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Autore: kary218    09/01/2013    5 recensioni
In un Mondo Magico che ha appena assistito alla scomparsa misteriosa di Lord Voldemort, mentre la caccia ai Mangiamorte si fa spietata, due coppie opposte si ritrovano, loro malgrado, a condividere una mattinata che condurrà tutti e quattro a riflettere sul significato dell'amore e su tutto ciò che quella guerra si è portata via.
Arthur e Molly, Lucius e Narcissa.
Vite parallele, su fronti opposti della battaglia, accomunate da quello che, per tutti loro, è il tesoro più prezioso: la famiglia.
Tra battibecchi, risate, amarezze e gelosie, uno slice of life di quattro vite che si incrociano, riflettendo su quello che davvero conta e su ciò che ormai è perso per sempre.
Dalla storia:
"È una squilibrata!"
"LO SO CHE È UNA SQUILIBRATA!" gridò Narcissa, mentre le lacrime le rigavano il viso, per poi concludere in un sussurro: “Ma è mia sorella...”
[...]
“Weasley, che sta succedendo? È un manufatto babbano quello?”
“Già, Weasley” enfatizzò Lucius, gioioso: “Che sta succedendo?”
[...]
Lucius la amava davvero, o la sfoggiava soltanto, al pari di un anello od un
bracciale?
[...]
Cos'altro aveva visto Arthur in lei per amarla così tanto?
"Guarda qui che smagliature..."
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Weasley, Cornelius Caramell, Lucius Malfoy, Molly Weasley, Narcissa Malfoy | Coppie: Arthur/Molly, Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Buongiorno a tutti, ormai è palese che non aggiorno ogni settimana con precisione, ho uno scarto di 1-2 giorni di ritardo, ma sento che potrete perdonarmi, sono un vulcano di idee, sto aggiornando anche l'altra long e non ho sempre disponibile la connessione -causa fratellino costantemente in punizione con madre che mi stacca internet. Ad ogni modo eccomi qui con il terzo, mirabolante capitolo, in un mix tra la visione di Arthur e quella di Lucius (quanto sono originale, eh?)... È un po' più lungo dei precedenti, spero vi piacerà, con questo siamo a metà storia! Come potete osservare ho modificato l'introduzione alla storia, perché sono una capra e cerco di crearne una decente che sia un minimo accattivante -.- Dubito di esserci riuscita, amen. Altre novità? Non molte, facciamo tanti auguri a Piton che oggi compie gli anni perché lo adoro quindi dovete adorarlo un po' anche voi ù.ù Eeeeee vi informo che a giorni metterò su una one-shot tutt'altro che ironica su Bellatrix, perché ultimamente mi sono fissata col personaggio, più di quanto non fossi già fissata prima ù.ù Se vi interessa, passate, maggiori notizie al prossimo aggiornamento, buona lettura e bye bye!
Ps: le recensioni non mangiano i lettori, tanto vi vedo che leggete è.é Siete fortunati che non ho ancora i miei pavoni da guardia albini... Ma attenti che sono falconiera! (Fa ridere perché è vero XD Addestro falchi, sono pazza, niente da dichiarare, ognuno ha le sue tare ù.ù)

3. Alla 'Piuma di Fenice'

 

L'alba arrivò impietosa, così come i lamenti di un'affamatissima Ginny, che reclamava la sua colazione con vagiti degni di una cantante lirica.

Sono finito, sono finito!

L'ansia attanagliava il povero Arthur, crescendo sempre di più al trascorrere dei minuti.

“Ascoltate, bambini” disse, prendendo da parte Percy, Charlie e Bill, mentre Molly si occupava dei più piccoli: “Io e la mamma andremo via per pochissimo, più tardi. Voi tre siete i più grandi e so che siete responsabili, mi fido di voi, quindi vi affido il compito di badare ai vostri fratelli, mentre Ginevra verrà con noi”

Tutti e tre annuirono con convinzione: sembravano entusiasti di tanta responsabilità tutta insieme, era come se fossero appena stati investiti cavalieri o qualcosa di simile; soprattutto Percy aveva l'espressione di chi si sente davvero grande e non vuole deludere le aspettative.

“State attenti ai gemelli, che non combinino disastri” li ammonì ancora il mago: “Ron non dovrebbe avere bisogno di niente, attenti a non fargli male e per qualsiasi cosa usate questo

Aveva abbassato la voce, di modo che sua moglie non potesse sentirlo, e aveva allungato di nascosto ai ragazzi un babyphone babbano, di quelli che si lasciano nella stanza dei bambini per poter sentire a distanza quando si svegliano.

