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Autore: kary218    17/01/2013    3 recensioni
In un Mondo Magico che ha appena assistito alla scomparsa misteriosa di Lord Voldemort, mentre la caccia ai Mangiamorte si fa spietata, due coppie opposte si ritrovano, loro malgrado, a condividere una mattinata che condurrà tutti e quattro a riflettere sul significato dell'amore e su tutto ciò che quella guerra si è portata via.
Arthur e Molly, Lucius e Narcissa.
Vite parallele, su fronti opposti della battaglia, accomunate da quello che, per tutti loro, è il tesoro più prezioso: la famiglia.
Tra battibecchi, risate, amarezze e gelosie, uno slice of life di quattro vite che si incrociano, riflettendo su quello che davvero conta e su ciò che ormai è perso per sempre.
Dalla storia:
"È una squilibrata!"
"LO SO CHE È UNA SQUILIBRATA!" gridò Narcissa, mentre le lacrime le rigavano il viso, per poi concludere in un sussurro: “Ma è mia sorella...”
[...]
“Weasley, che sta succedendo? È un manufatto babbano quello?”
“Già, Weasley” enfatizzò Lucius, gioioso: “Che sta succedendo?”
[...]
Lucius la amava davvero, o la sfoggiava soltanto, al pari di un anello od un
bracciale?
[...]
Cos'altro aveva visto Arthur in lei per amarla così tanto?
"Guarda qui che smagliature..."
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Weasley, Cornelius Caramell, Lucius Malfoy, Molly Weasley, Narcissa Malfoy | Coppie: Arthur/Molly, Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Eccomi di nuovo qui, ormai è ufficiale, aggiorno ogni otto giorni ù.ù Comincio subito col ringraziare tutti quelli che hanno letto, recensito, inserito la storia tra le seguite, le preferite, eccetera: non avete idea di quanto mi fa piacere! Veniamo al capitolo qui sotto: innanzitutto direi che è il mio preferito dell'intera storia, un po' per il pezzo di storia in sé, un po' per la narratrice, Narcissa, che adoro. Visto che non voglio dirvi cosa succede nel capitolo, ma che ho comunque delle precisazioni da fare, eccezionalmente metto delle note a fine pagina, quindi buona lettura e ci vediamo tra poco! ;)

4. Scelte di vita

 

 

Mi dispiace Lucius, ma io devo trovarla...

Narcissa era apparsa in un luogo che aveva visto ben poche volte: l'Atrium, l'unico livello del Ministero della Magia nel quale era possibile la materializzazione.

Estrasse la bacchetta, si sciolse i capelli e si cambiò d'abito, optando per una lunga tunica nera, piuttosto anonima e senz'altro molto meno appariscente del suo precedente vestito.

Qualche settimana prima aveva trovato molto sgradevole il dover comparire davanti al Wizengamot per deporre in favore di suo marito ma ora, per la prima volta, si ritrovava a considerarlo qualcosa di positivo, dato che se non avesse visto quel luogo in precedenza, non sarebbe mai riuscita ad apparirci. L'ingresso al Ministero era un ampio spazio disseminato di centinaia di camini, che la donna ricordava perennemente affollato, nonostante quel giorno apparisse quasi deserto.

Impiegò qualche secondo a ricordare che era domenica, poi riprese a camminare, cercando gli ascensori. Giunse rapidamente davanti alla statua dei Magici Fratelli, un monumento dorato rappresentante un mago, una strega, un folletto, un centauro ed un elfo domestico, dove fu raggiunta da due vigilanti.

“Desidera, signora?”

Oddio.

“D-desidero assistere al processo odierno del Wizengamot”

“Nome?”

“Narcissa Malfoy”

Il cuore le batteva a mille, l'avrebbero fatta passare? Sperò con tutta se stessa che il suo consorte avesse già avuto a che fare con loro, magari dispensando una discreta somma, altrimenti come avrebbe fatto? Non aveva pianificato nulla, aveva agito d'impulso ed era stata sciocca, solo in quel momento se ne rendeva conto... Quel giorno però la sorte sembrò essere dalla sua, perché dopo poco i due le indicarono un ascensore lì vicino, porgendole una targhetta con incisa le parole 'Pubblico W' e dicendole: “Da quella parte, secondo livello, ci saluti suo marito”

Sorrise lievemente, sollevata, per poi entrare nella cabina e premere il tasto due.

 

L'ascensore partì a razzo verso l'alto, fermandosi pochi secondi più tardi.

