeathMask, Scorpion Milo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I Saint si affollarono nella stanza di Seiya, attirati dalle parole di Hyoga. Accanto al letto del Bronze Saint, in mezzo ad una pozza d’acqua, tutto ciò che rimaneva della bara di ghiaccio, stava in piedi Atena.
“Miei Cavalieri” disse la dea, non appena li vide tutti lì riuniti “Il pericolo è ormai passato: lo spirito di Anatol ha finalmente ottenuto il tanto agognato riposo. Ma ditemi, dove sono i vostri compagni, che hanno combattuto per la mia salvezza?”
Per un attimo, nessuno parlò: poi, come in risposta alla domanda della Dea, riapparvero, dal nulla Saga e Kanon; quest’ultimo teneva tra le braccia il corpo esanime di Death Mask.
“Divina Atena” disse Saga, inginocchiandosi davanti a lei “Death Mask è precipitato in una dimensione vicino alla nostra, mentre non siamo riusciti a recuperare Milo e Camus. Inoltre…” lo sguardo di Saga si spostò sul corpo del compagno, che Kanon stringeva ancora tra le braccia “Le sue ferite sono molto gravi…”
“E’ ancora vivo” si intromise l’altro gemello “Ma non lo sarà per molto: dobbiamo intervenire”.
 
Al dire di Kanon, Doko si avvicinò a lui, facendogli segno di adagiare Death Mask a terra.
“Me ne occuperò io: Aiolia, aiutami.”
Il Saint del Leone non se lo fece ripetere due volte e, insieme a Doko, iniziò a riparare le ferite del Saint del Cancro. I due rimasero concentrati sul loro lavoro, sotto lo sguardo vigile degli altri Saint e della dea Atena: non potevano guarirle totalmente solo con l’ausilio del cosmo, ma potevano dare al Saint il primo soccorso, necessario per la sua sopravvivenza.
“Aldebaran, ti prego, prepara altre tre brande” disse la dea, indicando al Saint del Toro la stanza adiacente “Presto rientreranno dall’Arcadia anche Shaka e Mu e, se siamo fortunati, con loro ci saranno anche Milo e Camus, che avranno bisogno delle nostre cure.”
“Certo!” rispose il Saint del Toro, scomparendo oltre la soglia.
 

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Camus si sentì sollevare da terra e si costrinse ad aprire gli occhi: il sole era ormai basso sull’orizzonte. Quando il suo corpo venne spostato, si lasciò sfuggire un gemito di dolore: era vivo, si, ma era in gravi condizioni.
“Non agitarti Camus”
Sentire il suono di quella voce lo lasciò perplesso.
“Sh…Shaka?”
Il viso del Gold Saint della Vergine entrò, infine, nel suo campo visivo.
“Si, sono io: Il Grande Sacerdote mi ha mandato qui a cercarvi.”
“Do…dove siamo?”
“Nell’Arcadia, quella vera.” rispose Shaka “Ora rimani fermo, ti riportò al Santuario: hai bisogno di cure.”
Camus avrebbe voluto chiedergli dei suoi compagni, ma le forze vennero meno: lasciò ricadere la testa all’indietro, e il mondo si capovolse. In lontananza, in quel luogo ostile, Camus potè scorgere il bagliore di due armature d’oro: Mu stava aiutando Milo a rialzarsi.
“Dov’è Death Mask?”si domandò, mentre la vista gli si annebbiava: aveva sprazzi di ricordi dell’ultima battaglia che Milo e Death Mask avevano vinto e voleva saperne di più; ma le domande potevano aspettare. Così, mentre Shaka si teletrasportava al Santuario, Camus chiuse gli occhi, perdendo nuovamente conoscenza.
 
Mu mise un braccio attorno alla spalla di Milo e lo aiutò ad alzarsi, mentre il cosmo di Shaka, assieme a quello ben più debole di Camus, si allontanavano dall’Arcadia. Il Saint dello Scorpione era ridotto ad un insieme di ferite più o meno gravi: era atterrato sulle rocce dell’Arcadia direttamente dall’altra dimensione e, se non fosse stato per l’armatura, ai fori creati dalle spine si sarebbero aggiunti altre lesioni. Invece l’unico segno della caduta era un leggero taglio che solcava la fronte: l’elmo di Milo, volato qualche metro più in là, era già stato recuperato dal suo compagno.
“Ce la fai a stare in piedi?” gli domandò Mu e l’altro annuì.
“Siamo…”
“Nella vera Arcadia” concluse Mu
“Quindi ci siamo salvati?” domandò poi il Saint dello Scorpione, per poi aggiungere “Dov’è Camus? E Death Mask?”
“Camus è già al Santuario: Shaka si è già teletrasportato.” Rispose il Saint dell’Ariete “Quanto a Death Mask…”
“Morto…”
“Aldebaran mi ha comunicato che, dopo essere precipitato in un’altra dimensione, è stato portato in salvo da Saga e Kanon: è gravemente ferito, ma lo stanno già curando; si rimetterà”.
Milo si concesse un sospiro di sollievo: sia Camus che Death Mask, nonostante le numerose ferite, erano finalmente al sicuro al Santuario e lui lo sarebbe stato presto. In quel momento però si ricordò che ancora un Saint mancava all’appello.
“E Shun? Abbiamo notizie di Shun?” domandò preoccupato un istante dopo: il Bronze Saint, era sparito nel nulla all’improvviso, mentre ancora erano nell’Arcadia mitologica.
“Si è ritrovato qui diverse ore prima di voi, ed è rientrato al Santuario, facendo rapporto: non temere, sta bene”.
 
