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Autore: RedFeather1301    20/01/2013    6 recensioni
Le foglie cadono e il vento giace. Un blocco note, una penna e una cioccolata calda. Una macchia d'inchiostro e il bagliore di uno schermo che diffonde la luce fioca nella stanza. Una ragazza che sorseggia la sua cioccolata è intenta a scrivere quando si accorge che la bevanda è troppo calda, le dita per un secondo si staccano dalla tastiera, andandosi a tastare le labbra indolenzite.
Dall'altra parte un ragazzo, dai capelli chiari come la luna, fissa i puntini che marciano silenziosi, in attesa di una risposta che tarderà ad arrivare.
"Allora? Ti vuoi dare una mossa?"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Vergil
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The seasons to love'
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Capitolo 15
Indecisione
 
Nella giornata di lavoro questa volta non c'era solo il suo unico e deprimente pensiero, c'era una speranza. Si sentiva attiva ed efficiente e nelle faccende ci metteva maggior impegno, tutto però era permeato da un sottile velo di tristezza.
Le cose cambiano nella vita, e fra poco sarebbe scaduto il contratto part time per il lavoro da cameriera; aveva guadagnato abbastanza soldi per stare tranquilla per un po', ma già iniziava a mancarle quel malfidato posto che le flagellava l'esistenza ogni mattina.
"Come è strano, la gente si affeziona sempre alle cose più scomode."
Ridacchiò continuando a spazzare. Poi tornò col pensiero a lui, doveva andare a vedere se quell'indirizzo corrispondeva effettivamente a chi cercava.
Deglutì.
Per la prima volta ebbe paura di non volerlo vedere, che fisicamente deludesse le sue aspettative. Non che le importasse più di tanto, innamorarsi non significava badare all'estetica, ma di certo non sarebbe stato felice trovarsi qualcosa di inumano davanti agli occhi.
"Tipo quell'omuncolo di quella sottospecie di pasticceria."
Rise di nuovo.
«Eccola che mi parla di nuovo da sola...»
Sbuffò Lauren.
«Cosa c'è di male nel ragionare?»
«Sai che il troppo fa male? Anche ragionare...» le puntellò il naso «...saputella.»
Lei se lo toccò guardandola.
«Di certo sono meglio di chi non ragiona per nulla.»
Si guardarono con aria di sfida, poi risero.
«Avanti, ancora il tuo dolce amore ti passa per la mente?»
Avvampò non rispondendo continuando a ramazzare.
«Ormai stai diventando troppo prevedibile...»
«Non credo andrò.»
Questa reazione spiazzò Federica, la fissò sorpresa per un paio di minuti, poi l'attaccò.
«Cosa vorresti dire con "non credo andrò"?! Hai lottato tanto!»
Lei abbassò il capo in segno di sconforto, non era veramente più convinta.
«Si...ma...se non è tutto come penso? Se rimarrò delusa o, peggio ancora, se deluderò lui? Non posso immaginarlo...»
«Ma come deluderlo? In che modo?»
«Non credi sia inquietante andare e dire "vedi io sono quella Lauren delle chat, siccome volevo conoscerti ho chiesto ad un amico hacker di rintracciare il tuo indirizzo così possiamo conoscerci meglio!"...»
«Beh, si, suona da stalker se lo dici così...ma tu non lo dirai in questo modo!» batté un pugno «Tu andrai lì e dirai "sono stata stupida e forse potrò sembrare una stalker ma non lo sono, voglio solo conoscerti e parlarti tramite la mia bocca e non una tastiera"! Basta essere decisi Lauren, e proprio ora che l'hai trovato non devi arrenderti!»
Si ammutolì guardandola, con gli occhi lucidi. Da lì a poco sarebbe esplosa.
Federica addolcì lo sguardo abbracciandola.
«Ehi piccola sfogati...ne hai bisogno.»
Lei la abbracciò forte poggiando il volto sulla spalla.
«Fra poco dovrò andare via...Fede mi mancherai tanto...»
L'amica rise carezzandole i capelli dandole delle pacche sulla spalla:
«Ehi, vedi che non moriremo! Ti verremo a trovare anche se non saremo ogni giorno con te.»
«Me lo prometti?»
«Promesso piccina, ora torniamo a lavoro su!»
Lauren sorrise e alzando il capo fece un orgoglioso cenno di sì.
Tornarono tranquillamente a spolverare e lucidare i banconi, fra poco l'orario di lavoro sarebbe finito e sarebbero tornate nelle proprie case. Già, dove c'era Vergil ad aspettarla. Ricominciarono i brividi e il pensiero dell'incontro, se lo immaginò come uno dei romanzi rosa, pieno di sole, tanti fiorellini e che tutto girava intorno a loro.
Non era una fissata con l'amore, ma a quanto pare quando Cupido scoccava la freccia tutti diventavano dei completi idioti, come lei in questo preciso istante.
«Vai.»
Si destò nuovamente dai suoi pensieri guardando l'amica che prese l'espressione più seria della propria vita.
«Vai, e fagli capire il valore dei tuoi sentimenti.»
Anche se sembravano scontate, quelle parole la colpirono come un'insolazione d'estate. Arrossì, sorrise, annuì.
«Ci andrò.»
Ormai era fatta, era arrivata fin lì, ed aveva deciso. Non poteva più tirarsi indietro.

Tornò a casa nuovamente a pezzi, ma sapeva che quel tipo di "a pezzi" le sarebbe risultato nostalgico all'inizio dell'università. Sbuffò guardando l'orologio, poi decise di non fare veramente nulla oggi, si gettò sul letto e come un sasso rimase lì, guardando il soffitto, non aveva mai cercato di innamorarsi, ma ora come ora non voleva più saperne nulla. Sospirò, e per forza di abitudine accese il pc ma si promise di non entrare assolutamente su facebook.
Dopo due minuti, era già a controllare il profilo e la chat degli online.
Si maledisse di essere così impotente verso quel sentimento, poi lo trovò che si era appena connesso, sorrise.


