Titolo: Crossed Times
Autore: Lien
Capitoli: 3/?
Rating: R (ma conta di arrivare a
NC-17)
Pairing: Tom/Harry
Altri Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Luna Lovegood, Draco Malfoy,
altri…
Avvertimenti: Slash, Slash e ancora Slash
A.N.: Azione? Beh, prossimo
capitolo, lo giuro XD. Mi scuso per il ritardo, ma martedì e mercoledì ero in
vacanza a prendere il sole, quindi non sono riuscita ad aggiornare ^^”.
L’estate sarà problematica, visto che starò per molto tempo senza un computer a
portata di mano, quindi non spaventatevi se i nuovi capitoli ci metteranno un
po’ a comparire, non è che la storia si è interrotta… sono io a Londra per tre
settimane :P
P.S.: le risposte alle
recensioni sono in fondo al capitolo.
Capitolo 3.
Finestre sul Passato
“Che dice Professoressa, pensa che possa
funzionare?” chiese Harry speranzoso.
La McGranitt stava ancora studiando l’incantesimo
con la fronte leggermente corrugata ma, quando alzò la testa, i suoi occhi
avevano una scintilla animata nello sguardo: “Si, possiamo provare. Certo, un
incantesimo che con tutta probabilità è stato inventato dallo stesso Voldemort
comporta sicuramente dei rischi, ma è la nostra migliore possibilità di
successo.”
Hermione tirò un sospiro di sollievo,
stiracchiandosi piano sullo schienale della sedia.
“Professoressa, per la pozione dovremmo chiamare in
causa Lumacorno, ma come lo convinciamo ad aiutarci senza spiegarli a cosa
serve?”
“Non penso che sarà un problema se a chiederglielo
sarà il Bambino-Che-È-Sopravvissuto e quella che era la studentessa migliore
del suo corso” rispose Harry. Hermione sembrava indecisa se arrossire o essere
compiaciuta.
“D’accordo, d’accordo. Professoressa, vado a
parlare subito col professor Lumacorno, così possiamo metterci al lavoro
immediatamente. Harry, tu trova un posto comodo e riposati, Dio solo sa cosa
potrebbe succedere se ti avvicinassi al calderone.”
“Ehi!” esclamò Harry
indignato.
La McGranitt sorrise allo scambio di battute e
lasciò I suoi due ex-studenti liberi di andare.
Fuori dall’ufficio i due amici si separarono,
Hermione diretta verso i sotterranei ed Harry verso il settimo piano. Arrivato
davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo, il moretto camminò tre volte davanti
al muro di fronte e magicamente una porta comparve davanti ai suoi occhi. Girò
il pomello ed entrò, dando un’occhiata d’apprezzamento alla stanza.
‘Mhm,
niente male’ pensò osservandosi intorno. Aveva pensato ad un luogo accogliente
dove potersi rilassare e il risultato era una stanza molto simile alla Sala Comune
di Grifondoro: un divanetto e due poltrone erano sistemati intorno ad un camino
in cui scoppiettava allegro il fuoco, un tavolo da lavoro era posto al centro
della sala, con un vassoio di frutta per un eventuale spuntino e in fondo a
sinistra un letto a baldacchino esattamente uguale a quello del suo dormitorio
era adagiato contro la parete.
Harry optò per il divano davanti al fuoco e
sedendosi aprì la borsa, intenzionato a rivedere la cartina degli ultimi
attacchi da parte dei Mangiamorte. Non appena ebbe rovesciato il contenuto sul
tavolo però, a catturare la sua attenzione fu il diario di Tom Riddle, che
sinceramente non ricordava nemmeno di aver infilato nello zaino. Rimase ad
osservarlo per alcuni secondi prima di decidersi e raccoglierlo cautamente,
sdraiandosi a pancia in su e cominciando a sfogliarne le pagine come aveva
fatto la sera prima.