“Io terrò il gemello in tasca, se succede qualcosa premete questo pulsante e io arrivo”

“Sì, papà!” esclamò il piccolo Percy, afferrando con orgoglio l'oggetto, in barba ai suoi fratelli maggiori: “Stai tranquillo, ci penserò io, ormai ho cinque anni e mezzo, sono abbastanza grande!”

“Ma certo che lo sei!” rispose Arthur, dandogli un buffetto sulla guancia e accarezzando la testa degli altri due fratelli: “Siete i miei tre ometti!”

Era orgoglioso dei suoi figli, di tutti quanti, anche di quei due scavezzacollo di Fred e George che, dall'alto dei loro tre anni, non facevano che combinarne di tutti i colori.

 

Giunta l'ora x, Arthur si sistemò sulle spalle il mantello invernale, controllò di essere quanto più in ordine possibile e poi fece l'occhiolino ai suoi tre figli più grandi, che ricambiarono il cenno d'intesa; riservò un'occhiata particolarmente eloquente a Bill, che aveva da poco compiuto undici anni e che il settembre successivo sarebbe addirittura andato a Hogwarts.

Quando scese in salotto, Molly era già lì che lo aspettava vestita di tutto punto, sebbene il suo abito fosse forse un po' fuori moda, con in braccio una piccola Ginny placidamente addormentata.

“Pronto?” gli chiese, alzando gli occhi al cielo al vederlo deglutire nervosamente, senza proferir parola.

“P-pronto”

La donna prese una manciata di Polvere Volante da un sacchetto appoggiato sopra al camino e la gettò nel fuoco, che immediatamente si tinse di verde speranza. In altre circostanze si sarebbero smaterializzati, ma la bambina era troppo piccola e di certo si sarebbe sentita male. Il camino non era abbastanza grande per ospitare entrambi contemporaneamente, così il mago saltò per primo tra le fiamme, a piè pari, esclamando: “Paiolo Magico” seguito a ruota da sua moglie.

 

Il Paiolo Magico era un locale londinese senza troppe pretese, pulito ed alla portata di tutti, forse un po' buio, insomma non era per niente un posto da Malfoy e questo, notò Arthur appena emerse dalle fiamme, era più che evidente dall'espressione di Lucius, che già li stava aspettando in compagnia di Caramell e di due donne di cui una, biondissima, era chiaramente riconoscibile come la gelida Narcissa Black; l'aveva vista poche volte a scuola, avevano parecchi anni di differenza, ma l'aria di superiorità era inconfondibile, nessun'altra donna sarebbe stata così adatta a divenire una Malfoy, non vi era alcun dubbio.

“Weasley, ben arrivato!” lo accolse il suo capo, battendogli cordialmente sulla spalla: “Ed ecco la tua bellissima moglie!”

“Piacere” disse la donna accanto al signor Caramell: “Camelia Rinslet”

La signora Weasley non poté fare a meno di notare quanto quella fosse simile al marito, sia nell'aspetto che nel modo di fare e le strinse cordialmente la mano, rivolgendole un ampio sorriso.

“Molly Prewett” si presentò a sua volta, gioviale: “Questa è nostra figlia, Ginevra”

“Splendida, splendida! Vieni a vedere, Lucius!”

“Adorabile” sibilò il signor Malfoy, in tono palesemente falso: “Avrei voluto mostrarvi Draco, ma abbiamo preferito lasciarlo a casa, fa così freddo e la servitù potrà occuparsi di lui”

Sua moglie sembrava parecchio contrariata, non si capiva se per colpa della compagnia o per la scelta di affidare il suo bambino alla servitù; ad ogni modo cercava di non dar troppo a vedere le sue emozioni. Dopotutto, si disse Arthur, se avessero portato il figlio con loro, come avrebbero fatto a vantarsi di avere stuoli di servitori ed elfi domestici?

“Conoscete già Narcissa?” domandò ancora Lucius, prendendo per mano la donna, che fece un passo avanti, stringendo con riluttanza le mani che le venivano offerte.

“Molto piacere” tentò Molly, ottenendo in risposta un sorriso tirato, come a farle intendere che sì, il piacere era unicamente suo.

“Pensavamo di andare alla Piuma di Fenice” fece sapere Caramell, interrompendo i convenevoli, con somma gioia di tutti: “Si mangia molto bene”

Bingo, uno dei ristoranti più cari dell'intera Diagon Alley

“Sempre che non preferiate qualcosa di più... Alla buona” sottolineò il mago biondo, sorridendo in maniera poco piacevole.

