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Autore: pennafluo    05/01/2013    1 recensioni
Cassidy, 17 anni, Denver. Ironica e a tratti agressiva si ritrova al terzo anno del liceo. Stanca della solita routine, convince i genitori a farla partire per sei mesi affinchè possa studiare in una nuova scuola di una nuova città: San Diego! Nuovi amici, feste, tante risate e la prima vera cotta.. Crede sia il vero amore, ma poi le si piazzano davanti due occhioni verdi e un sorriso sghembo "Piacere, Blake."
-Lo fissai a lungo, dai capelli alla mascella squadrata. I nostri occhi si trovarono e lui sostenne il mio sguardo senza batter ciglio. Mi domandai se anche lui provava quello che provavo io ogni volta che ci guardavamo, anche solo per qualche secondo. Poi mi sorrise, e come ogni dannata volta mi rinnamorai di quelle labbra storte, di lui. Si avvicinò e mi sussurò nell'orecchio "Ti amo, Cassy." Inconsciamente aveva risposto alla mia domanda.-
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Mi corse incontro.
Era una ragazza molto graziosa, acqua e sapone, capelli lisci castano chiaro e occhi azzurro ghiaccio. La tipica tipa che si fa foto artistiche su instagram, face book, weheartit e compagnia bella. Era almeno di una decina di centimetri più alta di me.
‘non che ci voglia tanto a superarmi’ pensai.
Allungò la sua mano, le unghie smaltate di blu. Allungai la mia e ci fu un’amichevole stretta.
“Piacere, Katerina! “ sfoderò un sorriso di ferro accompagnato da due simpatiche fossette. Mi mise allegria, era carino l’apparecchio rosso.
“Il nome ha origini dell’Europa dell’Est, puoi chiamarmi Kate” mi informò soddisfatta continuando.
‘memorizza, memorizza’mi dissi.
“Io sono Cassidy” dissi sorridendo.
“Le sue origini le trovi in un libro di nomi per neonati che mia zia regalò a mia madre” scherzai e ridacchiammo.
“Hei, ti prego non chiamarmi Cassy, lo detesto” l’avvisai abbassando lo sguardo.
“Sissignora” mi rispose mentre mi faceva strada verso i parcheggi.
***
Mi aspettavo dei genitori ad aspettarci. Invece Kate aveva tirato fuori un mazzo di chiavi e stava aprendo lo sportello di una macchina rossa: non nuova di zecca ma neanche vecchia, della grandezza adeguata ad un’adolescente. Si, la tipica macchina che ogni ragazzo o ragazza vorrebbe.
“Dimmi che è tua.” Dissi emozionata.
“No, la sto scassinando per rubarla insieme a te.. certo!” rise piano.
“Dimmi che andremo in giro con questa dolce creatura a motore.” Feci con voce quasi commossa.
“ Si. Oh baby salta sul mio bolide!” fece con voce maschile. Sorrisi e aprì lo sportello opposto.
‘Come inizio non è male!’mi rassicurai.
Durante il viaggio parlammo del più e del meno: del fatto che Kate odiava la chimica e il frullato alla fragola e che era una single felice anche se si era lasciata da poco con un “coglione già dimenticato”. Si voltò.
“Storia breve e insignificante, te l’assicuro”
Io le raccontai che ero una fan sfegata di “the vampire diaries”, che amavo leggere ed era da un po’ che non avevo un ragazzo serio.
‘terza media, ma meglio no precisare’
“Oh tranquilla, questo è il posto giusto per innamorarsi!”
In poco tempo arrivammo davanti al vialetto di una casetta bianca, Kate spense il motore.
“Preparati alla famiglia Smith!” esordì.
***
Appena entrate Kate mi presentò i suo genitori, due simpatici signori sulla quarantina: Daiva e Carl. Poi fu il turno dei due gemelli: Bill e Spencer… 10 anni e due caschetti biondi a nascondere due occhietti verdi.. o azzurri?!
‘Sono troppo teneri, questi da grandi la finiscono a fare le pubblicità bleu de chanel altro che!’ risi tra me e me.
I bambini insieme a Kate mi fecero fare il tuor turistico della casa: spaziosa e colorata. Al piano terra c'erano un bagno la cucina e il salotto, al piano superiore ancora un altro bagno e le stanze da letto, più lo studio del padre. In ogni corridoio c’erano foto di famiglia, e mi fermai curiosa ad osservarle.
Essendo il mio volo arrivato verso le undici di notte era ora di dormire, certo non prima di una veloce chiamata di mia madre:
“Tesoro sei sicura sia tutto ok? Armi in vista? Teste di cinghiale appese in salotto? Non dare troppa confidenza e chiuditi a chiave quando sei in bagno!”
“Certo mamma, buonanotte” Dissi tra le risate.
  
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