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Autore: _littledreamer_    12/01/2013    13 recensioni
Amber Parker...
Dal prologo*
Velocemente si incamminò verso la metropolitana.
Passò il suo abbonamento annuale sull’apparecchio metallico e si diresse su uno dei tanti vagoni della metro. Prese il suo adorato mp3 e lasciò tutti i cattivi pensieri per qualche minuto per potere assaporare il piacere di abbandonarsi nel meraviglioso mondo della musica –il suo mondo-
Fin da piccola ha sempre saputo di avere una bella voce, ma non ha mai cantato in pubblico.
Lei si vergognava troppo, ma non perché credeva di non essere brava, no.
Lei si vergognava del suo essere.
Qualsiasi cantante era sotto tutti i punti di vista e soprattutto quello fisico, perfetto.
Lei invece non lo era.
Solo con una persona riusciva a cantare e a sentirsi Amber Parker senza bisogno di doversi vergognare,solo con una persona lei si sentiva se stessa, la stessa persona che l’abbandonò anni prima lasciandola in balia della cattiveria delle persone.
VI HO INCURIOSITI? PASSATE E RECENSITE...
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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<-buongiorno amoreeee!- le urlò la madre, presentandosi stranamente felice vicino al suo letto.
-mmmh, ancora 5 minuti mamma!- cercò di bofonchiare la ragazza.
Era nel meglio del suo sogno e come al solito, la madre le rovinava sempre il finale.
Quello dove lui baciava lei e vivevano sempre felici e contenti.
Ma i finali così esistono solo nelle favole e Amber non era mica una protagonista delle favole.
Anzi..
-alzati o farai tardi per l’ennesima volta!- questa volta il tono della madre sembrava essere più duro, quasi da non ammettere repliche.
-va bene, va bene. Basta che non attacchi con i tuoi sermoni, mà!- spostò velocemente il piumone di dosso e appoggiò i suoi piedi caldi sul freddo parquet sussultando al contatto. Prese poi, a striracchiarsi fino ad alzarsi velocemente per dirigersi verso l’armadio.
Ecco qua che arrivò alla domanda tanto critica “cosa mi metto?”
Ammettiamolo, tutti, anche le super modelle si fanno questa domanda ogni mattina.
La mente della donna è contorta, pieni di complessi e domande, talvolta, inutili.
Ma, Amber non era una ragazza del genere. La mattina non si poneva nessun tipo di domanda, no.
Lei  utilizzava sempre un paio di leggins e un magliettone abbastanza largo da poter coprire le sue orribili, così le chiamava, forme.
Purtroppo Amber non era una di quelle ragazze benedette dal cielo con un fisico statuario, no.
Lei era una tipica ragazza un po’ rotondetta, con l’apparecchio.
Tutto di lei sembrava essere negativo.
Solo lei una cosa non aveva capito, che la vita, riserva delle sorprese che si, possono essere belle e brutte, ma dopo anni di bullismo e autocommiserazione, forse ora potevano essere belle.
Dopotutto, tutte le sue disgrazie e gli anni di sofferenza, potevano essere ricompensati con un po’ di felicità. Il momento era attivato, quale? il suo momento.
 