“Andrà benissimo” si affrettò a ribattere Arthur, prendendo sotto braccio sua moglie e facendo strada, mentre la punta delle orecchie già gli si colorava come una ciliegia matura.

 

La Piuma di Fenice era un locale molto elegante, curato nei minimi dettagli, con tavoli in legno scuro e comode poltroncine in pelle scarlatta. Le pareti erano decorate da innumerevoli riproduzioni di fenici libere, che si spostavano da una tela all'altra, cantando e creando l'impressione di un posto accogliente, dove trascorrere anche interi pomeriggi a sorseggiare un buon thé.

Appena entrati furono accolti dal proprietario, evidentemente molto amico di Caramell, che li fece accomodare ad un ampio tavolo posto accanto ad una lunga vetrata, così che potessero ammirare l'intera via principale di Diagon Alley.

Il signor Weasley notò che sua moglie si fermava spesso a guardare i coniugi Malfoy, così per un attimo li osservò a sua volta con attenzione, ignorando il fatto che il solo ricordare che esistevano gli faceva montare la rabbia. Lucius si stava togliendo il lungo mantello nero ornato da una spilla d'argento a forma di serpente arrotolato, con uno smeraldo al posto dell'occhio, rivelando una tunica lavorata, con ricami in filo verde e argentato, mentre sua moglie, aiutata da un cameriere a riporre il soprabito, portava un lungo vestito verde dall'aspetto caldo, accollato, chiuso sulla schiena da una moltitudine di bottoncini rotondi. Per tutta risposta aiutò Molly col mantello e le tirò indietro la sedia, galante, guardandola con immenso calore, nel tentativo di farle capire con lo sguardo quanto ogni momento passato con lei valesse più di tutto l'oro od i bei vestiti del mondo.

Sapeva che era solo questione di tempo prima che Lucius cominciasse a punzecchiarlo, se lo sentiva nelle ossa e già lo guardava con odio, per sicurezza.

 

Una volta che furono tutti seduti, la signora Weasley fece apparire una culla dall'aspetto antiquato, nella quale ripose la sua unica figlia femmina, con la stessa delicatezza con la quale si sarebbe potuto maneggiare un diamante. Suo marito la guardava, rapito: quanto avevano desiderato una femminuccia e che gioia il giorno in cui era nata! Tutta la casa era stata invasa da parenti festosi ed amici, mentre una lacrima silenziosa aveva rigato il viso di Molly, rattristata solo dal fatto che i suoi due amati fratelli, Gideon e Fabian, fossero stati uccisi dai Mangiamorte prima di riuscire a vedere il visino dolce della nuova arrivata.

“Cosa prendete?” domandò Caramell, risvegliando il mago dal suo vortice di ricordi e passandogli un menù: “Qui fanno le migliori uova di plimpy dell'intera Inghilterra, ve le consiglio con dei crostini e magari, per tornare sul classico, un paio di salsicce con le uova!”

“Desiderate qualcosa di particolare per la bambina?” chiese cortesemente uno dei camerieri, avvicinandosi alla culla, benevolo: “Un biberon di latte?”

“Oh, no, lei è a posto” si affrettò a rispondere Arthur, senza risultare sgarbato, mentre analizzava attentamente l'elenco di cibi, cercando di individuare le scelte meno costose, senza però darlo troppo a vedere: “Io prendo solo le uova fritte”

“Io provo i toast” aggiunse Molly, lanciandogli un'occhiata rassicurante: “Voi?”

 

***

 

Li detestava, non c'erano parole, quei pezzenti erano la vergogna dell'intero mondo magico.

“Davvero Arthur” disse il signor Malfoy, ad un tratto: “Ti ho già detto che offro io...”

“Ed io ti ho già detto, Lucius, che non ce n'è alcun bisogno”

Ti farò licenziare, fosse l'ultima cosa che faccio.

L'uomo scambiò una rapida occhiata con sua moglie, poi entrambi presero il menù più ricercato disponibile: alette di wooper in salsa di mandragola, le uova di plimpy con crostini tanto consigliate da Caramell ed alcuni toast con formaggi francesi.

