Benvenute
care stoiche e stoici internauti, assidui
divoratori di fanfic e affini, come ben saprete, questi saranno gli
ultimi
capitoli della storia più lunga della serie. Ammetto senza
vergogna che vedere
tanti masoc...pardon, tanti coraggiosi disposti a sorbirsi i miei
tentativi di
fuga mentale dalla mia inevitabile carriera di precario (a meno che non
faccia
il politico), mi lusinga non poco.
Nel
precedente capitolo abbiamo visto la
riappacificazione tra Marie ed Alain...questa, invece, sarà
più tosta e sarà divisa in due capitoli.
PASSI
Girodelle se ne era
rimasto davanti alla finestra.
Aveva rivisto il
generale nel giardino, piombare davanti al balconcino della camera dove
ora
alloggiava Madame. Lo faceva spesso, passandoci delle ore, in attesa di
qualcosa.
Ne era quasi
divertito.
Gli sembrava di essere
a teatro: il grande eroe che si era distinto nella guerra dei Sette
Anni, pezzo
grosso dell'esercito ai tempi di Luigi il Beneamato, costretto a
tampinare sua
moglie sotto il balcone, come un imberbe Romeo.
Roba da
pazzi
si ritrovò a pensare, scuotendo la testa.
Doveva ammettere che
quello spettacolo era comunque divertente. Aveva sempre visto
quell'uomo come
una persona integra e priva di pecche visibili. Molto probabilmente, se
non
avesse letto i suoi diari o non avesse incontrato sua figlia, avendo
così modo
d'incontrarlo dappresso e di apprezzarlo in qualche modo, ne sarebbe stato ancora più sorpreso. Vederlo
affannarsi
dietro alla moglie, comunque, era uno spettacolo assolutamente inedito.
Girodelle si gustò la
visione per qualche tempo poi, come stanco della cosa, decise di
intervenire. Sono due testoni si
disse, con un tono
quasi incredulo forse, è meglio
intervenire.
-Generale- fece,
lasciando il portico dove si trovava- gradite un bicchiere di liquore?-
Francois quasi non si
accorse della sua presenza.
La sua unica reazione
fu annuire in modo meccanico, tenendo fisso lo sguardo sul balconcino
della
camera di Madame.
-Generale?- domandò
perplesso l'uomo.
-Che volete?- rispose
di rimando il più anziano.
Girodelle tossicchiò.
-Credo che dovreste
trovare un sistema...alternativo, a quello che avete usato.- disse,
tentando di
evitare lo sguardo scettico di De Jarjayes. Un'impresa non da poco,
considerando che non era ancora immune al carisma dei membri di quella
famiglia.
-E quale sarebbe?-
chiese.
-Potrei suggerirvi di
usufruire dei passaggi segreti di questo castello, uno dei quali,
casualmente,
conduce nella camera dove ora è rintanata Madame. L'unico
problema è che la
serratura è difettosa e, una volta entrato, non potrete
più uscire.- disse,
spostando lo sguardo ai cespugli.
-Voi dite?- domandò
scettico l'altro.
Victor sgranò gli
occhi.
-Santo Cielo, Generale!-
esclamò perplesso- Avrete pure sposato vostra moglie secondo
le
convenzioni...ma avete parlato un po'...o no?-
Il silenzio dell'ex
pezzo grosso dell'esercito, tuttavia, era quanto mai eloquente...e a
Victor
parve di essere in una situazione quanto mai grottesca e si chiese se
la
goffaggine nei sentimenti fosse una peculiarità di quella
famiglia. -Ad ogni
modo- disse, ben deciso a tirarsi fuori da quella condizione spinosa-
vi
consiglio di andare da lei e discutere della cosa. Ho tolto ogni
oggetto contundente
e quindi non correte nessun rischio.-
Francois lo guardò con
un filo d'indignazione.
Non era molto convinto
che quell'ultima frase fosse stata detta a caso...ma preferì
non indagare.
Qualunque fosse la ragione che aveva spinto Girodelle ad aggiungerla.
-E va
bene- concesse, tentando di darsi comunque un tono.
Oscar fissava
silenziosa le travi del soffitto.
Anche nella penombra
di quella notte stellata, si riusciva comunque a vedere con chiarezza
le zone
buie.
-Non riesci a
dormire?- domandò André.
Lei non rispose subito
ma quell'esitazione bastò al marito per capire che aveva
qualche pensiero per
la testa.
-Sono qui- aggiunse,
spronandola a vuotare il sacco. Qualunque cosa fosse, doveva metterla
in
agitazione non poco.
-Sto pensando a mia
madre- disse infine, sciogliendo il nodo- prima di andarsene da
Girodelle, mi
ha messo a parte del fatto che mio padre ha lasciato a me e a lei una
considerevole fortuna.-
André
fischiò,
beccandosi uno scapellotto dalla moglie. -Ah, non prendermi in giro!-
sbuffò
indignata.