Secondo livello” gracchiò una voce registrata, mentre le porte si aprivano: “Dipartimento Applicazione delle Legge sulla Magia: sottosezioni Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche, Quartier Generale degli Auror, Servizi Amministrativi Wizengamot”

Se lo ricordava quel corridoio ed ancora le metteva i brividi, comunque si sforzò di fare qualche passo avanti, scostandosi una ciocca di lunghi capelli biondi dal viso.

Doveva assolutamente incontrare sua sorella, era certa che non le avrebbero mai concesso di farle visita una volta in prigione e non poteva vivere col rimpianto di non averla più vista.

Come faccio adesso?

Più si avvicinava alla soglia del tribunale, più era assalita dai dubbi: che poteva escogitare? Non aveva idea di dove fosse Bellatrix, ma la prospettiva di sedersi e fare da pubblico alla condanna annunciata la disgustava... Avrebbe voluto Lucius lì con lei, anche se quello si rifiutava di capirla.

Il corridoio si faceva sempre più freddo, sentiva il vociare degli inquisitori e della giuria oltre la porta di legno scuro, ma cominciava a sentirsi leggermente stordita, forse per via dell'ansia, tanto che ben presto si ritrovò a faticare nel mettere un pensiero in fila all'altro.

Che stupida sono stata...

Solo quando stava per lasciarsi andare del tutto allo sconforto si voltò, trovandosi a poca distanza da sei dissennatori, che scortavano un gruppo di quattro persone, tre delle quali a lei molto familiari.

Quei mostri erano le guardie perfette, risucchiando ogni pensiero positivo e voglia di vivere, ma ancora una volta Narcissa non riusciva a pensare a nulla, se non alla donna prigioniera a pochi metri da lei.

“Bella!” chiamò, correndole incontro; avrebbe voluto abbracciare sua sorella, ma le oscure creature le si avvicinarono, mostrando gli orrendi buchi che avevano per bocca e strappandole un grido, mentre cadeva a terra e strisciava d'istinto quanto più lontano le era possibile, fino a schiacciarsi con la schiena contro il muro.

Non la attaccavano, non era il loro compito, ma non l'avrebbero fatta accostare ai prigionieri.

“Bella!” tentò di nuovo, in lacrime, mentre la donna dai folti capelli corvini nemmeno alzava lo sguardo; sembravano automi, camminavano meccanicamente, ma i loro sguardi erano persi.

“Che sta succedendo qui?!” la riscosse una voce che già conosceva, mentre Caramell le si avvicinava rapido, aiutandola ad alzarsi.

“Mi aiuti...”

“Signora Malfoy!” esclamò il mago, sorreggendola: “Che le hanno fatto?! Non l'avranno attaccata!”

Non lo ascoltava davvero, era ancora confusa ed un solo nome le vorticava in testa.

“Mia sorella...” pigolò, finalmente in piedi.

“Che cosa?”

“Mia sorella” ripeté, alzando un braccio per indicare la bellissima donna dai capelli neri: “Devo parlarle...”

“Ma-ma questo non è possibile!”

“Io devo!” ribadì più forte Narcissa, testarda, mentre il mago deglutiva nervosamente, indeciso sul da farsi: non voleva correre rischi, ma non se la sentiva nemmeno di negare qualcosa alla moglie di Lucius Malfoy, quell'uomo era comunque molto influente!

La bionda lo fissava speranzosa, con gli occhi colmi di lacrime, mentre quello si rigirava convulsamente la bombetta tra le mani, cercando di ignorare il vociare proveniente dall'interno del tribunale, che si faceva via via più insistente.

“Va bene, va bene” borbottò infine: “Produca un Patronus, non posso farli allontanare per questioni di sicurezza e sia breve, siamo in ritardo e se qualcuno uscisse a cercarli sarei finito”

Forse gli era grata, forse lo detestava come l'aveva detestato poche ore prima, non avrebbe saputo dirlo, i pensieri erano annebbiati ed il tempo era poco, così evitò di porsi l'interrogativo.

Expecto Patronum!” disse invece, mentre una scia argentea l'avvolgeva, per poi prendere la forma di un candido cigno che le consentì di avvicinarsi quel tanto che bastava, allontanando di qualche passo i dissennatori.

Allungò una mano e la poggiò sulla guancia fredda di sua sorella, che inizialmente parve non sentirla, avvolta nel suo stato catatonico; man mano che il patronus però girava loro attorno, Bellatrix sembrava riacquistare un po' di coscienza, tanto da alzare gli occhi per incrociare quelli di ghiaccio della sua sorellina.

“Bella...” sussurrò la signora Malfoy, incapace di trattenere il pianto: “Che ti hanno fatto... Mi dispiace così tanto!”

