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Autore: mrsreg    16/01/2013    4 recensioni
Long ASSOLUTAMENTE AU dove resusciterò personaggi uno dopo l'altro. Se volete leggere una storia alternativa, beh, questa è la fic giusta! XD
Visto che, nonostante ami scriverle, non ho letto quasi nessuna AU, mi dispiace se questa storia assomiglerà ad altre. Se sto facendo una storia uguale a quella di qualche altro autore, lo dica, che la elimino immediatamente.
Tratto dal primo capitolo:
E così, all'alba delle cinque di mattina, dopo tre ore di perfetto sevizio, il nostro Mad Eye aveva messo da parte la sua tanto decantata vigilanza costante e puliva il suo occhio magico, rivolto verso il muro così che se fosse passato un Babbano non avrebbe visto niente di strano.
[...]
Doveva raccontare di qualche incantesimo alle spalle o di qualche bestia feroce per giustificare la sua mancanza di attenzione.
Infondo, aveva comunque una reputazione da difendere, lui.

Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione, James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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Just a detail...


 


 

Frank (uomo alto con capelli biondo grano e occhi azzurri che lo facevano sembrare un angioletto anche se era un vero e proprio bastardo, quando ci si metteva) e Alice (donna di media statura con capelli castano-biondi e occhi castani) si svegliarono quasi contemporaneamente in una stanza poco illuminata a causa delle finestre quasi chiuse, distesi uno di fianco all'altra su un letto matrimoniale e con un sapore amarognolo in bocca.

I loro sguardi, dopo essersi incontrati, iniziarono a vagare per la stanza, finalmente coscienti.

Erano stati rinchiusi in una sorta di limbo dal quale vedevano tutto, ma non potevano controllare i loro corpi per circa quattordici e ora era un sollievo riuscire a controllarsi.

I loro occhi inciamparono in una figura che si trovava in un angolo, facendo sparire con un colpo di bacchetta quello che sembrava un calderone.

Era una donna e aveva lunghi capelli rosso fuoco mossi che le coprivano il volto.

Quando si alzò ed incontrò gli occhi dei coniugi Longbottom, quella sorrise in un sorriso che contagiò anche gli occhi verde smeraldo da cerbiatta.

I due si sedettero a fatica sul letto fissando la donna, poi Alice disse -Ma tu... Tu non e-eri... Morta?-

Scosse la testa in risposta, la donna.

-E voi non eravate pazzi? Comunque si, sono io e c'è anche lui, in soggiorno. Non vi preoccupate, qui siamo al sicuro...-

-E Neville? E Harry?-

-Non ci siamo ancora potuti avvicinare, ma proveremo la sera della vigilia, tra dieci giorni. Venite?-

Alice e Frank annuirono iniziando a sorridere e poi si fecero guidare fino al soggiorno.


 


 

Harry, Ron ed Hermione, dimentichi delle lezioni, corsero a cercare Neville sotto lo sguardo comprensivo della McGollan che si diceva che, per una volta, avrebbe fatto saltare una lezione ai tre ragazzi senza troppe storie.

Il trio aveva perlustrato gran parte del castello quando trovarono Neville nella gufiera che, appoggiato a una finestra, lasciava andare lacrime e singhiozzi incurante che qualcuno potesse vederlo.

Per il ragazzo quella era la fine: ormai non aveva più una famiglia.

Nonostante la cosa lo turbasse, non era troppo triste per la scomparsa dei genitori visto che erano impazziti da tempo, ma la morte della nonna per lui significava essere affidato a chissà chi e perdere ogni collegamento con la sua vera famiglia.

Si senti abbracciare e quando si girò vide Hermione che lo guardava con le lacrime agli occhi e i due ragazzi che, con lo sguardo pieno di dispiacere, gli tiravano pacche sulle spalle per dargli forza.

Non riuscì ne a sorridere ne a dire niente per ringraziarli, ma loro parvero capire gli sorrisero incoraggianti.

Poi Harry parlò.

-Senti, visto che non hai un posto dove andare... Vuoi venire da noi? Se andiamo da Dumbledore gli chiediamo il permesso.-

Neville, confuso, annui chiedendosi come mai dovesse chiedere il permesso a Dumbledore per andare a casa di uno dei suoi amici.

Li seguì fino all'ufficio del preside che, quasi come si aspettasse una loro visita li attendeva sorridente.