-E allora? Ti decidi a
dirmi cosa ti ha riferito, visto che muori dalla voglia di
raccontarmelo...oppure devo aspettare?- chiese sardonico.
Oscar sospirò esasperata. Da quando si erano sposati, non aveva mai smesso di farle notare le quasi tre decadi che erano occorse per convincerla a dire sì...e forse non avrebbe mai cessato di sfotterla in quel senso.
- Hai presente
quell'episodio sul Maresciallo di Francia Hermann Moritz von Sachsen, a
proposito di quel quantitativo d'oro sparito nel nulla?-
domandò.
-Chi non lo sa?- fece
André- Uno dei tesori più cospicui dai tempi del
re Sole, sparito
improvvisamente, durante la guerra. -
-Ecco- continuò Oscar-
pare che mio padre, all'epoca sottoposto del Maresciallo, ne sia
entrato in
possesso.-
A quelle parole, calò
il silenzio.
-Stai scherzando?-
domandò Grandier- Mi stai dicendo che il Generale ha
conservato questa fortuna paurosa,
senza destare sospetti nella corte e nei suoi colleghi? Stento a
crederlo.-
-E'così- fece- la
mamma è stata molto evasiva ma credo che qualcuno si sia
comuenque accorto
della cosa. Forse De Bouillé...negli ultimi tempi, lo vedevo
spesso in compagnia
di mio padre, insieme a sua sorella.-
-Ad ogni modo, pur
ammettendo che sia vero...-provò a dire André.
-E'vero- rispose la
moglie- ho visto il documento della banca di Ginevra. Mio padre ha
versato poco
dopo le nozze con la mamma tutto questo patrimonio, tramite due conti
intestati
a lei e a me.-
-E le tue sorelle?-
chiese l'altro.
-Loro hanno il
patrimonio della prima moglie di mio padre che non ha voluto niente per
sé. Ha
diviso i beni in cinque parti ma non ha messo niente di suo. Pare che i
parenti
della donna, non gradendo queste nozze, gli siano stati costantemente
con il
fiato sul collo.- spiegò lei.
Il materasso si
inclinò.
-Mi sembra chiaro-
disse André, stiracchiandosi - Marie-Anne Louise Bourcet de
La Saigne era molto
più grande di tuo padre. Pare quasi impossibile che sia
riuscita a dare al
generale ben cinque figlie.-
Oscar sospirò.
Suo padre si era
sposato con quella ereditiera ben prima di ritornare in accademia, poco
dopo i
risultati ottenuti con la partecipazione del conflitto. Non gli aveva
mai
chiesto niente in proposito, troppo presa nella missione di assecondare
il suo
desiderio di avere un figlio soldato...e ora se ne pentiva.
Gli scheletri
nell'armadio del genitore erano decisamente pesanti...tanto che si
domandò come
avesse potuto sopportarne il peso in quel modo. Aveva occhieggiato i
diari che
Mademoiselle Chevalier aveva portato loro, glissando con imbarazzo le
parti più
personali. -Mi auguravo che, una volta sull'isola, mio padre decidesse
di
parlare con lei...ma è un testardo ed ha preferito
nasconderle tutto, pur
sapendo che è una cosa ridicola e ingiusta.-
commentò.
-Comunque sia- disse
André- ora non possono più scappare.-
Marguerite stava
occhieggiando di nascosto la finestra del balcone. L'idea che fosse in
giardino, con la possibilità di guardare cosa faceva in
camera sua, la irritava
non poco. Scoprire che era vivo avrebbe dovuto renderla felice...ma,
come al
solito, il comportamento del consorte aveva reso vana una simile
prospettiva.
Qualunque cosa avesse
da dire, lei non voleva ascoltarla.
Non voleva più avere
niente a che fare con il Generale ed era per questo motivo che aveva
deciso di
andar via...anche se questo voleva dire, salutare, forse per sempre, la
sua
unica figlia.
A quel pensiero, le si
strinse un nodo alla gola.
Non voleva dire addio
alla sua Oscar e nemmeno alla famiglia che, in modo assolutamente poco
convenzionale, aveva costruito...ma non riusciva proprio a mandar
giù il
comportamento ingiustificabile del marito.
-Non piangere
Marguerite- disse una voce alle sue spalle.
Madame sussultò,
voltandosi di scatto.
Il Generale era lì...e
comprese che, vista la mossa fulminea, non avrebbe avuto modo di
rimandare quel
confronto.
Malgrado questa
consapevolezza non riuscì a frenare una certa
tensione...eppure rimase ferma,
in attesa della sua mossa.
Avrei
dovuto mettere la cosa del generale tutta qui ma
non me la sono sentita. Vedremo le cose nel prossimo capitolo, ancora
da
scrivere. Vi ringrazio per avermi letto e recensito. Siete grandi.