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Autore: SilviAngel    24/01/2013    5 recensioni
Post quinta stagione.
Apocalisse sventata, Dean sta bene e Sam non è caduto nella gabbia.
Cass ha, però, un enorme problema: deve ripopolare il Paradiso, ma gli angeli non riescono più ad accoppiarsi tra loro!
Cosa escogiterà il nostro eroe???
Destiel... of course!
Possibili elementi o momenti OOC.
Mpreg
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Cap. 22
“La mia famiglia”
 
Scendendo le scale, notai che Cass era particolarmente silenzioso e pensieroso,così  giunto sull’ultimo gradino, con un mezzo giro su me stesso, mi trovai a un palmo dal naso dell’angelo.
“Che c’è?”
“Stavo pensando” mi disse tranquillamente, come se ciò risolvesse tutto e azzerasse la mia curiosità.
“E a cosa stavi pensando?” lo punzecchiai.
“Ma se io sono tuo, tu sei mio?”
“Che domande fai?”
“Mi sembra una domanda più che legittima, Dean. Posso avanzare pretese sulla tua persona?”
Ecco ricomparire quel modo forbito e assurdo di parlare, tipico del pennuto celeste che era, ma in fondo aveva tutte le ragioni di porre una simile domanda e dopo un piccolo sospiro capitolai.
“Sì”
“Allora vuol dire che non andrai più in giro a cercare di copulare con donne”
“No”
“E ti occuperai della tua famiglia?” si fece coraggio a chiedere il moro, socchiudendo gli occhi.
“Sì, se anche tu ti occuperai di me”
“L’ho sempre fatto”
“Lo so” sussurrai sulla sua bocca annullando poi ogni distanza, succhiando forte le sue labbra tra le mie e staccandomi a malincuore, continuai “Forza andiamo a recuperare i piccoli” e trascinandomelo dietro, dopo aver intrecciato le nostre dita, svoltai nello studio di Bobby.
 
La scena che si presentava ai nostri occhi era esilarante o inquietante, a seconda dei punti di vista.
Bobby e Sam si godevano in tutta tranquillità una birra seduti alla scrivania, mentre ciascuno degli angeli mostrava ai due baby piumati la propria scala di priorità.
Balthazar era elegantemente accomodato sul divano, con le gambe accavallate e Robert saldamente poggiato contro il petto impegnato con l’altra mano a far apparire e sparire una bottiglia di vino dopo l’altra elencandone pregi, difetti e caratteristiche peculiari.
“Allora ascolta” stava dicendo in quel momento facendo volteggiare a mezz’aria l’ennesimo contenitore “questo è di gran lunga il mio preferito, forse non è famosissimo, ma imparerai che spesso le marche sconosciute sono tali perché sono riservate a pochi eletti: questo è il signore degli champagne, almeno per me, il Krug”
A un paio di metri di distanza, Gabriel seduto per terra con Mary accoccolata nella piega del suo braccio era intento a mostrarle una serie infinita di dolciumi, alcuni che – con estremo rammarico – dovetti ammettere di non conoscere.
Con un finto colpo di tosse resi nota la nostra presenza e subito la voce dell’arcangelo si fece sentire “Ehi cucciola, guarda mamma e papà hanno finito di parlare
Sentii la mano di Cass irrigidirsi contro la mia e volgendo il capo vidi la sua espressione corrucciata e piccole rughe solcare la fronte e lo spazio tra le sopracciglia.
Stringendo la presa, tentai di tranquillizzarlo e quando vidi la pelle distendersi tornai a osservare l’allegra combriccola.
“Voi due” rivolgendomi a mio fratello e al padrone di casa “pensavo che li avreste tenuti sotto controllo” intendendo chiaramente riferirmi agli altri due adulti.
“Sta’ calmo ragazzo” borbotto l’uomo “si sono comportati in modo impeccabile e poi è da pochi minuti che li stanno intontendo di chiacchiere”
“Ok” e dirigendomi verso la cucina sempre con appresso Cass, mi avvicinai con fare circospetto al frigorifero e spostandomi di poco a lato, così da non essere visibile dalla camera accanto, me lo tirai contro “Posso concedermi una birra? Se dici di no, farò tutto quanto in mio potere per convincerti”
“Certo che puoi Dean”
“Uffa! Non c’è gusto a giocare con te! Merda” dovevo ricordarmi che l’angelo non coglieva certe sottigliezze e forse non comprendeva certe provocazioni.
“Perché vuoi giocare?”
Come volevasi dimostrare.
“Se tu mi avessi detto di no, io avrei cercato di convincerti”
“Sarebbe stato scorretto dirti di no, ora puoi bere, anche se sarebbe consigliabile in quantità moderata”
“Lasciami finire” dissi avvicinandomi pericolosamente a lui “Se mi avessi detto di no, ti avrei baciato e fatto mille altre cose fino a che tu non avessi ceduto: capito cosa intendevo?”
“Quindi tu mi hai posto una richiesta con la speranza che io ti dessi una risposta negativa cosicché per trasformarla in positiva tu potessi fare sesso con me?”
“Sesso… non proprio, c’è gente di là se non lo avessi notato” sottolineai con fare  sarcastico “ma lasciamo perdere io mi prendo una birra e poi torniamo dagli altri”
 