Lauren: Ehilà!
Dante: (Vergil) Ciao.
Lauren: Tutto bene? Passavo su facebook e ti ho trovato!
Dante: (Vergil) Oh, si tutto bene, tu?
Lauren: Le solite faccende con le solite cose...fra poco inizierò di nuovo a stare china sui libri di studio!
Dante: (Vergil) Università?
Lauren: Esattamente...tu ne frequenti qualcuna?
Dante: (Vergil) Autodidatta.

Lauren fissò stranamente lo schermo, come se qualcosa non andasse nel verso giusto.

Lauren: Oh, è la prima volta che lo sento dire.
Dante: (Vergil) Non mi piace studiare sotto l'obbligo di un tempo preciso, mi piace rivedere ogni argomento che mi interessa e tralasciare quelli meno importanti.
Lauren: Un metodo di studio personalizzato...quindi dai esame da privatista?
Dante: (Vergil) Una specie.
Lauren: Capisco...

Odiava quando le finivano le idee...anche se negli ultimi tempi i vuoti di dialogo erano stati superati, sembrava che oggi ritornavano prepotenti tra le righe scritte.
Poi pensò alla situazione, a Fede e Umberto...allora penso di parlare degli amici.


Lauren: Mi mancheranno i miei amici...
Dante: (Vergil) Non dovresti incontrarli scusa?
Lauren: Intendo quelli del bar in cui lavoro...loro non studiano con me.
Dante: (Vergil) Comprendo.
Lauren: E' così strano provare nostalgia per qualcosa che ti ha afflitto ogni giorno, non trovi?
Dante: (Vergil) E' tipico degli umani...
Lauren: Ora non ricominciamo...
Dante: (Vergil) Si, ok.

Da quand'è che aveva ricominciato con questa litania? Lentamente sentiva che aveva perso confidenza con lui. Allora uscì con un'altra domanda che non migliorò di certo la situazione.

Lauren: Hai mai abbandonato qualcuno?

La risposta non fu immediata, e Lauren ebbe paura di aver toccato una nota dolente. Avrebbe voluto cancellare tutto e ricominciare d'accapo.

Dante: (Vergil) Si.
Lauren: E' qualcosa di mostruoso...non è vero?
Dante: (Vergil) Dipende da cosa intendi con "abbandonare".
Lauren: Lasciare di propria volontà qualcuno che si vuole bene...
Dante: (Vergil) Si.
Lauren: Si...che lo hai fatto o che è triste?
Dante: (Vergil) Entrambe.
Lauren: Concordo...

Ora si risentiva in carreggiata, ma percepiva quello spesso strato di malinconia che marcava il tutto. Non doveva chiedere nulla e punto. Ma come una sciocca, per un suo egoismo o un suo stupido desiderio di conoscenza, o forse anche di una puntina di gelosia, chissà, aprì un discorso che non dovette mai fare.

Lauren: Vergil...
Dante: (Vergil) Uhm?
Lauren:Ti sei...mai innamorato?

Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Dante: (Vergil) Mai.
Lauren: Nemmeno una cotta?
Dante: (Vergil) Perché me lo domandi?
Lauren: Volevo...un consiglio.
Dante: (Vergil) Chiedilo ai tuoi amici, no?

Lo aveva sentito, da dentro, come un innato avviso dettato da qualcuno che conosceva tutto. Ed invece la sua stupida bocca con il suo stupido cuore parlarono a sproposito.

Lauren: Si, hai ragione...
Lauren: Meglio che vada ora...
Lauren: Ciao.

Chiuse il portatile di scatto, con le lacrime agli occhi. Come poteva essere tanto stupido da non capire che aveva cercato di entrare in una conversazione più intima con lui?
Si asciugò una lacrima all'angolo dell'occhio e provò segretamente a non piangere, le aveva detto non si era mai innamorato di nessuna, ma era possibile? Quanto triste poteva essere una vita senza uno straccio di amore, nemmeno l'ombra. Sembrava non fosse freddo solo con lei, ma con ogni essere che respirava.
"Proprio come Vergil..."
Scosse la testa, si stava convincendo sempre di più che si fosse innamorata di un pazzo con un angolo tenero nella sua confusionaria anima. Un vortice di pensieri le attanagliò la mente, poi disse basta e si alzò.
"Meglio fare qualche commissione, magari passeggiando mi sentirò meglio."




Angolo dell'autrice

Credo proprio che questo capitolo sia ricco soprattutto della chat xD ho cercato di fare felici i miei lettori.
Ma lo sapete che dopo questo mancano 5 capitoli alla conclusione? Uhm? :>
Ahhh chissà cosa vi aspettate eheheh...Comunque spero vi sia piaciuto anche questo capitoletto piccino e gustoso che vi ho offerto, e povera Lauren, dieci passi in avanti e venti indietro, non trovate? xD
Ci tengo ad invitare chi non lo abbia ancora fatto di aggiungermi su facebook, per ora sono offline per un po' ma sono sicura che tornerò, soprattutto per la fine della fiction...dove avrò un sondaggio da fare e lo farò proprio lì :> e poi potete domandarmi cose e ci saranno anche degli aggiornamenti e delle anticipazioni su altre storie che ho in programma!
Detto questo, al prossimo capitolo!

RedFeather

Facebook: http://www.facebook.com/redfeather.efp
   
 
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