-Se siete venuti per chiedermi se Neville può venire a passare le vacanze di Natale nella sede dell'Ordine, la mia risposta e si, ma gli dobbiamo spiegare qualche cosa prima di farlo venire.-

Il vecchio preside spiegò al Gryffindor tutto quello che doveva sapere per poter passare le vacanze con i compagni e poi, dopo avergli lanciato uno sguardo di incoraggiamento, li congedò con un cenno del capo.

I quattro ragazzi non si presentarono a lezione quel giorno, ma, invece, parlarono tra loro mentre Neville si calmava lentamente e le sue paure scivolavano via.

Gli dissero che erano membri del vecchio Ordine anche i suoi genitori, che Sirius Black era assolutamente innocente, che per la Tana giravano due persone, una ragazza poco più grande di loro e il fratello di Sirius, erano state costrette a diventare Mangiamorte e che erano riusciti a salvarli trovandoli rinchiusi in una cella.

Così Neville accantono il suo dolore.


 


 

Alla Tana, nonostante le brutte notizie, la vita continuava e in quel momento si stava svolgendo una scenetta quotidiana da quando Caitlin era entrata a far parte dell'Ordine.

Caitlin, dimentica della bacchetta, era armata di mattarello e correva, urlando come una banshee, dietro un Sirius Black ridacchiante ormai prossimo a una morte lenta e dolorosa se non per mano di Moody junior, per mano di Moody senior.

Infatti Sirius, da bravo incosciente che non pensa, aveva pensato bene di toccare le preziose natiche di Caitlin che, da quello che urlava, aveva dato la notizia all'intero vicinato.

Ma concentriamoci sui toni soavi della ragazza.

-Cagnaccio maledetto! Come ti permetti anche solo di guardarmi? Sei un pervertito, un porco! Non ci provare mai più o giuro che sarà l'ultima cosa che farai!-

-Significa che morirò felice.- fu la brillante risposta dell'Animagus, seguita da un ghigno malizioso.

-Aaaargh!-

Intanto, seduti sul divano a godersi lo spettacolo, Regulus e Hennie si abbottavano di cioccolata, lui a gambe incrociate come un ragazzino nonostante ormai avesse quasi trentacinque anni e lei appoggiata alla sua spalla in cerca di calore.

A molti sembrava strano che, nonostante i sedici anni di differenza che correvano tra i due, andassero così d'accordo, ma solo perché loro non avevano mai diviso la cella con una persona.

Per l'uomo, infatti, Hennie era il raggio di sole che lo salvava dalla solitudine della sua cella e per la ragazza Regulus era il suo compagno di disavventura, quello che ogni volta che veniva rinchiusa in quella cella le dava la forza di andare avanti.

Ormai non potevano immaginare una vita senza l'altro, ma non si aspettavano che qualcuno capisse davvero, solo Sirius aveva capito qualcosa.

-Hennie, secondo te quando si mettono insieme quei due?-

-Quando Caitlin smetterà di pensare che lei è un robot che non può provare niente e quando tuo fratello smetterà di fare il coglione.-

-Difficile, mio fratello è coglione.-

-Mmmh, hai ragione. Infondo siete parenti.-

Regulus tirò una ciocca dei capelli castani della ragazza ridacchiando, poi l'abbracciò schioccandole un bacio tra i capelli.

Lui, dopo qualche settimana in cui negava tutto, aveva capito di essersi innamorato di lei, del suo raggio di sole, ma non aveva intenzione di dirglielo: lei era così giovane, si sarebbe rovinata stando con uno che aveva passato gli ultimi sedici anni della sua vita in una cella e, secondo lui, si meritava molto di più. Non aveva intenzione di accalappiare una ragazzina come cercava in tutti i modi di fare suo fratello.

Lei, invece, era ancora nella fase della negazione totale. Aveva iniziato a pensarlo ad ogni ora e le ispirava sicurezza, dolcezza e... sconcezze. Non riusciva a capire cosa le stava succedendo, quindi cercava di comportarsi come al solito, sperando che le sarebbe passata. Non riusciva a concepire un qualcosa come una relazione tra lei e Regulus, ma non perché fosse più grande o altre frivolezza, ma perché le sembrava strano che proprio lei potesse innamorarsi.

Nessuno dei due sapeva che, presto, Hennie avrebbe capito che proprio lei si era innamorata e che non sarebbe stato Regulus ad accalappiare lei, ma lei ad accalappiare Regulus.

  
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