11 Ottobre 1947
Da quando Heidi Rosier e Rudolf Lestrange si sono
messi insieme non si riesce più a stare in Sala Comune senza farsi venire il
voltastomaco. Per l’amor del cielo, che si diano un contegno! Due purosangue
che si comportano in maniera così indecente sono una vergogna per la loro
stessa classe. Se fosse solo attrazione fisica potrei anche capire, ma quei due
passano le giornate a giurarsi amore eterno. Sciocchi, l’amore è un sentimento
senza alcun valore. L’amore è una debolezza, un virus che trasforma anche
l’uomo migliore in uno straccio senza volontà propria. Non vale la pena
rovinarsi per amore. Non vale la pena amare.
Per il
comune senso del pudore e la salute di tutti i due piccioncini
dovrebbero capire che nessuno vuole assistere alle loro scenette.
Beh, a parte Black, lui continua a chiedere se può
unirsi a loro, ma quello è un caso senza speranza.
Harry non sapeva se ridere o meno. Il pensiero di
avere Voldemort così indispettito da una cosa così frivola come due compagni di
casa che pomiciavano in Sala Comune era esilarante. Quel ragazzo poi – da
quando aveva cominciato a pensarlo come ragazzo? – era davvero fissato con i
costumi e l’etichetta appropriati.
Il discorso sull’amore invece lo rattristava
leggermente e gli induceva un sentimento quasi di compassione per il futuro
Signore Oscuro. Una vita senza sapere né amare né che cosa vuol dire essere
amati doveva essere una vita davvero vuota. Non vale la pena amare. Cosa
sarebbe successo se solo Tom Riddle avesse avuto l’amore di una famiglia alle
spalle? Forse, solo forse, non sarebbe finito in questo modo.
Le ultime righe invece stavano seriamente facendo
scoppiare a ridere il moretto. Black? Possibile che si trattasse del padre di
Sirius? Rudolf Lestrange era sicuramente il padre del marito di Bellatrix.
Continua a chiedere se può unirsi a loro…era
semplicemente troppo ridicolo pensare a come il marito della strillante Signora
Black potesse essere stato un rampante adolescente in preda agli ormoni. Quello
che un po’ sconcertava Harry era come fosse possibile che Riddle fosse tanto
indignato di due compagni che limonano in pubblico e parlare con tono quasi
divertito di uno che vorrebbe organizzare una cosa a tre in Sala Comune. Che
lui e questo Black fossero amici? No, impossibile, Voldemort non ha mai avuto
amici.
Ancora ridacchiando un po’ Harry continuò a
sfogliare le pagine, fino a che una non catturò la sua attenzione.
22 Gennaio 1947
È strano, continuo ad avere l’impressione che ci
sia qualcosa che mi sfugge, come se avessi dimenticato qualcosa di importante.
Sono solo dei momenti, attimi che passano come sono venuti, ma non di meno
strani. L’altro giorno per esempio, non so come ma mi ritrovai al campo di
Quidditch durante gli allenamenti della squadra di Serpeverde. Beh, io ho
sempre detestato il Quidditch, un’enorme perdita di tempo a mio parere.
E poi davvero, non vedo dove sita il divertimento nel rincorrere palline e farsi
schiantare da bolidi: per questo non l’ho mai seguito. È stata legittima quindi
la mia sorpresa quando non solo riconobbi tutte le mosse e le azioni, ma trovai
addirittura piacevole seguirle! Non capisco come sia possibile, ma c’è
qualcosa di anomalo, ne sono certo. Inoltre quando il cercatore scese in
picchiata per rincorrere il boccino, per un attimo mi sembrò che la sua divisa
diventasse nera e oro al posto del solito verde, ma appena riguardai non vidi
proprio nulla di diverso…
Harry sinceramente non sapeva cosa pensare a queste
pagine, se non sentirsi leggermente offeso per gli insulti al suo amato sport.
Per il resto, che Voldemort stesse cominciando a diventare pazzo già a sedici
anni? Per quel che ne sapeva era anche possibile. Decise di passare ad un’altra
pagina, appena qualche giorno dopo.