E così fu, fino a quando i piccoli non decisero fosse giunto il tempo di un’altra poppata.
Gli angeli, tranne il mio ovviamente, si dileguarono e io e Cass prendemmo posto sul divano dopo aver spedito Sam a scaldare i biberon.
Avevo di nuovo accanto i miei tesori e pur correndo il rischio di risultare smielato, mi sentivo bene, come non ricordavo di essere mai stato.
Mi ritrovavo con un compagno che aveva attraversato l’inferno per me e non mi aveva mai mollato e ora avevo anche due bambini, che ben presto sarebbero diventati creature potenti, ma che al momento dipendevano completamente da me ed erano la mia più grande responsabilità e gioia.
Stavo bene, dopo una vita di dolore, potevo finalmente dire, in tutta onestà, che Dean Winchester stava bene e addirittura azzardare la parola felicità.
 
Mio fratello arrivò prontamente a strapparmi da tali pensieri stucchevoli, ondeggiando davanti al naso il latte e dopo averne saggiato la temperatura, imitato da Cass, posizionai meglio Robert e gli porsi la tettarella che immediatamente sparì tra le sue piccole labbra rosa.
Bobby schiarendosi la voce – e tirando su con il naso? – disse che aveva alcune cose da sistemare nell’officina e uscì sul retro.
In pochi minuti tutto il latte svanì e Cass prese a camminare su e giù per la stanza con Mary in braccio, mentre io pigramente speravo che Robert digerisse solo con i miei ondeggi sul posto, dato che ancora me ne stavo seduto sul sofà.
Ebbi fortuna e dopo averlo tenuto su per qualche attimo, durante i quali, mio figlio non fece altro che gorgogliare peggio di una pentola di fagioli e fare mille smorfie, finalmente giunse l’agognato ruttino.
“Cass penso sia arrivato il momento di imparare un’altra cosa molto importante: come si cambiano i pannolini”
“Non ce n’è bisogno” giunse tranquilla la voce del moro dal corridoio e ricomparendo davanti a me, muovendo in un piccolo gesto due dita, sostituì i due pannolini sporchi con due puliti e profumati.
“Ma così non vale!” mi indignai scherzando.
“Pensavo fosse più veloce e funzionale”
“Ok, ma quando non sarai nei paraggi, dovrò arrangiarmi con il metodo tradizionale”
“Sarò quasi sempre nei paraggi” mi tranquillizzò aprendosi in un meraviglioso sorriso dedicato solo ed esclusivamente a me.
Con in braccio la nostra principessa l’angelo sparì nuovamente lungo il corridoio, seguito a ruota da Sam.
Rimasto solo, coricai Robert sulle mie cosce unite, sorreggendogli la testa “Allora campione, che intenzioni hai? Io voto per farci un pisolino tu che ne pensi?”
Come se avesse davvero compreso le parole che gli erano state rivolte, il bimbo si lasciò andare a un soddisfatto ed enorme sbadiglio e contento cambiai posizione mettendomi comodo. Mi sdraiai avendo cura di posizionare il piccolo al centro del mio petto tenendolo saldamente con una mano.
Robert accoccolato a pancia in giù su di me già ronfava allegramente dopo un paio di minuti e cullato dal suo calore e dal suo respiro, mi addormentai, ignaro di tutto ciò che mi circondava.
 