“Mi dica, Cornelius” cominciò Lucius, una volta che tutti ebbero ordinato: “Si mormora che sarà lei il prossimo Ministro”

“Oh, non credo, amico mio!” si affrettò a borbottare l'altro, sorridendo imbarazzato: “I veri favoriti sono Silente e Crouch, o almeno lo erano fino a qualche settimana fa, prima che Albus rifiutasse per l'ennesima volta ed il povero Barty... Bè, avrete senz'altro sentito di suo figlio, Barty Junior. Brutta storia, gran brutta storia”

L'aveva sentito eccome! Come la sua dolce metà non aveva mancato di ricordargli la sera prima, entro poche ore Barty Crouch avrebbe spedito ad Azkaban, per direttissima, non solo il suo stesso figlio, ma anche i suoi cognati e Rabastan Lestrange; nonostante ciò, si finse quanto più sorpreso possibile, sapendo bene che Caramell non gli avrebbe mai domandato niente sulla sorella di sua moglie, almeno non dopo l'ingente mazzetta che gli aveva fatto recapitare non molte settimane addietro.

“Ad ogni modo” riprese infatti quello: “Credo che Millicent rimarrà in servizio ancora per un bel po', quindi chi può dire cosa succederà!”

“Io continuo a pensare che lei sarebbe un ottimo candidato” continuò con voce melensa Lucius, del tutto deciso a intortarselo per bene: “Silente è così liberale, anche troppo, se mi permette, mentre Crouch... Chi può dire quali effetti avrà sulla sua psiche questa brutta faccenda”

Albus Silente sarebbe stato una vera spina nel fianco, addirittura più di quanto già non lo fosse stata la Bagnold, era stato un miracolo uscire puliti da tutto il polverone post-Oscuro! Per quanto riguardava invece il giudice del Wizengamot, era vero che la sua sanità mentale si faceva sempre più fragile, la cattura dei Mangiamorte lo ossessionava ogni giorno di più, quindi si poteva solo immaginare quanto sarebbe stato pesante per lui il colpo datogli dal dover giudicare il suo unico figlio.

“Vedremo, vedremo” gongolava intanto Caramell, gasato dal discorso: “Certo, non sarebbe male, non è vero, Camelia?”

Sua moglie annuì, sorridente e benevola, evidentemente ignara del piccolo arrotondamento di stipendio del suo maritino, dicendo: “Saresti senz'altro un grande Ministro, amore”

“Certo, ci sarebbero dei rami secchi da tagliare” fantasticò a voce alta il signor Malfoy, fissando Arthur senza alcun ritegno: “Rami vecchi, autunnali, pieni di foglie rosse...”

Vide distintamente il suo sfidante muoversi sulla sedia, ma la sua orrenda moglie dovette in qualche modo trattenerlo; peccato.

“Diteci” iniziò infatti Molly Weasley, dopo poco: “Voi avete figli?”

“Ahimè, no” confessò la signora Caramell, con una nota triste nella voce: “Uno dei nostri più grandi rammarichi”

“Oh, mi spiace, ma non è ancora troppo tardi, non trovate?”

“Camelia ed io siamo sempre così impegnati, non possiamo proprio conciliare lavoro e famiglia al momento, per quanto possiamo esserne dispiaciuti”

Lucius si aspettava che da un momento all'altro sua moglie se ne sarebbe uscita raccontando di come si dedicasse a tempo pieno al suo Draco, invece si stupì nel notare Narcissa ferma, imperscrutabile, che si osservava le unghie perfette, con aria assorta.

“Mi chiedo come facciate voi, Arthur” si sentì quindi in dovere di dire, visto che era decisamente troppo tempo che non infieriva sui Weasley: “A mantenere ancora così tanti frugoletti lentigginosi...”

“Tanto spirito di sacrificio” lo zittì subito Molly: “E tanto amore”

Disgustoso.

Il solo pensiero dei due pezzenti che, con amore, concepivano la loro nidiata, rischiò di far perdere del tutto prematuramente l'appetito a Lucius, che non riuscì a trattenere una smorfia.

“Noi non abbiamo in programma altre nascite” si decise infine a dire: “Un erede basta e avanza, non voglio che si creino spiacevoli contese per l'eredità un giorno, anche se capisco che non tutti abbiano questo problema, non è vero? Senza contare che due figli richiederebbero il doppio dell'attenzione o, in alternativa, dimezzare il tempo da dedicare ad entrambi, cosa che riterrei alquanto sgradevole, nonché dannosa per la crescita di Draco”

Caramell sembrava d'accordo con quanto aveva detto, ma ovviamente evitava di sbilanciarsi: era il classico tipo che vuole capra e cavoli, di quelli che cercano di non prendere mai apertamente le parti di nessuno, al fine di non avere guai di alcun genere ed allo stesso tempo di poter approfittare della complicità di più parti.

Sarebbe un ottimo Ministro... Così manipolabile...