28 Gennaio 1947
Ieri sera ho fatto di nuovo uno di quei sogni, ma
come sempre alla mattina non ricordavo quasi nulla, per cui non so esattamente
in cosa consistesse. So che c’è sempre qualcuno, qualcuno che conosco, ma non
ricordo chi sia, e non riuscire a ricordare nemmeno che aspetto abbia non
aiuta. Mi sembra di impazzire in questi giorni. Quando passo vicino ad alcune
parti del castello ho la sensazione di esserci già stato e aver fatto qualcosa
di preciso, ma so per certo che nulla di simile sia mai successo. In più Nagini
continua a chiedermi dove sia “quello Verde”, ma non ho la più pallida idea di
che cosa stia parlando, e quando le chiedo spiegazioni si rifiuta di dire una
parola.
Di quanto stesse andando fuori di testa Voldemort
ad Harry non gliene fregava nulla, però rimase sorpreso di sapere che già a
quell’età possedeva il suo fidato serpente. Chissà come doveva essere da
piccola Nagini. A proposito, ma quanti anni avrà avuto quell’animale? Dovevano
essere stati più di cinquanta, ma era normale che un serpente vivesse tanto a
lungo? Avrebbe dovuto controllare se per caso i serpenti magici fossero più
longevi di quelli normali. Per qualche motivo cominciava a pensare che non
sarebbe stato male comprarsene uno, in fondo non aveva nessun’altra occasione
per esercitarsi un po’ con il Serpentese.
Andò verso la seconda metà del diario, notando che
non vi erano più accenni a quegli strani episodi di pazzia.
14 Marzo 1948
Questa mattina mi sono svegliato con una ragazza
nel mio letto. Non so cosa lei si aspettasse, ma si è messa a piangere quando
l’ho sbattuta fuori. Idiota.
So di essere attraente e che gran parte della
scuola non vedrebbe l’ora di infilarsi nei miei pantaloni (ormai ho perso il conto
di tutte le volte che Black mi ha chiesto di andare a letto con lui) e qualcuno
viene anche accontentato ogni tanto, ma la storia finisce lì. Alden Principe,
il fratello di Eileen che è a Corvonero, dice di amarmi, lo dice da due anni
ormai, e continua a chiedermi perché io non gli creda.
Gli credo. Ma non riesco a capirlo. È vero,
disprezzo l’amore in tutte le sue forme, ma la verità è anche che non so cosa
significa.
‘Questo è decisamente triste’ pensò Harry finendo
di leggere. Sapeva di star quasi simpatizzando per Voldemort, ma non riusciva a
non provare compassione per lui. “Un potere a lui sconosciuto” così diceva la
profezia e Silente aveva detto che questo fantomatico potere fosse proprio
l’amore. Mai come prima Harry credette alle parole del suo vecchio preside.
Ancora una volta compariva il nome Black e di nuovo
in un contesto assai poco dignitoso. Soprattutto però a Harry scioccava il
fatto che il futuro Signor Black, un uomo (o ragazzo), avesse chiesto di
fare sesso a Tom Riddle. E Riddle non sembrava esserne minimamente turbato. Non
che Harry avesse qualcosa contro i gay, sia chiaro, però per qualche motivo
aveva sempre pensato a Voldemort come un bigotto, fanatico del sangue puro (da
bravo ipocrita) e di solito tutti i Purosangue sono fissati col dover mettere
al mondo un erede, cosa che due uomini non possono certo fare. O si? No, quella
era una linea di pensiero che non voleva minimamente sviluppare, il solo
concetto era decisamente sconcertante.
Si divertì però ad immaginarsi Malfoy con un
pancione enorme che si lamentava di quanto fosse ingrassato e di come gli
facessero male le caviglie. Harry scoppiò a ridere: ecco, quella sarebbe stata
una punizione adeguata per quel bastardo.