Castiel, tenuto in ostaggio da Mary che non ne voleva sapere di dormire, venne raggiunto dal cacciatore più giovane.
“Ehi, posso essere utile? Se vuoi posso provare a farla addormentare o posso farle vedere la casa”
L’angelo comprese quanto in realtà Sam volesse semplicemente passare un po’ di tempo con la bambina, supponendo che prima i suoi fratelli avessero monopolizzato entrambi i neonati, ma al momento voleva tenere con sé la piccola.
“Grazie, ma non ce n’è bisogno, ma potresti tenerli entrambi più tardi quando si svegliano”
Non muovendo obiezione alcuna, il gigante annuì e salì le scale.
Il moro si voltò per tornare finalmente dal suo compagno e varcando la soglia dello studio, lo sguardò volò da solo al divano e lì si fermò.
Dean era addormentato con il viso disteso e le labbra morbide e piene impercettibilmente piegate all’insù. Era felice, così come anche lo stesso essere celeste era.
Sul suo torace riposava tranquillo e sereno il loro bambino, a cui erano nuovamente spuntate le alucce, segno inequivocabile del suo sentirsi protetto e amato. Catiel sentiva la propria grazia riverberare e vibrare in sincrono con quella del figlio e nulla vi era se non quiete e gioia.
Ancora rapito da quella visione perfetta, il moro non si accorse di essere stato raggiunto da Gabriel, che quatto quatto e in silenzio gli si affiancò.
“Fratello, cosa fai?” domandò curioso il nuovo arrivato.
“Guardo la mia famiglia. Non è perfetta?” rispose in tutta sincerità l’angelo minore posando un bacio sulla testolina arruffata di Mary.
“Hai ragione è perfetta. Così favolosa che mi sta facendo venire in mente che dovrei provvedere anche io e donare al mondo i miei bellissimi pargoli”
Il capo di Castiel si girò di colpo, gli occhi sgranati.
“Ascolta, tu hai compiuto il rito in modo platonico, ma secondo te, è possibile perfezionarlo durante un contatto fisico?”
“Non capisco” l’ingenuità che tornava prepotente a galla.
“Oh, per la miseria… potrei recitare la formula mentre faccio sesso?”
Gli occhi di Castiel divennero ancora più grandi e le gote gli si colorirono d’imbarazzo.
“Non fingerti un puritano! So benissimo cosa combini con occhioni verdi laggiù. Su rispondi”
“Non lo so, posso dirti che dopo il rito è meglio non”
“Ma prima? E poi, cosa della massima importanza, chi è al corrente del metodo da te usato?”
“Lo sanno Dean, Sam e anche Bobby credo”
“Dannazione! Secondo te sarebbe credibile se rigirassi il tutto dicendo che io, essendo arcangelo, devo seguire un metodo differente?”
“Continuo a non capire”
“Non è importante che tu comprenda tutto, è sufficiente che tu mi dica se il mio ragionamento potrebbe risultare sensato”
“Nessuno conosce fino in fondo come funziona tale cerimonia, men che meno gli umani, quindi in teoria potresti inventarti qualunque cosa”
“Bene, era quello che volevo sapere, ti lascio alla tua contemplazione”
Gabriel uscì dalla stanza e incamminandosi verso il piano di sopra, una sola parole, pronunciata con insolito tono suadente e accattivante giunse alle orecchie del moro “Saaammy”
 
Castiel sorrise e dentro il suo cuore augurò buona fortuna al fratello.
Con un sospiro e un sorriso si avvicinò a Dean, sedendosi sul bordo e mentre Mary finalmente chiudeva gli occhi e si assopiva contro il suo petto, l’angelo carezzò con un lento sguardo ricolmo d’amore tutti gli occupanti del divano, rendendosi conto di aver trovato il suo piccolo e immenso paradiso.
 
Ed eccoci giunti alla fine di questa mia piccola pazzia, spero che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto sorridere.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito e inserito la storia in una qualunque delle mille categorie di EFP.
Buona vita a tutti.
   
 
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