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Autore: redspecial    04/12/2012    2 recensioni
Severus l’aveva pensato più di una volta: che cavolo gli era saltato in mente quel giorno piovoso d’autunno? Eh si, perché quel giorno piovoso d’autunno, lui se ne stava comodamente seduto sulla sua poltrona a leggere un tomo intriso di magia nella sua casa babbana di Spinner’s End, e pensava che nulla al mondo potesse disturbarlo dopo la fine della guerra magica. A parte gli assalti dei soliti giornalisti a caccia di scoop, lui non aveva ricevuto nessuna visita. Il campanello babbano posto fuori dalla porta d’ingresso, che emetteva un rumore sinistro piuttosto che un trillo nitido, era rimasto in quelle condizioni da quando suo padre, inavvertitamente, lo aveva rotto sbattendoci contro il muso da ubriaco. Fu proprio quel giorno piovoso che, con sua immensa sorpresa, quel campanello riacquistò vita.
Severus è alle prese con uno scocciatore che disturba la sua quiete pomeridiana. Che cosa farà il nostro professore? Chi sarà mai questo individuo? Una storia su qualcosa che non può essere controllato che porterà Severus a fare un viaggio all'interno di sè stesso e di un passato vicno che ancora lo tormenta, oltre a dare una mano a due innamorati pasticcioni...
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 16