Tornando al diario, si soffermò sul nome Alden
Principe, che Riddle aveva detto essere fratello di Eileen. A quanto pareva
Eileen Principe, la madre di Piton, andava a scuola ai tempi di Tom Riddle. Al
pensiero dell’ odiato professore ad Harry cominciarono a tremare i pugni per la
rabbia. Quel sudicio traditore…
Dopo i funerali di Silente, Piton aveva contattato
nuovamente l’Ordine chiedendo un incontro. Non c’era bisogno di dire che se
Harry l’avesse rivisto anche solo per un istante l’avrebbe ucciso con le sue
stesse mani, ma con una riunione straordinaria si decise almeno di sentire cosa
avesse da dire. Quando arrivò aveva metà dei membri che lo tenevano a tiro di
bacchetta, ma con una faccia impassibile dichiarò di voler essere interrogato
sotto Veritaserum sulla morte di Silente. Harry al ricordo fremeva ancora di
rabbia: quel verme aveva anche avuto la faccia tosta di ripresentarsi parlando
di Silente. Se Remus non lo avesse trattenuto…
In ogni caso quando venne interrogato cominciò a
dire un sacco di cretinate su come era stato obbligato a fare un Voto
Infrangibile per proteggere Malfoy e per questo costretto ad uccidere Silente o
sarebbe morto. Molti obbiettarono che sarebbe dovuto morire piuttosto che
uccidere il Preside, ma Piton affermò di essere stato dello stesso identico
avviso, e che fu Silente stesso a chiedergli di ucciderlo se le cose fossero
andate male. A quel punto Harry dovette uscire dalla stanza per non saltare
addosso al suo ex professore e spaccargli letteralmente la faccia.
Quel che è peggio fu che l’Ordine credette a tutte
quelle stronzate e addirittura spedirono il verbale dell’interrogazione al
Ministero per far si che tutte le accuse su di lui fossero sollevate!
Naturalmente Harry diede di matto e ci volle l’aiuto combinato di Ron, Hermione
e Remus per calmarlo, quando già aveva distrutto tutte le finestre della cucina
in un’esplosione di magia accidentale.
Non gli importava niente se Remus sosteneva che non
si poteva mentire sotto Veritaserum, probabilmente Piton si era fatto dare un
antidoto da Voldemort o qualcosa di simile! Quel bastardo stava mentendo e
nessuno sembrava voler fare nulla. Era l’assassino di Silente per l’amor di
Dio! Ma niente, tutto quello che Harry sosteneva veniva accantonato come il
frutto del cattivo sangue che era sempre scorso tra lui e Piton e non c’era
altro da fare se non rassegnarsi.
Sospirando, il moretto cercò di darsi una calmata e
aprì di nuovo il diario, questa volta prendendo una delle ultime pagine, dove
vi erano scritte solo poche righe.
29 Maggio 1948
Tra meno di una settimana la scuola sarà finita.
Non voglio tornare all’orfanotrofio, non voglio metterci più piede in quel
posto. Ho scritto una lettera a Dippet per convincerlo a farmi rimanere ad
Hogwarts per l’estate. Voglio rimanere qui, questa è la mia casa, Hogwarts è la
mia casa. Mi ha convocato nel suo ufficio, spero che quest’anno la risposta
sarà diversa rispetto a tutti gli anni precedenti.
Quelle parole lasciarono Harry leggermente scosso.
Questo era esattamente quello che lui stesso aveva pensato più e più volte alla
fine di ogni anno, prima di dover essere spedito dai Dursley, e il fatto che i
suoi pensieri fossero così simili a quelli di Voldemort nella sua giovinezza lo
turbava non poco. Anche lui considerava Hogwarts casa sua e non aveva mai
provato alcun piacere nel tornare ogni anno dai Dursley, rendendolo forse
l’unico in tutta la scuola ad odiare le vacanze estive.
Si ritrovò a pensare a come doveva essere stata per
Riddle la vita in orfanotrofio. Come si viveva in un posto del genere? Era
possibile che la sua infanzia fosse stata tanto infelice, se non di più di,
quanto quella che Harry aveva passato insieme ai Dursley? Che fosse questo uno
dei motivi che fecero scaturire l’odio malsano di Voldemort in confronto ai
Babbani?