Ad interrompere le piacevoli riflessioni del signor Malfoy sopraggiunse un trillo acuto e persistente, che sembrava proprio provenire dalla giacca del suo pidocchioso nemico giurato, almeno a giudicare dal colore che la sua faccia aveva assunto e dalle occhiatacce che la moglie gli dispensava.

“Non starai ancora giocando coi tuoi attrezzi Babbani!” sibilò quindi il mago, cosciente di aver fatto tombola: “Per Merlino, fai smettere questo suono infernale!”

Il rosso tirò fuori dalla tasca del mantello uno strano aggeggio, premendo un pulsante color verde pallido: un rumore indistinto di pianti ed oggetti che si fracassavano invase l'aria, sostituendo il trillo.

“I ragazzi!” esclamò quello, preoccupato, mentre la sua signora cambiava espressione, assumendone una preoccupata: “Dobbiamo andare!”

Mise alcune monete sul tavolo e fece per alzarsi, quando uno sconcertato Cornelius Caramell si azzardò a chiedere delucidazioni.

“Weasley, che sta succedendo? È un manufatto babbano quello?”

“Già, Weasley” enfatizzò Lucius, gioioso: “Che sta succedendo?”

“Un oggetto che i Babbani usano per sentire i figli a distanza” biascicò Arthur, evitando di far sapere che ne aveva amplificato la portata di segnale con la magia: “I bambini hanno combinato qualcosa, scusateci!”

È fatta! Stavolta lo licenziano!

“Ingegnoso” disse invece Caramell, con aria stupita: “Davvero ingegnoso...”

Non era possibile, doveva aver sentito male per forza.

“Ma, Cornelius!”

“Io lo trovo molto innovativo!” rincarò la moglie, Camelia: “Davvero un uomo pieno di risorse, è stato un piacere!”

“Piacere nostro!” urlò Molly Weasley dopo aver fatto evanescere la culla, mentre correva con suo marito al bancone del locale per chiedere di usare il camino, con Ginny stretta tra le braccia.

Oltraggioso, ecco cos'era! Magari l'avrebbero pure premiato per quell'atto scellerato! Non c'era da stupirsi che il mondo magico andasse in rovina, i nobili come lui rischiavano la galera, mentre i pezzenti simpatizzanti dei Babbani ricevevano encomi!

“Per Merlino, com'è tardi!” esclamò un istante dopo Caramell, tirando fuori un orologio da taschino ed affrettandosi a indossare nuovamente il mantello da viaggio, mentre sua moglie gli passava una bombetta color verde acido: “Devo tornare subito al Ministero, il Wizengamot non aspetta!”

Un brivido percorse la schiena di Lucius: a momenti doveva esserci il famigerato processo ai Lestrange, ci mancava solo che sua moglie ricominciasse con la solita solfa!

Doveva assolutamente concludere nel minor tempo possibile.

“Si è fatto tardi anche per noi” osservò quindi, stizzito, facendo cenno a Narcissa di alzarsi e cercando di risultare indifferente mentre aggiungeva: “Visto che abbiamo finito, noi torneremmo da Draco, è stato un vero piacere ed era tutto squisito”

“Piacere nostro!” si affrettò a rispondere l'altro mago, che evidentemente non aveva idea di quanto Lucius potesse essere contrariato dalle ultime pieghe del discorso: “Noi ci vediamo lunedì, spero di avere il piacere di incontrare nuovamente anche la sua signora!”

La bionda lasciò che quello le baciasse la mano, tentando l'ennesimo sorriso di cortesia, che risultò forse il peggio riuscito dell'intera mattinata, poi le due coppie si separarono.

Non vedo l'ora di tornare al Maniero.

 

Appena fu riapparso nel suo ampio ingresso, Lucius gettò come di consueto i suoi oggetti addosso all'elfo di turno, per voltarsi poi con un ampio sorriso verso sua moglie, lieto che non avesse compiuto sciocchezze nonostante i numerosi quanto fastidiosi accenni alla situazione di sua sorella.

“Narcissa?”

Non c'era nessuna moglie alle sue spalle.

“Nar-Narcissa?” tentò nuovamente, senza risposta: “Cissy?”

Forse è già corsa da Draco, senza neanche lasciare giù il soprabito...

Sarebbe senz'altro stato da lei, ma la deduzione si rivelò per l'ennesima volta errata.

“Che vuol dire che non è rientrata?!”

Un terribile sospetto si impadronì di lui, un sospetto che cercava con tutto se stesso di ignorare.

  
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