L’ora di Storia della Magia era iniziata da poco più di una ventina di minuti e tutti gli studenti di entrambe le case avrebbero voluto svignarsela in quattro e quattro otto. Il professore fantasma era ancora più noioso del solito e anche la piuma di Severus ogni tanto si interrompeva per qualche minuto; forse pure lui era riuscito a perdere il filo del discorso. In realtà si stava concentrando sul dialogo avuto con Narcissa a colazione e poco e nulla gli importava delle rivolte dei Troll e delle legislazioni che riguardavano la sottomissione degli elfi domestici. La bionda aveva voluto riportargli il pensiero comune della casa a cui apparteneva in modo perfettamente consono ai Serpeverde; era stata fredda, determinata, sprezzante; un atteggiamento studiato appositamente per metterlo in condizioni di difficoltà. Solo non capiva cosa potesse importare agli altri ciò che lui stava vivendo. Il pettegolezzo non era mai cambiato e rimaneva sempre uno degli sport preferiti di tutti all’interno della scuola, solo che trovarsi ad esserne l’oggetto non era esattamente ciò a cui lui anelava. E se Narcissa avesse voluto veramente metterlo in guardia da qualche cosa? D’altronde i tempi non erano i più sicuri per nessuno, Purosangue o meno, dato che Voldemort stava avanzando sempre più vicino al trampolino della ribalta e sembrava che reclutasse seguaci nell’ombra; come scordarsi di una cosa del genere. Lui stesso si era rovinato la vita con le proprie mani e quel pazzo assassino aveva solo contribuito a crearne l’occasione. Ancora stentava a credere di non aver cercato di farlo fuori in qualche modo dopo il suo ritorno. A mente fredda non avrebbe potuto, ma nei suoi sogni più frequenti desiderava farlo con ogni fibra del proprio essere. Lily per ora era ancora al sicuro, si stava soltanto affacciando a ciò che in futuro sarebbe successo, perché lui lo sapeva che non avrebbe potuto cambiare troppo del passato che aveva vissuto, altrimenti tutto ciò avrebbe avuto conseguenze irreparabili; lo sapeva bene che accadevano cose terribili ai maghi che si intromettevano nel tempo, cosa affascinante e quanto mai misteriosa, ma dannatamente delicata e non sovvertibile.
Da quel pensiero partiva per agganciarsi costantemente alla sua permanenza in quel passato già vissuto che gli stava comunque regalando bellissimi momenti ed emozioni. Che cosa sarebbe accaduto se avesse continuato ad intromettersi? Il quesito lo assillava più di ogni altra cosa, era il suo chiodo fisso da quando si era ritrovato nei panni di sé stesso da adolescente. Tornò a terra anche con la mente e si voltò nella direzione opposta alla propria, giusto per poter assaporare l’immagine della sua Lily intenta ad osservare qualcosa fuori dalla finestra. Aveva un’aria dolce e serena, incurante di tutto ciò che le sarebbe capitato da lì a solo qualche anno. Studiava con particolare attenzione un dettaglio che doveva essere estremamente affascinante, data tutta la concentrazione che vi stava mettendo; per Severus era una delle immagini più belle a cui aveva avuto la fortuna di assistere. Si rivoltò quasi subito riprendendo ad appuntare qualcosa sul foglio di pergamena e cercando di far connettere l’inconnettibile, difatti oltre alle parole – alcune delle quali segnate senza una vera logica – vi erano svariati scarabocchi; una cosa insolita per lui che teneva i propri appunti quasi come se fossero libri di testo, senza nemmeno uno schizzo oppure una sottolineatura a casaccio, solitamente apparivano perfetti.
Il compagno accanto a lui dormiva letteralmente e anche altri allievi non davano l’idea di stare facendo qualcosa di differente; in qualità di professore li avrebbe fatti sobbalzare tutti con una delle sue frecciatine mirate tanto sgradite, ma da studente li stava lasciando fare senza alcuna irritazione. Infondo godeva nell’essere uno dei cervelloni del suo anno. Finalmente la lezione più noiosa della storia di Hogwarts aveva raggiunto la fine e lui stava mettendo nella sacca tutto il materiale scolastico, aiutato anche dal suo vicino di banco che, intuita la fine della lezione, si era magicamente risvegliato dal suo stato vegetativo. Severus prese a camminare per l’aula indugiando sulla figura della rossa che stava scambiando qualche parola con Mary McDonald, superandole ed imboccando la porta d’uscita. Era sempre più bella e lui sempre più preso da quel sentimento che ora gli era concesso di vivere appieno. Mai era stato tanto appagato nella sua giovane vita, ricordandosi che da adulto lo sarebbe stato ben poco. Si fermò nei pressi di una colonna nelle vicinanze per controllare il proprio orario, quando sentì qualcuno bisbigliare.
“Si, ti dico che è vero” affermò un ragazzo corpulento e non molto appetibile alla vista.
“Ma dai, è una delle tante frottole inventate da Carrow, lo sanno tutti che quello è una che parla per dare aria alla bocca”
“Invece anche Rosier è convinto. Per noi si schiuderanno porte che agli altri sono inaccessibili. Fidati”
Mulciber scosse la testa e guardò McNair negli occhi, quasi come per confutare le sue parole, mentre l’altro sfoggiò un sorriso smagliante rivelando i denti giallognoli e che davano l’aria anche di avere qualche carie. Severus rimase in ascolto e ben celato dagli sguardi dei due che, terminata la confidenza, ripresero a camminare verso l’aula di Trasfigurazione. Aveva appena assistito a qualcosa che pensava ancora non così vicino, rattristandolo; quei furbacchioni con veramente poco sale in zucca si stavano apprestando ad abbracciare il loro destino di schiavi del Signore Oscuro e nemmeno sapevano l’enorme sciocchezza che stavano per commettere. Forse la differenza tra lui e gli altri Mangiamorte era proprio quella: lui aveva una coscienza che non avrebbe mai mancato di fargli scontare gli errori della propria giovinezza. Mentre lui aveva conservato un barlume di umanità, pur nella spietatezza di determinate azioni, i suoi compari di sventura sembravano aver abbandonato la loro; sempre se l’avevano posseduta prima di unirsi al mago oscuro più pericoloso di tutti i tempi.
Sempre più meditabondo si unì ai suddetti compagni e si avviò verso l’aula di Trasfigurazione, ancora incredulo che una donna intelligente come Minerva non avesse captato che in lui vi era qualcosa di diverso; l’aspetto ovviamente no, ma la sua anima non era più quella di un giovane di quasi sedici anni. Arrivò a destinazione e si sedette al proprio banco senza fiatare ed estrasse tutto l’occorrente per la lezione, così Minerva alzò il suo sguardo verso gli allievi e per un attimo lo scrutò intensamente, lo stesso sguardo che gli aveva riservato innumerevoli volte durante il suo primo periodo da insegnante, quasi come per capire da che parte stesse realmente. Severus rimase fermo e concentrato, così la docente si aggiustò gli occhiali da vista ed iniziò la lezione. Dopo pranzo il pozionista si rintanò nel dormitorio con la scusa di dover passare a prendere un libro di pozioni e interrogandosi sulla sua copia di “Pozioni Avnzate”. Come faceva quel testo scolastico ad essere in due posti nello stesso momento?
Aggrottò la fronte in cerca di una risposta quando un elfo domestico proveniente dalle cucine si presentò accanto al suo letto facendolo trasalire.
“Flich deve consegnare qualcosa al Signor Piton” si presentò il piccolo elfo con le orecchie a punta.
“Bene, mi hai trovato” ribattè sarcastico Severus tendendo le mani verso di lui.
Flich gli consegnò una busta senza un nome e anche senza mittente, scomparendo subito dopo con uno schiocco di dita. Lui rimase perplesso ad osservare la busta intonsa e la girò per verificare da chi provenisse, non trovando però nessun indizio. Sempre più perplesso l’aprì e scoprì chi gliel’aveva mandata. In cuor suo aveva sperato sin dall’inizio che fosse Lily, non venendo tradita la sua aspettativa. Con calma sospirò e la lesse tutto d’un fiato.