Harry scosse la testa: anche se fosse stato questo
il motivo, non giustificava nulla. Anche lui aveva avuto l’infanzia rovinata da
dei Babbani, eppure non era mai andato in giro ad ucciderli tutti per vendetta,
ne era diventato un altro Signore Oscuro per questo. Eppure…la verità è che
non so cosa significhi l’amore. Possibile che se Voldemort avesse
semplicemente vissuto in un modo diverso, ora non sarebbe il Signore
Oscuro? Se solo Voldemort – no, se solo
Tom Riddle avesse imparato ad amare, sarebbe mai diventato Voldemort?
Il ragazzo guardò il diario che teneva tra le mani.
Quand’è che Tom Riddle divenne Voldemort? Quando uccise suo padre? Quando aprì
la Camera dei Segreti? O forse ancora prima, già quando terrorizzava gli altri
bambini all’orfanotrofio. Harry questo non poteva saperlo, ma per la prima
volta mentre guardava quel libricino rilegato, lo pensò come il diario di Tom
Riddle e non di Lord Voldemort.
Venne riscosso dai suoi pensieri da un bussare alla
porta. Si alzò pensando a come avevano fatto a trovarlo dentro la Stanza delle
Necessità.
Quando aprì la porta però, fu sorpreso nel non
trovare nessuno davanti a sé e stava quasi per richiudere quando sentì qualcosa
tirargli esitante una gamba dei pantaloni. Abbassando lo sguardo Harry sorrise
vedendo un lungo naso a matita spuntare da sotto uno scolapasta indossato come
cappello.
“Dobby, che ci fai qui?” chiese.
L’elfo domestico sgranò gli occhi già comicamente
grandi.
“Dobby si scusa se Padron Harry stava riposando! Ma
Dobby è stato mandato a chiamare Padron Harry per la cena e Dobby è sempre
felice di vedere Padron Harry!” disse tutto d’un fiato saltellando frenetico.
Harry rimase un attimo spiazzato. Era già ora di
cena? Possibile che fosse rimasto così tanto tempo a leggere il diario?
“È tutto a posto Padron Harry? Dobby può fare qualcosa?”
chiese l’elfo guardandolo con apprensione.
“No, va tutto bene Dobby, non ti preoccupare.
Adesso scendo, grazie per avermi chiamato” gli rispose Harry con un sorriso.
Di tutta risposta l’elfo cominciò a saltellare e a
battere le mani eccitato.
“Oh, nessun problema padron Harry! Dobby è sempre
lieto di servire il grande Harry Potter!” e dopo un inchino esagerato sparì con
un piccolo “Pof!”
RISPOSTE:
Selvy: Tom, Tom, Tom, tutti lo cercano e nessuno lo trova XD. Non preoccuparti, arriverà presto, ancora solo un po’ di pazienza nel sopportare il mio lento ritmo di narrazione, ma ho sempre paura di fare accadere le cose troppo in fretta ^^” (d’altronde con un pairing così strano di cose da spiegare ce ne sono!)
MORFEa: Vero che sono due
personaggi con un sacco di punti in comune? E allo stesso tempo completi
opposti… beh, dimmi tu se non sono la coppia perfetta! :P
RowanMayFlower: Naturalmente Tom cercherà di sfruttare Harry, ma nella mia storia gli ho aggiunto una buona dose di curiosità che gli creerà un bel po’ di problemi. Non dimentichiamoci poi che Harry avendo vissuto in guerra è cresciuto molto in fretta e non si lascerà ingannare tanto facilmente!
Zafirya: Qualche altro
estratto dal diario pronto per lei! Non dico quanto è stato difficile cercar di
disegnare i pensieri di un personaggio tanto intricato ed ambiguo, ma spero che
il risultato ne sia valsa la pena (ridevo da sola immaginandomi Tom che
scriveva prima di andare a dormire XD). Inutile dire poi che sarà molto
importante ricordarsi questi piccoli passaggi in futuro!