Sua sorella: quella che le bruciava le bambole, quella che faceva appassire i fiori che aveva appena colto per la mamma, quella gelosa delle attenzioni che tutti riservavano alla piccola di casa, quella che parlava di come un giorno avrebbe sposato un mago potente ed avrebbe avuto il mondo ai suoi piedi, quella bella, bellissima, che tutti si giravano a guardare. Quella che, in fondo, le voleva bene.

L'abbracciò stretta, senza che l'altra avesse la lucidità per ricambiare, con l'intento di farle capire quanto era grande il dolore che provava. Voleva farle forza, oppure sperava che fosse proprio sua sorella maggiore a far coraggio a lei? Non avrebbe saputo dirlo.

Ad un tratto Bellatrix disse qualcosa.

“Cosa?”

“Tornerà, Cissy” scandì quella, fiera, senza muovere un dito: “Lui verrà a prendermi e mi ricompenserà”

“Che cosa hai detto?”

Non poteva credere a quello che aveva appena sentito, doveva per forza sbagliarsi.

D'istinto si era staccata dall'abbraccio, fissando sua sorella con orrore.

“Tornerà, vedrai!” ripeté.

Sembrava febbricitante, un fervore folle la animava ed in quel momento Narcissa ricordò l'ammonimento di suo marito.

Non ho corrotto mezzo Ministero solo perché lei possa vederci, urlare che siamo dei vigliacchi traditori in una delle sue classiche uscite e farci sbattere all'inferno con loro! È una squilibrata!”

Si allontanò lentamente, sconvolta, lasciando che il suo patronus si dissolvesse non appena ebbe raggiunto Caramell, che le picchiettò sulla schiena con fare consolatorio, mentre le porte del Wizengamot si aprivano per far entrare i prigionieri.

“Su, si riprenda, mia cara” la incoraggiò: “Dev'essere scioccante, la capisco, coraggio, la accompagno all'Atrium”

Mentre ripercorrevano la strada a ritroso, la strega non pensava che ad una cosa: quella donna non era sua sorella, almeno non più. Cosa le avesse fatto l'Oscuro Signore per trasformarla in quel modo non le era dato saperlo, ma se fosse tornato, un giorno gliel'avrebbe pagata. Bellatrix era tutto ciò che le rimaneva della sua famiglia d'origine e Lui gliel'aveva portata via, avvelenandola con i suoi ideali, ammorbandola di un fanatismo che le aveva rubato l'anima. Dovette accettare ciò che Lucius aveva cercato di spiegarle per molti mesi, ovvero che la Bella con cui rideva e bisticciava era morta tanto tempo prima, solo che lei non aveva voluto vederlo.

Sua sorella aveva scelto il suo destino, non poteva fare più nulla per lei.

 

Draco...

Quando apparve nell'ingresso del Maniero, vedere suo figlio le sembrava l'unica cosa importante, così gettò a terra il soprabito, prontamente raccolto da un elfo, per dirigersi di corsa su per le scale, dove trovò ad attenderla Lucius, in piedi dinnanzi alla loro camera dal letto.

“Dove sei stata?!” tuonò, furente: “Cosa ti è saltato in mente?!”

Voleva raccontargli della sua terribile esperienza ma, appena nominò il Ministero, suo maritò la zittì, tremante di rabbia.

“Cosa ti avevo detto?” sbottò, gesticolando: “Cosa?! Te l'avevo spiegato! Ti avevo avvertita! Siamo fortunati ad essere liberi, Cissy! Ma tu, a quanto pare, preferiresti vedermi chiuso in una cella, lasciando nostro figlio senza un padre, affidato agli elfi o, magari, a tua sorella Andromeda, così da poterlo crescere assieme a quello scherzo della natura che ha partorito, con quel suo maritino dal Sangue Sporco! Non è così?!”

Aveva alzato la voce, facendola sentire ferita, incompresa, senza più nessuno a cui rivolgersi; era sempre stata convinta di essersi sposata per amore, ma come poteva amare un uomo che le rinfacciava le vergogne della sua famiglia e che le urlava contro, invece di capirla?

“Vorrei non averti mai sposato!” soffiò lei in rimando, sputando ogni parola, per poi spostarlo da davanti all'ingresso, entrare in camera e richiudersi con la magia la porta alle spalle.

Poteva sentirlo battere sul legno e chiamare il suo nome, ma non le importava: insonorizzò la stanza e si buttò sul letto, tra i morbidi piumoni, voltandosi poi su un fianco, così da poter osservare il suo bambino, placidamente addormentato nel suo lettino.

Il mio Draco...

Il suo gioiello, il suo orgoglio, l'unica perla che le era rimasta; l'avrebbe protetto ad ogni costo.