Ciao Sev! Questa mattina la lezione di Storia della Magia è stata dannatamente noiosa, così noiosa che non ho potuto far altro che guardare fuori dalla finestra per ammazzare il tempo! Fuori ci sarà un metro di neve, però vorrei comunque fare una passeggiata, magari senza che nessuno ci veda. Ti aspetto prima di cena al solito posto.
Un bacio Lily

Ps: mettiti il mantello pesante, fuori si gela!



Nulla sapeva scaldargli il cuore come la bella ragazza dalla folta chioma rosso scuro e gli occhi verdi che risplendevano. Fuori poteva esserci tutta la neve del mondo, ma lui si sentiva come se fosse in piena estate. Ripose la lettera nel cassetto del suo comodino, sigillandolo opportunamente con la magia e fissando ancora il suo libro di pozioni. Troppe coincidenze e troppe cose da svelare tutte in una volta; sarebbe mai giunto alla soluzione dell’enigma?


 

***



Severus era sotto all’albero che dava sulla sponda del Lago Nero, lo stesso albero incriminato del suo ricordo peggiore. Non sapeva che cosa il fato avesse intenzione di fare con lui, comunque non voleva sprecare questa nuova occasione; non avrebbe dovuto accadere nulla di simile.
Aspettava già da un paio di minuti e si era perso ad osservare il moto eterno dell’acqua, quel ritmo aveva il potere di ipnotizzarlo e lui era ben felice di lasciasi andare. Quella era una delle poche occasioni in cui riusciva a lasciarsi andare completamente. Lily lo aveva invitato a fare una passeggiata con lei nella neve e lui non vedeva l’ora di vederla, stringerla a sé e poter mettere le sue mani nella folta chioma della ragazza. Lei non si fece attendere ancora molto, difatti si appropinquò alla figura del pozionista di spalle, prendendogli gentilmente una mano tra le sue.
“Ciao Sev”
“Ciao Lily”
La ragazza sorrise e si mise la sua mano sopra al petto, indicandogli il cuore che batteva a più non posso, proprio come quello di Severus. Sciolse la sua vicinanza e lo abbracciò stretto, così lui potè carezzarle il capo in un gesto più che naturale. Quasi gli sembrava impossibile che la più bella ragazza del suo anno gli avesse concesso l’onore di amarla.
“Buon compleanno Sev” fece lei con gli occhi chiusi, beandosi ogni secondo del contatto con lui.
“Grazie, ma tecnicamente non è ancora ora di farmi gli auguri. Il mio compleanno è domani”
“Lo so, che ti credi?” rispose lei sempre sorridendo. “Vieni qui” aggiunse poi allacciandosi ancora più stretta al corpo magro del mago. E poi fu tutt’uno. I loro corpi si fusero come se fossero soltanto uno e si scambiarono un tenero bacio sotto all’albero che faceva da testimone. Le loro labbra si erano incontrate e si erano schiuse con dolcezza, così come le loro lingue avevano iniziato a rincorrersi nelle loro bocche bramose d’amore. Severus aveva il volto della rossa tra le sue mani e la teneva talmente stretta da non volerla più lasciare andare. Dal modo in cui aveva afferrato il suo volto pareva quasi che stessero per portargliela via e che lui, con quel gesto, volesse impedirlo. L’amava troppo per poterla lasciare andare.







Angolo autore:

Buon pomeriggio mie belle e pazienti fanciulle! State bene? Perodnatemi ma sono gravata di impegni lavorativi e familiari in questo periodo, per cui mi risulta difficile essere presente come un tempo. A mala pena ho il tempo di buttar giù due righe, per cui il resto viene da sè...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia continui ad interessarvi, sebbene io sia latitante in questo periodo...
Scusate le poche parole ma sto volando perchè tra non molto ho una riunione di lavoro e devo schizzare via! :-(
Grazie mille alle mie preziose e meravigliose fedelissime di sempre: AMAZINGFREEDOM e CHI_LAMED! Grzie infinite ragazze per il vostro sostegno e la vostra disponibilità!
Grazie anche ai miei cari lettori silenziosi che cntinuano a seguire il mio lavoro! Grazie a tutti!
Alla prossima, un bacio

  
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