Indossò velocemente i suoi abiti per poi dirigersi in bagno e truccarsi leggermente.
Dietro quei suoi grandi occhiali, non si sarebbe visto un prezioso lavoro di sfumature, ma non era nemmeno sua intensione farlo, quindi si passò semplicemente una linea di eye-liner e una passata di mascara giusto per non sembrare uno zombie e per donare un minimo di definizione al suo sguardo spento da una notte passata insonnie.
Oggi era il grande giorno, e, anche se lei non lo dava a vedere , era super emozionata.
Anche se l’eccitazione, cessò subito non appena si ricordò di chi era.
Chi avrebbe ami potuto notare una quasi diciottenne paffutella con l’apparecchio e gli occhiali?
Nessuno, ecco.
Basta con tutta questa frenesia.
Oggi sarebbe stato un giorno come tutti gli altri.
Niente di più, niente di meno.
Si osservò per l’ultima volta nello specchio, dando un’ultima sistemata ai suoi capelli color nocciola con qualche sfumatura nel dorato per poi sistemarli con un fermaglio al lato destro della sua testa. Prese poi, ad osservare i suoi occhi marroni tendenti al verde..
-ce la posso fare, Amber ce la puoi fare!- cercò si ripetersi un’ultima volta.
Posò velocemente la spazzola sul ripiano del bagno per scendere velocemente le scale di legno che la separavano dalla cucina.
Cercò di mostrarsi il più felice possibile entrando con un sorriso a 32 denti e salutando i genitori con un leggero bacio sulla guancia.
-buongiorno patatina. Come va?- il padre, si ostinava a darle quel soprannome che lei tanto odiava.
Poteva risultare simpatico per qualsiasi altra persona, ma per lei no.
Lei detestava quel nomignolo, le faceva solo ricordare quanto fosse orrenda e grassa.
Si grassa. Lei odiava il suo corpo, odiava il fatto di non poter avere un fisico tanto invidiato da altre persona, odiava il fatto di non poter indossare un vestitino senza se la sua quinta di seno abbondante stonasse con il resto delle ragazze, che stonasse con lei.
Era come se fosse destinata a dover utilizzare sempre dei magliettoni enormi.
Lei odiava farsi vedere dagli altri.
Lei odiava farsi vedere da lui.
-papà!- lo riproverò, facendogli un’occhiataccia mentre si posizionava al tavolo per fare colazione.
Quanto avrebbe preferito non mangiare nulla, quando avrebbe preferito morire di fame invece d dover continuare a mangiare, e invece no.
-eddai Mike, la vuoi smettere! Non hai capito che la metti in imbarazzo?- questa volta fu la madre a parlare.
-facciamo una bella cosa, ci vediamo stasera ok? Ciaoooo!- ogni mattina sempre la stessa storia.
Faceva finta di mangiare qualcosa e poi scappava a scuola prima che i genitori potessero replicare.
La ragazza afferrò con vigore il suo zaino e se lo posizionò sulle spalle.
Uscì velocemente dalla porta, quando una ventata gelata l’avvolse.
L’aria invernale di Londra l’avvolgeva e le fece arrossare la punta del naso, scappato alla morsa dello sciarpone che ricopriva il viso di Amber.
Velocemente si incamminò verso la metropolitana.
Passò il suo abbonamento annuale sull’apparecchio metallico e si diresse su uno dei tanti vagoni della metro. Prese il suo adorato mp3 e lasciò tutti i cattivi pensieri per qualche minuto per potere assaporare il piacere di abbandonarsi nel meraviglioso mondo della musica –il suo mondo-
Fin da piccola ha sempre saputo di avere una bella voce, ma non ha mai cantato in pubblico.
Lei si vergognava troppo, ma non perché credeva di non essere brava, no.
Lei si vergognava del suo essere.
Qualsiasi cantante era sotto tutti i punti di vista e soprattutto quello fisico, perfetto.
Lei invece non lo era.
Solo con una persona riusciva a cantare e a sentirsi Amber Parker senza bisogno di doversi vergognare,solo  con una persona lei si sentiva se stessa, la stessa persona che l’abbandonò anni prima lasciandola in balia della cattiveria delle persone.
Solo il suo migliore amico, l’aveva aiutata a rimettersi in carreggiata dopo il brutto colpo da lei incassato: la partenza di quella persona che proprio oggi stava tornando, fu uno dei colpi più forti che Amber abbia mai ricevuto. Lui era il suo punto di riferimento, lui era il suo tutto, e, tristemente l’aveva abbandonata. Certo, non per sua volontà, ma per il lavoro del padre, ma aveva promesso che si sarebbe fatto sentire, e invece dopo pochi mesi le telefonate incominciarono a scarseggiare, i messaggi quasi più inesistenti, fino a quando non la calcolò più.
 
-ciao Niall!- entrando nell’atrio della scuola non potè non notare la figura del suo migliore amico che la stava aspettando vicino al suo armadietto e non potè certo non salutarlo.
-Ciao Amber!- il biondino le sorrise prontamente prima di avvolgerla in un abbraccio caldo e dolce.
-hai sentito anche tu cosa dicono?- le chiese staccandosi dalla morsa delicatamente.
-si, e purtroppo è tutto vero. Ho sentito parlare mia madre ieri con sua madre e si sono già dati appuntamento per fare shopping… quindi deduco che sia vero.-la guardò sospettoso per poi riprendere a parlare- come ti senti?-
-tutto bene Niall, non ti preoccupare. Sarà una giornata come tutte le altre, fidati!- cosa mai poteva pensare? Il suo cuore batteva all’impazzata e il solo pensiero di poter rivedere quelle iridi color caramello fuso, le fecero mancare l’aria e la terra sotto i piedi, ma no. Lei non avrebbe fatto proprio nulla.
Non poteva cancellare tutto il male che le aveva fatto, ma non poteva nemmeno cancellare quello che provava per lui.
La campanella suonò e la ragazza roteò gli occhi al cielo prima di dirigersi con Niall al suo fianco, nell’aula di biologia.
Si posizionarono ai loro soliti posti, fino a quando la professoressa non la fece sussultare.
Quel ragazzo che le stava affianco vicino alla cattedra era proprio lui.
Niall e Amber si scambiarono un’occhiata complice, fino a quando lei non abbassò lo sguardo e il capo fino a sprofondare nel banco per rendersi il più invisibile possibile.
-bene, oggi abbiamo un nuovo compagno, prego caro, puoi anche presentarti- la professoressa cercò di darsi un contegno da grande regina, ma fu poco credibile in quando il ragazzo la guardò di sbiego.
-Ciao a tutti sono Zayn M
alik.- queste furono le uniche parole che pronunciò il ragazzo prima di posizionarsi nel banco dalla professoressa indicato.

*Spazio Autrice*

Eccomi qua, di nuovo con una nuova storia. 
No, non vi preoccupate, non abbandonerò l'altra. Diciamo solo che stamattina mi è venua una certa ispirazione, forse perchè è il compleanno di Zayn... Ho buttato giù questo capitolo... Che ve ne pare?
Continuo? La storia vi piace? Fatemelo sapere nelle recensioni, che spero ci siano.
Alla prossima
_littledreamer_
  
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