Unico

Fu allora che le tornò alla mente il brunch di quella mattina, con quei pezzenti... Quei Weasley. All'improvviso non le sembravano più così miserabili, forse addirittura li invidiava: quella loro felicità, quei sorrisi complici, quel darsi manforte nei momenti di crisi, erano tutte cose che in quel momento a lei mancavano. La donna, Molly Prewett, l'aveva a malapena incrociata a Hogwarts, lei era al secondo anno quando quella terminava gli studi, eppure ora non riusciva a togliersela dalla mente. Di famiglia povera, aveva sposato un uomo più povero di lei, noto per appartenere ad una stirpe rinnegata, eppure la vedeva stringere a sé quella minuscola bambina dai capelli rossi, mentre suo marito le teneva una mano dietro le spalle, orgoglioso... Lucius l'avrebbe mai fatto? Fin da piccolissima, tutti le avevano insegnato quanto il loro stato di sangue fosse importante, quanto fosse pura e superiore alle altre ragazze di famiglie magiche; aveva imparato a stare dritta, a mantenere costantemente un contegno da regina, cosa che era sempre riuscita meglio a Bellatrix.

Quella donna le ricordava Andromeda.

Le avevano insegnato anche a disprezzare la sua stessa sorella, quando quella era fuggita per sposare un Mezzosangue, e la cosa le era sempre apparsa giusta, quasi doverosa; tutto d'un tratto non era più sicura. Immaginò Meda in una casa modesta, abbracciata al suo compagno, mentre la loro figlia -le sembrava si chiamasse Ninfadora- correva in giro allegramente. Una parte di lei avrebbe voluto andarla a trovare, in fondo che le importava? Eppure qualcosa le diceva che era un pensiero tremendamente sbagliato, che sua madre non l'avrebbe mai perdonata, ma anche che, più di chiunque altro, sarebbe stata Bellatrix a prenderla peggio: la fuga di Andromeda aveva rischiato di mandare all'aria il suo fidanzamento con Rodolphus Lestrange, coprendola di vergogna; l'uomo, ai tempi, aveva dovuto esercitare parecchie pressioni su suo padre per poterla sposare comunque.

La maggiore delle sue sorelle, da quel preciso giorno, si era rifiutata persino di nominare Meda, cancellando il suo nome dall'arazzo di famiglia addirittura prima che potesse farlo la loro madre e quando si era diffusa la notizia che la bimba nata da quell'unione vergognosa era una Metamorphomagus, tutti erano stati d'accordo nel parlare di punizione divina.

A quel punto sarebbe toccato a lei, Narcissa, sposare il fratello minore di Lestrange, inizialmente destinato proprio ad Andromeda, ma Lucius l'aveva reclamata per sé, facendole una corte spassionata ed offrendo alla loro famiglia regali piuttosto convincenti... Si poteva dire che li avesse quasi corrotti. Per lei era stato come vedere arrivare il principe azzurro sul cavallo bianco, per quanto lo rifiutasse dai tempi della scuola e spesso ci battibeccasse, doveva ammettere di esserne sempre stata attratta. Si era rivelata la scelta giusta? Lucius la amava davvero, o la sfoggiava soltanto, al pari di un anello od un bracciale?



Note finali: Eccomi, come promesso ci sono altre note! La prima cosa che devo dire è che, ai motivi per i quali questo è il mio pezzo preferito, va aggiunta la presenza di Bellatrix, con la quale mi sono fissata da un po' di tempo a questa parte :P
Altra cosa fondamentale che devo dire è che l'idea che la fuga di Andromeda abbia portato scompiglio nel matrimonio di Bella -anche se l'idea qui è sviluppata in modo diverso-, mi è venuta leggendo la stupenda ffic 'I panni sporchi si lavano in famiglia' di SeveraBartySha.
Ve la linko, perché pubblicizzarla un po' è il minimo che io possa fare (soprattutto perché vale davvero la pena di essere letta!!!):

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1418413&i=1
Immagino che l'idea sia stata presa in considerazione da altri autori, pensandoci è piuttosto ovvio che la fuga di una figlia porti vergogna e rischi di far cadere in disgrazia la famiglia, però io prima non ci avevo pensato, quindi devo rendere merito a quella bellissima fanfiction. Come avrete letto, ho immaginato che Rabastan fosse destinato invece ad Andromeda e che sarebbe quindi toccato a Cissy adempire alla promessa fatta tra le famiglie... Insomma da lì poi sono andata avanti con la mia folle inventiva ù.ù Ecco, fine dei credits, altro da dichiarare? Solo che da qui si comincia a capire il nesso col titolo, visti i dubbi di Narcissa che cominciano a venire a galla... Lucius la ama davvero? Perché? Lo scopriremo nella prossima puntata, se avrete ancora voglia di seguirmi :D

  
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