Milo si lasciò sfuggire l’ennesimo sospiro di sollievo.
“Allora direi che è il caso di rientrare Mu… Quanto siamo stati via?”
“Non molto Milo: da quando vi siete teletrasportati in Arcadia, è passato solo un giorno.”
Milo riportò lo sguardo sull’orizzonte: la scogliera terminava a strapiombo sul mare e il sole era ormai un sottile puntino rosso che stava sparendo, inghiottito dall’acqua, che sembrava color del sangue.
Mu iniziò a concentrarsi per teletrasportarsi e Milo riportò lo sguardo su quel terreno ostile che tanto aveva perseguitato i suoi sogni.
Un istante prima che l’ambiente circostante sparisse, Milo vide qualcosa in mezzo a quella desolazione, che gli fece correre un brivido freddo lungo la schiena, forse come ammonimento: un’acacia niclotica cresceva rigogliosa tra le rocce, unica pianta viva in mezzo a quella desolazione senza fine.
 
 
 
NOTE: Si, Atena è pirla. Dove vuoi che siano i tuoi amati Gold Saint? In Arcadia no!?!?! Grazie al cielo ci sono Saga e Kanon che invece di stare lì, se ne vanno a recuperare Death Mask (no, non potevo farlo morire di nuovo…lo faccio morire sempre! xD). Quindi “tutto è bene ciò che finisce bene”: i nostri eroi tornano al Santuario, sani e salvi e Atena ci fa sapere che Anatol ha trovato la pace. Seiya è ancora in coma, ma tanto non se l’è filato nessuno per tutta la storia, quindi, che problema c’è? xD
Unica nota irrisolta è quell’acacia niclotica, il simbolo di Thekla, che cresce rigogliosa, in un luogo dove non c’è altra forma di vita. Un caso? Un semplice simbolo del collegamento esistente tra  l’Arcadia reale e quella mitica? O un avvertimento per i Saint?
In fondo Atena non ci dice che ne è stato di Thekla, se è rinchiusa nell’Arcadia, se è caduta in un’altra dimensione, se è viva o se è morta.
“E’ il segnale che ci sarà un seguito?” vi domanderete voi…
Ebbene, sarò sincera, non è in programma, perché mi manca il tempo materiale per mettermi a scrivere; però mi sono lasciata una scappatoia, nel caso un domani mi venga un lampo di genio per un sequel e il tempo per scriverlo piova magicamente giù dal cielo.
Che altro dire? Mi sono resa conto di aver rispettato almeno una delle 3 unità Aristoteliche tipiche delle tragedie (sebbene questa NON sia una Tragedia) ossia, l’unità di TEMPoOche prevede che la vicenda si svolga tuta in un giorno e…bhe, è stato così. Un po’ surreale come cosa? Può essere, ma mi se la scalata alle 12 case è durata 12 ore… forse questa battaglia è durata fin troppo xD
 
E con questo, mettiam la parola fine anche a questa fan fiction: l’ho amata tanto, davvero tanto. Mi piaceva l’idea in principio, quando era ancora una vaga bozza nella mia mente e l’ho adorata ancora di più  mentre la scrivevo. Si sono aggiunti pezzi, intrighi, complicazioni, l’ho scritta e modificata con tanta passione e spero sia piaciuta anche a voi, che avete letto, seguito, recensito, che avete inserito magari nelle preferite o nelle ricordate. Grazie a tutti voi, spero continuerete a seguirmi. =) Ho in serbo per voi un’altra Long, che ho scritto a mano quest’estate… appena avrò tempo di batterla sul computer e di sistemarla per bene, e la vedrete su questi schermi (sempre se vorrete leggerla). Nel frattempo, se proprio non avete di meglio da fare, ci sono un po’ di One-Shot e.. la Long “Revenge”. (si, mi faccio pubblicità, almeno questa volta xD).
Grazie ancora a tutti voi, alla prossima!

   
 
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